Pochi negheranno la profonda importanza, sia pratica sia filosofica, che avrebbe la scoperta di comunicazioni interstellari. Di conseguenza, riteniamo che una ricerca discriminata di segnali meriti uno sforzo considerevole. Le probabilità di successo sono difficili da stimare, ma se non condurremo mai questa ricerca le probabilità di successo sono zero.
Jo era sola fra le ombre del tramonto, sul tetto dell’edificio che li ospitava. Era salita lì per piangere.
I riflettori non si erano ancora accesi. Bassa sull’orizzonte, splendeva una stella. Per un attimo, lei immaginò che fosse la nave aliena che aveva Keith a bordo.
La brezza scese dalle colline, tiepida. Lontano, chissà dove, qualcuno aveva acceso una radio. Stupefatta, Jo si accorse che la voce che usciva dalla radio stava parlando in inglese. “Una trasmissione americana” pensò. “Lasciano passare una trasmissione americana!”
Era un radiogiornale, naturalmente. Che raccontava le “reazioni” ai fatti di quel giorno lunghissimo, adesso che Stoner era ormai irraggiungibile.
Jo, nonostante tutto, restò ad ascoltare. L’annunciatore stava leggendo il comunicato emesso da un’associazione di ufologi del Missouri: indignata, l’associazione proclamava che l’alieno rinvenuto sull’astronave “non apparteneva” alla stessa razza di alieni che inviavano UFO sulla Terra.
«Quindi, stando agli esperti in dischi volanti del Missouri» commentò maliziosamente l’annunciatore «abbiamo trovato gli alieni sbagliati.»
Jo, anziché piangere, sorrise. “Ci sono tanti stupidi a questo mondo” pensò. “Così tanti.” Alzò il viso, verso le stelle che cominciavano ad apparire in cielo.
«Grazie, Keith» sussurrò nella sera. «Adesso saranno costretti a mandare un gruppo d’astronauti per riportare te e il tuo amico qui sulla Terra. Ci vorrà qualche anno per preparare tutto, ma quando partiranno, io sarò con loro.»
Poi scese, senza più lacrime, a testa alta, decisa a trasferirsi il più presto possibile a Houston per iniziare l’addestramento.