Per i suggerimenti in campo antropologico e paleontologico ringrazio Michael K. Brett-Surman e Rick Potts, entrambi del Museo nazionale di Storia naturale, Smithsonian Institution; il prof. Philip Lierberman della Brown University; Robin Ridington, docente emerito all’Università della Columbia Britannica; Gary J. Sawyer (nessuna parentela) e Ian Tattersall del Museo americano di Storia naturale; il prof. Milford H. Wolpoff dell’Università del Michigan, oltre agli esperti elencati all’inizio del primo volume della trilogia, Ominidi.
Per le informazioni in campo genetico, con relativa epidemiologia, ringrazio il prof. George R. Carmody della facoltà di Biologia alla Carleton University; Peter Halasz; Hassan Masun, che all’epoca preparava la tesi alla Carleton; Alison Siclair; Edward Millet. Per altre questioni mediche, ringrazio l’endocrinologo Christopher Kovacs del Centro per le Scienze della salute, Memorial University di Terranova.
Per informazioni sull’Osservatorio di neutrini di Sudbury, e per avermi consentito l’accesso al sito, ringrazio Art McDonald e J. Duncan Hepburn.
Per aver attirato la mia attenzione sulle teorie secondo cui la coscienza umana avrebbe origine elettromagnetica ringrazio Norm Nason. Due teorie di questo tipo, molto simili tra loro, sono state sviluppate in tempi recenti e in modo indipendente da Johnjoe McFadden (School of Biomedical and Life Science, Università del Surrey) e Susan Pockett (facoltà di Fisica, Università di Auckland). Per chi fosse interessato ad approfondire la questione, McFadden offre una presentazione generale della sua teoria nell’ultimo capitolo del suo libro Quantum Evolution: The New Science of Life (HarperCollins, 2000) e la Pockett vi dedica l’intero volume The Nature of Counsciousness: A Hypothesis (Writers Club Press, 2000).
Nel secondo romanzo della trilogia, Humans, si dedicava parecchio spazio al tema del possibile collasso rapido del campo magnetico terrestre. Siccome se ne riparla in questo volume, invito gli interessati a leggere il saggio originale, Evidence suggesting extremely rapid field variation during a geomagnetical reversal, pubblicato da Robert S. Coe e Michel Prévot su “Earth and Planetary Science Letters” 92 (1989) pp. 292–298, e il successivo New evidence for extraordinarily rapid change of the geomagnetic field during a reversal, di Coe, Prévot e Piene Camps, “Nature” 374 (1995), pp. 687–692. Per altre prove del fenomeno, ringrazio Grant C. McCormick e Ariel Reich.
Un grazie infinito alla mia adorata moglie Carolyn Clink; al mio revisore David G. Hartwell e al suo collaboratore Moshe Feder; al mio agente Ralph Vicinanza e ai suoi collaboratori Christopher Lotts e Vince Gerardis; a Tom Doherty, Linda Quinton, Jennifer Marcus, Jennifer Hunt, Irene Gallo e tutta la squadra della Tor Books; Harold e Sylvia Fenn, Robert Howard, Heidi Winter, Melissa Cameron, David Leonard, Steve St Amant e il resto della H.B. Fenn & Co.
Un grazie di cuore anche agli amici e colleghi che mi hanno permesso di attingere alle loro idee, o hanno fornito qualsiasi genere di input, tra cui Linda Carson, Marcel Gagné, James Alan Gardner, Al Katerinsky, Herb Kauderer e Robert Charles Wilson.
A fare da lettori “di prova” sono stati Ted Blaney, Carolyn Clink, David Livingstone Clink, Richard Gotlib, Peter Halasz. Howard Miller, Ariel Reich, Alan B. Sawyer, Sally Tomasevic, Edo van Belkom, David Widdicombe.