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L’astronave hakh’hli è molto più grande di qualsiasi nave spaziale che i terrestri abbiano mai sognato di costruire; le sue dimensioni infatti sono di poco inferiori a quelle delle superpetroliere che solcavano i mari della Terra nel ventesimo secolo. La sua forma è quella di un tozzo cilindro, lungo 330 metri e largo 150, e il suo volume complessivo corrisponde a circa 50 milioni di metri cubi, due terzi dei quali sono occupati dai serbatoi di carburante e dai propulsori che la spingono attraverso lo spazio interstellare. La densità media della nave è di poco inferiore a quella dell’acqua, soprattutto perché la maggior parte del carburante in essa contenuta non è altro che idrogeno; se la nave venisse in qualche modo appoggiata delicatamente su un oceano terrestre, con ogni probabilità galleggerebbe. Gli abitanti della nave, 22.000 hakh’hli più Sandy Washington, hanno a disposizione poco più di 200 metri cubi di spazio a testa, contando non solo lo spazio riservato agli alloggi personali (che comunque sono quasi tutti dormitori comuni) ma anche quello riservato alla ricreazione e al lavoro. Duecento metri cubi a testa non sono molti. Fino a pochi dodigiorni prima, quando la nave si era avvicinata al Sole per cambiare la sua orbita, la situazione era anche peggiore. In quei giorni infatti gran parte dello spazio “inutilizzato” era stato lasciato surriscaldare, affinché il grande impianto di raffreddamento potesse mantenere il resto della nave a una temperatura accettabile. Ora gli hakh’hli sono molto felici di poter finalmente riutilizzare i settori della nave che erano stati chiusi in quell’occasione. In ogni caso, sulla grande astronave vi è comunque un certo affollamento, almeno rispetto agli standard terrestri. La cosa, però, non infastidisce in maniera particolare gli abitanti della nave, poiché nessuno di loro ha mai avuto modo di provare di persona quali possano essere gli standard di densità di popolazione terrestri.


Il giorno seguente, i componenti della Coorte Missione Terra vennero esentati dal loro turno di lavoro quotidiano; naturalmente, l’udienza con i Grandi Anziani aveva la priorità assoluta su qualsiasi altro compito. Ciò nonostante, ChinTekki-tho li sottopose tutti e sette a un lungo dodicesimo di giorno di interrogazioni e prove; era infatti impensabile che anche solo uno di loro dicesse o facesse qualcosa di sbagliato davanti ai Grandi Anziani.

Faceva ancora abbastanza caldo nella sala comune, ed erano tutti piuttosto irritabili per via del fatto che stavano cercando di adattarsi agli strani orari terrestri sui quali ChinTekki-tho aveva tanto insistito. Inoltre, la presenza di Obie li distraeva un po’ tutti quanti. Persino Lisandro riusciva a sentire l’odore nell’aria, segno che Obie stava ormai entrando nel suo periodo di fertilità; in più occasioni ChinTekki-tho fu costretto a richiamare le femmine del gruppo, che sembravano essere decisamente più interessate a Obie stesso che alle sue parole. — Dovete ascoltarmi con grande attenzione! — intimò loro il tutore. — Soprattutto tu, Lisandro!

Le “s” di ChinTekki-tho erano secche e precise come quelle di tutti i membri della coorte. Il loro Tutore Primario infatti era il più grande esperto di linguaggio e costumi terrestri presente sulla nave, ed era proprio questo il motivo per cui gli era stato affidato quel compito. Ciò nonostante, ChinTekki-tho non era sempre del tutto giusto e obiettivo.

— Ma io sto ascoltando — protestò Lisandro in tono risentito. — Non sono mica io quello che vuole fare sesso con Obie.

— Lo spero bene — ribatté seccamente ChinTekki. — Ma ora osservate attentamente! — Indicò una sezione di superficie terrestre sullo schermo. — Questo è il punto in cui atterrerete. È nella parte settentrionale del continente americano ed è facile da raggiungere dato che entrerete nell’atmosfera terrestre passando sopra il Polo nord.

— Si chiama Alaska — intervenne Tania, giusto per mettersi in mostra.

— Sappiamo tutti che si chiama Alaska — ribatté il tutore irritato. — Data la sua ubicazione, si tratta di una zona particolarmente fredda del pianeta. Con ogni probabilità, la zona sarà ricoperta di acqua allo stato solido, quella che i terrestri chiamano “neve”. Di conseguenza, avrete bisogno di abiti particolarmente pesanti. Una volta atterrati, Lisandro dovrà avvicinare i nativi da solo, portando con sé una radio. Lisandro, la tua missione consiste fondamentalmente nello scoprire qual è la situazione attuale sul pianeta Terra, dato che non riceviamo più lo stesso numero di trasmissioni che ricevevamo prima. Riferirai tutto ciò che avrai modo di scoprire agli altri componenti della tua coorte, che rimarranno sulla navetta. Saranno loro a dirti che cosa devi fare. Quando comunicherai con loro via radio, dovrai usare esclusivamente il linguaggio hakh’hli; non dovrai mai parlare in inglese. Capisci il motivo per cui tutto ciò è necessario, Lisandro?

— Sì, naturalmente — rispose Lisandro. — A quanto pare dovremmo essere molto cauti nel trattare con gli esseri umani, poiché… — Ebbe un attimo di esitazione, poi concluse con tono imbronciato: — Poiché alcuni di loro si comportano in maniera irresponsabile.

— Non solo alcuni, Lisandro. Molti. Sono certo che vi sono delle ottime persone fra i terrestri, ma la gran parte di loro sono senz’altro da considerare alla stregua di veri e propri barbari. Sai benissimo ciò che hanno fatto al loro pianeta… al tuo pianeta natale, Lisandro! In che condizioni credi che sarebbe la nostra nave se permettessimo l’emissione continua di pericolose sostanze inquinanti?

— Sarebbe orribile — intervenne Polly in tono scioccamente vanitoso.

— È esatto, Ippolita — disse ChinTekki-tho — ma al momento mi sto rivolgendo a Lisandro. Conosci il motivo per il quale gli abitanti umani della Terra hanno bisogno del nostro aiuto, Lisandro?

— È stato verificato con grande accuratezza e al di là di ogni dubbio — iniziò Sandy usando una locuzione hakh’hli con parole inglesi per dimostrare la sua indipendenza (mostrare indipendenza di fronte a un Anziano però non era una buona politica, quindi continuò recitando a memoria le parole che gli erano state insegnate). — La razza umana è riuscita nel corso degli anni a innalzare la temperatura dell’atmosfera terrestre, a diffondere composti acidi nell’aria, a saturare lo spazio orbitale del pianeta di relitti di vario genere, a inquinare le acque di superficie con materiali organici e di sintesi, a disperdere nell’ambiente sostanze radioattive di lunga durata e infine a permettere la deforestazione e l’erosione del suolo terrestre.

— Hai dimenticato — intervenne con tono sollecito Demmy — l’eutrofizzazione dei laghi.

— Non l’ho dimenticata — ribatté Sandy. — Fa parte dell’inquinamento delle acque con materiali organici e di sintesi, vero ChinTekki-tho?

— Esatto — confermò il tutore. — Ma hai tralasciato la cosa peggiore in assoluto. Oltre a tutto ciò, i tuoi esseri umani sono anche aggressivi e violenti. Posseggono armi di vario tipo, e combattono spesso guerre fra di loro, arrivando fino al punto di uccidersi in massa a vicenda.

— Ho avuto modo di assistere alle trasmissioni — si limitò a rispondere Sandy.

— Lo so. Quindi sei perfettamente consapevole del fatto che dobbiamo essere molto cauti nell’avvicinarci a loro. Se riterremo possibile un incontro pacifico fra gli esseri umani e gli hakh’hli, riveleremo la nostra presenza agli abitanti del pianeta Terra. Ma prima di fare una cosa del genere dobbiamo avere la certezza assoluta che l’incontro si svolga in maniera pacifica, ed è proprio in questo che consiste il tuo compito, Lisandro. Non possiamo assolutamente mettere a rischio l’integrità della nostra nave.

— Lode alla nave! — gridò Obie, prontamente imitato in coro dalle femmine del gruppo.

— Sì, lode alla nostra nave — ribadì ChinTekki-tho. — Allora, Lisandro, vorresti esporre la tua storia?

— Tanto per iniziare — disse Lisandro con tono scocciato — il mio nome non è Lisandro. Non quando mi troverò sulla Terra, almeno.

— Un’ottima precisazione — commentò il tutore. — Continua.

— Mi chiamo John William Washington. Ho 23 anni. La mia casa si trova a Miami Beach, in Florida, ma i miei genitori, che si chiamavano Peter e Alice, sono morti in un incidente stradale. Sono uno studente universitario, ma la morte dei miei genitori mi ha intristito molto, e quindi ho deciso di prendermi un periodo di vacanza. Sto visitando l’Alaska perché è un luogo che ho sempre desiderato vedere. Sono stato in giro da solo, cercando oro nei ruscelli, e adesso mi sto preparando per tornare a Miami Beach, ma mi sono perso.

— Esatto — disse ChinTekki-tho con tono soddisfatto. Si concesse una pausa, nel corso della quale li osservò tutti quanti con aria pensierosa. — Avete qualche domanda? — domandò infine.

Tania alzò una mano, in stile terrestre. — Per quale motivo non riceviamo più trasmissioni dalla Terra, ChinTekki-tho? Non ne possiamo più di vedere sempre gli stessi vecchi film.

— Non ne abbiamo assolutamente idea, Titania. Continuiamo a ricevere segnali elettromagnetici, quindi non abbiamo dubbi riguardo al fatto che i terrestri siano riusciti a sopravvivere alle loro difficoltà, almeno entro certi limiti. Tuttavia, i segnali che riceviamo non sembrano contenere alcun tipo di dati. Non abbiamo idea di che cosa siano esattamente. Altre domande?

— Perché non possiamo più vedere gli amici con i quali ci siamo addestrati in passato? — domandò Obie. Stava riferendosi agli oltre 30 giovani hakh’hli che erano cresciuti con loro e che erano stati trasferiti in un altro settore della nave pochi dodigiorni prima.

— Perché i Grandi Anziani hanno deciso di segregarvi — spiegò ChinTekki-tho. In realtà quella spiegazione era più che sufficiente per qualunque hakh’hli, ma il tutore volle essere generoso e aggiunse un supplemento di spiegazione per la coorte. — In fondo — disse — voi sei, volevo dire voi sette, scusami Lisandro, siete molto speciali. Sarete voi i primi ad atterrare sul pianeta Terra.

— Ma nel resto del gruppo vi erano molte femmine attraenti, mentre ora abbiamo solo queste tre — si lamentò Obie, alimentando sibili di rabbia da parte delle femmine della coorte.

Il Tutore Primario però stroncò qualsiasi tipo di protesta sul nascere. — Basta così, Oberon! Ora dobbiamo recarci nella Camera dei Grandi Anziani per la vostra udienza. Ma prima di andare, volevo farvi un’ultima raccomandazione. Affinché la vostra preparazione per la missione venga portata a termine in maniera soddisfacente, d’ora in poi dovrete parlare sempre ed esclusivamente in inglese, anche fra di voi. Naturalmente, nel corso dell’udienza con i Grandi Anziani userete l’hakh’hli.


Dato che i Grandi Anziani non erano ancora pronti a riceverli, Sandy e il resto della coorte dovettero attendere nella sala di decompressione per un’ora e 52 minuti, secondo i loro nuovi orologi. Dapprincipio assunsero tutti un atteggiamento sottomesso, l’atteggiamento adatto a un’occasione solenne di quel genere. Lisandro si massaggiò le orecchie doloranti; lo sbalzo di pressione gli faceva ancora male, nonostante ciò che era già stato fatto alle sue orecchie per alleviare un po’ il dolore.

L’atteggiamento sottomesso della coorte però non durò molto a lungo; in fondo, un’occasione del genere era decisamente qualcosa di molto eccitante per loro. Obie ed Elena iniziarono a litigare come al solito, e Polly fu costretta a sedersi su entrambi per cercare di calmarli. Ma questo era un avvenimento piuttosto normale. Il solo fatto di poter accedere alle zone normalmente vietate della nave rappresentava qualcosa di speciale per loro, come una specie di avventura. A dir la verità era un’avventura solo quando non era una scocciatura, e cioè quando dovevano attraversare la nave per svolgere i loro turni di lavoro. Comunque fosse, nella sala di decompressione non vi era proprio nulla di emozionante. Non era altro che una stanza con alcune panche basse per accovacciarsi e alcuni schermi per l’intrattenimento che trasmettevano il programma della nave, che non mostrava quasi mai nulla di realmente interessante. Anche se, ogni dodigiorno, trasmetteva su tutti gli schermi un film terrestre selezionato fra le migliaia di registrazioni disponibili. Si trattava di un’occasione particolarmente interessante anche per la Coorte Missione Terra, soprattutto perché i dialoghi di questi film venivano doppiati in lingua hakh’hli da alcuni degli studiosi della nave esperti in lingue terrestri. Era sempre molto divertente sentire la voce di una femmina cheth che doppiava personaggi come un rude sergente di fanteria della Seconda guerra mondiale. Per il resto, però, gli schermi della nave mostravano quasi sempre immagini dei circuiti standard, e anche cambiando in continuazione canale non si riuscivano a ottenere altro che riprese fisse dei motori, delle sale coltura, dell’abitacolo di pilotaggio e delle funzioni di manutenzione automatiche. Ogni tanto, gli schermi mostravano anche qualche ripresa esterna infinitamente noiosa di un sole che la nave aveva appena oltrepassato o magari del pianeta che era la loro destinazione. Tutto ciò avrebbe anche potuto risultare abbastanza interessante, solo che per Sandy e la sua coorte non lo era affatto, dato che gli schermi della loro sezione mostravano cose decisamente più interessanti. Erano stati forniti loro documentari, resoconti storici e programmi di ogni tipo che rappresentavano il succo di mezzo secolo di trasmissioni televisive e radiofoniche terrestri captate dai sistemi di ricezione della nave. E nonostante i componenti della coorte avessero guardato quei programmi per tre dodicesimi di ogni singola giornata della loro vita, li trovavano ancora emozionanti, se non altro per il solo fatto che provenivano dalla Terra.

Nella sala di attesa però non veniva proiettato nulla di simile. Tanto più che la stanza non era affatto grande, e i sottili odori emessi da Obie stavano monopolizzando sempre di più l’attenzione delle femmine del gruppo. Fortunatamente, a un certo punto Tania riuscì a trovare un canale che trasmetteva un evento sportivo: i campionati di lotta libera della nave erano attualmente in corso, e in qualche settore della zona ricreativa due enormi hakh’hli si stavano affrontando nei quarti di finale. La coorte si radunò immediatamente davanti allo schermo, dividendosi in due tifoserie. Persino un terrestre sarebbe stato in grado di seguire l’azione, se vi fosse stato qualche terrestre oltre a Sandy Washington ad assistere al combattimento, dato che in effetti quello sport rappresentava un’innovazione di origine terrestre per gli hakh’hli. Era stato copiato da alcune trasmissioni terrestri sui campionati di sumo giapponese, e in sostanza consisteva in un combattimento fra due giganti che si piombavano addosso a vicenda con tutto il loro peso.

Indubbiamente, si trattava di uno sport emozionante e spettacolare. Obie si rivolse a Sandy con tono entusiasta. — Se anche i tuoi terrestri non ci dessero nient’altro, per me questo è già più che sufficiente — disse.

Polly però non era d’accordo, e Tania non era d’accordo con Polly. Così, mentre il combattimento sullo schermo continuava, un nuovo combattimento ebbe inizio all’interno della sala di decompressione.


Quando i Grandi Anziani giunsero finalmente a decidere che fosse il caso di concedere udienza alla coorte di Sandy, il combattimento era già finito da tempo. Obie perdeva ancora un po’ di sangue da una ferita sotto l’occhio, ma Demmy aveva strappato una striscia di tessuto dai suoi pantaloncini per bendarlo (indossare abiti umani in fondo poteva anche risultare utile in alcune occasioni). Così, quando si sistemarono tutti e sette in fila davanti ai sei enormi Grandi Anziani, i componenti della coorte apparivano abbastanza presentabili. In ogni caso, i Grandi Anziani avevano deciso di comportarsi in maniera molto cordiale con loro, e di conseguenza era probabile che non avrebbero detto nulla anche se avessero notato qualche cosa di insolito. — Allora, come fanno oggi i nostri terrestri? — domandò la Quarta Grande Anziana (in hakh’hli, naturalmente). Sandy notò che era riuscita a versare una benevola lacrima di benvenuto.

La Grande Anziana si era rivolta al gruppo nel suo complesso, anche se tutti sapevano che la domanda era stata posta soprattutto a Sandy. — Mangiamo e defechiamo molto bene, antica femmina — disse quindi in tono rispettoso nella stessa lingua. Per continuare però dovette ricorrere ad alcuni termini inglesi, poiché non esisteva nessun equivalente hakh’hli per certe parole. — Stiamo studiando la guida delle automobili, l’uso delle carte di credito, la musica popolare terrestre della fine del ventesimo secolo, e ieri abbiamo giocato per ben due volte a pallacanestro. — Sandy era felice di poter parlare in hakh’hli, dato che era stato appena proibito loro di farlo. Tuttavia, il fatto che i suoi compagni di coorte parlassero l’inglese meglio di quanto lui non parlasse l’hakh’hli lo infastidiva un poco. Loro però erano stati avvantaggiati dalla manipolazione delle corde vocali voluta dagli esperti hakh’hli, che in alcuni era avvenuta chirurgicamente, mentre in altri era avvenuta addirittura geneticamente, prima ancora della loro nascita. Il risultato era che loro erano in grado di produrre tutti i suoni della lingua inglese senza alcuna difficoltà, mentre Sandy poteva parlare l’hakh’hli solo per un breve periodo, poiché dopo un po’ i continui schiocchi e i molti suoni gutturali gli causavano un certo dolore alla gola.

— Soddisfacente, soddisfacente — mormorò con tono affabile la Grande Anziana. — Il Primo Grande Anziano ti informerà ora e non in seguito.

Tutti sapevano che il Primo Grande Anziano lo faceva sempre, ma nonostante ciò si udì un leggero sbuffo di rassegnazione proveniente dalle narici dei componenti della coorte. Infatti, quando il Primo Grande Anziano “informava” qualcuno, iniziava sempre dal principio e non tralasciava mai nulla. Rivolgendosi direttamente a Sandy, diede conferma di questa regola.

— Uomo terrestre Lifandro Washington — esordì, rivolgendo lo sguardo vacuo verso il grigio del soffitto della sala delle udienze — il tuo genitore di sesso femminile e il tuo genitore di sesso maschile sono stati abbandonati su un veicolo spaziale nel corso di una guerra fra terrestri. Nel corso di questa guerra, sono stati prodotti diversi danni con l’uso di raggi fotonici, nonché attraverso l’impatto cinetico di oggetti solidi o di esplosioni di origine chimica o atomica. I tuoi genitori non potevano ritornare a casa. Li abbiamo accolti sulla nave, ma si trovavano in cattivo stato, non erano in buona salute. Non siamo stati in grado di salvarli, ma tu eri già un uovo quasi maturo, pronto alla nascita, e siamo riusciti a mantenerti in vita. Ti abbiamo fornito quanto necessario per la tua sopravvivenza, oltre che la compagnia di altri elementi della tua età, e nel frattempo ci siamo dedicati all’investigazione…

— Antico maschio — intervenne Sandy con poca convinzione — queste informazioni mi sono già state fornite… — Non pensava che le sue parole sarebbero riuscite a interrompere il Primo Grande Anziano, o anche solo a fargli sbattere le palpebre, e infatti non accadde nulla di tutto ciò. L’unica cosa che accadde fu che Polly si staccò dalla sua posizione al lato di Obie giusto quanto bastava per rifilare a Sandy un forte pizzicotto sul sedere. Contemporaneamente, la Quarta Grande Anziana alzò lo sguardo con interesse verso il quasi tumescente Obie.

— …di varie stelle fra le più prossime, inclusa Alfa Centauri — continuò la profonda voce del Primo Grande Anziano — la quale non è risultata di alcuna utilità o interesse. Ora siamo tornati al sistema nel quale si trova il tuo pianeta natale, e tu sei ormai un elemento adulto a cui è stata fornita un’educazione. Ti prego di confermarmi che queste informazioni corrispondano alla realtà e non siano errate.

— Corrispondono alla realtà, antico maschio — disse Sandy massaggiandosi il sedere. I possenti pollici di Polly erano in grado di rifilare pizzicotti molto dolorosi. Nel frattempo, Sandy notò con la coda dell’occhio che tutte le femmine del gruppo si stavano lentamente avvicinando a Obie.

— Abbiamo osservato il tuo pianeta fin dal momento in cui siamo entrati nel suo sistema solare, e abbiamo registrato una serie di fatti degni di interesse. Innanzitutto, i segnali elettromagnetici che sono stati il motivo del nostro iniziale interessamento per questo particolare sistema solare, segnali che nel corso del nostro primo approccio hanno fatto registrare un aumento esponenziale dal punto di vista sia del numero sia della forza di emissione, sono attualmente quasi inesistenti. Non riusciamo più a ottenere alcun tipo di informazione sulle lunghezze d’onda precedentemente usate dai terrestri per la trasmissione di ciò che chiamano radio e televisione. Questo fatto potrebbe essere dovuto a una netta diminuzione del numero dei terrestri esistenti sul pianeta, oppure a un improvviso decadimento della loro tecnologia. In entrambi i casi, supponiamo che ciò dipenda dal risultato di questa guerra. Tuttavia, potrebbe dipendere anche da altri fattori a noi sconosciuti.

Il Primo Grande Anziano si concesse una pausa, intrecciando le dodici dita davanti allo stomaco con espressione meditativa. Nessuno disse nulla. La Quarta Grande Anziana, con fare assente, si alzò dal suo scranno sopraelevato e si avvicinò alla coorte, mantenendo lo sguardo fisso su Obie.

— Un altro nuovo fatto senz’altro degno di interesse — continuò il Primo Grande Anziano — è che non abbiamo ricevuto alcuna indicazione sulla presenza di veicoli spaziali all’interno del sistema solare in questione. Questo ci porta a concludere inevitabilmente che i terrestri non sono ancora riusciti a risolvere i problemi connessi all’accesso allo spazio circostante il loro pianeta.

Questa affermazione venne seguita da un altro sospiro generale da parte di tutti i componenti della coorte.

— Oh, che noia! — sussurrò Demmy, che venne immediatamente colpito da un calcio proveniente da Chiappa. Nessuno dei Grandi Anziani diede segno di aver sentito. A parte il Primo, tutti gli altri stavano osservando con interesse la Quarta, che stava annusando la schiena di Obie. Le sue sacche labiali si erano visibilmente gonfiate.

— Ciò nonostante — continuò il Primo Grande Anziano — saremo comunque in grado di compiere un atterraggio sulla superficie del pianeta con una delle nostre navette esplorative passando attraverso una finestra d’entrata polare. La gran parte dei relitti spaziali terrestri infatti orbitano sul piano equatoriale del pianeta, e per quanto ve ne siano significative quantità anche su altre orbite, i nostri esperti hanno individuato una serie di intervalli temporali nel corso dei quali sarà possibile effettuare un approccio sicuro. I costi dell’operazione dal punto di vista del consumo di carburante saranno molto elevati, dato che non avremo modo di sfruttare la velocità di rotazione del pianeta e che saremo costretti a impiegare i propulsori sia per la discesa sul pianeta sia per il viaggio di ritorno. In ogni caso, riteniamo che l’atterraggio sul pianeta Terra sia un’operazione fattibile.

Dando prova di coraggio, Polly si mise in mezzo fra Obie e la Quarta Grande Anziana. L’Anziana però si sollevò minacciosamente sulle zampe posteriori e la fissò, facendola indietreggiare impaurita.

A quel punto la Quarta Grande Anziana si rivolse al gruppo dei Grandi Anziani alle sue spalle. — Vogliate scusarmi e non rimanere offesi — disse in tono formale mentre prendeva Obie da dietro il collo e lo trascinava via con sé.

— Ma certamente — disse il Primo Grande Anziano, rivolto ormai alla schiena della sua collega. — In ogni caso — continuò — penso che non vi sia altro da aggiungere. E tu, Lifandro, ricordati sempre che pur essendo un essere umano del pianeta Terra, sei anche un hakh’hli. Siamo stati noi hakh’hli a darti la vita, e ora non desideriamo altro che aiutare i terrestri a correggere gli errori provocati dalla loro stessa follia. Ciò nonostante dobbiamo agire con grande cautela, quindi desideriamo che voi portiate a termine la vostra missione al meglio, in maniera precisa e senza alcun tipo di insuccesso. Sei tu, Lifandro, disposto a fare ciò?

— Lo sono — disse Lisandro, sperando che il colloquio fosse finalmente giunto al termine.

Ma non ebbe questa fortuna. A quel punto infatti intervenne la Seconda Grande Anziana. — Lifandro — disse con tono severo — devi essere saggio, sincero e leale. I tuoi terrestri sono persone vanitose, indolenti, incuranti e ingannevoli. Sono dei veri irresponsabili, e sono riusciti a rovinare completamente il loro pianeta. Quindi mi raccomando, quando ti troverai sul pianeta Terra, dovrai essere come noi, e non come loro.

— Va bene — borbottò Sandy spostando nervosamente il peso da un piede all’altro.

Il Primo Grande Anziano gli concesse una piccola lacrima di consolazione. — Tu non hai alcuna responsabilità o colpa per ciò che queste persone hanno fatto e continuano a fare sul loro pianeta, Lifandro — disse con grande sfoggio di generosità. — Non c’è bisogno che tu ingoi la tua stessa saliva per questo. E ora, potete andare.


Questa volta non vi fu alcun tipo di litigio nella sala d’attesa. Vi fu solo attesa; attesa che Obie portasse a termine la sua anfilassi con la Quarta Grande Anziana e facesse ritorno al suo gruppo. E l’attesa non fu affatto gradevole, poiché le tre femmine della coorte erano fuori di sé dalla rabbia.

Quando Obie fece ritorno, tutto allegro e soddisfatto, le femmine sembravano sul punto di scoppiare. — Oberon, non sei altro che un escremento di hoo’hik! — esclamò Polly non appena lo vide entrare.

— Come hai potuto? — gli domandò Elena con tono piagnucoloso.

— Con una Grande Anziana! — aggiunse Tania con indignazione.

Ma Obie non sembrava affatto pentito. — Vi siete accorte subito di quel che stava succedendo, no? — disse. — Perché non vi siete messe in mezzo, allora?

— Mettersi contro una Grande Anziana?

Obie scrollò le spalle. — Ci saranno altre occasioni — concesse con generosità. — Gente, come era grande! Non lo avevo mai fatto con una Grande Anziana prima d’ora! Vi assicuro che non riuscivo a far altro che tenermi forte!

— C’erano molte uova? — domandò Chiappa con invidia.

— Tu cosa dici? — rispose Obie con orgoglio. — Voglio dire, con una di quelle dimensioni… Stava giusto iniziando a deporle quando me ne sono andato e… A proposito, qualcuno deve andare a portarle al reparto classificazione per farle contrassegnare e congelare. Non vorrete mica che ci vada lei?


In realtà non esisteva alcun motivo particolare per il quale uno di loro, piuttosto che chiunque altro, dovesse portare a termine quel compito. Tuttavia, come aveva detto Obie, qualcuno doveva pur farlo. Solo che le tre femmine della coorte erano gelose della Quarta Grande Anziana, gli altri due maschi erano gelosi di Obie, e lo stesso Obie era troppo pieno di sé in quel momento per potersene occupare. Insomma, in un modo o nell’altro, sarebbe stato comunque Sandy a doversi assumere lo sgradito compito di raccogliere gli ammassi ovulari usciti dall’ovipostor dilatato della Quarta Grande Anziana.

Era un compito che non gli era mai stato assegnato in precedenza, e in effetti Sandy lo trovò piuttosto interessante. Le uova assomigliavano a ciò che i terrestri dei film chiamavano “caviale”, e avevano un odore aspro-salato che gli procurò subito una leggera nausea.

Come era costume, Sandy avvolse le uova in un frammento di plastica trasparente e le trasportò attraverso i vari corridoi della nave fino al reparto classificazione. Tutti gli hakh’hli che gli capitava di incontrare si fermavano e lo lasciavano passare, come se fosse una persona molto importante. Rimase a osservare mentre gli addetti alla classificazione separavano la massa gelatinosa in alcuni piatti di acqua tiepida, per poi pesare, annusare, analizzare ed etichettare ogni singolo uovo con i codici di riconoscimento di Obie e della Quarta Grande Anziana. Sandy non se ne andò finché le uova non vennero riposte nei loro vassoi e infilate nel congelatore.

Sandy non sapeva per quale motivo quel processo risultasse tanto affascinante per lui. Sapeva solo che lo affascinava. Per tutto il tempo durante il quale assistette alle varie operazioni, e anche dopo mentre tornava verso la sua sezione della nave, provò un certo sommovimento interno e si sentì attraversare il corpo da strane ondate di calore. L’unica cosa di cui era sicuro era che non vedeva l’ora di mettere piede sulla Terra, e di poter finalmente entrare in contatto con le innumerevoli femmine nubili che vi si trovavano.

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