Jay aveva detto che sarebbe arrivato lì prima ancora che Delanna fosse riuscita a preparare i bagagli. Non fu così. E cosa peggiore, Delanna non poteva neppure rischiare di chiedere se aveva ricevuto il messaggio. Specialmente se c’era la possibilità che Doc Lyle fosse in ascolto. Avrebbe capito immediatamente quello che intendeva fare e si sarebbe diretto direttamente a Milleflores. E così Delanna poteva solo aspettare, sperare e tentare di tenere d’occhio Cleo.
In un primo momento, l’aveva messa nella gabbia, ma lo scarabeo si era quasi ferito tentando di uscire e aveva fatto tanto baccano che Delanna aveva avuto paura che Sonny lo sentisse e le chiedesse perché l’avesse rinchiusa lì dentro. Allora la chiuse in camera da letto, ma Cleo si agitava e graffiava incessantemente, lasciando lunghi e disperati solchi sulla porta.
«I tuoi amici, le scimmie, non sono più qui,» spiegò Delanna. «Sono andate a sud, dove fa più caldo. E non puoi uscire. Devi essere qui quando verrà Jay,» e poi fece finta di non sentire l’implorante cinguettio di Cleo.
Lo scarabeo riuscì a uscire nonostante la porte sbarrate e le finestre chiuse. Quando scomparve per la seconda volta, Delanna lo cercò freneticamente per un giorno intero, durante il quale si convinse che lo scarabeo era andato a trovare le scimmie incendiarie e quasi desiderò che lo avesse fatto. Almeno con loro sarebbe stato al sicuro, ma Doc Lyle avrebbe dato la colpa a Sonny e Delanna non poteva permettere che questo succedesse. Quando finalmente trovò Cleo, era ai piedi dello stesso albero in cui l’aveva trovata il giorno del temporale; Cleo la seguì docilmente, mangiò e le permise di rimetterla nella camera da letto. Da cui fuggì immediatamente, uscendo dalla finestra.
Delanna la mise di nuovo nella gabbia, che portò nel pollaio, dove Sonny non poteva sentire i rumori prodotti da Cleo. Ma lui era di rado in casa, come del resto i ragazzi. Erano ancora più impegnati di prima del temporale: pulivano e portavano dentro le palle di cannone fatte cadere dalle grandine e tornavano ben oltre il tramonto; mangiavano e andavano direttamente a letto, senza dire molte parole. Cosa di cui Delanna era grata.
Era ancora più lieta che Cadiz non fosse lì. B.T. aveva dovuto accompagnarla a casa, in modo che aiutasse a mettere in ordine il lanzye dei Flaherty. Chiamava due volte al giorno via radio, e già sostenere quelle conversazioni senza che Cadiz scoprisse nulla era abbastanza difficile. Se fosse stata lì in carne e ossa, Delanna non sarebbe mai riuscita a nascondere il suo problema. E non ci sarebbe riuscita neppure così, se Cadiz non fosse stata preoccupata dalle sue trattative di fidanzamento e dal raccolto che si avvicinava.
Il temporale aveva causato ciò che sperava Sonny: aveva anticipato i momento del raccolto a Milleflores. Gli uomini sarebbero arrivati tra quattro giorni, un tempo appena sufficiente per prepararsi ad accoglierli. Le conversazioni di Cadiz e di Delanna alla radio sembravano quelle di Mrs. Siddons — erano quasi interamente costituite di ricette — e adesso Delanna capiva l’importanza del raccolto di pomarance: sarebbero servite a nutrire i braccianti. Crostata di pomarancia, pane di pomarancia, stufato di pomarancia, perfino arrosto di pomarancia. Cadiz le dava istruzioni su quanto preparare e su come servirlo e aveva promesso di venire non appena possibile. «Abbiamo sistemato tutto, tranne il testamento. Papà vuole che inseriamo una clausola che riguarda le promesse di matrimonio dei nostri figli, ma io e B.T. non vogliamo.»
Delanna era felice che ci fosse così tanto da fare: le impediva di pensare a Sonny, al dolore che gli avrebbe inflitto la sua fuga, e a Milleflores. E al dolore che le avrebbe inflitto. Adesso che stava per lasciare Milleflores, le sembrava incredibilmente bello. La grandine aveva distrutto la maggior parte dei fiori che non erano protetti dalla casa, ma ne erano spuntati altri, incoraggiati dall’aria umida e dalle temperature miti: campanule dorate e arcangeli e firriol viola. Fiorivano tra gli edifici esterni, agli angoli del portico, in un angolo riparato del recinto delle oche.
Tentò di ignorarli e si concentrò nel cuocere torte e pasticci di pomarancia, ascoltando ansiosamente la radio in cerca di notizie su Jay e Doc Lyle. Non udì nulla. Tutti, da Spencer’s Wagon a Ultima Thule, erano troppo impegnati a riferire i danni provocati dal temporale per mettersi a spettegolare. Le strade erano state spazzate e un ponte sulla strada settentrionale era fuori uso, il che era una buona notizia, se Doc Lyle era andato in quella direzione, oppure una cattiva, se era sulla strada dei Carmody, dove Jay era andato per consegnare il suo carico.
Il Teapot Lanzye aveva perso un edificio esterno e cinque galline. Sylvan View aveva perso una parte di un frutteto per i danni provocati dal vento. Il lanzye dei Carmody aveva subito un’inondazione.
Le piogge non avevano ancora colpito le Pianure di sale e molti si chiedevano quando lo avrebbero fatto. Delanna si rifiutò di pensare a cosa sarebbe accaduto se non fossero riusciti ad attraversarle. Invece si concentrò su cosa fare una volta che lei e Cleo fossero giunte a Grassedge. Aveva il rimborso del biglietto e poteva firmare un contratto di servitù per pagare il biglietto della navetta oppure prendere in prestito la differenza da Maggie. Non da Jay. Lui le aveva già recuperato il baule ed era riuscito a ottenere il rimborso, e Delanna gli doveva il suo passaggio a Grassedge. Non voleva essere ancora in debito con lui. La navetta sarebbe arrivata tra due settimane; per quella seguente, avrebbe dovuto attendere un mese. Se Jay fosse arrivato quel giorno, avrebbero potuto farcela facilmente. E se non fosse riuscita a prenderla, si sarebbe semplicemente trovata un lavoro in uno dei saloon fino all’arrivo della navetta seguente. O si sarebbe nascosta nelle miniere, se vi fosse stata costretta.
Le sue riflessioni terminavano a questo punto. Immaginava che poi sarebbe tornata su Rebe Primo, anche se non aveva alcuna idea su cosa avrebbe fatto lì. Ma questo non aveva molta importanza. Tutto quello che importava era che Jay arrivasse quel giorno.
Ma non arrivò quel giorno, e neppure quello successivo. Cadiz chiamò per avvertire che stavano partendo dal lanzye dei Flaherty e Sonny mandò Harry ad aiutare Delanna a preparare la casa per l’arrivo dei braccianti. «Alcuni di loro potrebbero essere qui perfino stasera, ma questo dipende dalle condizioni delle strade. Si accamperanno nel frutteto, ma sicuramente vorranno usare lo doccia.»
Non ci sarebbero state molte docce calde, anche se i lavoratori si fossero lavati in fretta, ma avrebbero avuto a disposizione un mucchio di asciugamani caldi. Harry ne portò un’altra bracciata dalla baracca dei Tanner e Delanna li mise nella scatola del bagno che conservava il calore solare anche di notte.
«Stanotte andrò a dormire con i lavoranti nel frutteto,» annunciò Harry. Stava lottando con il chiavistello della scatola, che non voleva chiudersi perché gli orli degli asciugamani si erano incastrati nella porta. «Sonny ha detto che potevo farlo.»
«Potevi fare cosa?» chiese Delanna mentre apriva la porta per liberare gli asciugamani. Erano in un mucchio disordinato e Delanna iniziò a metterli in ordine.
«Dormire nel frutteto,» le spiegò Harry in tono felice. «Qualche volta fanno un fuoco da campo e arrostiscono fettine di pomarancia su un bastoncino. E raccontano storie, perfino di quelle che fanno paura. Potresti venire anche tu, Delanna. Sai raccontare delle storie molto belle.»
Gli occhi di Harry erano tanto luminosi per l’anticipazione che, vedendoli, a Delanna si strinse il cuore. Che tipo di storie avrebbero raccontato i lavoranti attorno al fuoco l’anno seguente? Harry sarebbe stato così ansioso di sentire la storia di una sposa fuggiasca? Avrebbe capito che lei doveva salvare Cleo?
«Spero che i lavoranti arrivino molto presto,» affermò Harry.
E se Jay non viene prima che comincino ad arrivare? pensò disperatamente Delanna. Come farà a portare me e Cleo via di qui? Accese la radio, chiedendosi se dovesse inviare la richiesta di rintracciare Jay. Stava trasmettendo Iron Lick, riferendo dei danni provocati dal temporale. «Quattro alberi abbattuti e oggi ho trovato l’altro mandarino. Una femmina. Era morta. C’è un pulcino, ma da solo non può sopravvivere. Dite a Doc Lyle che l’ho messo comunque in un’incubatrice.»
Iron Lick era situato sul versante opposto delle montagne Greatwall. Per favore, per favore, pregò Delanna, fa’ che vada a prendere il pulcino.
I lavoranti iniziarono ad arrivare, portando enormi quantità di cibo, di ambrosia e di buona volontà. «E così questa è la moglie di Sonny,» dicevano tutti, passandole cesti coperti da un panno e colmi di bigné di pomarancia. «Sei perfino più bella di quello che dicevano. E non sembri tanto salace quanto mi aspettavo.»
Arrivarono persone dai lanzye vicini e Delanna fu indaffarata a servire il cibo sulle lunghe tavolate allestite nel frutteto. Corse a vedere chi fosse ogni volta che udiva un solaris avvicinarsi al viottolo, sperando che fosse Jay, ma lui non arrivò. Invece arrivarono Mort Sanderson, Bruno Stern, Sugarbabe Toricelli, tutte le persone che Delanna aveva ascoltato parlare via radio per settimane.
Nessuno di loro era come se l’era immaginato Delanna. «Bigbottom» Brigbotham era una ragazza incredibilmente attraente con un fisico perfetto. Tom Toricelli era alto e sottile e aveva la pelle nera come il carbone, Old Man Morelli non era più vecchio di Sonny. Solo Mrs. Siddons sembrava esattamente quello che aveva suggerito la sua voce: una signora di mezza età corpulenta e con un paio di occhietti furbi che sembravano osservare ogni minimo particolare. Arrivò indossando un vestito a nido d’ape che Delanna aveva sentito spiegare alla figlia, riguardo al modo in cui cucirlo, e portando un’enorme pentola del suo famigerato stufato verde.
«Nel solaris ci sono una sorpresa alla pomarancia e una torta di carote azzurre,» annunciò, squadrando Delanna. «Questo stufato è già cotto. Ha solo bisogno di essere riscaldato. Mi sembri un po’ palliduccia. Sonny non ti tratta bene?»
Delanna prese lo stufato e lo mise sul fuoco. «Sonny è meraviglioso,» replicò.
Mrs. Siddons sembrò delusa: ovviamente avrebbe preferito sapere qualcosa su cui spettegolare via radio. «Be’, devo ammettere che non mi sembri proprio una Straniera,» dichiarò infine.
Ma Delanna lo era stata e lo sarebbe diventata di nuovo. E tra qualche giorno, Mrs. Siddons avrebbe avuto un mucchio di pettegolezzi da fare: su come Delanna Tanner aveva lasciato il marito ed era fuggita con Jay Madog, su come non era riuscita a sopportare la vita dei lanzye e così se ne era andata a Carthage, su come avevano sempre pensato che fosse un errore per Sonny sposarsi con lei, una Straniera, con tutte le sue arie e i suoi vestiti eleganti. E su come fosse identica alla madre.
Non importa, si disse Delanna. Non sarò qui a sentire i pettegolezzi— Ma Sonny li avrebbe sentiti. Avrebbe dovuto sorbirsi tutto: le ipotesi, i consigli benintenzionati, i commenti comprensivi.
Arrivò Cadiz, portando altre sedie e notizie fresche sul suo fidanzamento. «Penso che riusciremo a negoziare tutto in tempo per annunciare il nostro fidanzamento al raccolto,» annunciò, contenendo a stento la propria eccitazione. «In ogni caso, mamma mi ha fatto portare un vestito. E allora, come vanno le cose tra te e Sonny?»
«Devo portare dentro dei mimkin secchi,» replicò Delanna e uscì fuori.
«lo finirò di portare dentro le mie cose dal solaris,» annunciò Cadiz. «E poi voglio sentire tutto.»
Delanna andò all’essiccatoio, felice di essere sfuggita a Cadiz, almeno per il momento. Ma come le avrebbe detto quando sarebbe tornata dentro? Cosa avrebbe fatto a lavorare con lei dentro la stessa cucina? Oh, ti prego, Jay, vieni subito!
Sollevò una mano per prendere un vassoio e un uomo le afferrò il braccio, la fece girare e la baciò.
«Jay!» esclamò Delanna quando la lasciò andare.
Lui portò un dito alle labbra. «Ho immaginato che sarebbe stato più facile se nessuno mi avesse visto e così sono arrivato dal retro. Il solaris è parcheggiato sulla strada, sul sentiero che conduce alla sorgente.» La fissò ansiosamente. «Sono venuto non appena ho ricevuto il tuo messaggio.»
Per Delanna fu difficile osservare l’eccitazione che lesse nei suoi occhi. Distolse lo sguardo. «Grazie.»
«Non riuscivo a credere che tu avessi davvero inviato il messaggio,» affermò Jay, accentuando la stretta sul braccio di Delanna. «Pensavo che non l’avresti mai mandato.» Iniziò ad attirarla a sé.
«Sarebbe meglio che ce ne andassimo via prima che qualcuno ci veda,» replicò Delanna, scostandosi immediatamente. «Devo solo andare a prendere la mia sacca e Cleo. Il mio bagaglio è in casa.»
Passò sotto il braccio di Jay e corse dentro, sperando che Cadiz fosse ancora fuori, accanto al solaris.
Lo era. Delanna corse in camera da letto, aprì il baule della madre e afferrò la sacca. Sotto di essa c’era il mazzo di fior-di-rosa secchi che le aveva dato Sonny. Non pensarci, si esortò. Non pensare a nulla. Prendi Cleo e vattene di qui. Scostò la porta di qualche centimetro per essere sicura che non ci fosse nessuno, poi corse di nuovo da Jay sul retro della casa.
«Di sicuro hai una fretta dannata di venire con me,» commentò Jay, allungando un braccio. «Devo ammettere di sentirmi lusingato.»
Delanna gli tese bruscamente la sacca. «Cleo è dentro con le oche,» annunciò, poi si avviò verso il recinto.
«Jay Madog!» chiamò Cadiz.
Delanna rimase immobile. Si girò e vide Cadiz accanto alla casa, le mani sui fianchi.
«Ma cosa diavolo ci fai qui?» chiese Cadiz in tono caloroso. «Pensavo che fossi su a nord. Le gemelle Spellegny erano troppo calde per te? O hai sentito dire che ero fidanzata e non sei riuscito a sopportarlo?»
Si avviò verso Jay con la sua andatura flessuosa, le mani ancora sui fianchi. «Per chi sei tornato?» chiese. «Per Mary Brigbotham oppure…» Tacque di colpo vedendo la sacca. Guardò Jay, il sorriso ormai svanito, poi fissò Delanna per un lungo istante.
Delanna distolse lo sguardo.
«Non importa,» disse Cadiz a Jay. «È ovvio per chi sei venuto. Ed è ovvio che lo hai avuto.» Si avviò verso la facciata anteriore della casa.
«Cadiz, tu non capisci…» fece Delanna.
Cadiz si girò. «Cos’è che non capisco?» replicò in tono furioso. «Quello che vedo non è ciò che sembra? Per caso la tua sacca è piena di mimkin secchi? Oppure cosa?»
Delanna sollevò la testa per guardarla. «Ti prego, non dirlo a Sonny. Almeno fino a quando non ce ne saremo andati. Ti prego.»
«Non dirlo a Sonny…? E perché non dovrei farlo? Non vuoi ferire i suoi sentimenti? Pensi che si accorgerà che non sei qui solo dopo la fine del raccolto?» replicò Cadiz in tono furente. «O forse pensi che sia troppo stupido per accorgersene?» Si fermò, respirando affannosamente. «Come hai potuto fargli questo? B.T. e io avremmo costruito la nostra casa sul prato settentrionale in modo che potessimo vivere vicino a voi.» La guardò come se stesse per scoppiare a piangere. «Come hai potuto?»
Non piangere, pensò Delanna. Non riuscirei a sopportarlo.
«Delanna non è mai stata la moglie di Sonny, tu questo lo sai,» intervenne Jay. «Era un matrimonio pro forma. Un accordo commerciale.»
«È vero, Delanna? Era solo un accordo commerciale? Nient’altro?»
«Tu non capisci,» ripeté Delanna.
«Bene,» ribatté Cadiz. «Allora spiegamelo tu.»
«Non ho tempo. Devo andare a prendere Cleo.» Superò Cadiz e corse verso il pollaio, ricacciando indietro le lacrime. Non hai tempo per piangere. Prendi Cleo e va’ via, pensò. E poi rimase lì, ammiccando e fissando la gabbia vuota: la porticina era stata forzata.
Era impossibile che Cleo potesse aprire la porticina della gabbia e il cancello del pollaio, eppure ci era riuscita. Sia la porticina che il cancello erano aperti, e nel pollaio non c’era nulla, tranne un’oca decisamente arrabbiata. Delanna prese la gabbia e la esaminò attentamente, incapace di accettare che Cleo fosse fuggita, poi si guardò intorno freneticamente. E se Doc Lyle fosse già tornato e avesse preso lo scarabeo senza dirglielo’?
«No,» disse ad alta voce, tentando di rimanere calma. «Avrebbe aperto la porta della gabbia, non l’avrebbe rotta.» Cleo era riuscita a uscire da sola. Ma cosa sarebbe successo se, una volta libera, fosse arrivata nel frutteto, nel bel mezzo del raccolto? Delanna lasciò cadere la gabbia e corse di nuovo da Jay e Cadiz.
«Cleo è sparita!» gridò. «Dobbiamo trovarla!»
«Forse è fuggita senza dirlo a nessuno. Come la sua padrona,» ironizzò Cadiz.
«Probabilmente è solo andata a farsi una passeggiata,» commentò Jay. «Non ronzava intorno alle scimmie incendiarie?»
«Sono migrate a sud,» lo informò Delanna. «Devi aiutarmi a trovarla!» Gli afferrò il braccio. «Jay, va’ a vedere se è negli edifici esterni. Cadiz, tu guarda in casa. Qualche volta striscia sotto il letto.» Poi si avviò di corsa lungo il sentiero che conduceva alla sorgente. Aveva sorpreso Cleo molte volte alla base dello stesso albero. Forse era andata di nuovo lì.
Ma Cleo non c’era: l’albero era stato abbattuto dal temporale e giaceva per metà nella sorgente; le radici avevano schiacciato il cespuglio reddsie in cui Cleo aveva tentato di fuggire quando Delanna l’aveva sorpresa la prima volta. «Cleo!» gridò, tentando freneticamente di pensare in quale altro posto potesse trovarsi. Si girò per ripercorrere il sentiero e incontrò Cadiz prima di avere fato cinque passi.
«Voglio sapere cosa sta succedendo,» esigette Cadiz. «E non dirmi che sei innamorata di Jay Madog. Ti ho visto con Sonny dopo il temporale. Qual è il vero motivo per cui stai andando via? Cos’è successo?»
Delanna tentò di superarla. «Devo trovare Cleo!»
Ma Cadiz le sbarrò la strada. «Perché? Cleo è già fuggita altre volte e non ti sei mai comportata così.»
Deanna si tuffò nei cespugli, aggirò Cadiz e raggiunse l’orlo della sorgente. Cleo non era neppure lì. La sorgente era piena di foglie e di rami caduti, come lo era stata la prima volta che l’aveva vista. Si sporse dalla roccia, cercando qualche scimmia incendiaria, ma erano andate a sud; non vide nulla se non rocce e fango.
«Non puoi imbrogliarmi, Delanna Tanner. È successo qualcosa. Ma cosa?»
Jay le raggiunse, portando ancora la sacca di Delanna. «Non era in nessuno degli edifici. L’hai trovata?»
«No,» rispose Delanna, guardandosi freneticamente intorno. In che altro posto sarebbe potuta andare, se non all’albero o dalle scimmie? Forse aveva trovato un uovo da covare. Forse una delle oche… «Dobbiamo tornare a casa,» disse a Jay. «Forse ha fatto un nido sotto la casa.»
«No,» affermò Cadiz, sbarrando di nuovo la strada a Delanna. «Non ti permetterò di farlo.»
«Tu non capisci,» ripeté per l’ennesima volta Delanna.
«Hai ragione. Non capisco. Spiegami con esattezza perché stai fuggendo con Jay Mad…» Cadiz si fermò notando l’espressione sul volto di Delanna.
Sonny si era avvicinato alle spalle di Cadiz. In mano aveva uno dei lunghi bastoni dotati di gancio che servivano per bacchiare le palle di cannone ed era arrivato appena in tempo per sentire quelle parole: «Spiegami con esattezza perché stai fuggendo con Jay.» Non che Sonny ne avesse bisogno per intuire come stessero le cose. Jay era lì e aveva in mano la sacca di Delanna. Ma Sonny non stava guardando Jay, stava fissando Delanna come un uomo che abbia ricevuto un pugno sulla mascella.
Delanna aveva pensato che non sarebbe riuscita a sopportare la visione di Cadiz, dura e mordace, prossima alle lacrime, ma questo fu anche peggio. Ho passato intere settimane a biasimare mia madre per quello che ha fatto a Sonny, pensò disperatamente Delanna, ma lei non gli mai fatto venire questa espressione sul volto.
Quell’istante sembrò durare per sempre: lui sembrava assolutamente stordito, aveva un’aria talmente sconfitta, Delanna non riusciva a parlare, neppure per dire, «Sonny…»
Jay si avvicinò. «Adesso, sta’ a sentire, Tanner. Delanna mi ha mandato a chiamare…»
Sonny lo ignorò. «Dov’è Cleo?» chiese; parlò in tono fermo, ma il suo volto conservò l’espressione abbattuta.
«Non lo so,» rispose Delanna. «È fuggita.»
«Dobbiamo trovarla e nasconderla,» spiegò Sonny. «Doc Lyle è qui.»
«Qui?» ripeté Delanna in tono inespressivo.
«Qui,» confermò Doc Lyle ed entrò nella radura. In una mano impugnava una pistola e con l’altra reggeva la gabbia danneggiata. «Dov’è l’esemplare?»
«Non lo so,» rispose Delanna, facendo un passo indietro, come in cerca di protezione.
«Consegnami subito lo scarabeo, in modo che possa venire distrutto, oppure sarò costretto ad arrestarti.»
«Adesso aspetta un minuto,» intervenne Jay. «Non puoi…»
«Ospitare una specie di contrabbando costituisce una violazione delle leggi di Keramos che potrebbe comportare conseguenze molto serie,» lo interruppe Doc Lyle. «Ho messo al corrente Mrs. Tanner di queste conseguenze quando sono stato qui l’ultima volta.»
Sonny girò di scatto la testa per guardare Delanna. «Doc Lyle è già stato qui?»
Lei annuì.
«Lo sapevo!» esclamò Cadiz. «Sapevo che doveva essere successo qualcosa che aveva costretto Delanna a fuggire con Jay.»
Sonny si girò verso il veterinario. «E tu hai detto a Delanna che avresti eliminato Cleo la prossima volta che saresti tornato.»
«Le ho detto che era colpevole di avere introdotto una specie di contrabbando su Keramos e che dunque aveva esposto le specie locali alla minaccia di qualche malattia. Le ho detto che l’esemplare doveva essere eliminato. Su questo la legge è molto chiara.»
«Deve esserci un modo ragionevole per sistemare questa faccenda,» affermò Sonny. «Cleo non è un pericolo per nessuno. Gli scarabei non sono portatori di malattie in grado di trasmettersi ad altre specie e Cleo ha fatto tutte le iniezioni prescritte. L’unica ragione per cui non l’hai autorizzata a entrare sul pianeta quando l’hai vista per la prima volta era che Delanna non aveva compilato l’apposito modulo prima di lasciare Rebe Primo. Ormai Cleo è rimasta su Keramos per due settimane oltre il periodo di quarantena, ma non ha infettato nessuno, che si trattasse di persone oppure di animali. È innocua.»
«Tu questo non puoi saperlo con certezza,» ribatté Doc Lyle. «E se l’esemplare distrugge l’habitat di un’altra specie? O mangia le loro uova? Su Keramos ormai è rimasto un solo pulcino di mandarino reale e non ha quasi nessuna possibilità di sopravvivenza. Vuoi vedere estinguersi altre specie?» Sollevò la pistola. «L’ultima volta sono state le scimmie incendiarie a impedirmi di eliminare l’esemplare,» proseguì, fissando con rabbia Delanna.
«E con questo, sono in debito con loro di due favori,» mormorò Sonny.
«Non intendo subire nessun altro impedimento. Consegnate immediatamente l’esemplare.»
«Non so dove sia,» affermò Delanna in tono stordito… e poi Cleo entrò nella radura.
Delanna si lanciò verso lo scarabeo, lo afferrò e arretrò. «No!» esclamò. «Non lascerò che la uccida.»
«Allora ti dichiaro in arresto,» affermò Doc Lyle. Allungò una mano verso Cleo.
«Vieni dietro di me, Delanna,» ordinò Sonny, brandendo il bastone contro Doc Lyle.
Delanna si mise dietro Sonny, stringendo Cleo al petto.
«Mettila tra i cespugli,» le ordinò Sonny.
«Confischerò il tuo lanzye per questo, Tanner,» lo minacciò Doc Lyle, arretrando.
Delanna esitò. «Non posso permetterti di farlo, Sonny,» affermò. «Non puoi perdere Milleflores, non quando hai lavorato così duramente per mandarlo avanti.»
Jay disse, «Sonny, non puoi rinunciare a un lanzye per uno…»
«Mettila tra i cespugli, Delanna,» ripeté Sonny, tenendo il bastone tra lei e Doc Lyle.
Delanna si chinò e poggiò Cleo sul terreno. «Vai,» le sussurrò, spingendo lo scarabeo nel cespuglio fino dove arrivava il braccio e desiderando che fosse davvero impenetrabile come sembrava. Cleo si allontanò prontamente, i rami spinosi si chiusero protettivamente dietro di lei. Delanna si alzò.
«D’ora in poi dichiaro voi due in arresto,» affermò Doc Lyle, continuando a tenere d’occhio il gancio. «Le leggi di Keramos…»
«Sono il motivo per cui Delanna non è potuta tornare indietro sulla navetta,» lo interruppe Sonny in tono rabbioso. «Se non fosse stato per le leggi di Keramos, Delanna non avrebbe mai dovuto portare Cleo su questo pianeta. Se non fosse stato per le leggi di Keramos, non avrebbe dovuto viaggiare per cinquemila miglia fino a un lanzye in fallimento e non avrebbe dovuto sopportare di essere sposata con uno zotico ignorante… Sono state proprio le leggi di Keramos a combinare questo terribile pasticcio!» Scagliò il bastone ai piedi di Doc Lyle. «Avanti, procedi pure, arrestami per avere violato le leggi di Keramos!»
«Sei in arresto,» affermò Doc Lyle, avanzando e allontanando con un calcio il bastone. «Le accuse sono: possesso di una specie illegale, resistenza all’arresto, minacce a…» Si fermò.
Cleo zampettò fuori dal cespuglio e arrivò fino ai piedi di Doc Lyle. Lui sollevò l’arma.
«Spara a Cleo,» lo minacciò Sonny, «e io avrò la tua pelle.»
«La prego…» disse Delanna nello stesso istante, ma il veterinario aveva già abbassato la pistola.
Alle spalle di Cleo, in una fila disordinata, avanzarono nove pulcini di mandarino reale. Uno di loro, correndo per non allontanarsi dagli altri, spiegò le sue minuscole ali, provocando un lampo azzurro, verde e porpora.
«Ma quelli sono mandarini reali!» esclamò Cadiz, anche se non era necessario. «Pensavo che il temporale li avesse uccisi tutti.»
«Cleo deve avere covato le loro uova,» spiegò Delanna. «Ecco perché tentava di uscire fuori durante il temporale.»
Doc Lyle sembrava sbalordito. Fissò i pulcini di mandarini reali come se non riuscisse a credere ai propri occhi.
«Era una coppia che aveva fatto il nido,» commentò Sonny. «E questo scarabeo di contrabbando ha posseduto illegalmente questi pulcini dalla fine del temporale. E così adesso hai un bel problema, vero, Doc Lyle? Cleo è una specie di contrabbando, e la legge è legge. Dunque devi spararle.»
«No!» gridò Delanna.
«Ma se lo fai, avrai una specie estinta. Questi pulcini non possono certo sopravvivere da soli, vero?»
«No,» ammise Lyle in tono cupo.
Cleo cinguettò e i pulcini corsero da lei, rifugiandosi sotto il suo carapace. Chiocciando sommessamente, lei li radunò dolcemente con le zampe anteriori.
«La legge è molto chiara,» proseguì Sonny. «Mi sembra che l’unica cosa da fare sia dichiarare Cleo un mandarino reale. In questo modo non sarà più un animale di contrabbando e tu avrai nove mandarini reali invece di nessuno.»
«Dieci,» mormorò Doc Lyle. «Nel mio solaris ho un pulcino.»
«Dieci,» ripeté Sonny. «E dieci pulcini significano almeno un paio di coppie che faranno il nido. Allora, che ne dici?»
«Cadiz!» chiamò B.T. ed entrò nella radura. «Eccoti qui! Cosa stavi facendo? Pensavo che avremmo dovuto fidanzarci.»
«Lo faremo, lo faremo,» rispose Cadiz, invitandolo a tacere con un gesto. «Voglio solo vedere come va a finire questa storia.»
Doc Lyle si inginocchiò accanto a Cleo e allungò una mano verso uno dei piccoli, che si affrettò a rifugiarsi sotto il carapace di Cleo. Lo scarabeo diede un secco buffetto alla mano del veterinario con la zampa anteriore. Allora Doc Lyle si alzò. «Andrò a prendere l’altro pulcino,» dichiarò.
«E non intenterai alcun accusa contro Sonny o Delanna?» chiese Jay.
«Non intenterò alcun accusa.»
«E non sparerai allo scarabeo,» chiese Sonny, «anche dopo che i pulcini saranno cresciuti?»
«Non è uno scarabeo,» replicò Doc Lyle, fissando con aria meditabonda i pulcini che si stringevano a Cleo. «Avevi ragione. È un mandarino reale. Sono una specie protetta. Nessuno può sparare contro di loro.» Si avviò verso il solaris.
«Vieni, Cadiz. Ti stanno aspettando tutti,» intervenne B.T. «E vieni anche tu, Jay. Voglio che tu veda questo spettacolo. E tu vieni, Delanna?»
«Tra un minuto,» rispose lei. B.T. trascinò Cadiz lungo il sentiero, seguito da Jay.
«Sonny…» disse Delanna, voltandosi per ringraziarlo, ma lui era già andato via. Rimase lì un istante, guardando il bastone assieme a Cleo e alla sua cinguettante covata; poi, travolta dalle troppe emozioni vissute, si afflosciò su una delle rocce al bordo della sorgente. Dopo un po’ iniziò a piangere.
Stava arrivando qualcuno. Sollevò lo sguardo, sperando che fosse Sonny, ma era solo Jay, che le diede la sacca. «Immaginavo che l’avresti voluta indietro.»
«Grazie,» replicò Delanna, asciugandosi le lacrime. «Jay…»
«Sì, lo so, lo so. Se non fosse stato per le leggi di Keramos, una certa moglie non mi avrebbe mai mandato a chiamare.»
«Mi dispiace di averti usato,» affermò Delanna. «Ero così spaventata per Cleo. Lei è inerme. Dipende da me…»
Jay la interruppe. «Va tutto bene. Come mi ha detto Mary Brigbotham l’altro giorno, è più che giusto che una volta tanto sia io a essere usato.»
Delanna sorrise lievemente a quella battuta.
Jay si voltò per andare via, poi si fermò. «La mia offerta è ancora valida, sai.»
«Jay…»
«Mi riferivo al trasporto. Posso portarti a Grassedge, alla navetta, ovunque tu voglia. Niente cartellini attaccati, nessun invito a venire nel mio solaris.»
«Grazie,» replicò Delanna in tono sincero.
Jay si avviò verso il limite della radura, sfiorando Sonny. Delanna si alzò. «Grazie per avere salvato la vita a Cleo,» gli disse.
«Prego,» replicò Sonny in tono rigido. «Ho parlato con Doc Lyle. Dice che ci vorranno sei settimane prima che i piccoli mandarini reali possano sopravvivere da soli. Per allora, la Corte Itinerante dovrebbe averti concesso il divorzio. Fino ad allora, puoi rimanere in casa, o, se vuoi, puoi tornare a Grassedge. Io ti porterò Cleo quando avrà finito di allevare i piccoli.»
Delanna annuì in modo inespressivo.
«Il padre di Cadiz è disposto a comprare il distillatore,» proseguì Sonny, distogliendo lo sguardo da Delanna. «Il denaro che riceverò dalla sua vendita e il rimborso che hai ricevuto saranno sufficienti per pagarti un passaggio per Carthage e ti permetteranno di vivere per un po’. Ti sta bene?»
«Mi sta bene,» riuscì a dire Delanna. «Sonny…»
«Devo andare a vedere Cadiz e mio fratello che si fidanzano,» annunciò lui, e si girò per lasciare il boschetto.
«Ma dove credi di andare?» esclamò Cadiz. Era al centro del sentiero e batteva il cappello contro il ginocchio; nonostante il vestito e i fiori sul cappello sembrava furiosa come quel giorno a Grassedge, in mezzo alla strada.
«Lasciami passare, Cadiz,» disse Sonny.
«Per nulla al mondo,» ribatté Cadiz. «Tu rimarrai qui.»
«Cosa ci fai qui?» chiese Delanna. «Pensavo che tu e B.T. avreste dovuto annunciare il vostro fidanzamento.»
«Lo stavamo facendo. Grazie a un po’ di astuzia e a qualche buon consiglio. Se non fosse stato per te, Delanna, B.T. e io non ci saremmo mai messi insieme. Eravamo entrambi troppo testardi. E troppo stupidi. Come un paio di altre persone che conosco.» Fece correre lo sguardo da Sonny a Delanna. «Lo avrei lasciato uscire dalla mia vita senza dirgli cosa provavo per lui.» Incrociò le braccia. «Sono qui per assicurami che una cosa del genere non succeda a voi.»
«Cadiz, questi non sono affari tuoi,» replicò Delanna.
«Ah, sì? Se non fosse stato per te, starei ancora correndo dietro a B.T., coprendolo di insulti ogni volta che lo vedevo. Cos’è che mi hai detto nel solaris: ‘Se lo ami, faresti meglio a dirglielo’. Be’, è stato un buon consiglio. Dunque, chi vuole iniziare?»
Delanna guardò Sonny, ricordando B.T. e Cadiz all’accampamento di Little Dip, entrambi tristi e litigiosi e chiaramente innamorati l’uno dell’altra, entrambi restii a dichiarare i loro veri sentimenti. Un ragazzo deve avere qualche indizio che la ragazza non gli riderà in faccia prima di dichiararle quello che prova, aveva detto Sonny, e questo valeva più per lui che per B.T. La madre di Delanna gli aveva riso in faccia per anni, poi era arrivata lei e lo aveva definito un Neanderthal, gli aveva detto che avrebbe preferito morire piuttosto che essere sposata con lui e aveva civettato con Jay Madog. E quando si era trovata nei guai, aveva chiamato quest’ultimo.
«Sonny…»
«Eccovi qui!» esclamò Mrs. Siddons, cogliendoli di sorpresa. «Tutti vi stanno cercando dappertutto. Cadiz, ormai pensavo che fossi fuggita con Jay Madog.» Si guardò intorno, come se sospettasse che Jay potesse essere nascosto tra i cespugli.
«Avevamo una faccenda da risolvere,» replicò Cadiz, fissando Delanna.
«Potrete risolverla dopo,» ribatté Mrs. Siddons. «Mettiti il cappello.»
Cadiz si calcò il cappello in testa.
«Oh, no, non puoi fidanzarti in questo stato,» si lamentò Mrs. Siddons. «Delanna, fa’ qualcosa per quel cappello. Sonny, devi venire per sistemare gli stivali di B.T. Sbrigati!»
Li spinse di forza tutti e tre lungo il sentiero, gridando, «Tutto a posto. Li ho trovati!» e, quando furono al centro del cortile, «Harry e Wilkes, voi venite qui.»
Harry e Wilkes arrivarono subito. «Ho sentito che il tuo scarafaggio…»
«Non è uno scarafaggio,» lo interruppe Delanna. «È un mandarino reale.» Qualcuno spinse Delanna accanto a Cadiz e a Mrs. Siddons, che stava armeggiando inutilmente con il cappello. Cadiz sembrava sul punto di prenderlo e gettarlo a terra.
«Ecco. Lascia fare a me,» si offrì Delanna, passando davanti a Mrs. Siddons. Spinse leggermente indietro il cappello e lisciò i capelli di Cadiz.
«Per citare una mia amica,» commentò Cadiz, «’Se ami qualcuno, faresti meglio a dirglielo’.» Delanna si sporse in avanti e baciò Cadiz su una guancia. «Oppure ti strozzerò.»
«E io farò lo stesso,» affermò Wilkes.
Si girarono tutti a guardarlo.
«Ma allora sai parlare,» si stupì Delanna.
«Te l’avevo detto,» commentò Cadiz.
«Molto bene. Ora, Cadiz e B.T., voi rimanete qui.» Mrs. Siddons spinse da parte Delanna, mettendo in posizione B.T. e Cadiz. «I fratelli di Cadiz devono stare qui e quello è il posto di Mr. e Mrs. Flaherty.» Li dispose tutti intorno alla coppia. «Tu stai qui, Delanna,» la istruì, spostandola verso l’estremità della fila. «E, Sonny, tu stai accanto a Delanna e i ragazzi accanto a te. Dov’è Jay Madog?» Era sul portico, flirtando con Mary Brigbotham. Mrs. Siddons lo trascinò per il braccio e lo fece mettere accanto a Mrs. Flaherty.
Qualcuno mise una tazza di ambrosia nella mano di Delanna. «Per il brindisi,» le spiegò.
«Dov’è Mr. Flaherty? Tu rimani qui,» ordinò Mrs. Siddons. «No, no, Cadiz… molto bene. Giudice, può iniziare quando vuole.»
«Grazie,» rispose il giudice in tono secco. «In accordo con le leggi di Keramos…» Iniziò a leggere in tono monotono le leggi matrimoniali del pianeta.
Delanna guardò la folla che ascoltava pazientemente il giudice, poi fissò la tazza di ambrosia per un lungo minuto prima di berne un sorso, con decisione. Aveva il gusto di un ottimo vino, dolce come miele, un sapore davvero celestiale. «Ha un sapore meraviglioso,» sussurrò a Sonny.
«Te l’avevo detto,» replicò lui. «La notte del temporale.»
L’ambrosia poteva anche avere sciolto la lingua di Sonny, ma non stava certo aiutando Delanna. Si sentiva la lingua legata e aveva l’impressione di essere diventata una Tanner. «Sonny,» esordì, poi fece un respiro profondo. «Cadiz aveva ragione,» proseguì. «L’unico motivo per cui ho chiamato Jay è che stavo tentando di salvare Cleo. Pensavo di riuscire a prendere la navetta prima che Doc Lyle ci raggiungesse.»
«Ma perché non mi hai detto che Doc Lyle era già venuto?»
«Perché ha detto che ti avrebbe tolto Milleflores e io non potevo permettere che accadesse, non dopo che avevi lavorato così duramente per ricavarne qualche soldo, non dopo quello che avevo fatto, mandandoti in bancarotta in modo che io potessi andare a scuola…»
«Cosa ti fa pensare che per me Milleflores significhi qualcosa senza di te?»
«…per essere consegnato all’atto del matrimonio di…» lesse il giudice.
«Non voglio andare via,» affermò Deanna.
«E io non voglio che tu lo faccia,» dichiarò Sonny e si chinò a baciarla. Vi fu un applauso e Cadiz lanciò il cappello in aria, spargendo una pioggia di fiori.
«Aspettate un minuto!» gridò Sonny sovrastando le acclamazioni. «State zitti un attimo: ho un annuncio da fare.» Strinse la mano di Delanna. «Cadiz e B.T. non sono gli unici che oggi annunciano il loro fidanzamento. Delanna Milleflores e io…» Si fermò e abbassò lo sguardo verso di lei. «Sei sicura di voler rimanere impantanata in un lanzye con un Neanderthal…?»
Delanna lo baciò… con estrema passione.
«Delanna Milleflores e io vogliamo sposarci. Dunque annunciamo il nostro fidanzamento in base alle…»
Vi fu uno scoppio di risate e Tom Toricelli gridò, «Ti sei scolato troppa ambrosia, Tanner! Non puoi fidanzarti con lei.»
Se questa è un’altra delle imbecilli leggi di Keramos, pensò Delanna, giuro che…
«Perché no?» chiese Sonny in tono bellicoso.
«Ma perché è già sposata con te, brutto idiota!» esclamò Mel Flaherty.
Sonny guardò Delanna.
«Ha ragione,» ammise lei con il fiato mozzo per l’emozione. «Io sono tua moglie.»