CAPITOLO UNDICESIMO

Delanna temeva che la festa sarebbe iniziata l’istante in cui sarebbero scesi dalla collina, ma quando imboccarono il vialetto di accesso la madre di Cadiz era ancora in cortile, nonostante li avesse preceduti con la sua andatura svelta, impegnata a salutare tutti e a dirigere il traffico agitando il cappello. B.T. percorse il vialetto e parcheggiò accanto a un trattore con la vela solare più grande che Delanna avesse mai visto. Sonny non si vedeva da nessuna parte, ma Cadiz era in piedi accanto al solaris e scrutava la folla.

«Ha davvero tentato di parlare con me via radio?» chiese B.T. a Delanna.

«Vaglielo a chiedere di persona,» rispose Delanna, coprendo Cleo con la giacca in modo che nessuno potesse vederla. Fortunatamente, lo scarabeo era ancora addormentato. Delanna sperò che tutta quella confusione non lo svegliasse. «Va’, B.T. Questa è la tua occasione.»

B.T. uscì dal solaris e si avviò verso Cadiz con aria decisa, ma prima ancora che potesse fare due passi, Cadiz gridò, «Jay! Jay Madog!» e si fiondò verso Jay, che stava dirigendosi verso di loro attraverso il labirinto di solaris e di rimorchi.

Cadiz fece scivolare il braccio sotto il suo. «Oh, Jay, avevo paura che avessi deviato sulla Strada Meridionale,» tubò ad alta voce, in modo che B.T. non potesse fare a meno di udirla, «e che non avrei potuto salutarti.»

L’espressione assunta da B.T. fece capire che gli sarebbe piaciuto strozzare Cadiz; Delanna si augurò che lo facesse davvero. Diede di nuovo un’occhiata a Cleo e poi andò a cercare Sonny per dirgli dei piani della madre di Cadiz per organizzare un ricevimento nuziale. Non pensava che a Sonny sarebbe piaciuto più che a lei dovere subire un altro intrattenimento come quello offerto da Chancy e i suoi amici. Si diresse verso lo scintillante ranch color smeraldo.

La madre di Cadiz era sulla soglia. «Adesso fate tutti come se foste a casa vostra,» li invitò. «Siete voi i padroni di casa, come se non se lo sapeste già. Il cibo è in cucina, l’ambrosia è nel fienile,» spiegò, indicando i vari posti. «La radio è in casa, se avete dei messaggi da inviare.» Afferrò Delanna per un braccio. «Tu e io dobbiamo parlare del ricevimento nuziale, Mrs. Tanner, e poi voglio sapere cosa sta succedendo tra B.T. e mia figlia,» aggiunse, indicando Cadiz che era accanto al veicolo di Jay e rideva insieme a lui. «Mi piacerebbe sbattere insieme le loro teste. Però dovrò aspettare la fine della baldoria. Immagino che ti piacerebbe darti una ripulita prima di metterci al lavoro.»

«Sarebbe davvero meraviglioso,» replicò Delanna, grata di poter smettere di parlare della festa incombente. E una doccia sonica sembrava il paradiso dopo il fango delle Pianure. «Voi non avete una doccia sonica, vero?»

«Una doccia sonica? Ma puoi fare il bagno, se vuoi. Cadiz!» gridò Mrs. Flaherty con una voce che si sarebbe udita anche dall’altra parte delle Pianure di sale.

Cadiz si allontanò da Jay e si avviò verso di loro. «Cadiz, vieni qui e fa’ vedere alla moglie di Sonny dove può fare un bagno, invece di oziare in compagnia di Jay Madog!» esclamò la madre, poi lasciò Delanna per andare ad aiutare una donna a fare scendere due bambini da un rimorchio.

«La vasca è nella distilleria,» spiegò Cadiz. «B.T. ti ha detto qualcosa su di me mentre voi due eravate nel solaris?»

«Ha detto che tu non volevi parlare con lui,» rispose Delanna. «Sai dov’è Sonny?»

«No, non l’ho visto da quando siamo arrivati qui.»

«Bene, allora va’ a cercarlo e digli che devo parlargli. Intanto io vado a prendere un asciugamano e qualche vestito pulito.»

«Benissimo,» rispose Cadiz. «B.T. era davvero infuriato per Jay?»

«E tu non lo saresti?» le chiese Delanna, poi si avviò nel cortile verso il solaris dei Flaherty per prendere l’asciugamano.

Cleo era sveglia ed era riuscita a passare dal sedile posteriore a quello anteriore. Delanna la convinse a tornare di nuovo nel nido che aveva ricavato dalla giacca di B.T. Mentre stava frugando nella sacca, cercando una camicia pulita, B.T. si avvicinò a passi furiosi, aprì il bagagliaio e afferrò il suo sacco a pelo.

«Cosa stai facendo?» gli chiese Delanna.

«Te lo dirò io quello che faccio: non rimarrò certo qui.» Scaricò il sacco a pelo nel retro del solaris di Sonny.

«Ma…» esordì Delanna, voltandosi per rivolgere un’occhiata ansiosa verso la casa.

B.T. stava frugando nel retro del solaris dei Flaherty. «Lo so, sua madre sta preparando una grande festa e tutto il resto per te e Sonny, ma non ne posso più di vedere Cadiz ronzare intorno a Jay.» Ripescò uno stivale. «Mi dispiace doverti dare una delusione.»

«Non è così, ma…» Delanna rifletté freneticamente, tentando di pensare a qualcosa che potesse convincerlo a rimanere.

B.T. trovò l’altro stivale, li gettò entrambi nel solaris di Sonny e chiuse con violenza il bagagliaio. Il rumore spaventò Cleo, che iniziò a zampettare contro il finestrino.

«Prima di andare via mi faresti un favore?» gli chiese Delanna, afferrando il braccio di B.T. che stava per entrare nell’abitacolo. «Ci vorranno solo pochi minuti. Cleo ha bisogno di fare una passeggiata, ma qui ci sono troppe persone. Conosci qualche posto riparato in cui possa sgranchirsi le zampe?»

«Potresti portarla nella baracca del fertilizzante.» B.T. indicò un piccolo edificio discosto dagli altri, che sorgeva dall’altra parte del vialetto. «Lì dentro non correrai il rischio di incontrare qualcuno.» Entrò nel solaris di Sonny.

Una baracca del fertilizzante non era decisamente un posto romantico. «Ma Cleo ha bisogno d’acqua. Nei paraggi non c’è un ruscello con qualche albero o magari un boschetto? Per favore. È rimasta nel solaris tutto il giorno.»

«C’è un boschetto di arbusti balla subito dopo il vialetto,» rispose lui, indicando nell’altra direzione. «Scendi lungo quella collina. Ai suoi piedi troverai un ruscello.» Inserì la marcia del solaris.

«Ma come farò a passare in mezzo a questa folla? E se qualcuno vede Cleo mentre la sto trasportando? Non potresti darci un passaggio fin lì? Per favore?»

B.T. sembrò disgustato, ma spense il motore, uscì dal solaris di Sonny ed entrò in quello dei Flaherty. Delanna lo imitò con aria felice. B.T. eseguì un vero e proprio slalom tra i solaris e i rimorchi parcheggiati in modo casuale e scese lungo il vialetto. «Almeno quaggiù non correrò il rischio di incontrare Cadiz,» commentò, facendo girare il solaris e iniziando a seguire il corso del piccolo ruscello. Si fermò accanto ad alcuni bassi arbusti fiancheggiati da alberi più alti. Gli arbusti avevano foglie simili a piume e fiori di un giallo tenue.

«Qui è perfetto,» commentò Delanna, sollevando Cleo e deponendola accanto al ruscello dal corso tortuoso. Lo scarabeo si raggomitolò immediatamente a palla.

«Non sembra molto interessata a fare un po’ di esercizio,» commentò B.T.

«Si estenderà tra un istante,» gli assicurò Delanna. «Senti, mi faresti un altro favore? Non ho fatto un bagno da quando siamo partiti da Last Chance e la madre di Cadiz dice che hanno una vasca e tutto il resto. Terresti d’occhio Cleo per qualche minuto, mentre io vado a fare il bagno? Prometto che farò in fretta.»

«Immagino di poterti accontentare,» replicò B.T. in tono riluttante. «Ma poi andrò via.»

«Penso che sia una buona idea,» approvò Delanna. «È inutile rimanere qui, se non vuoi dire a Cadiz quello che provi.»

«Cosa intendi dire? E poi, come faccio a dirglielo se ronza sempre intorno a Jay?»

«Non stava ronzando intorno a Jay quando sei arrivato a Little Dip e non le hai detto neppure ciao. Cadiz non è una telepate. Come può sapere cosa provi, se non sei tu a dirglielo?»

«Io ero pronto ad attraversare le Pianure di sale pur di vederla!»

«Ma poi le hai detto che eri venuto ad aggiustare il solaris. Sai cosa ha fatto quando ha capito che eri tu? Ha avuto quasi un crisi isterica perché non si era lavata i capelli. Praticamente ha sbattuto per aria me e Sonny per prendere un pettine, ma tu non l’hai degnata neppure di uno sguardo. Non posso certo biasimarla, se allora si mette a correre dietro a Jay.»

Delanna prese l’asciugamano, la camicia e un pettine per rendere più convincente la messinscena. «Se fossi in te, glielo direi la prossima volta che ne avessi la possibilità, oppure la radio annuncerà il suo fidanzamento con Jay, ma questa volta si tratterà di una notizia vera.» Indicò Cleo con il pettine. «Non lasciare Cleo da sola. Non è abituata all’acqua profonda. Tornerò il più in fretta possibile.» Iniziò a risalire il fianco della collina. Okay, pensò, il primo è sistemato. Adesso speriamo solo che Cadiz sia ancora a casa.

Era ancora lì e si stava sorbendo una ramanzina coi fiocchi dalla madre. «Perché ci hai messo tanto?» le chiese Cadiz, trascinando Delanna nella distilleria.

«Ho portato Cleo ai piedi della collina,» spiegò Delanna. «Era stata nel solaris tutto il giorno. L’ho lasciata lì, accanto a un ruscello, ma adesso non penso che avrei dovuto farlo.» Si voltò a guardare in quella direzione e assunse un’aria ansiosa. «E se viene a cercarmi e qualcuno la vede? La terresti d’occhio per me, solo per pochi minuti, mentre io faccio il bagno?»

«Dov’è?»

«Te lo farò vedere,» rispose Delanna, poi la condusse fuori della distilleria e attraverso il cortile. «B.T. sta andando a casa.»

«Andando a casa? Perché?»

«Ha detto che non riusciva a sopportare di vederti insieme a Jay: lo faceva soffriva troppo.»

«Davvero?» Cadiz si fermò e si voltò a guardare verso i solaris.

«Ormai è andato via. Quando sono andata a prendere Cleo, stava scaraventando tutta la sua roba nel solaris di Sonny. Mi raccomando, tieni d’occhio Cleo: sai che le piace allontanarsi.»

Cadiz guardò i solaris per un altro minuto, poi iniziò di nuovo a camminare con un’espressione abbattuta. «Stavo solo tentando di spingerlo ad accorgersi di me.»

«Lo so,» replicò Delanna, facendo strada lungo la collina. L’antenna del solaris non era visibile al di sopra dei cespugli ed era una vera fortuna. «Ma non puoi comportarti in modo tanto contraddittorio e sperare che B.T. capisca che è lui quello che ami.» Camminò oltre il primo degli alberi, ormai a portata d’orecchio di chiunque si trovasse nel boschetto. «E tu lo ami, vero?»

«Ma certo che lo amo!»

«Allora faresti meglio a smettere di giocare e a dirglielo. Ecco Cleo. Non lasciare che si arrampichi su nessun albero. Continua a tentare di covare le uova di qualsiasi uccello.»

«Non posso farglielo sapere,» ribatté Cadiz in tono lamentoso. «Se ne è già andato. Probabilmente è andato a trovare Mary Brigbotham.»

«Non lasciare che Cleo si allontani,» la avvertì Delanna in tono severo. «Può muoversi molto in fretta, se vuole. E tienila nel boschetto, in modo che nessuno possa vederla. Io tornerò il più presto possibile.»

Cadiz camminò verso Cleo, battendo il cappello sulla coscia con aria abbattuta.

«Parlale!» le gridò dietro Delanna, «Così non si spaventerà e non si raggomitolerà a palla. Dille ciao.»

«Ciao, scarafaggio,» salutò Cadiz in tono privo di entusiasmo.

Delanna non poteva vedere B.T. attraverso il boschetto, ma Cadiz doveva averlo visto, perché si fermò di botto, sollevò il cappello per metterselo in testa e poi lo lasciò cadere. «B.T.!» esclamò, in tono sorpreso ma almeno non bellicoso.

«Cosa ci fai qui?» le chiese B.T. Delanna pensò, Oh, no, se si rendono conto che sono stati condotti qui con l’inganno, è la fine.

«Sono venuta a dare un’occhiata a Cleo,» spiegò Cadiz. «E per chiederti se è vero quello che dicono su di te e Mary Brigbotham.»

«Mary Brigbotham!» esclamò B.T. in un tono che avrebbe dovuto essere l’unica risposta di cui Cadiz aveva bisogno.

Delanna si nascose dietro il tronco di un albero di palle di cannone, tentando di vedere B.T. Non solo fai la mezzana, come Maggie, si disse, ma adesso ti stai comportando come i pettegoli della radio, però si sporse lo stesso da dietro l’albero, tentando di godere di una vista migliore. In effetti riuscì a vedere le punte degli stivali di B.T.

«Sai bene che non bisogna prestare fede a quello che si dice via radio,» affermò B.T.

«Sì,» rispose Cadiz, rigirando il cappello tra le mani. «E tu? Non avrai creduto alle voci del mio fidanzamento con Jay, vero?»

«Non lo so. Sei fidanzata?»

«Vuoi scherzare?» ribatté Cadiz in tono colmo di disprezzo.

Finora tutto bene, pensò Delanna, osservandoli. Adesso se riuscissero a trascorrere cinque minuti insieme senza essere disturbati… Non avrebbe dovuto essere troppo difficile. Erano nascosti dal boschetto e tutti gli altri erano ancora accanto alla distilleria, impegnati a bere quella terribile ambrosia. E a fare il bagno.

Il che ricordò a Delanna che, se voleva farne uno anche lei, avrebbe fatto meglio a spicciarsi mentre ne aveva la possibilità. Si girò per tornare indietro.

«Cosa ci fai quaggiù?» chiese Jay.

Delanna sussultò come se avesse visto una scimmia incendiaria. «Jay!» esclamò, tentando di sembrare contenta invece che terrorizzata. «Se stai cercando Cadiz, è al ranch. Tornerò insieme a te.»

«Non stavo cercando Cadiz,» rispose Jay, poggiando la mano sullo spesso tronco di un arbusto balla.

«Oh.» Delanna rivolse una rapida occhiata al ruscello. Cadiz non si vedeva più, ma il boschetto non era un nascondiglio perfetto. «Be’, la sto cercando io,» replicò. «Cadiz mi ha promesso che mi avrebbe mostrato dove potevo fare un bagno.» Mostrò a Jay l’asciugamano e cercò di superarlo.

Jay non spostò la mano dall’albero. «Eri tu la donna che stavo cercando,» annunciò. «Avevo qualcosa da dirti.»

«Puoi dirmelo sulla strada del ritorno,» rispose Delanna, poi si chinò, passando sotto il braccio di Jay. Fortunatamente Jay smise di appoggiarsi al tronco e si affiancò a Delanna.

«Volevo parlartene ieri sera,» proseguì, «ma Cadiz stava facendo qualcuno dei suoi soliti giochetti con B.T. Tra l’altro, non ha fatto nessuna doccia sonica nel mio solaris.»

«Lo so: me lo ha detto lei,» commentò Delanna, precedendo Jay lungo la collina con un’angolazione che poneva l’intera ampiezza del boschetto tra loro e il ruscello. «Ha detto che aveva deciso di fare un vero bagno, come quello che voglio fare io. Le docce soniche sono piacevoli, ma ho l’impressione di essere coperta di polvere dalla testa ai piedi.»

«Non volevo che tu pensassi che stessi incoraggiando Cadiz,» proseguì Jay, sembrando stranamente a disagio. «Non sapevo che tipo di voci stessero girando, ma volevo dirti che non bisogna credere a tutto quello che si sente per radio. Non ho conquistato neppure la metà di tutte le donne che dicono.»

Anche metà è un numero sufficiente, pensò Delanna. Rischiò un’altra occhiata da sopra la spalla quando giunsero in vista delle dipendenze. Non vide né Cadiz, né B.T., il che significava che stavano ancora parlando. O almeno così sperava.

«Volevo anche dirti grazie per avere configurato il programma,» proseguì Jay. «Se non lo avessi fatto, saremmo stati raggiunti dal temporale e adesso saremmo ancora dall’altra parte delle Pianure.»

B.T. e Cadiz stavano uscendo dagli alberi. Delanna, impegnata a osservare gli edifici per vedere se qualcuno si stesse dirigendo verso di loro, non capì cosa aveva detto Jay e dovette chiedergli di ripetere.

«Ho detto: mi dispiace che non siamo stati raggiunti dal temporale.»

«Perché?» chiese Delanna in tono assente, osservando una coppia che si stava avviando mano nella mano verso uno dei solaris. La madre di Cadiz li salutò agitando il cappello e corse verso di loro.

«Perché…» Jay si fermò. «Non posso dirtelo mentre cammino.» Le strinse le braccia. «Perché se non avessi programmato il computer, saremmo ancora sull’altro lato delle Pianure e io non dovrei dirti addio. Delanna…»

Scioccata, Delanna si rese conto di quello che stava per dirle Jay. Avrebbe dovuto prevederlo, avrebbe dovuto capirlo non appena lui aveva iniziato a spiegarle la faccenda di Cadiz e della doccia sonica, ma era stata così impegnata nel suo ruolo di sensale di matrimoni, che non aveva prestato la dovuta attenzione ai segnali. Se lo avesse fatto, non avrebbe permesso che la faccenda arrivasse fino a quel punto.

«Non ti biasimerei se pensassi che io sono un dongiovanni,» proseguì Jay e per Delanna fu sconcertante vederlo tanto a disagio, «considerato il modo in cui ti sono corso dietro all’inizio, ma mentre attraversavamo le Pianure e ti osservavo lavorare al computer, io…»

Non avrei dovuto permettere che le cose si spingessero fino questo punto, si rammaricò Delanna. «Non puoi continuare a comportarti in modo tanto contraddittorio senza trovarti nei guai,» aveva detto a Cadiz; be’, anche lei avrebbe dovuto seguire quel consiglio.

«Domani devo tornare indietro,» proseguì Jay. La stretta sulle braccia di Delanna si accentuò. «Ho un’altra carovana che mi aspetta a Grassedge e voglio arrivare lì prima dell’inizio delle piogge. Starò via solo poche settimane, grazie al tuo aiuto nel configurare il programma, ma volevo dirti qualcosa prima di andare via.» Si protese verso di lei.

Delanna disse la prima cosa che le venne in mente. «Mi porterai il mio baule?»

«Il mio baule?» ripeté Jay in tono inespressivo.

«Quello rimasto sulla nave. Hai detto che l’avresti fatto portare giù con la navetta e me l’avresti mandato con la prossima carovana.»

Jay le lasciò andare le braccia e Delanna colse l’occasione per mettersi di nuovo a camminare. «Sarò così felice di riaverlo! Ho messo volentieri gli abiti di Cadiz, ma sarò molto felice di riavere di nuovo i miei, specialmente le scarpe. Le scarpe di Cadiz sono più piccole delle mie e i piedi mi fanno male fin da Spencer’s Wagon.»

«Ti porterò il tuo baule,» affermò Jay. Le strinse di nuovo le braccia e la fece girare verso di lui. «Ti porterei tutto quello che vuoi. Ma tu questo lo sai, vero? Delanna…»

«Eccovi qui!» gridò la madre di Cadiz. Delanna si girò. Mrs. Flaherty era diretta verso di loro, battendo il cappello sulla coscia.

«Cosa ci fai qui con Jay Madog? Nessuno ti ha detto che è un famigerato dongiovanni?» Diede un colpetto scherzoso con il cappello sul braccio di Jay. «Delanna, devo proprio metterti in guardia da lui. Mette l’occhio su qualsiasi donna carina sul pianeta, che sia sposata oppure no.»

Delanna represse un sorriso.

«Sta’ solo lontano dalla sposa, Madog, almeno fino a quando non avrò avuto la possibilità di organizzare la sua festa. E questo vale anche per Cadiz.» Lo colpì di nuovo con il cappello. «Ho sentito dire per radio che cercavi di attirarla nel tuo lussuoso solaris. Vergognati. Come possono mettersi insieme lei e B.T., se tu continui a intrometterti?»

«Io non mi…» esordì Jay, che, ancora una volta, sembrava profondamente a disagio.

«Adesso vieni con me, Delanna, prima che questo dongiovanni dalla lingua mielata ti rubi a Sonny,» affermò Mrs. Flaherty e afferrò Delanna per il braccio. «Devo raccontarti quello che ho preparato per il ricevimento nuziale.»

Delanna si lasciò condurre via.

«Probabilmente sei stata una Straniera troppo a lungo per ricordare cos’è una vera baldoria di nozze, eh?»

«No, le ricordo benissimo,» replicò Delanna, timorosa di essere caduta dalla padella alla brace. «Miz Flaherty, Cadiz mi ha spiegato dove potevo fare un bagno, ma mi sono persa.»

«Un bagno. Ma è ovvio che tu voglia fare un bagno dopo avere attraversato le Pianure. Vieni con me, ti darai una bella lavata e poi parleremo della festa.» La trascinò energicamente verso la distilleria. «A proposito di Cadiz, dov’è andata quella benedetta ragazza? Probabilmente a litigare con B.T., se conosco quei due.»

Probabilmente è proprio così, pensò Delanna. Tutti i suoi tentativi di farli mettere insieme avevano avuto come unico risultato quello di metterla nei guai con Jay; se il piano aveva funzionato altrettanto bene con B.T. e Cadiz, probabilmente ormai si erano annegati a vicenda nel ruscello.

«Non so cosa ci vorrebbe per fare mettere insieme quei due,» sospirò la madre di Cadiz, «specialmente con Madog sempre impegnato a rubare le donne degli altri uomini. Ecco Sonny. Sarà meglio che chieda a lui se ha visto B.T.»

Lo chiamò con un gesto del cappello. «Sonny! Sonny Tanner! Dov’è B.T.?»

«Non lo so,» rispose Sonny, avvicinandosi. «Lo sto cercando. Delanna, dobbiamo caricare il solaris e partire immediatamente.»

«Partire?» esclamò la madre di Cadiz. «E per dove?»

«Per Milleflores. Voglio arrivare ai piedi della colline per il tramonto, in modo che nella batterie rimanga abbastanza energia da permetterci di arrivare a casa.» Guardò l’asciugamano e la camicia pulita di Delanna. «Mi dispiace, Delanna. Il tuo bagno dovrà aspettare fino a quando non saremo tornati a casa. Non hai visto B.T., vero?»

«No,» rispose Delanna, ma poi lo vide risalire lungo il fianco della collina. Da solo.

«Ma non potete partire per Milleflores adesso!» protestò la madre di Cadiz. «Godetevi almeno il vostro ricevimento nuziale.»

«Purtroppo è impossibile,» le disse Sonny. «Devo portare queste oche a casa e poi Wilkes e Harry sono rimasti da soli.»

«Sono abbastanza grandi da sapersi prendere cura di loro stessi,» replicò Miz Flaherty. «E la baldoria in vostro onore? Mel e i ragazzi…» Vide B.T. «B.T. Tanner, vieni qui e di’ a tuo fratello che stasera non potete andare via.»

B.T. si avvicinò con passo tranquillo, sembrando… Delanna non avrebbe saputo dire che aria avesse: non sembrava arrabbiato, ma non sembrava neppure troppo felice. Il suo volto aveva assunto un’espressione assolutamente neutra. Forse ha davvero ucciso Cadiz, pensò Delanna.

«State andando via?» chiese B.T.

«Devo portare a casa queste oche e poi voglio controllare come stanno i ragazzi. Devi caricare le cose nel tuo solaris.»

«Be’, ecco, pensavo che forse…» balbettò B.T., guardando oltre Sonny, verso il vialetto. Cadiz salì rombando lungo la collina, alla guida del solaris dei Flaherty, imboccò il vialetto e frenò bruscamente davanti a loro. Come al solito, aveva il cappello ben calcato in testa, ma uscì dal solaris con un balzo energico e andò direttamente da B.T., che le cinse la vita con un braccio.

«Pensavo che forse mi sarei potuto trattenere qui ancora per qualche giorno,» spiegò lui. «Se per te va bene, Sonny.»

Sonny non rispose nulla, si limitò a fissarli a bocca aperta. Quanto alla madre di Cadiz, aveva lasciato cadere il cappello per la sorpresa.

«B.T. e io abbiamo pensato che sarebbe meglio andare a controllare quel filare di alberi a quaranta gradi est di latitudine,» spiegò Cadiz, rivolgendo a B.T. uno sguardo adorante. «Nel caso avessero bisogno di un po’ d’acqua. Poi B.T. potrà portavi la scavatrice, perché per allora papà avrà sicuramente finito di usarla. Non pensi che sia una buona idea, Sonny?»

Sonny li stava ancora fissando come un allocco. Delanna gli diede una gomitata tra le costole. «Ma certo, come no,» si affrettò a balbettare allora.

«Fantastico!» esclamò B.T. con un sorriso largo come una casa. Prese il sacco a pelo dal solaris di Sonny e passò a Cadiz gli stivali, poi si avviarono insieme verso il ranch, camminando mano nella mano.

«Be’, certe volte la realtà è davvero più strana della finzione,» mormorò la madre di Cadiz. Si chinò e raccolse il cappello. «Come pensate che sia potuto succedere?» si chiese ad alta voce, spolverando il cappello.

«Non ne ho la più pallida idea,» replicò Sonny, ma stava fissando con aria assorta Delanna. «Tuttavia, sono felice che sia successo. Adesso B.T. può portare a casa le provviste, mentre noi dovremo portare solo le oche.»

E Cleo, pensò Delanna, guardando preoccupata la coppia al culmine della felicità. Sperava che non fossero stati così assorbiti uno dall’altra da essersi dimenticati di Cleo.

«Cadiz!,» gridò Delanna, dispiaciuta di dovere spezzare l’idillio dopo tutta la fatica che aveva fatto per proteggere l’intimità della coppia. Corse verso di loro.

B.T. e Cadiz si fermarono, ma continuarono a tenersi per mano.

«Dov’è Cleo?» chiese Delanna.

«Cleo?» ripeté B.T., come se non avesse mai sentito quel nome.

«Il mio scarabeo,» gli ricordò Delanna.

B.T. si voltò a guardare ansiosamente verso il boschetto di alberi. «Immagino di essermi completamente dimenticato del tuo scarafaggio.»

«Ma dovevi tenerla d’occhio!» sbottò Delanna, poi si fermò, ma ormai era troppo tardi.

Cadiz stava sogghignando. «Cleo è nel retro del solaris, avvolta nella giacca di B.T.,» rivelò a Delanna. «Ho coperto quello scarafaggio in modo che tu non potessi vederlo, ma se pensi che non mi sia resa conto che ci hai ingannati, trascinandomi fino a quel boschetto e raccontandomi quella balla su B.T. che stava andando via, sei pazza.»

«Io stavo davvero andando via,» intervenne B.T., «ed è stata una vera fortuna per te che Delanna mi abbia chiesto di dare un’occhiata a quello scarafaggio, altrimenti sarei già molto lontano da qui.»

«Ho sempre pensato che Sonny avrebbe dovuto davvero buttare il tuo scarafaggio nello smaltitore di rifiuti,» commentò Cadiz, fissando B.T., «ma adesso devo confessare che inizia a piacermi.»

Sonny si avvicinò. «Delanna, mi dispiace interrompere la scenetta, ma se vogliamo arrivare ai piedi della colline per il tramonto, dobbiamo partire immediatamente. B.T., ho sganciato il rimorchio delle provviste: lo porterai tu quando tornerai a casa. Risparmieremo un po’ di energia solare delle batterie, se dovremo portare solo le oche e la cassa di Sakawa.»

Delanna andò al solaris dei Flaherty per prendere Cleo, ancora avvolta nella giacca di B.T., poi la poggiò sul sedile posteriore del solaris di Sonny. Il rimorchio con le oche era già agganciato dietro il rimorchio con la cassa; le oche stavano protestando sonoramente per essere state spostate. Delanna si sporse verso il sedile posteriore e infilò Cleo nella giacca.

«State andando via?» chiese una voce, qualcuno si sporse dal finestrino e Delanna fece un salto di mezzo metro.

«Oh, Jay, sei tu,» ansimò. «Avevo paura che qualcuno vedesse Cleo.» Mise di nuovo a posto l’asciugamano-tenda e tornò a sedersi. Sembrava più sicuro che scendere dal solaris.

«Non mi hai detto che stavi andando via questo pomeriggio,» commentò Jay, poggiando le braccia sul finestrino.

«Delanna non lo sapeva,» intervenne Sonny, arrivando con uno zaino che aveva preso dal vecchio solaris dei Flaherty. «Devo tornare a casa a vedere come stanno i ragazzi.» Passò a Delanna lo zaino, costringendo Jay a scostarsi dal finestrino, ma non appena Sonny andò a prendere qualcos’altro, Jay infilò di nuovo la testa dentro l’abitacolo.

«Questo pomeriggio non sono riuscito a dirti quello che volevo, ma non c’è fretta. Te lo dirò quando ti porterò il baule.»

«Non puoi riuscire a convincere quel buono a nulla di tuo marito a trattenersi almeno per cena?» chiese la madre di Cadiz, scostando Jay con una gomitata.

«No,» rispose Sonny. Passò a Delanna un sacco di mangime per oche attraverso il finestrino. «Devo sistemare queste oche in modo che possano iniziare a fare il nido.»

La madre di Cadiz rivolse un’occhiata carica di sottintesi a entrambi. «Non riescono certo a prendermi in giro,» commentò rivolta a Jay. «Sonny vuole semplicemente rimanere da solo con la moglie. Be’, non lo posso certo biasimare.» Rivolse un sorriso a Delanna.»Una carovana nel bel mezzo delle Pianure di sale non è un granché di posto per un viaggio di nozze. Ma visto che avete aspettato tanto a lungo, sicuramente potrete aspettare fino a domani mattina, non è così, Jay?»

«Mi piacerebbe se rimanessi,» disse Jay a Delanna.

«No,» ripeté Sonny. Salutò la madre di Cadiz dandole un bacetto sulla guancia.

«Non è giusto privare tua moglie della sua festa di nozze,» si lamentò lei. «Per non parlare di me. Sai quanto mi piacciono i ricevimenti nuziali.»

«Ho l’impressione che tra poco potrai organizzarne un altro,» replicò Sonny, indicando con un cenno del capo Cadiz e B.T. i quali, con le teste accostate, stavano ammirando alcuni fiori che spuntavano nel prato verdazzurro. Girò intorno al solaris e si sedette sul sedile di guida. «Sembra proprio che Cadiz e B.T. ne abbiano bisogno.»

«Cadiz e B.T.?» chiese Jay, guardando la coppia. «Ma come è successo?»

«Be’, non certo grazie a te, Jay Madog!» replicò la madre di Cadiz e poi lo colpì di nuovo con il cappello. «E adesso che è successo, bada a non metterci lo zampino!»

Sonny approfittò di quel vantaggio per avviare il solaris.

«Non pensate di potervela cavare tanto facilmente!» gridò dietro di loro la madre di Cadiz. «Alla festa del raccolto, avrete il vostro festeggiamento, una baldoria che farà impallidire tutte le altre!» Agitò il cappello. «Dico sul serio!»

«Mi dispiace,» disse Sonny a Delanna, superando i solaris parcheggiati in modo caotico e imboccando il vialetto. «Questa è l’ultima volta che dovrai affrontare una cosa del genere. Cadiz informerà la famiglia sulla situazione e noi penseremo a qualche scusa per la festa del raccolto.»

Arrivò al punto in cui il vialetto si trasformava in una strada che seguiva il ruscello fino agli alberi e poi deviava verso nord. Sonny svoltò in un viottolo che era a stento più largo di un sentiero.

«Cosa voleva Jay?» le chiese.

È proprio questo il problema, pensò Delanna. «Ha detto che mi porterà il baule con la prossima carovana.»

«Può lasciarlo dai Flaherty; ci penserà B.T. a venirlo a prendere. Tanto cerca solo scuse per vedere Cadiz.»

Bene, pensò Delanna. Perché la prossima volta, la madre di Cadiz potrebbe non essere lì per interrompere Jay quando mi preannuncia di volermi dire qualcosa. Non avrei mai dovuto permettere che le cose arrivassero a questo punto, non quando io… Rifiutò di completare il pensiero.

Si concentrò sul panorama. Mentre attraversavano il lanzye, lo stretto viottolo si era ridotto a un’incerta pista tra i campi; la maggior parte di essi erano seminati a granturco, ma Delanna vide anche file regolari di alberi di palle di cannone e, sulla sinistra, un pascolo di fieno verde quanto il ranch color smeraldo dei Flaherty.

«È bellissimo!» esclamò mentre entravano nell’ombra di due file di alberi di palle di cannone di prima generazione, alti e maestosi come colonne. La luce del tardo pomeriggio trasformava in oro puro il grigio dei tronchi.

«I Flaherty sono molto ricchi,» spiegò Sonny. «Dopo avere sposato Mel Flaherty, la madre di Cadiz, una Straniera, ha investito il suo denaro nella fattoria e così sono riusciti a comprare altri due lanzye dopo il periodo di attesa di dieci anni.»

«Davvero?» chiese Delanna.

«Hanno seminato uno dei lanzye a grano volante,» spiegò Sonny con un tono di voce stranamente bellicoso, «e così non devono dipendere solo dal raccolto di palle di cannone per produrre ambrosia. Tre anni fa, una tremenda grandinata ne distrusse la metà.»

Delanna lo guardò con curiosità, chiedendosi perché le stesse raccontando tutto questo. Sonny stava scrutando con attenzione la strada e le sue mani stringevano con forza il volante, anche se il sentiero non sembrava più stretto o più tortuoso di quando erano partiti. «Ricordo poco di Milleflores,» affermò Delanna. «Lì crescono molti più fiori che dai Flaherty, vero?»

«Migliaia di fiori. Proprio come dice il nome,» replicò Sonny. «Adesso non ne saranno fioriti molti, ma quando abbiamo scoperto che stavi arrivando, ho detto a Wilkes di sistemare il giardino di tua madre. Ricordavo che i fiori ti sono sempre piaciuti.»

Delanna aveva davvero amato i fiori alla follia. Ricordava di averne colti infiniti mazzi, facendo addentrare Sonny tra infinite erbacce per cogliere esattamente il bocciolo che voleva.

«La prima volta che andai a scuola, finii nei guai proprio per questo,» raccontò Delanna, ricordando un episodio a cui non pensava da anni. «Raccolsi alcuni fiori dal giardino della scuola. Il monaco che li curava si arrabbiò tremendamente, io invece ero sorpresa: non mi era mai passato per la testa che i fiori potessero essere scarsi.»

Sonny la stava osservando. «Non avrei mai immaginato che avessi avuto qualche guaio su Rebe Primo. Ho sempre pensato che la tua vita laggiù fosse perfetta.»

«Come mamma,» commentò Delanna. «Mi sembra di ricordare che a Milleflores c’era una specie di stagno. Io costruivo navi di fiori e le facevo navigare. È ancora lì?»

«La polla della sorgente minerale?» chiese lui. «Sì, c’è ancora, ma è da molto che non vado laggiù. Quando B.T. tornerà a casa, lo manderò a vedere se la sorgente ha bisogno di essere pulita. Ammesso che torni a casa.» Le rivolse un sogghigno. «È strano il modo in cui lui e Cadiz si sono messi insieme tutto d’un tratto. Tu per caso c’entri qualcosa con questa faccenda?»

«Io?» si stupì Delanna in tono innocente, poi gli restituì il sorriso. «Ero preoccupata che Cleo potesse allontanarsi di nuovo. Ho pensato che qualcuno avrebbe dovuto tenerla d’occhio.»

«E così hai mandato Cadiz?»

«E B.T.»

«Be’, hai fatto a tutti un grosso favore. Erano due anni che il povero B.T. ciondolava intorno a Cadiz.»

Ciondolare intorno. B.T. aveva usato le stesse parole. Sonny ha ciondolato intorno a te fin da quando riesco a ricordare, aveva detto. Guardò Sonny, ma lui stava di nuovo fissando la strada con estrema concentrazione, però questa volta era necessario perché sembrava che si stessero dirigendo dritti dritti in un folto boschetto.

Delanna si girò per dare un’occhiata a Cleo. Dormiva ancora, raggomitolata nel nido che aveva ricavato dalla giacca di B.T. e probabilmente sognava di covare un mucchio di ochette. Sonny le aveva detto di non preoccuparsi del racconto che Tom Toricelli aveva fatto via radio, Delanna era sicura che nessun altro avesse visto Cleo da allora in poi, ma si sentiva ancora nervosa.

Coprì Cleo con la giacca e si girò giusto in tempo per vedere il solaris tuffarsi in una parete grigioverde. Emise un ansimo di paura prima di rendersi conto che si trattava di cespugli reddsie, con folte chiome sulle punte dei rami, altrimenti spogli.

Sonny guidò attraverso di loro senza rallentare e le foglie grigioverdi e i rami, di un grigio più scuro, si aprirono un istante prima che il cofano del solaris li toccasse. Li circondavano da ogni lato, molto più folti di quanto fossero stati nella macchia in cui Delanna aveva visto le scimmie incendiarie, ma Sonny manovrò tra di essi come se il sentiero esistesse ancora.

Delanna scrutò in avanti, tentando di cogliere qualche indizio che gli arbusti si stavano diradando e intravide con la coda dell’occhio qualcosa che si muoveva. «Era una scimmia incendiaria?» chiese, indicando avanti a sé e subito dopo a sinistra.

«Non se i Flaherty possono farci qualcosa,» rispose Sonny, dando una rapida occhiata nella direzione indicatagli da Delanna e poi riportando la propria attenzione sulla strada che, in realtà, non esisteva. «Però ne vedrai alcune a Milleflores. Doc Lyle dice che non sono capaci di comunicare, ma sembrano essersi passate parola su chi sparerà loro addosso e su chi non lo farà.» Rivolse un’occhiata a Delanna.

«Non sono preoccupata. La prossima volta saprò dare loro un pugno sul naso,» replicò Delanna.

«Forse dovrai farlo. Se possono comunicare, e io sono convinto che lo facciano, avrai un mucchio di turisti.»

«Turisti?»

«Sì: verranno a vedere i tuoi capelli. Però di solito si tengono alla larga dalla casa di tua madre, dunque dubito che tu debba preoccuparti.»

Il solaris uscì all’improvviso dalla macchia di arbusti reddsie e imboccò una strada. Non era un granché: al centro cresceva un’abbondante vegetazione ed era disseminata di pozze di fango, ma Sonny accelerò come se fossero arrivati su un’autostrada.

Sobbalzarono dentro e fuori delle pozze di fango, facendo diventare isteriche le oche; Delanna, reggendosi al sedile, decise che non era il momento di fare altre domande, ma si chiese perché le scimmie incendiarie non si avvicinassero alla casa della madre e cosa avesse voluto dire Sonny con quella frase. I Tanner avevano avuto una baracca di una sola stanza nel loro lanzye, ma quando Delanna era partita per andare a scuola, Mr. Tanner e i ragazzi avevano vissuto con loro. Sua madre non le aveva scritto nulla sul fatto che i Tanner avessero costruito un’altra casa.

Ma se il lanzye dei Flaherty costituiva una qualche indicazione, ormai a Milleflores c’erano dozzine di edifici e ciascuno dei fratelli Tanner aveva una propria casa.

Adesso che Delanna ci pensava, qualche volta la madre si era riferita a Sonny come se fosse un lontano vicino piuttosto che qualcuno che viveva con lei. Delanna lo aveva attribuito all’antipatia che la madre aveva provato nei confronti di Sonny, che criticava di frequente. Nelle sue lettere lo aveva definito, «testardo, taciturno e tardo di comprendonio» e Delanna aveva pensato le stesse cose su Sonny quando lo aveva incontrato per la prima volta.

Gli rivolse un’occhiata di soppiatto mentre era concentrato a evitare le pozze di fango. Poteva anche essere taciturno, ma di certo non era tardo di comprendonio. Era riuscito a evitare i festeggiamenti dai Flaherty con molta abilità e aveva intuito immediatamente il ruolo svolto da Delanna nel fidanzamento di B.T. e Cadiz.

Avevano viaggiato tra campi invasi dal sottobosco, in cui spiccavano pochi alberi di palle di cannone selvatici, simili a cartelli stradali, ma adesso erano tornati di nuovo nell’erba verdazzurra selvatica e la strada stava diventando sempre più stretta e accidentata. Invece di rallentare, però, Sonny accelerò sempre di più. Le oche avevano superato perfino l’isteria: ormai si limitavano a emettere sommessi gemiti starnazzanti; Cleo era strisciata in grembo a Delanna e le aveva avvolto le zampe anteriori intorno al collo.

«Scusami,» disse Sonny, la sua voce che sobbalzava al ritmo del solaris. «Se non arriviamo ai piedi delle colline per il tramonto, le batterie non ce la faranno mai a portarci fino a casa.»

Delanna aveva pensato che fosse quella la strada ai piedi delle colline.»Quanto manca ancora?»

«Cinque, sei miglia,» rispose Sonny. «Ce la faremo.»

Fecero perfino di più. Il sole stava ancora brillando sulle cime delle montagne quando entrarono sobbalzando in una macchia di arbusti reddsie, ne uscirono e guadarono un ruscello quasi in secca giungendo al bivio. «Fantastico!» esclamò Sonny. «Dovremmo essere a casa per il sorgere della prima luna.»

La strada che seguiva i piedi delle colline non costituiva certo un miglioramento rispetto a quella che avevano percorso in precedenza, ma Sonny rallentò leggermente e il paesaggio migliorò considerevolmente. Le macchie di arbusti reddsie cedettero il posto agli arbusti balla e, dopo poche miglia, iniziarono di nuovo a viaggiare tra file e file di alberi di palle di cannone. Qui gli alberi erano giovani, neppure lontanamente alti come quelli di prima generazione ed erano piantati con meno precisione, ma la luce rosata della sera filtrava tra di essi in raggi dalle delicate sfumature. Sotto gli alberi cresceva un intricato sottobosco che Delanna non pensava si sarebbe aperto al loro passaggio e qua e là poté vedere alcuni fiori di rosa intenso, quasi quanto il tramonto.

«Siamo a Milleflores…» iniziò a chiedere Delanna, ma proprio allora Sonny premette i freni e il solaris si fermò dopo una sbandata di qualche metro che strappò alle oche un coro di starnazzi terrorizzati.

«Guarda!» la invitò Sonny, indicando oltre il parabrezza un uccello che stava spiccando il volo da un albero. Era grande e le sue piume erano di un verde vivido, ma mentre superava le cime degli alberi, le ali si allargarono in una visione splendida di tutte le sfumature dell’arcobaleno: un azzurro, un rosso e un viola di intensità abbagliante.

«Ma cosa…» fece Delanna e poi un secondo uccello, dai colori altrettanto vividi, si lanciò dietro il primo razzo dai colori dell’arcobaleno.

Sonny aveva aperto la portiera ed era quasi sceso dal solaris, tentando di seguire il volto degli uccelli mentre svanivano in un lampo nel frutteto di palle di cannone. Rimase a osservare il cielo ormai vuoto per un altro minuto, poi si sedette di nuovo nel solaris ed esclamò in tono eccitato, «Una coppia di mandarini reali! Ma allora i ragazzi avevano ragione! Hanno detto di avere visto un mandarino reale a Milleflores, però io non ci avevo creduto!»

«Sono bellissimi,» commentò Delanna. Non c’era da meravigliarsi che Doc Lyle ne parlasse con tanto entusiasmo. Lei ricordava di avergli detto di non sapere se ne avesse mai visto uno, ma si sarebbe sicuramente ricordata uno spettacolo tanto superbo, anche se aveva avuto solo cinque anni.

«Sono quasi sicuro che sia una coppia che ha fatto il nido,» affermò Sonny. «Doc Lyle impazzirà. Per lui sono come i suoi animali da compagnia. Si è sforzato di farli riprodurre, ma avevo paura che si fossero estinti da molto tempo. Sono un paio d’anni che nessuno vedeva una coppia che ha fatto il nido.» Allungò la mano verso l’interruttore della radio. «Aspetta che Doc Lyle venga a sapere questa notizia.» Prese il microfono. «Sonny Tanner chiama Doc Lyle.»

«Stai chiamando il veterinario?» chiese Delanna, rivolgendo un’occhiata allarmata verso il sedile posteriore. «Ma non verrà fin qui, vero? Per vedere i mandarini reali?»

«No,» la rassicurò Sonny. «Le persone gli riferiscono gli avvistamenti e lui non fa che registrarli.»

«Ma hai detto che i mandarini reali sono un po’ come i suoi animali da compagnia…»

«Ed è così, ma gli avvistamenti sono un buon segno. Verrebbe solo se pensasse che fossero di nuovo nei guai, non quando se la stanno cavando benone. E poi, ha un sacco di lavoro da fare a Grassedge. Non ha il tempo per precipitarsi qui.»

«Ma cosa succederà se Tom Toricelli dice di nuovo qualcosa su Cleo? O se Cadiz racconta alla madre in che modo lei e B.T. si sono fidanzati?»

«La madre di Cadiz ha notizie più succose da diffondere: sono due anni che tentava di fare fidanzare Cadiz e B.T.» Sonny la guardò con aria seria. «Non preoccuparti: Doc Lyle è a cinquemila miglia di distanza. Non comparirà come per magia per toglierti Cleo. Fidati.»

Delanna annuì.

Sonny si girò di nuovo verso la radio. «Non è nel suo ufficio. Deve essere andato alla navetta. Qui è Sonny Tanner che chiama Grassedge. Collegatemi con lo spazioporto.»

Vi fu un crepitio di statica, poi una voce annunciò, «Qui parla Maggie. Di cosa hai bisogno, Sonny?»

«Di Doc Lyle.»

«Non è qui.»

«E dov’è?»

«Non lo so. Mi ha lasciato un messaggio radio in cui mi diceva di eseguire i controlli sulla navetta. Non ha detto dove stava andando.»

«Okay, grazie.» Sonny guardò Delanna. «Probabilmente è andato alle miniere. Non sta venendo qui, se è questo a cui stai pensando. Se fosse diretto qui, avremmo sentito la notizia via radio. E non sarebbe mai venuto da solo. Avrebbe aspettato una carovana.»

Delanna annuì di nuovo, ma allungò una mano sul sedile posteriore, dove Cleo era tornata nel suo nido improvvisato e se la mise in grembo.

Sonny parlò di nuovo nel microfono. «Ho bisogno di sapere dove si trova Doc Lyle.»

Rispose una voce di donna. «Sonny, sono Liv Webster. Doc Lyle è giù a Harvest Home. Le pecore di Harry Corning sono state colpite da un’epidemia di brucellosi. Vuoi che ti metta in contatto con lui?»

«No, grazie, Liv. Quando torna, digli soltanto che ho avvistato una coppia di mandarini reali sulla mia terra.»

«Ho sentito che hai rinunciato alla tua baldoria di nozze per rimanere da solo con tua moglie,» affermò Liv. «E allora come mai ti metti a guardare gli uccelli quando potresti baciare lei?»

«Di’ a Doc Lyle di chiamarmi per i particolari,» replicò Sonny e poi spense la radio. «Ti ho detto che non c’era bisogno di preoccuparsi, Delanna. Harvest Home è a cinquemila miglia dall’altro lato di Grassedge. Se ti farà sentire meglio, però, troveremo qualche nascondiglio per Cleo. Così, nel caso Doc Lyle dovesse venire davvero, cosa che non farà, visto che ha delle pecore da curare, non riuscirà a trovarla.»

«Grazie,» disse Delanna, rivolgendo a Sonny un sorriso colmo di gratitudine. «Lo apprezzerei molto.»

Il sole era tramontato mentre Sonny parlava alla radio e il cielo aveva assunto una tenue sfumatura tra il rosa e il giallo. «Il piacere è tutto mio,» affermò lui.

«Siamo sulla terra di Milleflores?» chiese Delanna, anche se conosceva già la risposta da quello che Sonny aveva detto alla radio.

«Sì. Ho seminato questi campi negli ultimi due anni, tentando differenti colture. Non abbiamo abbastanza manodopera per coltivare altri frutteti, ma immagino che quando Harry e Wilkes saranno abbastanza cresciuti da poter piantare anche loro, avremo abbastanza piantine per creare altri tre frutteti. Nel lanzye ce ne sono quattro, più una fila di alberi lungo la strada.»

Sonny aveva avuto un tono tanto orgoglioso mentre le raccontava dei frutteti che Delanna si sentì in colpa: Sonny doveva essere rimasto incredibilmente dispiaciuto scoprendo che lei non vedeva l’ora di vendere la sua parte di Milleflores.

«Hai fatto molto,» commentò. «Non vedo l’ora di vederlo.»

«Sì,» rispose Sonny in tono cupo. Aprì di colpo la portiera, uscì e si avviò verso gli alberi.

«Cosa c’è?» gli chiese Delanna. «Un altro mandarino reale?»

«Tornerò tra un istante,» le assicurò Sonny, poi sparì tra gli alberi. Delanna aprì il finestrino e si affacciò, osservando il cielo, ma non riuscì a vedere nulla. Però udiva il cinguettio degli uccelli che si apprestavano al riposo serale. La luce stava svanendo in fretta, passando dal rosa-giallo a un azzurro chiaro. Soffiava una leggera brezza, l’aria aveva un odore dolce; doveva essere piovuto da poco.

Cleo abbandonò il grembo di Delanna e si appollaiò sul finestrino, estendendo le zampe anteriori per stiracchiarsi. Delanna osservò il boschetto di palle di cannone, ma vi era già calata l’oscurità e non riuscì a vedere Sonny. Sull’estrema sinistra Delanna scorse un lampo di luce arancione. Qualche falò delle scimmie incendiarie?»

Si udì un fruscio di rami che venivano spostati e Sonny emerse dagli alberi, portando qualcosa tra le braccia. «Tieni,» disse e consegnò a Delanna un enorme mazzo di boccioli rosa attraverso il finestrino.

«Fior-di-rosa,» mormorò Delanna. Affondò il volto nei fiori. «Sono bellissimi.»

«Sì,» commentò Sonny, ancora accanto al solaris. Cleo si arrampicò sul finestrino e uscì fuori. Sonny la bloccò, ancora osservando Delanna. «Bellissimi.»

La sera improvvisamente sembrò farsi incredibilmente silenziosa: gli uccelli non cinguettavano più, la brezza era cessata. «Grazie,» disse Delanna. «Avevo dimenticato quanto fosse bella Milleflores.»

«Sì. È davvero bellissima,» ripeté Sonny e gli uccelli iniziarono a cantare di nuovo. Sonny girò intorno al solaris e si sedette al volante. «Mi ricordo quanto ti piacevano i fior-di-rosa,» commentò, «e quelli nei dintorni del lanzye non sono ancora in fiore.» Accese il motore e iniziò a percorrere di nuovo la strada.

«Li amo moltissimo,» affermò Delanna, rivolgendogli un’occhiata.

«Ne sono felice,» rispose Sonny, guardando la strada, ormai difficile da distinguere.

Superarono con una serie di violenti sobbalzi numerose pozze di fango incredibilmente larghe, terrorizzando di nuovo le oche e inondando l’abitacolo di petali di fiore, ma Sonny non accese i fari. Si limitò a protendersi in avanti sul volante.

«Non voglio sprecare le batterie,» spiegò quando caddero in una buca profonda quanto una di quelle che avevano aggirato nelle Pianure di sale. «Abbiamo ancora un po’ di strada da fare. Prova a dormire un po’.»

Delanna non riusciva a immaginare come fosse possibile dormire con tutti quegli scossoni, però si appoggiò contro lo schienale del sedile e chiuse gli occhi; senza dubbio si addormentò davvero perché, a un certo punto, sentì Sonny dire, «Svegliati.»

Delanna aprì gli occhi. Sonny la stava guardando e lei si accorse di essersi rannicchiata contro di lui mentre dormiva. La sua testa riposava sulla spalla di Sonny. Non aveva lasciato cadere il suo mazzo di fiori. Non si mosse. Il solaris era colmo del profumo dei fior-di-rosa e di una luminosità argentea: doveva essere sorta la luna.

«Svegliati,» le disse di nuovo Sonny e Delanna gli sorrise.

Sonny la fissò con aria seria. «Delanna…» esordì e, a differenza di quando era stato Jay a pronunciare quel nome, lei non ebbe alcuna voglia di dire qualcosa, qualsiasi cosa, per impedirgli di proseguire. Invece, le braccia colme di fiori illuminati dalla luna, attese che lui finisse quello che stava per dire.

«Delanna,» ripeté Sonny, poi le scosse gentilmente la spalla. «Siamo arrivati.»

Delanna si rizzò a sedere. Il solaris era fermo sotto una fila di alberi di palle di cannone, che, nell’oscurità, avevano assunto un aspetto quasi minaccioso. La strada si era ridotta di nuovo a un sentiero e accanto a esso, in un intrico di piante, sorgevano un paio di baracche dai tetti spioventi. Alle loro spalle, ancora più in profondità nel sottobosco, c’era un capanno, chiaramente costruito in fretta e furia. Forse serviva per conservare l’equipaggiamento agricolo, oppure era una distilleria abbandonata.

«Dove siamo?» chiese Delanna ammiccando. «Perché ti sei fermato? Le batterie si sono esaurite?»

«No,» rispose Sonny. «Siamo arrivati.» Aprì la portiera e scese dal solaris. «Benvenuta a Milleflores.»

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