CAPITOLO QUATTORDICESIMO

«Mi avevi chiesto tu di venire, ricordi?» replicò Jay, chinandosi per provare la temperatura dell’acqua con la mano. Indossava dei pantaloncini corti, non aveva né camicia, né scarpe e le stava sorridendo. «Anzi, mi hai implorato di venire.»

«Io ti avevo chiesto di portare il mio baule,» ribatté Delanna quando i suoi piedi riuscirono finalmente a trovare il fondo. Mise le mani sui fianchi e lo fissò perplessa, perché sapeva che Jay non aveva avuto il tempo sufficiente per compiere il viaggio di andata e ritorno da Grassedge.

«E io te l’ho portato,» replicò Jay in tono tranquillo, «insieme a qualche comodità della civiltà.»

Unì le mani a coppa per spruzzarla ma Delanna tese la mano per deflettere lo spruzzo. Sentì qualcosa urtarle la spalla e udì un plop che non sembrava acqua. Abbassando lo sguardo, vide una saponetta color rubino che galleggiava accanto al suo fianco.

«È stato un viaggio lungo e afoso,» commentò Jay. «Non mi dispiacerebbe concedermi un bel bagno.»

Ed era venuto preparato, indossando solo un paio di pantaloncini e portandosi dietro una saponetta. Doveva essere arrivato poco tempo dopo che Delanna era uscita di casa, l’aveva scoperta da sola nella polla ed era tornato indietro per togliersi la camicia e le scarpe e per prendere il sapone. E non si trattava neppure di sapone ordinario: gli oli aromatici stavano già formando una pellicola colorata mentre si scioglievano nell’acqua calda. Delanna si chiese per quanto tempo Jay fosse rimasto a osservarla prima di manifestare la sua presenza. Probabilmente abbastanza a lungo per essere sicuro che Sonny o i ragazzi non sarebbero tornati dai campi da un momento all’altro per unirsi a lei. Jay Madog le stava sfuggendo di mano e lei doveva fare qualcosa per impedirlo.

«Jay,» esordì. «Apprezzo davvero il fatto che tu mi abbia portato il baule tanto in fretta…»

«Non avrei mai potuto riuscirci senza avere i dati dei sondaggi correttamente integrati in quel programma. Penso di avere stabilito un record per i viaggi di andata e ritorno,» replicò Jay mentre si sedeva sulla cengia rocciosa che sporgeva sulla sorgente. «Sei davvero unica, Delanna: metà genio della cibernetica, metà sirena. Quali altri sorprese hai in serbo per me?»

«La prossima non ti piacerà,» replicò Delanna mentre Jay metteva i piedi in acqua e scopriva di trovarsi su un’altra cengia di roccia. Sembrava che fosse pronto a tuffarsi verso di lei, ma Delanna non era disposta a mettersi a fare giochi acquatici con Jay Madog da sola e in una polla isolata. Lanciò la saponetta nella sua direzione. Jay allungò un braccio e la prese al volo con abilità, sogghignando mentre apriva l’altra mano, rivelando che stringeva una seconda saponetta.

«Allora, qual è la mia sorpresa?» le chiese, lanciandole di nuovo, con estrema disinvoltura, una delle saponette, mentre gettava l’altra verso la cengia sul bordo della pozza.

Jay non poteva vedere la scimmia incendiaria che attraversò gli arbusti appena in tempo per prendere al volo la saponetta illuminata dalla luce del sole, che l’aveva fatta splendere come una gemma, ma vide il volto di Delanna assumere un’espressione di sorpresa mista a orrore quando si rese conto che la scimmia stringeva la saponetta con entrambe le mani e che Cleo stava superando in volo il cespuglio, cinguettando lietamente mentre ritraeva le zampe e allargava il carapace come se fosse un timone, assolutamente sicura che una delle scimmia l’avrebbe presa al volo.

«No!» gridò Delanna, poi eseguì un qualcosa che era a metà tra il salto e il tuffo per eseguire lei stessa quella presa impossibile.

Jay si girò appena in tempo per vedere il resto della banda di scimmie emergere dai cespugli. Barcollò all’indietro nell’acqua mentre Delanna lo superava di slancio. Era sicura che Cleo stesse per fracassarsi sulle rocce davanti ai suoi occhi, rompendosi l’esoscheletro o peggio, quando la scimmia incendiaria con la saponetta tra le mani allungò con calma un piede, afferrò Cleo e, con un movimento circolare aggraziato come quello di una ballerina, la inviò verso un un’altra coppia di mani tese.

«Torna qui!» gridò Jay. «Lascia che se la prendano.»

Le strinse la mano, ma era resa scivolosa dal sapone e Delanna riuscì a sfuggirgli. Salì affannosamente sulla cengia di roccia e poi sulla riva per afferrare la scopa dalla nicchia in cui l’aveva lasciata, appena in tempo per proteggersi dalle dita delle scimmie, tanto affascinate dai suoi capelli e, almeno quel giorno, tanto audaci che solo un uso energico e abbondante della scopa riuscì a farle desistere.

«Cleo, vieni subito qui da me!» gridò Delanna in tono brusco, sovrastando il whump! whump! della scopa. «E tu,» disse alla scimmia colpevole, che stringeva ancora la saponetta, «mettila giù e non prendere mai più nulla mentre stai giocando a palla con Cleo!» Whump! Whump!

La scimmia con la saponetta grugnì e sparì tra i cespugli; le altre la seguirono, non prima, però, di avere fatto un tentativo poco convinto di afferrare Cleo, che, sorprendentemente, era accanto al polpaccio sinistro di Delanna. La ragazza agitò di nuovo la scopa, che si limitò a tagliare l’aria. Le scimmie incendiarie erano sparite. Delanna gettò a terra la scopa e sollevò Cleo, iniziando a coccolarla. Lo scarabeo teneva stretta l’altra saponetta, che era più o meno delle dimensioni e della forma di un uovo d’oca. «Quei cattivoni dei tuoi amici mi hanno spaventata a morte. Guarda qui: ti sei rotta un’altra scaglia,» la rimproverò in tono distratto, mentre nel corpo le scorreva ancora l’adrenalina del pericolo corso da Cleo. Respirò a fondo, si sentì meglio e infine si ricordò di cercare Jay.

Lui la stava raggiungendo dal centro della polla. «Quelle scimmie incendiarie sono troppo audaci,» commentò in tono leggermente nervoso.

Le unghie di Cleo ormai erano coperte di sapone. Lo assaggiò e non trovandolo di proprio gusto se le pulì sui capelli di Delanna. Delanna entrò di nuovo nella pozza, tentando di togliere la saponetta dalle unghie di Cleo mentre raggiungeva la parte in cui l’acqua le arrivava al petto. Riuscendo infine a togliere la saponetta dalle zampe di Cleo, la gettò di nuovo sulla cengia mentre lo scarabeo si puliva di nuovo le unghie sui suoi capelli.

«Dovrei andare a prendere il mio fucile,» commentò Jay. Aveva allungato un braccio verso Delanna, ma si fermò quando si rese conto che aveva Cleo tra le braccia.

«Sono solo i miei capelli,» spiegò lei. «Alle scimmie incendiarie piace il loro colore.» E adesso i suoi capelli erano striati da grumi di sapone sciolto. Lavò le unghie di Cleo e quando ebbe tolto tutta la terra dalla scaglie, fu sicura che lo scarabeo stava bene.

«Una banda di scimmie incendiarie così numerosa e così vicina alla casa potrebbe diventare pericolosa,» commentò Jay in tono irritato.

Delanna appese Cleo al collo, come se fosse un pendente, si tolse in fretta il sapone tra i capelli. «Questa volta è stata la tua saponetta rossa ad attrarre la loro attenzione,» spiegò a Jay.

«Ho dell’altro sapone,» replicò lui in tono ancora irritato. «Sonny sa bene che non dovrebbe farne rimanere in giro così tante.»

«A Sonny piacciono le scimmie incendiarie,» ribatté Delanna, piegandosi per lavare velocemente il sapone dai capelli, per poi scuoterli con una spruzzata che fece ammiccare Cleo; lo scarabeo si ritrasse il più possibile senza lasciare la presa.

«Quelle dannate creature sono davvero un grosso fastidio,» insistette Jay.

Delanna poteva percepire che Jay era scosso — a suo parere, stava reagendo in maniera eccessiva — e irritato perché ovviamente avrebbe voluto abbracciarla e assicurarsi che stesse bene, ma il disgusto che provava nei confronti di Cleo era tanto intenso da impedirglielo. Senza dubbio si rendeva conto che quella repulsione era sufficiente a separarli. Ma Delanna si rese conto che non era così, perché Jay rimase lì, come se stesse aspettando che lei mettesse giù Cleo, senza pensare che le zampe di Cleo non erano abbastanza lunghe per muoversi nell’acqua in quel punto.

«Vai in giro con una scopa in mano tutto il giorno?» le chiese.

«Questa faccenda è andata troppo oltre,» dichiarò Delanna. Respirò profondamente, sorpresa dal tono veemente di Jay, ma il peggio, ne era assolutamente certa, era che non sorgeva tanto dalle scimmie, quanto dalla paura di Jay per lei. «Ti avevo detto che la mia sorpresa non ti sarebbe piaciuta,» affermò, girandosi per tornare verso il bordo della pozza mentre raccoglieva tutto il suo coraggio per dirgli… cosa? Che le piacevano le scimmie incendiarie quando non la spaventavano a morte e che Sonny non avrebbe mai parlato di sparare loro, senza citare il fatto che Sonny avrebbe voluto sapere se anche Cleo stesse bene. Questo era quello che avrebbe voluto dirgli, ma come dirlo era un’altra faccenda.

«No, non mi piace incontrare una banda di scimmie incendiarie con nient’altro che una donna armata di scopa tra loro e me,» commentò Jay. Era dietro di lei, sembrava leggermente più calmo. «Ma non posso fare a meno di ammirare il modo in cui hai maneggiato la scopa.»

Diglielo ora, si disse severamente Delanna. Afferrò l’asciugamano e se lo avvolse intorno alla testa. Il pomeriggio era ancora abbastanza caldo per asciugarsi i capelli all’aria. «Jay…»

«Delanna!» Era Harry che stava gridando. «Delanna, c’è un solaris enorme accanto alla casa. Delanna!»

Jay era sulla cengia, facendo gocciolare acqua sulle rocce e scuotendo la testa con aria confusa. «Sapevo che non sarei dovuto andare a prendere il sapone.»

«Delanna!» Harry irruppe dai cespugli, diede una lunga occhiata alla pozza ed esclamò, «Wow! L’hai pulita. Salve, Mister Madog.» Passando tra di loro, Harry salì sulla cengia e poi entrò in acqua, bagnandosi i pantaloni fino alle ginocchia. «Ha un nuovo solaris, eh, Mister Madog?» E rivolto a Delanna, «Sonny dice che B.T. e Cadiz saranno qui tra pochi minuti e che tu dovresti venire a casa.» Si spruzzò un po’ d’acqua sul volto e la polvere formò rivoletti fangosi mentre usciva. «Abbiamo visto una banda di scimmie incendiarie… Oh, no!»

Delanna si girò di scatto, cercando a tentoni la scopa, ma non erano scimmie incendiarie. Era Wilkes, che, in una rara dimostrazione di velocità, si tuffò oltre di lei, afferrò con un braccio teso il fratello e lo trascinò nella parte più profonda della pozza. Wilkes tornò a galla come un tappo di sughero, afferrò Harry per i pantaloni e lo immerse su e giù nell’acqua, agitando il bambino come se fosse un panno da lavare fino a quando Harry non circondò con le braccia il collo di Wilkes e rifiutò di mollare la presa. Wilkes andò sotto, portando con sé il fratello e poi nuotò verso la bassa cengia, a una certa distanza dal punto in cui stavano Delanna e Jay. Quando Wilkes si alzò e uscì dalla pozza, Harry era ancora aggrappato a lui.

«Penso che dobbiamo andare,» commentò Harry, strofinandosi gli occhi con quello che adesso era un pugno pulito. «Andiamo, Delanna. Ehi, Mister Madog, dove ha preso il nuovo solaris? Come mai il boma è così grosso? Ha due batterie? Scommetto che Sonny rimarrà sorpreso che non deve portarmi a fare la doccia.»

Jay sospirò e Delanna scrollò le spalle mentre seguivano i ragazzi attraverso i cespugli verso la casa. Il continuo chiacchierio di Harry riempì la macchia.

Trovarono Sonny in cucina che riempiva d’acqua la grande pentola da venti litri. Era senza camicia, come Jay, la pelle di un rosso marrone, quasi altrettanto sporca di quella di Wilkes e di Harry prima del loro tuffo impetuoso nella sorgente termale, su cui Harry stava effondendosi, facendo a stento una pausa abbastanza lunga per permettere a Sonny e a Jay di salutarsi.

Dopo qualche minuto Sonny mise una mano sulla bocca di Harry e si sedette sulla sedia, annunciando, mentre lottava scherzosamente con il bambino in grembo, che quando aveva visto lo scooter di B.T. in lontananza aveva deciso di concedersi un pomeriggio di riposo e di preparare una cena sostanziosa, a cui invitò Jay a partecipare. Quando Jay ebbe accettato ben volentieri e lui e Sonny iniziarono a parlare delle dimensioni della vela del nuovo solaris di Jay, Delanna andò in camera da letto per mettersi una vestaglia sul vestito, ormai quasi asciutto, che stava indossando. Quando tornò in cucina, la fiamma era ancora accesa sotto la pentola e sul bancone c’era un sacco di frutti-di-sole, ma gli altri erano andati via. Un’occhiata fuori dalla finestra le rivelò che erano andati al solaris di Jay, probabilmente per prendere il suo baule. Delanna si affrettò a tornare in camera da letto. Con Jay già lì e Cadiz e B.T. che stavano arrivando e una cena abbondante già sul fornello, non avrebbe avuto la possibilità di rispondere alla chiamata di Maggie. Sorprendentemente, fu Maggie a chiamarla.

«Dove sei?» le chiese.

«In camera da letto,» rispose Delanna in tono sorpreso.

«Voglio dire, in che lanzye?»

«Milleflores, ovviamente.»

«Be’, è un vero sollievo. Quando non hai risposto alla mia chiamata, ho temuto che avessi gettato la spugna e fossi andata dai Flaherty ad aspettare Mad Dog. Per colpa delle macchie solari sono rimasti isolati per due giorni e quando non ho sentito più storielle sulla sposa novella, ho pensato che, proprio quando le cose sembravano mettersi bene, tu avessi rovinato tutto.»

«Rovinato cosa?»

«Ricordi quanto sia importante per te essere a Milleflores, vero?»

«Ma certo, l’obbligo di residenza.»

«Bene. Perché è qui.»

La radio emise un crepitio e una nuova voce si inserì nella conversazione. «Da quando hai iniziato a dare consigli alle spose novelle, Maggie?» Quella poteva essere solo Mrs. Siddons.

«Sara Siddons, quando si tratta di essere una sposa novella, sappiamo che tu hai più esperienza che certificati matrimoniali.»

«E cosa vorresti dire con questo?»

«Anche qui ci sono state delle macchie solari,» intervenne Delanna, «e non ci sono altre storielle da raccontare sulla sposa novella, a meno che non consideriate una storiella rimanere sotto la doccia fino a quando l’acqua calda non finisce.»

«O almeno nessuna che possa essere trasmessa via radio!» esclamò qualcuno con una risata fragorosa. Non era Miz Siddons.

«Senti, tesoro, questo non è un canale privato,» stava dicendo Maggie. «Le macchie solari hanno provocato molto traffico di emergenza, dunque le frequenze pubbliche dovranno andare bene fino a quando…» Vi fu una pausa, ma nessun crepitio che indicava un’interferenza. «Ecco! Ho una prenotazione sulla uno-zero-sette a una settimana da oggi. Nel frattempo, sta’ tranquilla, se capisci cosa voglio dire.»

«Non vado da nessuna parte.»

«Bene. Ah, sì: quel pazzo di Mad Dog ti sta portando il tuo baule.»

«È già qui.»

«In camera da letto?» Era di nuovo Mrs. Siddons.

«Sonny lo sta aiutando a scaricare il baule dal solaris,» aggiunse Delanna in tono disinvolto.

Qualcuno ridacchiò. Avrebbe potuto essere Maggie, che poi aggiunse, «Non ti interessa sapere come ha fatto ad averlo, vero?»

«Come mai, Maggie?»

«Diciamo che è meglio non saperlo. Però puoi incassare il rimborso della porzione di biglietto che non hai sfruttato. Dubito che i proprietari della Scoville si cureranno di citarti in tribunale, ma se lo fanno, puoi anche usare il credito fino a quando non se ne accorgeranno.»

«Forse sarà una somma sufficiente per comprare una nuova scavatrice,» affermò la voce di Nonno Maitz. «Sonny ne ha davvero bisogno.»

«Probabilmente la spenderà in una vasca da bagno,» intervenne una voce di donna, «e in bagni di sale!»

Delanna emise un gemito.

«Ora, per quanto riguarda le condizioni del baule,» stava dicendo Maggie. «Vuoi che intenti loro causa? Adesso ho io le lettere e Frank Fuller è in prigione, ma ho detto allo sceriffo di non iscriverlo nel registro degli accusati prima di avere parlato con te.»

«Quali lettere?»

«Quelle di cui hai raccontato a tutti alla stazione ferroviaria. È stata dura, ma adesso saremo noi a farci due risate a spese di Frank. Ha detto che pensava che fossero le lettere d’amore di Sonny e che sarebbero servite a farsi quattro risate nei bar, ma erano solo le lettere di tua madre. Penso di averle tutte. Il primo tizio a cui ne ha venduta una è andato a cercare Frank con uno storditore, urlando di essere stato imbrogliato. Penso che lo storditore sia stata una punizione più che sufficiente, ma se il baule è gravemente danneggiato, forse vorrai che faccia causa per ottenere un risarcimento. Mad Dog non ti ha raccontato nulla su questa faccenda?»

«Immagino che non ne abbia avuto la possibilità,» rispose Delanna, pensando, Perché credevo che stesse per dirmi qualcos’altro e dunque non glielo ho permesso. Jay Madog era un innocuo dongiovanni che da lei non voleva altro che una ricompensa in denaro per aver salvato il suo baule. Che sollievo!

Sentì la porta che sbatteva.

«Delanna? Dove sei? Sono io, Cadiz. Ti portato dei vestiti.»

«Qui dentro, Cadiz!» gridò Delanna. Poi disse rivolta a Maggie, «Adesso devo andare. È arrivata anche Cadiz.»

«B.T. non le ha ancora chiesto di sposarlo?» le chiese Mrs. Siddons.

«Questi non sono affari tuoi, vecchia gatta,» replicò Cadiz.

«Sembra che abbiate una casa piena di ospiti,» commentò Maggie. «Chiamami, okay tesoro?»

«Okay. Addio, Maggie. Addio, Mister Maitz. Grazie per avermi detto della scavatrice.» Posò il microfono.

«Come fai a sapere che abbiamo portato la scavatrice? È da ieri che siamo isolati per colpa delle macchie solari, ma papà ha detto che se fossimo tornati subito e avessimo portato Wilkes per aiutare B.T. a fare legna, avremmo potuto venire qui, lasciare la scavatrice e ripartire subito. Papà quest’anno ha deciso di scavare altri canali e, con B.T. che cerca luoghi adatti alla costruzione, Sonny deve essere rimasto molto indietro nel lavoro.»

«Ma B.T. non ti ha ancora proposto di sposarlo?» le chiese Delanna.

«In effetti, sì,» rispose Cadiz con un sorriso che le andava da un orecchio all’altro. Si gettò sul letto. «Oh, quei ragazzi Tanner sono così carini!»

Lo sono davvero, pensò Delanna, pensando ai capelli neri di Sonny, al suo sorriso lento.

«Lo sapevo!» esclamò Cadiz, rizzandosi a sedere. «Lo sapevo che se foste rimasti insieme da soli sarebbe successo qualcosa. E allora, cos’ha fatto?»

«Nulla,» rispose Delanna, sorridendo nonostante tutto.

«Ma lui ti piace. E ti piace Milleflores.»

«Avevo dimenticato quanto fosse bello,» rispose semplicemente Delanna.

«Lo sapevo!» ripeté Cadiz. «Tieni.» Gettò un sacco verso Delanna. «Indossa questi. A Sonny piaceranno. Wilkes sta portando il resto.»

«Vuoi dire i miei vestiti?»

«No. Questi sono in prestito. Ho fatto mettere a Jay tutta la roba del tuo baule nella sua lavatrice. Erano pieni di grasso e di sporco, visto che Frank Fuller ci ha frugato dentro. Quell’uomo non ha un grammo di cervello.»

«Vuoi dire Frank Fuller?»

«No, voglio dire Jay Madog. Spero solo che le macchie non abbiano avuto il tempo di diventare permanenti. Se avesse un briciolo di cervello, avrebbe messo tutto nell’unità di lavaggio, mentre le macchie erano ancora recenti, invece di aspettare che avessero la possibilità di asciugarsi nel calore infernale delle Pianure di sale.»

Delanna aprì il sacco e ne tirò fuori un vestito. Un vero vestito, con una gonna aderente in tessuto morbido e con fiori malva e grigio-azzurri lungo l’orlo. C’era anche una sottoveste color malva e un paio di pantaloni grigi.

«È molto bello,» commentò Delanna. «Ma non ne avrai bisogno per il tuo matrimonio?»

«Manca ancora molto,» rispose Cadiz, girandosi pigramente sul letto. «Ancora non siamo neppure fidanzati.»

«Ma pensavo che ti avesse chiesto di sposarlo,» commentò Delanna, togliendosi il vestito della madre e infilandosi la sottoveste.

«Lo ha fatto. O sono stata io a chiederglielo. Be’, diciamo che ce lo siamo chiesti a vicenda. Ma questo non significa che siamo fidanzati. Dobbiamo ancora concludere tutte le trattative.»

«Quali trattative?» Delanna indossò il vestito.

«Ricordi le leggi matrimoniali di Keramos, le stesse per cui ti sei ritrovata con Sonny? B.T. e io non eravamo promessi in matrimonio, così dobbiamo stabilire quello che ciascuno di noi porterà in dote. Mio padre deve darmi una parte del nostro lanzye, e anche B.T. deve portare delle proprietà, e poi c’è da stilare il testamento. Saremo fortunati se riusciremo a fidanzarci per il raccolto. Vorrei essere stata promessa in matrimonio, come te.»

Delanna ignorò quel commento. Invece si guardò nello specchio, si aggiustò la sottoveste. «È davvero un bel vestito,» commentò. «Sei sicura di volermelo prestare?»

«B.T. mi ha già chiesto di sposarlo. Sei tu quella che ha un uomo su cui fare colpo.»

Qualcuno bussò alla porta. «La cena è quasi pronta,» annunciò Sonny.

Delanna aprì la porta. I pantaloni di Sonny erano ancora sporchi di terra, ma si era lavato e aveva indossato una camicia pulita. La fissò. «C’è qualcosa che non va?» gli chiese Delanna.

«No. È solo che sembri…»

«Bellissima,» terminò Jay, avanzando dalle spalle di Sonny per prendere la mano di Delanna e accompagnarla in cucina. «Mi dispiace per il baule, ma dubito che qualsiasi abito tu abbia lì dentro possa essere più grazioso di questo. Non è uno spettacolo magnifico, B.T.?»

B.T. stava versando i frutti-di-sole nella pentola. Sorrise ma non disse nulla.

Cadiz passò davanti a Delanna, prese una pila di piatti dalle mani di Wilkes e iniziò ad apparecchiare. Lo sguardo di B.T. la seguì tanto in fretta che Delanna fu quasi sicura che il sorriso di prima era rivolto a Cadiz.

«Dov’è Cleo?» chiese Harry, infilando dentro la testa in modo da poter guardare in camera da letto.

«L’ho lasciata sul bancone,» rispose Delanna.

«Probabilmente è riuscita a sgattaiolare fuori con tutto questo andirivieni,» ipotizzò Sonny.

«La troverò,» gridò Harry mentre si lanciava verso la porta.

«Dove tieni il sale, Delanna?» chiese B.T., guardando in una scansia che lei aveva riordinato solo pochi giorni prima. «Oppure ti serve solo per infilarci il dito?»

«Vedo che Cadiz si è divertita a raccontare qualche storiella su un bagno nel sale,» commentò Delanna, allontanandosi da Jay per andare a trovare il sale per B.T.

Harry irruppe di nuovo in casa. «Venite a vedere!» gridò. «Lì fuori c’è un mandarino reale.» E la porta sbatté prima ancora che Wilkes potesse oltrepassarla e sbatté di nuovo prima che B.T. riuscisse a bloccarla. Il resto degli adulti non sbatté la porta, ma si affollarono sul portico di pietra appena in tempo per vedere un lampo verde e viola svanire tra il denso fogliame.

«Te l’avevo detto che ne avevo visto uno a Milleflores,» commentò B.T. rivolto a Sonny.

«Stava trascinando un’ala,» intervenne Harry in tono serio, «come se fosse ferito.»

«Gli uccelli si comportano così per fare allontanare dal nido eventuali predatori,» spiegò B.T. in tono eccitato. «Non pensate che qui intorno ci sia un nido di mandarini reali, vero?»

«Io scommetto che c’è!» esclamò Harry, poi si lanciò tra i cespugli.

«Sarà meglio che vada a dare un’occhiata,» dichiarò B.T., seguendo il fratello più piccolo.

«Vengo anch’io con te,» si offrì Cadiz e lei e Wilkes seguirono B.T. e Harry.

«Trovate anche Cleo!» gridò dietro di loro Delanna.

«Non troveranno nulla con tutto il baccano che fanno,» commentò Sonny, proteggendosi gli occhi con la mano contro il sole del pomeriggio. Stava osservando una sottile linea di nuvole profilate contro le montagne che sorgevano a est. «Quali sono i dati sul satellite riguardo a quelle nuvole, Jay?»

«È solo un acquazzone, Sonny,» rispose Jay in tono disinvolto. «Le vere piogge sono ancora sui versanti orientali: la pressione non è abbastanza alta per fare loro attraversare la catena. Il varco meridionale è ancora sgombro. Se le previsioni sono giuste, lo rimarrà fino al raccolto. Per il momento non avremo nessun temporale di cui valga la pena parlare.»

«Be’, io mi fido solo di quello che riescono a vedere i miei occhi,» commentò Sonny.

Jay sorrise. «Qui nei lanzye si fa una vita terribile: prima ci si preoccupa della pioggia, poi della sua mancanza.»

«Le bucce delle palle di cannone sono così dure e i piccioli così resistenti che non avrei creduto che un po’ di pioggia potesse danneggiarli,» commentò Delanna. «Iniziano a marcire, o qualcosa del genere?»

«Non sono le palle di cannone a preoccuparmi,» le spiegò Sonny. «Una volta che i boccioli siano fioriti, ben poco può danneggiarli. Sono le coltivazioni da giardino e le infiltrazioni che mi preoccupano. Ho un altro frutteto da scavare prima di poter scavare i canali dei campi.»

E per farlo non hai nient’altro che una scavatrice presa in prestito per cinque giorni, pensò Delanna. Il che le fece ricordare del suo rimborso menzionatogli da Maggie. «Jay, non ho ricevuto un rimborso da parte della Scoville

«Non secondo loro. Dicono che hai abbandonato la tua cuccetta, ma quando si sono resi conto che stavano per alienarsi il loro cliente più importante su Keramos, le Carovane della Prateria Mad Dog, ero certo che mi avrebbero permesso di scaricare sulla mia ultima fattura quella che pensavo fosse la giusta somma.»

«E l’hanno pagata?» chiese Delanna.

«Be’, il pagamento è soggetto all’autorizzazione del loro contabile capo, che probabilmente non otterranno, ma la notizia arriverà troppo tardi per farli scarpinare fino all’altra parte del pianeta per farsi restituire la somma dopo che te l’avrò già versata.»

«Delanna, se fossi in te, io la prenderei finché è possibile,» consigliò Sonny, «cioè, se è rimasto qualcosa dopo che Jay ne ha detratto le spese di trasporto.»

Jay rivolse a Delanna un sorriso galante. «La signora deciderà se si tratta di una somma appropriata oppure no.»

«Di qualsiasi somma si tratti, Jay, ti sarò grato se vorrai riscuoterla in contanti,» replicò Sonny in tono cupo, «e non in servizi, come, per esempio, un’altra lezione di quel tuo programma o qualsiasi altra scusa ti farai venire in mente per portare Delanna nel tuo solaris.»

«Sono le signore a inventarsi delle scuse,» ribatté Jay con un sorrisetto di superiorità.

«Oh, allora sentiamo quella che avete usato tu e Amanda Rhathborn quando suo padre tornò a casa in anticipo perché i pesci non ne volevano sapere di abboccare all’amo.» Era Cadiz, che aveva svoltato oltre l’angolo della casa con Cleo in una mano e una pomarancia matura nell’altra. Salì sui gradini e tese Cleo verso Delanna. «Qualcuno andrà a controllare l’acqua che bolle? Oppure per cena avremo poltiglia di frutti-di-sole?»

Sonny si precipitò in cucina.

«Ho preso il tuo scarafaggio mentre era diretto verso i boschi,» annunciò Cadiz. «Adesso B.T. si è convinto che il mandarino gironzola da queste parti. Cleo l’aveva visto prima che la sorprendessi, e così adesso sta frugando nella macchia. La campana del pranzo è l’unica cosa che penso possa impedire a B.T. di mettere a soqquadro l’intero bosco.» Diede un morso alla pomarancia.

«Allora vediamo cosa possiamo fare per aiutare Sonny ad affrettare la cena,» commentò Delanna, aprendo la porta e tenendola aperta per Jay e Cadiz.

«Ehi, ma questi sono maturi!» esclamò Cadiz, pulendosi il succo di pomarancia rosa dall’angolo della bocca con il dorso della mano.

«Hai detto di mettere a seccare prima le ciliegie di terra,» le ricordò Delanna.

Cadiz annuì. «Volevo solo dire che possiamo farne qualcuno a dadini. Le pomarance sono ottime, quando vengono servite con i frutti-di-sole.»

«Ce n’è un cesto pieno sul bancone,» la informò Delanna. «Inizia ad affettarle. Jay, perché non vai in ghiacciaia a prendermi un sacco di ciliegie di terra? Penso che, sbriciolando qualche cracker di grano, posso preparare una bella crostata in pochi minuti.» Poi, rivolgendosi a Sonny, chiese, «Ti sei ricordato del sale?»

Lui le rivolse un’occhiata del tipo «Ma certo!» e prese la saliera dal bancone dove l’aveva lasciata Delanna. Jay sollevò la botola sul pavimento della cucina e sparì lungo la scala che conduceva alla ghiacciaia.

Adesso la fiamma sotto la pentola si era ridotta a piccole perline azzurre e i frutti-di-sole, cuocendo, stavano diventando gialli. In un paio di minuti sarebbero diventati color zafferano e sarebbero stati pronti da mangiare, dunque non c’era abbastanza tempo per sbriciolare i cracker di grano. Allora Delanna stese in fretta uno strato di cracker sul fondo di una teglia.

«Sarà meglio che chiami i ragazzi,» affermò Sonny, «oppure questi frutti-di-sole diventeranno arancioni e inizieranno a disfarsi.»

Jay salì di nuovo in cucina e lasciò che la botola si richiudesse con un tonfo.

«Hai altre pomarance qui dentro?» chiese Cadiz. «Alcune sono già troppo mature, vanno bene solo per le torte.»

«Ce ne sono un sacco nel portico sul retro,» rispose Delanna, tentando di guidare con le mani la caduta delle ciliegie di terra nella teglia mentre Jay teneva inclinato il sacco. «E ho bisogno che tu, prima di andare via, mi dica cosa farne. Penso che molte pomarance siano mature, ma non so se dovrei bollirle, oppure gettarle nella ghiacciaia o qualsiasi cosa bisogna fare.»

«Mettile in dei sacchi e appendili ai ganci che troverai in soffitta,» le spiegò Cadiz. «Assicurati soltanto…» Il rintocco della campana che annunciava il pranzo sommerse le sue parole e Cadiz sparì.

«Cosa ha detto?» chiese Delanna a Jay mentre disponeva nella teglia un altro strato di cracker. Si girò per prendere un po’ di zucchero dal barattolo.

«Ha detto di lasciare perdere le pomarance e di tornare a Grassedge con me,» replicò Jay.

«Ma allora come farebbero Sonny e i ragazzi a superare l’inverno?» gli chiese Delanna in tono leggero. «Senza le pomarance, voglio dire.»

«Non penso che ti riferissi alle pomarance,» replicò Jay. «Pensavo che la vita rustica che si conduce qui ormai ti avesse ridotto alla disperazione e devo dirti che per me è una grossa delusione scoprire che non sia così. Pensavo che ti avrei trovata più che disposta a mollare tutto.»

«Be’, ma allora mi hai giudicato male, vero?» Delanna sollevò la crostata dal bancone.

«Non lo so,» replicò Jay, infilando un dito nella crostata e mettendoselo in bocca. «Sei qui da poco tempo. Potresti cambiare idea, quando arriveranno le piogge. O quando sarai rimasta per due settimane immersa fino ai gomiti nel succo delle pomarance.»

«Ne dubito,» ribatté Delanna, infilando la crostata nel forno. Andò alla credenza.

Lui le bloccò la strada. «Quello che so,» proseguì, «è che se cambi idea, tutto quello che devi fare è dire una sola parola e io verrò a prenderti. Da Last Chance, o da Grassedge, oppure da qualsiasi luogo in cui mi trovi. Puoi chiamarmi via radio, dirmi che vuoi che venga e io volerò attraverso le Pianure di sale.»

«Se non sei impegnato con Amanda Rhathborn.»

«Sono solo pettegolezzi da radio,» replicò Jay, protendendosi, come per caso, verso di lei. «Non ho guardato un’altra donna da quel giorno allo spazioporto. Non ho voluto. Da quando ti ho incontrato… Formeremmo una squadra magnifica. Utilizzando il tuo programma per interpretare i dati dei satelliti, potremmo condurre le carovane attraverso le Pianure di sale a tempo di record; potremmo perfino aprire nuove strade e non ci sarebbe alcun motivo per passare del tempo da un lato o dall’altro delle Pianure di sale. Non quando avrei continuamente con me ciò che voglio. Dico sul serio. Dì soltanto una parola e, ovunque io sia, sarò a Milleflores prima che tu possa preparare quel tuo baule.»

«E la faccenda diventerà un pettegolezzo da radio prima che tu possa mettere in moto il tuo solaris,» replicò Delanna, tentando di riportare la conversazione su un tono scherzoso. «Mah, chiamarti via radio! Sono sicura che a Sara Siddons piacerebbe un sacco ascoltare una conservazione del genere. Senza citare Amanda Rhathborn. E le gemelle Spellegny.»

Jay la stava costringendo ad arretrare verso la dispensa. Delanna rivolse un’occhiata alla porta, desiderando che Cadiz si sbrigasse a tornare.

«Potremmo usare una frase in codice,» propose Jay. «Potresti dire che hai finito di configurare il programma. Tutti quelli che ascoltano la radio sanno quanto tu sia brava a configurare il programma di lettura. Tu invia il messaggio, ‘Delanna ha bisogno di Madog per venire a prendere il programma,’ e io capirò cosa significa. Invialo a qualsiasi ora, in qualsiasi posto e io verrò tanto in fretta che…»

«Puoi riempire quei sacchi un po’ di più prima di appenderli,» commentò Cadiz, tornando in cucina con le braccia cariche di pomarance, che scaricò sul bancone.

Delanna si chinò sotto il braccio di Jay e iniziò a scegliere i frutti.

«L’idea è di preparare un dolce alle pomarance quando saranno diventate secche,» spiegò Cadiz, «da tagliare a fette quando ne hai bisogno.»

«Ma allora non devo lavarle?»

«Ma certo che devi lavarle!» esclamò Cadiz, poi, rivolgendo un’occhiata sdegnosa ai frutti che aveva scaricato sul bancone, li fece rotolare fino al lavandino e iniziò a pompare acqua su di essi. «Ma fa’ un favore a tutti: usa acqua fresca, non salata.»

«Ho già messo il sale,» intervenne Sonny, che era entrato dalla porta.

Delanna diede un’occhiata alla pentola e vide le prime macchie arancioni. «Prendi lo scolapasta grande,» ordinò, afferrando le impugnature della pentola con degli stracci che usava per i piatti. Sonny frugò nella scansia fino a quando non trovò lo scolapasta, ma non riuscì a metterlo nel lavandino fino a quando Cadiz non ebbe finito di prendere tutte le pomarance.

Alcuni dei frutti-di-sole si erano aperti: la loro polpa, dal sapore forte, aveva assunto una sfumatura arancione cupa, ma era ancora solida; solo la pellicina spugnosa si era sciolta. Il profumo era celestiale.

Harry, Wilkes e B.T. entrarono e si misero in fila per lavarsi le mani. «Ne abbiamo visti due,» annunciò in tono eccitato Harry.

«Una coppia che ha nidificato?» chiese Cadiz.

«Forse,» rispose B.T. «Stavo pensando che dovremmo chiamare Doc Lyle.»

«Doc Lyle?» chiese Delanna in tono ansioso. «Il veterinario? Non dovreste prima assicurarvi che si tratti di una coppia che ha fatto il nido?»

«A lui basterà sapere che ne abbiamo visti due,» le spiegò B.T. «È probabile che venga qui per vederli di persona, tanto va pazzo per quelle stupide creature.» Si avvicinò alla radio.

«Non…» fece Delanna.

Sonny la interruppe. «È inutile tentare di chiamare Doc Lyle. Le macchie solari sono state attive tutto il giorno. E Doc è impegnato nel contenere un’epidemia di virus rosso scoppiata a sud. E poi, non vorrai mica che si ecciti per un coppia che ha nidificato, se prima non ne siamo assolutamente sicuri.»

«Hai ragione,» si arrese B.T. e tornò al lavandino. Delanna inviò a Sonny un’occhiata di silenzioso ringraziamento.

«Scommetto che hanno fatto il nido accanto alla fonte,» ipotizzò B.T. «Ho una mezza idea di rimanere e di andare a vedere di nuovo domani mattina.»

«Sarà meglio che vinca l’altra metà,» lo ammonì Cadiz. «Sai che devo tornare per aiutare mamma con le conserve. E papà conta su di te e su Wilkes per abbattere quel filare di alberi, in modo che i tronchi possano essere messi nell’essiccatoio prima delle piogge.»

«Potrei aiutare a trascinare i rami,» propose Harry mentre Wilkes pompava l’acqua sulle mani sporche del fratello. Le pomarance erano al sicuro in una ciotola insieme a un paio di coltelli da frutta e i frutti-di-sole erano sul tavolo. «Hanno poko da sella e altalene. Non vedo perché io non posso andare, se anche Wilkes va con loro.»

«Perché tu devi prenderti cura delle oche,» gli ricordò Sonny.

«Ed è già un problema che io porti con me Wilkes,» incalzò B.T.

«Non voglio che tu, o chiunque altro, carichi i tronchi da solo,» gli disse Sonny. «Avermi portato la scavatrice mi permetterà di scavare molti più canali di quanti avremmo potuto scavarne io e Wilkes a mano.»

«Hanno un poko da sella proprio della mia taglia,» affermò Harry in tono triste.

«Te l’ho detto: devi prenderti cura delle oche,» ripeté Sonny.

«Posso farlo io,» si offrì Delanna, chiedendosi perché non avevano pensato di chiederlo a lei quando avevano discusso i loro piani per la prima volta. Ovviamente per i ragazzi andare dai Flaherty era una vera festa.

«Be’, immagino che se ne ospito uno, posso ospitare anche l’altro,» affermò Cadiz.

«Sei sicura?» le chiese Delanna, pensando, troppo tardi, che l’ultima cosa di cui avesse bisogno Cadiz era di avere un’altra persona tra i piedi. Con i ragazzi nel ranch dei Flaherty, lei e B.T. non avrebbero mai avuto il tempo di discutere sulle trattative per il matrimonio.

«Non preoccuparti,» la rassicurò Cadiz.

Harry stava implorando Sonny di lasciarlo andare e Sonny rifletté a voce alta che pensava che si poteva fare, se a Delanna non dispiaceva occuparsi delle oche. Harry esplose in un urlo di gioia.

«Adesso mangiamo,» li invitò Delanna.

Harry divorò la sua porzione in un lampo, ma tutti gli altri gustarono i saporiti frutti-di-sole, tagliando a dadini le pomarance su ciascuna porzione e parlando di raccolti, poi Harry chiese il permesso di allontanarsi da tavola per andare a preparare i bagagli. B.T. stava dicendo che quell’anno i raccolti sarebbero stati scarsi dappertutto su quel versante delle Pianure di sale tranne quella zona, dove il valico tra i monti aveva lasciato passare venti caldi quando l’ultima gelata aveva distrutto tanti boccioli.

«Qui il tempo è stato buono tutto l’anno,» commentò. «Spero che regga fino al raccolto.»

«Raccontatemi qualcosa del raccolto,» intervenne Delanna. «Non ricordo molto, solo che c’era un mucchio di cibo.»

«Gelato di palle di cannone,» esclamò Harry, che era tornato con il suo zaino, «e torta di pomarance e corse e fuochi artificiali.»

«Tutto questo succede dopo il raccolto,» spiegò Sonny. «Tutti i lanzye qui intorno vengono a dare una mano e dopo si fa una grande festa.»

«E ciliegie d’autunno,» aggiunse Harry.

Tutti risero.

«Mi sembra di ricordare che qualcuno si sposò,» affermò Delanna. «Sotto un grande arco di fiori. O è il ricordo di qualcun altro?»

«Ma certo che durante la festa del raccolto vengono celebrati dei matrimoni,» commentò Jay, rivolgendo a Delanna un’occhiata eloquente.

«Oltre ai fidanzamenti e ai battesimi,» aggiunse Sonny. «Durante il periodo del raccolto, il giudice itinerante è costretto a spostarsi continuamente.»

«E ci sono i balli nel frutteto sotto le due lune,» intervenne Jay, fissando di nuovo Delanna.

«E la crostata ai semi porcini,» ricordò Harry.

«La crostata!» esclamò Delanna, poi si alzò per andare a controllare il forno: gli orli del dolce stavano diventando troppo scuri. «Avrà bisogno di raffreddarsi un minuto.»

«Bene, allora abbiamo il tempo di andare al mio solaris per prendere i tuoi vestiti dall’unità di lavaggio,» affermò Jay.

«Io verrò con voi e trasferirò le mie cose dallo scooter al solaris,» disse Cadiz, proprio mentre Sonny iniziava ad aggrottare la fronte. «B.T. potrà darmi una mano.»

B.T. sembrò sorpreso. «Ma c’è solo il cestino da picnic.»

«Devi cercare i miei occhiali da sole. Li ho fatti cadere in quel buco nero che tu chiami sacca. Io aiuterò Delanna a piegare i vestiti.»

«Immagino che potrei rimanere anche qui a osservare la crostata che si raffredda,» commentò Jay, tentando di celare la propria irritazione.

«Probabilmente è così,» approvò Cadiz in tono allegro.

«Solo che c’è la faccenda del mio rimborso,» affermò Delanna. «Dov’è?»

«Nel solaris,» rispose Jay, alzandosi dopo tutto. «Non riuscirete a trovarlo senza il mio aiuto.»

«Come mai, Jay?» gli chiese Cadiz. «Lo hai nascosto sotto il cuscino?»

«No, Cadiz. Hai una mente molto sospettosa, lo sai?» Jay e B.T. si avviarono verso la porta, mentre Cadiz li tallonava da vicino, chiedendosi a voce alta in quale altro posto potesse essere il rimborso.

«Io preparerò il cava,» affermò Sonny quando Delanna gli rivolse un’occhiata interrogativa. Sembrava tanto divertito quanto compiaciuto. «Tu va’ pure con loro.»

La tessera di credito con il rimborso era in una cassaforte a scomparsa, cosa che deluse Cadiz a tal punto che andò all’unità di lavaggio senza fare alcun commento e iniziò a piegare i vestiti.

E quando Delanna guardò la tessera, anche lei per un attimo rimase senza parole. «Non capisco,» affermò infine. «Questa non può essere la cifra esatta.»

«Le spese di trasporto di Jay possono essere una vera mazzata,» commentò Cadiz, «in molti sensi. Ehi, posso prendere in prestito questa?» Sollevò una gonna gialla ricamata a fiori rossi.

«Certo. Trova la camicetta dello stesso colore e prendi anche quella,» rispose Delanna, fissando ancora la tessera. «Ma, Jay, non capisco questa tessera.»

«Diciamo che penso che tutti debbano avere delle opzioni e che questa tessera te ne dà una che non avevi,» rispose lui, camminando sul folto tappeto mentre si dirigeva verso la porta. Si fermò sulla soglia per un istante, stringendo il corrimano luccicante. «Quando tornerò, in tempo per il raccolto, avrò un’altra opzione per te.»

La porta sbatté e Jay andò via, lasciando Delanna che fissava ancora la tessera di rimborso.

«Quanto ti ha fatto pagare?» le chiese Cadiz. Aveva già sistemato i vestiti in una pila ordinata, la cui metà superiore spinse tra le mani di Delanna. Sollevando l’altra metà, con un gesto invitò Delanna ad avviarsi verso la porta. «Vuoi dirmelo o no?»

«Nulla,» replicò Delanna, tenendo in precario equilibrio la pila di vestiti mentre faceva scivolare in tasca la tessera e poi apriva la porta. «La tessera contiene l’intera somma che ho pagato per comprare il biglietto, invece della porzione che non ho sfruttato. Non mi ha fatto pagare nulla.»

Maggie aveva detto che poteva accettare il rimborso. Era stata al corrente della sua entità? Delanna immaginava che, se Jay non voleva farle pagare la sua quota, non doveva sentirsi obbligata in alcun modo nei suoi confronti, ma come aveva fatto a ottenere dalla Scoville il rimborso dell’intera somma del biglietto, se Delanna ne aveva sfruttato una parte viaggiando da Rebe Primo a Keramos? Jay doveva essere ricorso ai propri fondi, e se l’aveva fatto, si era spinto ben oltre la sistemazione amichevole che Delanna si era aspettata.

«Sei incredibilmente silenziosa, anche per una come te,» commentò Cadiz mentre camminavano attraverso gli arbusti riarsi dal sole che si aprivano al loro passaggio. Il sole era una palla d’oro che splendeva sull’orizzonte e la polvere luccicava sul fogliame. «Non starai pensando di mollare tutto e di comprare un altro biglietto per Carthage o per qualche altro posto, vero? Voglio dire, con un rimborso totale potresti vivere per qualche tempo quasi dappertutto.»

«Oppure basterebbe per comprare un’altra scavatrice,» rifletté Delanna.

«Dici sul serio? Spenderesti quei soldi per una scavatrice? Ma sarebbe fantastico! Voglio dire, B.T. è così preoccupato di lasciare Sonny nei guai, visto che non ha nessuno che gli dia una mano, e poi ha tutte queste idee su lui e Sonny che mettono su una società, ma non riesce mai a parlarne con Sonny perché non sa cosa succederà a Milleflores se tu te ne vai, o la tua parte viene venduta, e non vuole che papà mi dia una dote superiore alla sua. Ma se Sonny avesse una scavatrice, potrebbero piantare il frutteto all’estremità settentrionale del lanzye e papà potrebbe darci il prato adiacente per costruirci una casa e potremmo finire le trattative prima del raccolto.»

Harry e Wilkes arrivarono di corsa da dietro la casa, Wilkes reggeva Cleo e Harry camminava con lo zaino pieno di vestiti sotto il braccio, con un calzino che penzolava dalla cinghia dove si era impigliato. In silenzio, Wilkes passò Cleo a Delanna.

«L’abbiamo scoperta mentre tentava di andare di nuovo nel bosco,» spiegò Harry. «Ho già messo le oche nel pollaio per la notte e Wilkes si è anche ricordato di dare loro da mangiare.»

«Il cava e la crostata sono sul tavolo,» annunciò B.T. dal portico di pietra. «Wilkes, hai controllato che Harry abbia preso tutte e due le scarpe?»

«Ci sono tutte e due!» gridò Harry. «Andiamo, Wilkes. Crostata!» Entrambi i ragazzi si precipitarono in casa.

«Wilkes è così silenzioso,» commentò Delanna, spostando Cleo in modo che potesse aggrapparsi al collo, permettendole di reggere la pila di indumenti con entrambe le mani. «Harry parla continuamente, risponde perfino al posto di Wilkes.»

«Sì, Harry sa come usare la bocca,» convenne Cadiz, «e Wilkes è come Sonny: è tanto tranquillo che non riesce neppure a dire una parola.»

«Però Sonny parla,» replicò Delanna. «Ma non penso di avere mai sentito Wilkes dire una sola parola. Sa parlare, vero?»

«Ma certo che sa parlare!» esclamò Cadiz. «È solo timido.» Aggrottò la fronte. «Ora che ci penso…» Salì di corsa i gradini e superò la porta che B.T. stava ancora tenendo aperta. «Sonny, Wilkes sa parlare, non è vero?»

Qualsiasi fosse la risposta di Sonny, Delanna non la udì perché la porta si chiuse con un colpo secco, e quando arrivò al tavolo, Jay e B.T. era impegnati in una discussione animata sui vantaggi di trapiantare gli alberelli di palle di cannone all’inizio dell’autunno oppure in un qualsiasi altro periodo.

La crostata era stata consumata e la cavettiera prosciugata, ma quando Jay sembrò essere l’unico che beveva i fondi, Cadiz sparecchiò la sua tazza insieme con i piatti sporchi di crostata, poi organizzò i ragazzi e li guidò verso la porta.

«Vieni, B.T.,» chiamò. «E vieni pure tu, Jay. Abbiamo molta strada da fare. Torneremo tra qualche giorno a prendere la scavatrice,» disse a Delanna. «Se mamma non ha bisogno di me, rimarrò ad aiutarti con le pomarance. Harry, hai preso la giacca?»

Harry corse fuori a prenderla e B.T. indossò la sua.

«Sei sicuro di potertela cavare senza di me per qualche altro giorno?» chiese a Sonny.

«Solo una persona per volta può usare la scavatrice,» gli ricordò Sonny.

«Dovremo montare e mettere in funzionare quel nuovo distillatore,» proseguì B.T., ancora preoccupato.

«Ecco cosa c’era in quella cassa di Sakawa,» commentò Cadiz rivolta a Delanna. «B.T. dice che l’ambrosia di Milleflores si potrà vendere anche fuori del pianeta, se riusciranno a montare il distillatore per trasformare in ambrosia una parte del raccolto.»

«Possiamo farlo dopo avere finito di scavare,» commentò Sonny, uscendo con loro. «Hai sentito Jay. Abbiamo molto tempo prima che arrivino le piogge.»

«Ma adesso non è rimasta molta luce,» commentò Cadiz. «Voi due, datevi una mossa.» Poi spari oltre la porta.

B.T. e Sonny uscirono insieme. Jay bevve un sorso di cava da quella che Delanna avrebbe giurato fosse una tazza vuota, poi si alzò.

«Se cambi idea…»

«Andiamo,» lo esortò Cadiz dalla soglia. «Dai, sbrigati.»

«Vengo,» rispose Jay, fissando Delanna. «Quando vuoi.»

«Grazie per avermi portato il baule,» rispose Delanna. «E grazie per il rimborso.»

«Andiamo!» ripeté Cadiz per la terza volta.

«Verrò subito qui,» replicò Jay, continuando a fissare Delanna. «Dico sul serio. Quando vuoi.»

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