Dale Rice entrò in aula. Guardò il nuovo giurato. Ovviamente era stato in aula dall'inizio, ma era il suo primo giorno da membro votante della giuria. Era un asiatico, tra i venticinque e i trent'anni. Il suo viso non aveva nulla che indicasse in che modo avrebbe votato. Dale gli sorrise — un sorriso caldo, del tipo 'fidati di me', del tipo 'siamo nella stessa barca'.
Non poteva far male.
La giornata era dedicata a testimoni minori e alla discussione di questioni di diritto. Dale rientrò a casa dopo le nove di sera, esausto — lo era sempre di più, quei giorni; aveva un'età.
Anni prima, appena ricevuto il premio 'Avvocato dell'anno' dalla Contea di Los Angeles, un reporter gli aveva chiesto 'se quel giorno era orgoglioso di essere un nero americano'.
Con uno sguardo micidiale da controinterrogatorio, di quelli solitamente riservati ai poliziotti che mentivano, Dale aveva risposto «Sono orgoglioso tutti i giorni di essere un nero americano.»
Però non capitava molto spesso che fosse un reale vantaggio essere afroamericano. Era abituato agli errori al ristorante. Cameriere che gli portavano il piatto sbagliato, scambiando il suo ordine con quello dell'unico altro nero presente. Spesso i bianchi lo confondevano con altri neri. Uomini che, se non per il colore della pelle, non gli somigliavano affatto, e spesso erano di decenni più giovani.
Forse era un vantaggio essere grosso e nero quando voleva fare una passeggiata di notte. Anche lì a Brentwood molta gente aveva paura di stare in giro dopo mezzanotte, ma Dale sapeva che nessuno gli avrebbe dato fastidio, e dato che raramente rincasava prima delle nove, era contento che almeno non gli fossero negate le strade, come invece capitava a molti altri. Naturalmente c'era sempre il problema delle macchine della polizia che si fermavano e gli chiedevano i documenti — per il solo fatto che era notte e che lui era nero, e quello era un quartiere di ricchi bianchi.
Quella notte, mentre rientrava, stava pensando al processo. Le prove contro Hask sembravano convincenti. La mancanza di alibi; la muta della pelle la notte dell'omicidio; il fatto che aveva esperienza di dissezioni, avendo da poco svuotato il corpo della Tosok morta, Seltar; il video che lo mostrava usare con precisione il tipo di strumento da taglio usato per commettere il crimine — e la sua riflessione sul fatto che il suo popolo aveva rinunciato a troppo scegliendo di non andare a caccia per il cibo.
Dale proseguì lungo il marciapiede. Veniva verso di lui un bianco con un piccolo cane. L'uomo lo vide e attraversò. Dale scosse la testa. Non finiva mai — e non smetteva mai di far male.
Il giudice Pringle non avrebbe mai dovuto permettere alla giuria di assistere alla muta della pelle di Stant. Forse soltanto questo sarebbe bastato come base per fare appello, se ci fosse stato — com'era probabile — un verdetto di colpevolezza. E anche se Ziegler non era riuscita a Sollevare la questione in aula in quel momento, sicuramente ne avrebbe parlato durante l'arringa conclusiva: Hask e Stant erano fratellastri, e la loro muta di pelle ciclica avrebbe dovuto essere quasi sincrona. Il fatto che non lo fosse era una prova apparente del fatto che la muta di pelle di Hask fosse stata indotta — e che altro motivo poteva esserci per cambiare pelle il giorno del delitto, se non lo aveva commesso lui?
I passi di Dale riecheggiavano nella notte. Alcuni cani, dietro alte recinzioni di pietra, gli abbaiarono; ma lui non se ne curò. I cani abbaiavano a tutti nello stesso modo. Se la sua vita non fosse stata così complicata, gli sarebbe piaciuto avere un cane.
Anche una moglie, se era per questo.
Era stato fidanzato durante l'università, ma lui e Kelly si erano lasciati prima che lui si laureasse. Aveva capito la situazione, il fatto che nella sua vita non c'era spazio per nient'altro che la carriera. Dale pensava spesso a lei. Non aveva idea di cosa fosse diventata, ma sperava che fosse felice — ovunque si trovasse.
Stava avvicinandosi all'angolo, una chiazza di luce sull'asfalto del marciapiede. Arrivò al lampione e cominciò a scendere lungo la strada perpendicolare.
E in quel momento capì — come si univano tutti i pezzi del puzzle.
Cristo, certo che era così…
Se aveva ragione, allora Hask era innocente.
E lui poteva provarlo.
Ovviamente Hask non avrebbe collaborato. Ma non sarebbe stata la prima volta che Dale salvava un cliente contro la sua volontà. Mentre scendeva per la strada buia Dale capì chi era quello che Hask stava proteggendo.
Aveva già organizzato l'interrogatorio di Smathers per il giorno dopo, quindi avrebbe chiamato la dottoressa Hernandez. E poi…
Dale svoltò e andò verso casa, muovendosi con tutta la velocità che il suo vecchio corpo gli permetteva.