«Non penso che siano stati molto contenti.»

«GLI DEI SONO GIUSTI. SONO ANCHE DEI SENTIMENTALI. IO NON SONO MAI STATA IN GRADO DI ESSERLO, PER MIO CONTO.

«MA NON SIETE ANCORA LIBERI. DOVRETE FARE IN MODO CHE LA STORIA SI REALIZZI.»

«Lo so» disse Morty. «Unendo i regni e via dicendo.»

«POTRESTI ANCHE FINIRE COL DESIDERARE DI ESSERE RIMASTO CON ME.»

«Ho certamente imparato moltissime cose» ammise Morty. Si portò la mano alla faccia e se la passò distrattamente sulle quattro bianche e sottili cicatrici che aveva sulla guancia. «Ma non penso che fossi tagliato per quel genere di lavoro. Ascolta, mi dispiace davvero…»

«HO UN REGALINO PER TE.»

La Morte appoggiò il suo piatto di antipasti e rovistò nei misteriosi recessi della sua tunica. Quando la sua scheletrica mano riemerse, stava tenendo fra pollice e indice un piccolo globo.

Esso aveva più o meno il diametro di otto centimetri. Sarebbe potuta essere la perla più grossa del mondo ma la sua superficie era un turbinare semovibile di complesse figure d’argento, sempre sul punto di focalizzarsi in una qualche forma riconoscibile, ma che riuscivano sempre ad evitare di farlo.

Quando la Morte la fece cadere sul palmo aperto della mano di Morty essa si rivelò essere pesantissima e leggermente calda.

«PER TE E LA TUA SIGNORA. UN REGALO DI NOZZE. UNA DOTE.»

«È magnifica! Pensavamo che la griglia tostapane d’argento venisse da te.»

«ERA DI ALBERT. TEMO CHE NON SIA DOTATO DI UNA GRANDE FANTASIA.»

Morty continuò a rigirarsi il globo nella mano. Le forme che vi ribollivano all’interno sembravano rispondere al suo tocco, inviando minute correnti di luce ad inarcarsi attraverso la superficie in direzione delle sue dita.

«È una perla?» chiese.

«SÌ. QUANDO QUALCHE COSA IRRITA UN’OSTRICA E NON PUÒ ESSERE RIMOSSA, LA POVERA BESTIOLA LA RICOPRE DI MUCO E LA TRASFORMA IN UNA PERLA. QUESTA È UNA PERLA DI UN COLORE DIFFERENTE. UNA PERLA DI REALTÀ. TUTTA QUESTA ROBA LUCCICANTE È L’ATTUALITÀ CONGELATA. DOVRESTI RICONOSCERLA… DOPO TUTTO L’HAI CREATA TU.»

Morty la fece passare delicatamente da una mano all’altra.

«La metteremo fra i gioielli del castello» disse. «Non ne abbiamo poi molti.»

«UN GIORNO ESSA SARÀ IL SEME DI UN NUOVO UNIVERSO.»

A Morty mancò la presa ma allungò la mano con la velocità del fulmine e la riafferrò prima che essa finisse sul pavimento.

«Cosa?»

«LA PRESSIONE DI QUESTA REALTÀ LA TIENE COMPRESSA. POTREBBE ARRIVARE UN GIORNO IN CUI L’UNIVERSO FINIRÀ E LA REALTÀ MORIRÀ E ALLORA QUESTA QUI ESPLODERÀ E… CHI LO SA? CUSTODISCILA BENE. È UN FUTURO OLTRE CHE ESSERE UN PRESENTE.»

La Morte piegò il cranio da una parte. «È SOLTANTO UNA COSETTA» aggiunse. «TU AVRESTI POTUTO AVERE L’ETERNITÀ.»

«Lo so» disse Morty. «Sono stato molto fortunato.»

La appoggiò con grande cautela sulla tavola del buffet, fra le uova di quaglia e i rotolini di salsicce.

«C’È ANCHE UN’ALTRA COSA» disse la Morte. Infilò nuovamente la mano nella tunica e tirò fuori una sagoma oblunga incartata con scarsa perizia e legata con un cordino.

«QUESTO È PER TE» disse. «È PERSONALE, NON HAI MAI MOSTRATO PER ESSO ALCUN INTERESSE PARTICOLARE, PRIMA, PENSAVI FORSE CHE NON ESISTESSE?»

Morty aprì il pacchetto e si rese conto di trovarsi fra le mani un piccolo libro rilegato in pelle. Sulla costola era impresso, con una brillante sfoglia d’oro una singola parola: Morty.

Sfogliò a ritroso le pagine non ancora scritte finché non trovò la sottile traccia di inchiostro che si dipanava pazientemente lungo la pagina e lesse:


Morty chiuse il libro producendo un debole scatto che risuonò, nel silenzio, come lo schianto della creazione e sorrise, a disagio.

«Ci sono ancora moltissime pagine da riempire» disse. «Quanta sabbia mi resta ancora? Ysabell sostiene che visto che tu hai ribaltato la clessidra questo significa che io morirò quando avrò…»

«NE HAI A SUFFICIENZA» disse freddamente la Morte. «LA MATEMATICA NON È POI PRECISA COME SI DICE.»

«Che ne diresti di essere invitata anche a qualche battesimo?»

«MEGLIO DI NO. NON ERO TAGLIATA PER FARE LA MADRE, E CERTAMENTE POI NON PER FARE LA NONNA. NON POSSIEDO IL TIPO GIUSTO DI GINOCCHIA.»

Appoggiò il bicchiere di vino e fece un cenno con la testa a Morty.

«I MIEI SALUTI ALLA TUA SIGNORA» disse. «E ADESSO DEVO DAVVERO ANDARE.»

«Sei sicura? Sei bene accetta se rimani.»

«È CARINO DA PARTE TUA, MA IL DOVERE MI CHIAMA.» Allungò una mano ossuta. «SAI COM’È.»

Morty afferrò la mano e la strinse, ignorandone la freddezza.

«Ascolta» disse. «Semai volessi prenderti qualche giorno libero, come dire, se volessi prenderti una vacanza…»

«GRAZIE MILLE PER L’OFFERTA» disse la Morte con gentilezza. «CI PENSERÒ SU MOLTO SERIAMENTE. E ADESSO…»

«Addio» disse Morty e fu sorpreso nel sentirsi venire un groppo alla gola. «È una parola così sgradevole, vero?»

«ABBASTANZA.» La Morte sogghignò perché, come è stato spesso sottolineato, non aveva molte alternative. Ma forse, questa volta, voleva farlo sul serio.

«PREFERISCO AU REVOIR» disse.

FINE
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