«Noi andiamo via. Tu vieni? Esisterai ancora quando l’interfaccia si sarà richiusa.»

«Una parte di me sì» precisò il mago.

«È quello che volevo dire» disse Morty mentre balzava in sella sulla groppa di Binky.

«Ma parlando della parte che non rimarrà, mi piacerebbe unirmi a voi» aggiunse velocemente Bentagliato.

«Io intendo rimanere qui per morire nel mio regno» disse Keli.

«Quello che tu intendi non significa assolutamente nulla» le rispose Morty. «Io ho percorso tutto il Disco per venirti a salvare, capito, e adesso tu verrai salvata!»

«Ma io sono la regina!» protestò Keli. Una discreta incertezza le affiorò negli occhi e lei si voltò di scatto verso Bentagliato, che abbassò il candeliere in modo colpevole. «Ti ho sentito pronunciare quelle parole! Io sono la regina, non è così?»

«Oh, sì» rispose Bentagliato all’istante e poi, visto che la parola di un mago è tenuta ad essere più dura del ferro, aggiunse in maniera virtuosa: «E anche completamente libera da infestazioni!»

«Bentagliato!» gridò seccamente Morty. Il mago annuì, afferrò Keli attorno alla vita e la sollevò fisicamente sulla groppa di Binky. Tirandosi su le gonne fino alla vita si arrampicò anche lui dietro Morty e allungò una mano verso il basso per far salire Ysabell dietro di sé. Il cavallo scalpitò sul pavimento, lamentandosi per il sovraccarico, ma Morty lo diresse verso la porta scardinata e lo incitò ad andare avanti.

L’interfaccia li seguì mentre essi galoppavano lungo la sala e nel cortile, sollevandosi lentamente. La sua nebbia perlacea era soltanto a pochi metri di distanza e si stringeva di centimetro in centimetro.

«Scusa tanto» disse Bentagliato a Ysabell, sollevando il cappello. «Igneous Bentagliato, Mago di Primo Grado (UI), ex-Riconoscitore Reale e presto passibile di decapitazione. Sai per caso dove ci stiamo recando?»

«Nel paese di mia madre» gridò Ysabell sopra al vento che si alzava al loro passaggio.

«L’ho mai incontrata?»

«Non penso proprio. Te lo ricorderesti.»

La cima delle mura del palazzo grattò contro gli zoccoli di Binky mentre quello, coi muscoli contratti, smaniava per guadagnare altezza. Bentagliato si sporse nuovamente indietro, tenendo stretto il proprio cappello.

«Chi è la gentildonna di cui parliamo?» strillò,

«La Morte» disse Ysabell.

«Non…»

«Sì.»

«Oh.» Bentagliato sbirciò giù alle distanti cime delle case e le gettò un sorrisetto sbilenco. «Risparmierei un po’ di tempo se mi gettassi giù adesso?»

«È piuttosto gentile, se si impara a conoscerla» disse Ysabell prendendone le difese.

«Davvero? E pensi che ce ne darà l’opportunità?»

«Tenetevi forte!» disse Morty. «Dovremmo attraversare proprio adesso…»

Un buco carico di oscurità balzò fuori dal cielo e li afferrò. L’interfaccia ballonzolò in maniera incerta, vuota come la tasca di un povero e continuò a rimpicciolirsi.


Il portone principale si aprì. Ysabell tirò fuori la testa.

«Non c’è nessuno in casa» disse. «Farete meglio ad entrare.»

Gli altri tre si introdussero nel corridoio in fila indiana. Bentagliato si pulì scrupolosamente i piedi.

«È un po’ piccolo» disse Keli con aria critica.

«È molto più grande all’interno» precisò Morty e si rivolse a Ysabell. «Hai guardato dappertutto?»

«Non trovo più nenche Albert» rispose lei. «Non riesco nemmeno a ricordare che qualche volta non sia rimasto qui.»

Tossì leggermente, rammentando i suoi doveri di padrona di casa.

«Gradireste qualcosa da bere?» domandò. Keli la ignorò.

«Mi aspettavo almeno un castello» disse quella. «Grande e nero, con immense torri oscure. Non certo un’ombrelliera.»

«C’è dentro una falce» sottolineò Bentagliato.

«Andiamo tutti a sederci nello studio e sono certa che ci sentiremo meglio» aggiunse Ysabell velocemente e aprì la porta ricoperta di panno nero.

Bentagliato e Keli entrarono, bisticciando. Ysabell prese Morty per un braccio.

«E adesso che facciamo?» domandò lei. «Mia madre si infurierà sul serio se li troverà qui.»

«Penserò io a una scappatoia» rispose Morty. «Riscriverò le biografie o qualcosa del genere.» Sorrise debolmente. «Non ti preoccupare. Penserò io ad una scappatoia.»

La porta sbatté alle sue spalle. Morty si voltò di scatto e si trovò a guardare dritto il volto sghignazzante di Albert.

La grande poltrona di pelle che stava dietro alla scrivania girò lentamente. La Morte guardò Morty da sopra le dita ossute. Quando fu certa di avere attirato completamente la loro terrorizzata attenzione, disse: «FARESTI MEGLIO A COMINCIARE SUBITO.»

Si alzò in piedi, sembrando divenire sempre più grande mentre la stanza si faceva più buia.

«NON PERDERE TEMPO PER SCUSARTI» aggiunse.

Keli affondò il volto nell’ampio petto di Bentagliato.

«SONO TORNATA. E SONO FURIBONDA.»

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