«Padrona?»

«VA’ A PRENDERE LE CLESSIDRE.»

«Padrona.»

Bentagliato afferrò il vecchio per un braccio.

«Tu sei un mago» sibilò. «Non sei obbligato a fare quello che lei dice!»

«Quanti anni hai, ragazzo?» chiese gentilmente Albert.

«Venti.»

«Quando sarai arrivato alla mia età considererai le scelte in maniera differente.» Si rivolse a Morty. «Mi dispiace.»

Morty estrasse la spada dalla lama quasi invisibile alla luce delle candele. La Morte si voltò e gli si pose davanti, una sottile silhouette contro una torreggiante parete di clessidre.

Allungò le mani. Vi apparve una falce mentre si udiva un debole rombo di tuono.

Albert tornò da uno di corridoi stipati di clessidre tenendone due in mano e le appoggiò, senza proferir parola, vicino ad uno dei pilastri.

Una di esse era di una dimensione notevolmente maggiore rispetto alle normali clessidre… nera, sottile e decorata con un complicato motivo di teschio e ossa.

Non era la cosa più sgradevole di essa.

Morty gemette dentro di sé. Non riusciva a vederci alcun granello di sabbia dentro.

La clessidra più piccola accanto ad essa era piuttosto semplice e priva di decorazioni. Morty allungò una mano per afferrarla.

«Posso?» chiese.

«ACCOMODATI PURE.»

C’era inciso sul bulbo superiore il nome "Morty". Egli la sollevò alla luce, notando, senza restare particolarmente sorpreso, che non era rimasta quasi più sabbia. Quando la appoggiò all’orecchio pensò di riuscire a sentire, anche al di sopra dell’onnipresente fragore dei milioni di altre clessidre attorno a sé, il suono della propria vita che stava scivolando via.

La riappoggiò con grande attenzione.

La Morte si rivolse a Bentagliato.

«SIGNOR MAGO, PER FAVORE, SAREBBE COSÌ GENTILE DA CONTARE FINO A TRE?»

Bentagliato annuì tristemente.

«Siete certi che tutto questo non possa essere risolto sedendosi attorno ad una tavola…» cominciò a dire.

«NO.»

«No.»

Morty e la Morte girarono l’uno attorno all’altro con atteggiamento bellicoso, i loro riflessi si rispecchiavano tremolanti attraverso le scansie di clessidre.

«Uno» disse Bentagliato.

La Morte fece vorticare la falce in modo minaccioso.

«Due.»

Le lame si incontrarono a mezz’aria producendo un rumore simile ad un gatto che scivola su un pannello di vetro.

«Hanno barato!» disse Keli. Ysabell annuì. «È ovvio» disse.

Morty balzò all’indietro, facendo roteare la spada in un arco troppo lento che la Morte parò con facilità, trasformando la parata in un sinistro colpo basso che Morty evitò soltanto con un goffo salto a piè pari.

Sebbene la falce non sia una delle armi da guerra più rinomate, chiunque si sia trovato dalla parte sbagliata di una… diciamo… di una rivolta di contadini, sa bene che essa, in mani abili, risulta davvero tremenda. Una volta che il suo possessore riesce a farla ondeggiare e ruotare nessuno… incluso quello che la sta usando… può essere assolutamente certo di dove si trovi la lama adesso e di dove si troverà un istante dopo.

La Morte avanzò, sogghignando. Morty evitò, abbassandosi, un colpo all’altezza della testa e si tuffò di fianco, udendo un tintinnio dietro di sé quando la punta della falce colpì una clessidra nella scansia più vicina…

…in un vicolo buio di Morpork un imprenditore locale si portò le mani al petto e cadde riverso sul suo carro…

Morty si rotolò e si sollevò agitando la spada a due mani sopra la testa, provando una scossa di oscuro divertimento quando la Morte sfrecciò indietro sulle piastrelle a scacchiera. Il selvaggio impeto trapassò una scansia: le clessidre che vi si trovavano sopra cominciarono a scivolare una dopo l’altra verso il terreno. Morty si rese a mala pena conto di Ysabell che gli correva dietro per afferrarle una per una…

Ci fu una pausa e i combattenti, indietreggiando, si allontanarono l’uno dall’altro e si girarono nuovamente attorno, alla ricerca di un varco.

«Deve necessariamente esserci qualcosa che possiamo fare» disse Keli.

«Morty perderà in entrambi i casi» disse Ysabell, scuotendo la testa. Bentagliato tirò fuori il candelabro d’argento dalla manica arricciata e se lo passò pensosamente da una mano all’altra.

La Morte sollevò la falce in modo minaccioso, distruggendo accidentalmente una clessidra che aveva alle spalle…

…a Bes Pelargic il capo boia dell’Imperatore inciampò e cadde all’indietro nella propria fossa di acidi…

…e sferrò un altro colpo che Morty evitò soltanto per pura fortuna. Ma soltanto per un pelo. Poteva sentire il cocente dolore nei muscoli e l’ottenebrante grigiore dei veleni della fatica nel cervello, due svantaggi che la Morte non doveva prendere in considerazione.

La Morte se ne accorse.

«ARRENDITI» disse «POTREI MOSTRARE MISERICORDIA.»

Per illustrare le proprie ragioni eseguì un colpo a braccio disteso che Morty parò, goffamente, con il taglio della spada. La lama della falce rimbalzò e frantumò una clessidra in mille pezzi…

…il Duca di Sto Helit si afferrò il petto, sentì la gelida pugnalata di dolore, gridò senza emetter suono e cadde dal cavallo…

Morty indietreggiò finché non percepì il ruvido pilastro di pietra dietro al collo. La clessidra della Morte con i suoi spaventosi bulbi vuoti si trovava a pochi centimetri dalla sua testa.

La Morte stessa non vi stava prestando una eccessiva attenzione. Stava guardando pensosamente ai frastagliati resti della vita del Duca.

Morty strillò e sollevò la spada, ai deboli applausi della folla che aveva aspettato fino a quel momento che lui facesse una cosa simile. Perfino Albert batté le sue mani raggrinzite.

Ma invece del tintinnio di vetro che Morty si era aspettato di sentire non ci fu… nulla.

Si voltò e tentò un’altra volta. La lama passò direttamente attraverso il vetro senza romperlo.

Il cambiamento di atmosfera nell’aria gli fece risollevare la spada appena in tempo per deviare un tremendo colpo verso il basso. La Morte balzò via al momento giusto per evitare il contraccolpo di Morty, che era debole e lento.

«E QUI FINISCE, RAGAZZO.»

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