«Morty» disse Morty. Sollevò lo sguardo.

«Morty» ripeté e sollevò la spada in un colpo che spezzò in due il manico della falce. La rabbia gli ribolliva dentro. Se stava per morire, sarebbe almeno morto col suo giusto nome.

«Morty, bastarda!» gridò e si gettò a capofitto verso il teschio sogghignante con la spada che fremeva in una complicata danza di luci azzurrognole. La Morte barcollò all’indietro, ridendo, piegandosi sotto la pioggia di colpi furiosi che affettarono il manico della sua falce in più pezzi.

Morty le girò attorno, mozzando, attaccando, a mala pena conscio, anche attraverso la rossa foschia della sua furia, che la Morte stava seguendo ogni suo movimento, impugnando il menomato manico della falce come fosse una spada. Non esistevano vie d’uscita e il motore della sua ira non sarebbe bastato. "Non la batterai mai" si disse. "La cosa migliore che possiamo fare è impegnarla per un po’. Oltretutto, perdere è forse anche meglio che vincere. A che mi servirebbe l’eternità, in ogni caso?"

Attraverso il velo della sua stanchezza vide la Morte stendersi in tutta la lunghezza delle sue ossa e portare la lama in un lento e ampio arco come se si stesse muovendo attraverso la melassa.

«Mamma!» gridò Ysabell.

La Morte voltò la testa.

Forse la mente di Morty salutò con piacere la prospettiva della vita a venire ma il suo corpo, che senz’altro riteneva di essere quello che aveva più da perdere nell’affare, obbiettò. Sollevò il braccio che teneva la spada in un colpo imparabile che fece cadere di mano alla Morte la lama e quindi la bloccò contro il pilastro più vicino.

Nell’improvviso silenzio Morty si rese conto di non riuscire più a udire il fastidioso rumorino che era stato proprio alla soglia della sua capacità uditiva durante gli ultimi dieci minuti. Il suo sguardò balzò di lato.

Gli ultimi granelli della sua sabbia stavano per terminare.

«COLPISCI.»

Morty sollevò la spada e fissò i due fuochi gemelli azzurrognoli.

Abbassò la spada.

«No.»

Il piede della Morte sfrecciò verso l’inguine di Morty ad una velocità che fece contrarre perfino Bentagliato.

Morty, silenziosamente, si appallottolò e rotolò sul pavimento. Attraverso le lacrime vide la Morte avvicinarglisi, con la falce in una mano e la sua clessidra nell’altra. Vide Keli e Ysabell venire ricacciate indietro con disprezzo mentre tentavano di aggrapparsi alla tunica di lei. Vide Bentagliato ricevere un colpo nelle costole e il suo candelabro rotolare sulle piastrelle.

La Morte gli stava sopra. La punta della lama si sollevò di fronte agli occhi di Morty per un istante e poi si alzò ulteriormente.

«Avevi ragione. Non c’è giustizia. Ci sei soltanto tu.»

La Morte esitò e poi, lentamente, abbassò la lama. Si voltò e guardò il volto di Ysabell. Lei stava tremando dalla rabbia.

«CHE VUOI DIRE?»

Lei fissò con sguardo carico d’odio il volto della Morte e poi la sua mano vibrò in avanti, di fianco, indietro, in connessione con un suono simile a quello di una scatola di dadi.

Non ci fu nulla di più fragoroso del silenzio che seguì.

Keli chiuse gli occhi. Bentagliato si voltò e si coprì la testa con le mani.

La Morte sollevò una mano al teschio, con estrema lentezza.

Il petto di Ysabell si alzava ed abbassava in una maniera che avrebbe potuto fare abbandonare a Bentagliato la magia per il resto della vita.

Alla fine, in una voce anche più cupa del solito, la Morte disse: «PERCHÉ?»

«Hai detto che manipolare il fato di una singola persona poteva distruggere l’intero mondo» disse Ysabell.

«ALLORA?»

«Tu ti sei immischiata nel suo. E nel mio.» Puntò un dito tremante ai frammenti di vetro che giacevano al suolo. «E anche nel fato di quelle persone.»

«EBBENE?»

«Che cosa pretenderanno gli dei per questo

«DA ME?»

«Sì!»

La Morte sembrava sorpresa. «GLI DEI NON POSSONO PRETENDERE NULLA DA ME. A VOLTE, PERFINO GLI DEI DEVONO RISPONDERE A ME.»

«Non mi sembra molto corretto, no? Gli dei non si preoccupano di giustizia e di misericordia?» domandò seccamente Ysabell. Senza che nessuno l’avesse notato lei aveva preso in mano la spada.

La Morte sogghignò. «MI COMPLIMENTO PER I TUOI SFORZI» disse «MA NON TI SERVIRANNO A NULLA, FATTI DA PARTE.»

«No.»

«DEVI SAPERE CHE ANCHE L’AMORE NON RISULTA UNA DIFESA VALIDA CONTRO DI ME. MI DISPIACE.»

Ysabell sollevò la spada. «Ti dispiace?»

«FATTI DA PARTE, HO DETTO.»

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