VIII

E così mi accettarono come novizio del Servizio temporale, nella sezione Corrieri.

Lo stipendio non era male, le possibilità erano illimitate. Prima, però, dovevo sottopormi a un adeguato addestramento: non lasciano certo che i novizi scarrozzino i turisti in giro per il passato, così, semplicemente.

Per una settimana non accadde niente di speciale. Sam tornò a lavorare al fiutatolo e io bighellonai. Poi venni chiamato al quartier generale del Servizio per cominciare l’istruzione.

Nella mia classe eravamo otto, tutti novizi. Eravamo un branco piuttosto scalcagnato. Quanto a età andavamo da poco più di vent’ anni fino — mi pare — alla settantina suonata; quanto a sesso andavamo dal maschio alla femmina con tutte le possibili sfumature intermedie; come mentalità eravamo tutti piuttosto rapaci. Il nostro istruttore, Najeeb Dajani, non era molto migliore. Era un siriano la cui famiglia si era convertita all’ebraismo (per motivi d’interesse) dopo la conquista israeliana, e portava una grande e luccicante stella di Davide come simbolo della propria fede; ma era risaputo che nei momenti di distrazione o di tensione invocava Allah o imprecava per la barba del Profeta, e non so se mi sarei fidato di lui come membro del consiglio degli anziani della mia sinagoga, se ne avessi avuta una. Dajani sembrava un arabo da palcoscenico, bruno di carnagione e sinistro; portava perpetuamente gli occhiali da sole e una serie di enormi anelli d’oro su dodici o tredici dita, e sfoggiava un sorriso amabile che metteva in mostra parecchie file di denti bianchissimi. In seguito venni a sapere che per ordine della Pattuglia temporale, a titolo di punizione, era stato tolto dalla lucrosissima linea della Crocefissione e retrocesso a istruttore per un periodo di sei mesi. Pare che svolgesse in proprio un commercio di frammenti della Vera Croce, vendendoli tutti su e giù per le linee temporali. I regolamenti non permettono ai Corrieri di approfittare della loro posizione per ricavare profitti personali. La Pattuglia riprovava non già il fatto che Dajani vendesse reliquie false, bensì che vendesse quelle autentiche.

Cominciammo con una lezione di storia.


— I viaggi nel tempo su base commerciale — disse Dajani, — sono in funzione ormai da circa vent’anni. Naturalmente le ricerche sull’effetto Benchley hanno avuto inizio verso la fine del secolo scorso, ma capirete bene che il governo non poteva permettere che i cittadini privati si dedicassero alla temponautica prima che venisse riconosciuta assolutamente non pericolosa. In questo modo il governo provvede benevolmente al bene di tutti.

Dajani sfoggiò una gran strizzata d’occhi, visibile attraverso gli occhiali neri come un corrugamento della fronte.

La Dalessandro, in prima fila, proruppe in un singulto sprezzante.

— Non è d’accordo? — domandò Dajani.

La Dalessandro, che era una donna grassottella ma dal seno stranamente minuto, con i capelli neri, spiccate tendenze saffiche e una laurea in storia della rivoluzione industriale, si accinse a rispondere, ma Dajani l’interruppe e proseguì: Il Servizio temporale, in una delle cui sezioni vi siete arruolati, svolge numerose funzioni importanti. A noi sono affidate la cura e la manutenzione di tutti gli apparecchi a effetto Benchley. Inoltre la nostra sezione ricerche si adopera costantemente per migliorare la substruttura tecnologica del trasporto nel tempo, e infatti il timer attualmente in uso è stato introdotto soltanto quattro anni fa. Alla nostra sezione, i Corrieri temporali, è assegnato il compito di scortare i cittadini nel passato.

Intrecciò soddisfatto le mani sulla pancia, e fissò il motivo intersecato dei suoi anelli d’oro. — In gran parte la nostra attività è imperniata sul turismo, e questo ci assicura una base economica. A tariffe elevate, noi accompagniamo gruppi di otto o dieci visitatori in viaggi scrupolosamente organizzati nel passato; di solito il compito spetta a un Corriere, anche se in situazioni eccezionalmente complesse possono venirne inviati due. In ogni dato momento del tempo attuale possono esserci centomila turisti sparpagliati nei millenni precedenti, intenti a osservare la Crocefissione, la firma della Magna Charta, l’assassinio di Lincoln, ed eventi simili. A causa dei paradossi connessi con la creazione di un pubblico cumulativo per un evento situato in una posizione fissa nel flusso del tempo, ci troviamo alle prese con un compito sempre più difficoltoso, e di conseguenza limitiamo le visite.

— Le spiacerebbe spiegare meglio? — domandò la Dalessandro.

— In un’altra lezione — rispose Dajani. E proseguì. — Naturalmente non dobbiamo limitare i viaggi nel tempo esclusivamente ai turisti. Gli storici devono poter accedere a tutti gli eventi significativi del passato, poiché è necessario rivedere e correggere tutte le esistenti prospettive della storia alla luce della rivelazione dei fatti reali. Dagli utili della nostra attività turistica noi deduciamo un certo numero di borse di studio per gli storici qualificati, che così possono visitare gratuitamente i periodi che costituiscono l’oggetto delle loro ricerche. Anche queste visite sono guidate da Corrieri. Ma voi non dovrete occuparvi di questo aspetto del nostro lavoro.

Contiamo di assegnare alla sezione turistica tutti quelli di voi che si diplomeranno Corrieri. L’altra sezione del Servizio temporale è la Pattuglia temporale, che ha il compito di prevenire gli abusi degli apparecchi a effetto Benchley e di evitare l’insorgere di paradossi. Nella prossima lezione esamineremo dettagliatamente la natura di questi paradossi e i metodi per evitarli. Potete andare.


Dopo che Dajani fu uscito dall’aula, tenemmo una piccola riunione amichevole. La Dalessandro, muovendosi con un deciso sventolio di ascelle pelose, si avventò sulla bionda e delicata Chambers, la quale fuggì prontamente verso Chudnik, un tipo torreggiante e muscoloso con l’aria vagamente nobile di un bronzo romano. Chudnik, però, stava cercando di combinare qualcosa con Burlingame, un giovanotto vivace che non poteva essere omosessuale quanto sembrava. Perciò, cercando qualche altra protezione dalla rapace Dalessandro, la Chambers si rivolse a me e m’invitò ad accompagnarla a casa. Accettai. Venni a sapere che era una studiosa del tardo Impero romano, il che voleva dire che il suo campo d’interesse s’intersecava col mio.

Facemmo l’amore in modo meccanico e negligente, poiché a lei non interessava molto e c’era stata solo per cortesia; e poi parlammo della conversione di Costantino al cristianesimo, fino alle prime ore del mattino. Credo che lei si sia innamorata di me. Io, comunque, non l’incoraggiai, e la cosa non durò. Ammiravo la sua erudizione, ma il suo corpicino pallido era una gran noia.

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