La più grande Armada della storia della Terra avanzava nel grigio Anti-spazio, muovendo incontro a un’altra flotta, forse ancora più poderosa, per uno scontro che avrebbe deciso la sorte della millenaria Confederazione Terrestre.
Circa mille anni prima, e cioè nel 2504 del vecchio calendario, le città-stato della Terra e le colonie fondate sui vari mondi dalle grandi corporazioni interstellari, avevano inviato i propri rappresentanti a Ginevra, nell’Europa centro-meridionale, sulla Terra. Secondo gli Statuti della Confederazione, emanati dalla convenzione ginevrina, l’intera umanità formava un’unica repubblica democratica. La Pax Terrae aveva regnato sui domini dell’uomo, e quello era stato un periodo di quiete, durante il quale le navi della Compagnia di Navigazione Solare, fondata tre secoli prima della Confederazione, si erano spinte sempre più lontano, aprendo agli uomini la Cintura e colonizzando i mondi della Nebulosa stellare.
L’età dell’oro della Confederazione si era trasformata a poco a poco in Imperium. Potere e autorità avevano gravitato sempre più su Ginevra, si erano concentrati nelle mani del presidente, e la mossa era stata fatta con tanta abilità che pochi si erano resi conto di ciò che avveniva. Col passare dei secoli, le antiche libertà avevano continuato a sussistere solo come privilegi soggetti a revoca, a seconda del capriccio dispotico dei burocrati.
Ottocento anni dopo la creazione della Confederazione, il malessere diffuso sui vari mondi era divenuto intollerabile, il malcontento aveva cominciato a serpeggiare e, qua e là, prima dieci e poi venti dei mille mondi soggetti alla dominazione della Confederazione avevano fatto lega tra loro, erano sorti i primi comitati, erano state stese petizioni e invocate riforme.
In un primo tempo, il presidente aveva deciso di ignorare quei movimenti isolati, e aveva inviato truppe scelte a sedare i disordini, ma si era trattato di palliativi che non potevano durare a lungo. Da mondo a mondo, in modo inarrestabile, si era diffusa l’idea della ribellione. Il grido di “Abbasso la Confederazione!” era divenuto il grido dei ribelli, che avevano pubblicato il loro programma traendolo da un libello anonimo: “Ne abbiamo abbastanza della Terra: ormai ha fatto il suo tempo. Siamo pronti a versare il nostro sangue, per lottare e costruirci con le nostre mani il nostro destino”.
Nell’anno 846 della Confederazione, i mondi della Cintura, e cioè Orpheus, Loki, Prometeus e una dozzina d’altri, si erano alleati e avevano deciso di scuotere il giogo della Confederazione. La Lega dei Mondi Indipendenti era nata.
Il presidente della CT, pienamente consapevole del pericolo, aveva inviato una flotta a dare una lezione ai rivoltosi, ammonendo gli altri a non fare lega con i ribelli, se non volevano incorrere nella collera e nell’indignazione confederali. Le navi spaziali mandate dalla Terra erano penetrate nella Cintura puntando verso Orpheus, dove avevano trovato ad aspettarle una flotta messa assieme all’ultimo momento, piccola e male armata, con la quale i ribelli erano pronti a dare battaglia.
La Lega dei Mondi Indipendenti per poco non era uscita distrutta dallo scontro. Le poche navi superstiti, decimate e disperse, avevano chiesto asilo alla Confederazione; sulla Terra, il presidente, ormai convinto che ogni pericolo fosse scomparso, non aveva più pensato alla Lega.
Nei settantacinque anni successivi, i ribelli, che avevano imparato la lezione in quel primo assaggio delle forze della Confederazione, avevano evitato ogni scontro diretto. In tutto quel periodo, intanto, la Lega dei Mondi Indipendenti, a furia di scaramucce, incursioni e abile propaganda, era divenuta sempre più forte e si era preparata a sfidare per la seconda volta la potente Confederazione Terrestre.
In quegli anni, la Compagnia di Navigazione Solare si era costantemente tenuta al di fuori di ogni contesa politica. Entrambe le fazioni la criticavano, perché la CNS commerciava indifferentemente con gli uni e con gli altri, ma entrambe le parti la trattavano con riguardo perché era troppo potente per sfidarla. La Compagnia, sorta all’epoca delle città-stato terrestri, conservava qualcosa dell’ethos di una nazione, e coloro che ne facevano parte avevano finito per considerarsi esclusivamente cittadini della CNS. E la CNS, fiera delle sue antiche origini, fiera della sua indipendenza, tutta tesa a realizzare le sue mete private, si riteneva al di fuori, per non dire al di sopra, della competizione politica. Come la Svizzera dei tempi antichi, la CNS proseguiva per la sua strada, ignorando le opinioni mutevoli del resto dell’umanità.
Nel 919 dell’Era della Confederazione, la Lega, fiduciosa nelle sue forze nuove, era scesa nuovamente in campo e, con le flotte ancora vergini aveva mosso contro la Terra, uscendo dalla Cintura per puntare sulla capitale della Confederazione. Le flotte terrestri si erano levate per affrontarla, sicure della propria superiorità, ma stavolta la Confederazione, pur essendo riuscita a contenere le forze ribelli, non aveva riportato, come la volta precedente, una vittoria schiacciante sul nemico.
Scossi dall’esito della battaglia, e forse anche preoccupati, il presidente e i suoi consiglieri si erano resi conto che una lunga guerra attendeva l’umanità, un conflitto destinato a protrarsi nel tempo e a sconvolgere l’intera Spirale; e, naturalmente, si erano preparati ad affrontarlo.
Si potrebbero scrivere volumi sulla seconda fase della Grande Rivolta, sulla prima e sulla seconda battaglia della Nebulosa, sugli scontri della Nebula, sulla mischia di Deneb, e la difesa di Rama: in quei settantacinque anni la Confederazione si era fatta sempre più vulnerabile, mentre si rafforzava la Lega dei ribelli e il momento inevitabile dello scontro conclusivo si avvicinava.
Il presidente della Confederazione, Jonal Constantine Herrera, rendendosi conto che il tempo giocava a favore dei ribelli, aveva deciso di non arrischiare più le forze della Confederazione in scontri che non fossero decisivi. Era tempo, ormai, di sbaragliare le forze ribelli e di spezzare ogni velleità di resistenza. “Spazzateli via dall’universo” aveva ordinato Herrera ai comandanti delle sue navi. “Servitevi di qualunque mezzo a vostra disposizione, non arretrate di fronte a nulla!”
E i comandanti avevano capito perfettamente che cosa significavano quelle parole: “Massacrate, bombardate città e paesi, devastate, se necessario, tutti i pianeti, ma tornate con la vittoria in pugno!”
Uno dei generali più dotati e più quotati della Confederazione si era rifiutato di condurre una guerra basata sul genocidio e sulle atrocità di massa. Il Grande Ammiraglio Henri Kantralas aveva dato le dimissioni dalle Forze spaziali della Confederazione: arrestato all’istante, era stato processato per alto tradimento. Liberato dai simpatizzanti dei ribelli, e trasbordato nella Cintura, Kantralas era divenuto l’uomo su cui convergevano le speranze della Lega.
I ribelli, animati da un nuovo slancio e guidati da un uomo che prima avevano rispettato come nemico e ora idolatravano, si erano preparati a affrontare il peggio. E il peggio era arrivato.
I soldati della Confederazione, agli ordini di Abli Juliene, il nuovo Grande Ammiraglio della CT, si erano sparsi per la Nebulosa ed erano calati su Odino, il centro culturale più importante della Galassia, dove avevano imposto la legge marziale e scatenato rappresaglie contro gli abitanti. Per le strade di Odino, donne e ragazze erano state brutalmente violentate; i giovani erano stati torturati a morte, per strappare loro delle informazioni che spesso quei poveretti non conoscevano neppure; i bambini erano stati massacrati sotto gli occhi dei genitori, i padri e le madri trucidati nelle loro case. Il terrore e la follia si erano abbattuti su Odino.
A decine di anni-luce dallo sventurato pianeta, Antigone, che formalmente era neutrale, inorridito per la brutalità della Confederazione, si era dichiarato a favore della Lega. Anche stavolta le navi federali erano arrivate sul posto; spazzate via le poche difese improvvisate dei ribelli, avevano avvolto Antigone nel fuoco nucleare, lasciando, a dimostrazione della collera di Herrera, solo che uno scheletro annerito e carbonizzato.
I ribelli avevano risposto con pari atrocità, perché ormai la lunga guerra aveva degradato entrambe le parti a qualcosa di meno umano. Il generale ribelle Carman Dubourg, dopo aver attaccato e sbaragliato su Cassandra le forze della Confederazione, aveva ricambiato eccidio con eccidio, violenza con violenza, scovando mezzi nuovi e più ingegnosi per torturare e uccidere i nemici della Lega. Il “macellaio” Dubourg si era guadagnato un posto nella storia, dove il suo nome poteva degnamente figurare accanto a quelli di Attila e Hitler, tristemente noti per le loro nefande atrocità e barbarie.
La Grande Rivolta, ormai, era entrata nella terza fase, quella decisiva e più sanguinosa. Il primo periodo della terza fase era stato caratterizzato da tre grandi battaglie, di cui la più importante era stata la Terza Battaglia della Nebulosa Centrale.
Le flotte della Confederazione e della Lega si erano affrontate tra le stelle. Non fu mai possibile stabilire chi avesse vinto, perché, alla fine dello scontro immane, le flotte superstiti erano rientrare alle rispettive basi, le navi della Confederazione nel sistema solare e i ribelli nella Cintura, per medicarsi le ferite e prepararsi al prossimo urto, che sarebbe stato il più violento di tutti e quello decisivo.
Nell’ottobre 979 CT, il conflitto era a questo punto, quando la millenaria neutralità della Compagnia di Navigazione Solare fini, e le grandi flotte mossero l’una contro l’altra, nell’Anti-spazio, a una distanza di sette anni-luce e mezzo dalla Terra.