L’incertezza del comandante della nave pattuglia della Compagnia di Navigazione Solare numero 438 cresceva con l’avvicinarsi del momento in cui l’unità avrebbe dovuto uscire dall’Anti-spazio. Tra pochi minuti la sua nave, insieme con le altre trentaquattro navi pattuglia e i due incrociatori CNS, che ormai costituivano la Squadra IV, sarebbero rientrati nello spazio normale, a circa un migliaio di diametri dal Sole, e di qui avrebbero fatto rotta verso la Terra e verso il combattimento. Il comandante della 438 non aveva nessun desiderio di affrontare uno scontro, o, per lo meno, non aveva voglia di scontrarsi con dei ribelli che avevano, almeno, in una certa misura, la giustizia dalla loro. Eppure, nonostante tutte le sue incertezze e riserve, avrebbe accettato il combattimento, perché era fedele ai propri principi.
In piedi sul ponte del piccolo scafo, il comandante della nave pattuglia 438 fu uno dei primi della Squadra IV ad avvistare la capsula messaggi. Sul laser-radar apparve un trattino, preceduto da un segnale radio in codice, di enorme potenza, lanciato attraverso l’Anti-spazio. Si trattava di un segnale cifrato di chiamata, della CNS.
Appena identificata la chiamata, il calcolatore della 438 emise un altro segnale cifrato, in risposta al segnale inviato dalla capsula. L’emissione della 438 precedette di una frazione di secondo quella delle altre unità e, di conseguenza, la capsula mise la prua in direzione della nave.
Il raggio traente di bordo agganciò la capsula appena essa entrò nel suo raggio d’azione e la trainò fino all’unità pattuglia; cinque minuti dopo che la capsula era stata presa a bordo, il nastro con il messaggio registrato veniva consegnato al comandante dell’unità. Il comandante inserì il nastro nel registratore e girò il pulsante.
“In conformità all’Ordine 91827-4738, in data odierna, 12 ottobre, 979 CT, firmato da Altho Franken, presidente, Bilthor Franken, vice-presidente Settore Operazioni, di Central CNS, Complesso di Flagstaff, Nord America, tutte le navi della Compagnia di Navigazione Solare che si trovino attualmente in prossimità della Terra per dare il proprio appoggio alla Confederazione Terrestre in base al precedente ordine 91807-4734, in data 8 ottobre, 979 CT, sono, da questo momento in poi, liberate da quest’ordine. Ripeto: liberate da quest’ordine. Ricevono invece disposizioni di rientrare, se possibile, alle proprie basi. Nessuna azione, ad eccezione delle normali operazioni commerciali, specificate nei Regolamenti della Compagnia di Navigazione Solare, volume primo, sezione IV, dovrà essere intrapresa per dare aiuto alla Confederazione Terrestre, né alle forze ribelli. Seguiranno ulteriori disposizioni concernenti il personale e i mezzi della Compagnia di Navigazione Solare. Firmato Jarl Emmett, Controllo Operazioni, Settore Operazioni, Central CNS, Complesso di Flagstaff, Nord America.”
Seguiva il testo completo degli ordini citati nel messaggio, che il comandante della 438 non ritenne necessario di fare decifrare immediatamente.
Il messaggio fu inviato alle altre navi che formavano la Squadra IV, e da quel momento, per la natura stessa dell’ordine, la Squadra IV cessò di esistere.
Il comandante della NP 438 diede disposizione di compiere una rotazione di 180, e di accelerare immediatamente verso la Cintura. Era sua intenzione fare ritorno su Loki, se ci riusciva, e di aspettare lassù la fine del conflitto. Con un sospiro di sollievo, si chiese come mai Altho Franken avesse cambiato idea.
Molto, molto tempo dopo, gli esperti militari che si occuparono dell’ultima battaglia della Grande Rivolta, o del Crollo, come venne chiamata, affermarono che l’intervento della Compagnia di Navigazione Solare non avrebbe mutato gran che l’esito della Battaglia della Terra. Le forze messe in campo dalla Lega dei Mondi Indipendenti e la loro tattica militare avevano rivelato una superiorità schiacciante sulle scarse difese terrestri.
Quando i ribelli dilagarono verso la Terra, spingendosi avanti i resti in fuga dell’Armada della Confederazione, un segnale maser fu trasmesso dal settore Operazioni della Compagnia di Navigazione Solare, sede di Central, nei pressi di Flagstaff, Nord America. Il segnale fu captato dal complesso lunare della CNS e inserito nel calcolatore principale. Il calcolatore-guida della Luna elaborò i dati, determinò che le variazioni politiche erano in via di effettuazione, accertò che gli ordini riguardanti quelle modificazioni erano validi, e si apprestò a provvedere all’esecuzione dei medesimi. Nel giro di pochi secondi dalla ricezione, una delle trasmittenti più potenti del sistema solare chiamava tutte le navi della Compagnia di Navigazione Solare che si trovavano a portata del proprio maser.
Contemporaneamente venivano preparate le capsule messaggio anti-spaziali, lanciate successivamente in direzione delle posizioni presunte delle navi della CNS che stavano correndo in aiuto della Confederazione. Le capsule messaggio giunsero quasi tutte a destinazione e le varie unità, in ottemperanza agli ordini ricevuti, invertirono la rotta e non portarono soccorso alla capitale della Confederazione.
Quando la flotta ribelle penetrò nel Sistema Solare, incontrò, al di là dell’orbita di Marte, una scarsissima resistenza. Le forze della Confederazione si erano ritirate, stabilendo la prima linea difensiva ad appena dodici milioni di chilometri dalla Terra. I ribelli s’insinuarono tra le difese e entrarono subito in contatto con la principale linea difensiva della Confederazione.
Secondo il piano previsto dai comandanti della Confederazione, le forze ribelli dovevano essere fermate all’orbita lunare, dopo di che si sarebbe scatenata la controffensiva terrestre. Il piano però non funzionò e quando i ribelli arrivarono sulla Luna, la Confederazione era impreparata ad affrontarli. Le forze della Lega dilagarono sul satellite, annientarono le postazioni difensive e misero fuori combattimento quelle navi e quegli uomini che, in teoria, avrebbero dovuto bloccarli. Una parte della linea fortificata che circondava il cratere di Copernico fu distrutta da una grande esplosione nucleare, che non solo annientò l’avamposto della Confederazione, ma inflisse gravi danni al complesso lunare della CNS, ciò che rese impossibile l’invio di ulteriori messaggi alle navi della CNS che avevano, poco prima, voltato le spalle alla Confederazione.
Una volta travolte le difese lunari, non restò alla Confederazione che ripiegare sulla Terra, e mettersi in orbita appena al di fuori dell’atmosfera. A questo punto entrarono in azione i Forti Orbitali che, a detta degli esperti, erano in grado di bloccare qualunque forza nemica tentasse di invadere il pianeta. Effettivamente i Forti Orbitali, enormi sfere metalliche irte di armi, ritardarono l’assalto del nemico, ne infransero le fila, ma non furono in grado di arrestarlo. Uno per uno, i Forti furono distrutti e ciò che restava di essi precipitò in fiamme nell’atmosfera terrestre.
A questo punto, i comandanti della Confederazione, o meglio i pochi sopravvissuti al disastro (tra i morti c’era il Grande Ammiraglio Abli Juliene e il Capo di Stato Maggiore) decretarono la resa: e così la Terra, che era rimasta indenne, piegò il ginocchio davanti al generale Kantralas e alle sue truppe decimate, esauste, ma vittoriose.
La nave ammiraglia della Lega e cioè la “Guadalcanal” del generale Kantralas, al momento di penetrare nell’atmosfera, non incontrò nessuna resistenza e scese in un lungo volo a spirale fino al continente europeo. Le trasmittenti della “Guadalcanal” si sintonizzarono sulla città di Ginevra, chiedendo la resa immediata della Confederazione. Ginevra rispose che il presidente della Confederazione si era reso irreperibile durante la battaglia, ma che il vice-presidente, con l’appoggio del Parlamento riunitosi in tutta fretta, era pronto a discutere i termini della resa.
Quando il generale Kantralas prese terra a Ginevra, la Confederazione Terrestre non esisteva più.