Sala Lancio. Louis aveva bisogno solo di un istante. Voleva vedere il laboratorio, la Long Shot e l’automed nanotecnologico.
L’automed ricostruito da Carlos Wu era sparpagliato intorno al disco passatoio. Utensili tutt’intorno. Di molti si intuiva lo scopo. Cavi e fili multicolori di luce laser portavano a una ventina di cataste di strumenti. Un labirinto che sarebbero occorsi minuti per sbrogliare… un’ora o più per Ultimo.
La Long Shot si stagliava come una bolla lunga un miglio. A prima vista pareva in parte smontata. Un portello ricurvo, grande come un campo da gioco, era spalancato vicino alla base. Attrezzature erano ammassate all’intorno e da ogni parte c’erano materiali da imballaggio.
A guardare meglio, quei materiali non erano essenziali per un attendibile sistema di guida iperspaziale. Lì c’era una nave General Products n. 2, una scialuppa di salvataggio. Quelli erano serbatoi. Quegli altri, habitat gonfiabili per terreno e orbita e una raffineria di deuterio adattata per aspirare acqua marina. Alcuni oggetti servivano solo a dare indicazioni erronee. Accessori distorti dello scafo risultarono essere un proiettore olografico lasciato in funzione.
Armonista aveva tolto materiali e imballaggi per arrivare ai meccanismi, esaminarli e ricostruire la nave. Bastava chiudere il portello e… Louis non riuscì a capire subito come la nave sarebbe uscita dalla caverna.
Il cannone lineare rombò con un rumore da fine del mondo. Un fulmine attraversò il foro nel pavimento, risalì e uscì da Olympus Mons. Nel silenzio che seguì, Louis udì Proserpina gridare: — Se ne accorgeranno! — in lingua Ghoul.
Erano chini sul foro a guardare giù nel cannone lineare: Proserpina, Armonista e due piccoli difensori, l’uno o l’altro dei quali poteva essere Hanuman.
— Sanno che sono qui — urlò Armonista. — Immaginano che sono in attività. Quelli con un po’ di cervello ormai avranno dedotto cosa c’è sotto la Mappa di Marte. Alcuni potrebbero anche riposare meglio perché sto chiudendo i fori nel pavimento del Ringworld.
— … Rischi?
— I missili che la maggior parte di quelle fazioni ha continuato a usare, una sola esplosione di antimateria non avrebbe distrutto molto del Centro Manutenzione. Un nemico non potrebbe sapere d’avermi nuociuto e mi farebbe arrabbiare e potrei trovarlo. Ammetto che è rischioso. Sto temporeggiando. Non voglio che la ARM e gli altri si chiedano cosa stia combinando il difensore di Marte. Così mi limito a chiudere i fori. Questo mi tiene fuori dei guai.
Louis si disse che non l’avrebbero fiutato, era in una tuta pressurizzata. Ma anche lui non poteva fiutare niente, perciò continuò a guardarsi intorno. Vide alcuni difensori del Popolo dei Sospesi. Erano a distanza da lui. Vide un occhio-rete spruzzato nella cavità della scatola di rianimazione dell’automed. Rivolse un gesto di saluto (“Ciao, Ultimo!”) e si chiese se Armonista non fosse collegato alle stesse telecamere.
— … occorrono i fori?
— Con quelli ho finito. Siamo quasi… — Le voci si abbassarono, quando tornò loro l’udito. Louis non avrebbe appreso altro, in quel modo. Li vide coprirsi le orecchie e li imitò. Mentre il fulmine risaliva rombando il cannone lineare, raccolse un grippo e lo scagliò contro la testa di Proserpina, distante sessanta metri.
Proserpina lo afferrò al volo e lo rilanciò contro di lui: avrebbe colpito la parete di servizio, si sarebbe fracassato e l’avrebbe inondato di schegge. Louis danzò intorno alla parete, afferrò il grippo e lo scagliò di sbieco sul pavimento in modo che rimbalzasse contro Proserpina. Lei lo prese e lo rilanciò. A un tratto altri oggetti erano in movimento, utensili e pezzi di cemento e un animale morto da tempo, grande come Louis. L’animale gli si disintegrò in mano. Louis prese il resto e lo tirò indietro. Girò il rubinetto di un serbatoio e si rifugiò di nuovo dietro la parete, saltò su e tirò il grippo e un blocco di tufo lavico, poi si gettò sotto lo sbuffo di plastica da imballaggio leggera come piuma che era uscita dal serbatoio. La scalciò in alto e fu dietro il serbatoio, mentre loro lo cercavano. Il grippo attraversò la schiuma plastica, frantumandola…
Ma ora c’erano troppi oggetti in movimento Louis aveva l’impressione che elementi del tronco e dell’anca cercassero di staccarsi. Afferrò quanti missili poteva, li maneggiò come un giocoliere e alla fine li posò. Zoppicò verso i difensori.
Proserpina disse: — Pagliaccio…
— Cosa ti fa pensare d’essere al sicuro? — chiese Armonista.
— Mi hai lasciato un sediolo. Hai armeggiato con il mio metabolismo.
— Louis, tutto è avvenuto fuori sequenza. Hai mangiato presto e hai terminato il cambio tardi. Una nave della ARM è esplosa in precedenza. Avremmo potuto usare il tempo per estrapolare il comportamento di tutte le fazioni nella Guerra Periferica. Ora… parla con me. Cosa faranno?
— Un controllo psichiatrico come prima cosa?
— Di chi?
— Hai capito come funziona la Long Shot?
— Sì.
— E hai impresso il principio in un quintilione di congegni nanotec? Fatti da un automed sperimentale molto modificato?
— I numeri…
— E hai fatto scorrere nanopolvere nella rete di superconduttori sotto il Ringworld, in modo che si possa alterarne la struttura?
— Sì, con l’aiuto di Proserpina e dei nostri compagni.
— Proserpina, sei immischiata in questa storia?
— Sì. Louis. Non c’erano buchi sufficienti nel terreno, perciò abbiamo dovuto praticare fori in certi punti…
— Funziona davvero?
— Penso di sì — disse Armonista.
— Stet, sono sano di mente e voi pure, altrimenti siamo tutti pazzi. Il sistema è pronto a partire?
— Potrebbe, se la mia riserva di energia tiene. Non posso includere i quadrati delle ombre o il sole. Al massimo posso scappare per poco più di due giorni. Ma, Louis, non sono sicuro che i nanosistemi abbiano terminato d’infettare l’intera griglia. Devo sapere quanto tempo abbiamo. Cosa farà la Guerra Periferica?
Con la mente Louis danzava su un nuovo sentiero. — Puoi costruire un nuovo sistema per il giorno e la notte. Armonista, perché non costruire una vera sfera di Dyson? Dieci milioni di miglia di diametro, con un sole al centro e all’intorno il Ringworld. Sottile come una vela solare, così la pressione della luce la gonfia. Provvederla di finestre in modo che la luce attraversi il Ringworld. Il resto del materiale è un trasformatore fotoelettrico. Raccoglierai gran parte dell’energia di un sole.
— Sei “fresco”, Louis — disse Proserpina. Nella lingua Ghoul la parola si riferiva alla carne non ancora pronta per essere mangiata: immaturità inaccettabile.
— I difensori a volte sono scervellati. Devi risolvere un problema alla volta. Stiamo considerano ancora la flotta della Guerra Periferica. Quando colpiranno?
— Questa è un’altra faccenda…
— No! — mugghiò Armonista. — Una fazione ha già distrutto uno dei miei jet di assetto. Chi? Per quale motivo? È una provocazione voluta?
— Mostrami l’evento. Sala Difesa Meteore.
Traslarono.
Louis non poteva assolutamente fare segnali a Ultimo. Il burattinaio si sarebbe dovuto muovere subito.
Sala Difesa Meteore. Con un balzo Armonista e Proserpina occuparono due sedioli. Lo storpio Louis fu costretto ad arrampicarsi per raggiungere il terzo. Guardò dove ci sarebbero dovuti essere i dischi passatoio. Quello da lui utilizzato era segnato chiaramente. Un difensore dei Sospesi, Hanuman, comparve in un punto non segnato e aspettò ordini. Altri potevano essere nascosti là o laggiù. Quasi certamente tre o quattro, non di più. Perché quei sedioli e quei bracci mobili erano così massicci?
La parete mostrava il sistema del Ringworld visto dal sole. Il Ringworld era un semplice profilo, fili bianchi contro uno sfondo di stelle. — Mi serve una bacchetta — disse Louis. — Quelle sono navi di Esterni, giusto? Due. Ne vedete altre?
— No.
— Non siamo di reale interesse a qualsiasi cosa così diversa. Quelle sono navi Kzinti e quelle altre della ARM. Non vedo la nave degli Sheathclaws.
— Se n’è andata.
— Probabilmente è stata richiamata, altrimenti forse si sarebbe scagliata contro gli Kzinti. Gli Kzinti hanno schiavi telepati. A cosa pensate?
— Interazioni — disse Proserpina.
Louis doveva trovare un modo per sfruttare un po’ di tempo, poi mandare i difensori in qualche missione diversiva. Tracciò una linea che collegava varie navi e aggiunse frecce di vettore. — Vedete? Distanza, velocità, gravità… bisogna considerarle tutte, perciò è complicato…
— Non è complicato! — lo interruppe Proserpina, brusca. — È solo differente. L’abbiamo fatto dal nucleo galattico al sito del Ringworld! Loro hanno provocato uno stallo, ma è instabile qui…
— Sì. E l’equilibrio non reggerà, se… se una fazione dissidente, per esempio il contingente della Sola Razza, gestisce davvero questa nave o…
— Non capisco come abbia retto così a lungo — disse Armonista. — E come potrà reggere ancora. Ma tu, Louis, li conosci tutti.
— Non reggerà. Stai trascurando l’effetto degli Esterni. Loro sono più potenti delle altre fazioni e tutti lo sanno. Solo con la loro presenza hanno reso più stabile la situazione finora. Ognuno si chiede che cosa faranno. Gli Esterni non faranno niente… e tutta la Guerra Periferica gradualmente se ne sta accorgendo.
Ora vedeva anche lui lo schema di disintegrazione, il rafforzamento e il bluff. Due navi della ARM pronte a distruggere una grande nave Kzinti. Trentuno navi schierato intorno a una Esterna nella speranza di protezione che sarebbe svanita come brina sulla Luna. L’equilibrio semplicemente non c’era.
— Armonista, questo castello di carte potrebbe crollare in qualsiasi momento. Non aspettare. Quanto rapidamente puoi metterci in moto?
— Mezza giornata, con un po’ di fortuna.
Louis si girò, sorpreso. — Come mai così tanto?
— Devo riversare tutta l’energia del sistema di quadrati delle ombre nella griglia di superconduttore. Se l’avessi fatto troppo in anticipo, sarebbe colata…
— Non puoi ottenere energia magnetoidrodinamica dai jet d’assetto del bordo?
— Magnifica idea. Avrebbe richiesto una certa quantità di riprogettazione, diciamo da venti a trenta giorni, e un migliaio di difensori delle montagne di drenaggio. Mi occorre mezza giornata e poi via, niente più Guerra Periferica.
— Comincia subito — disse Louis.
— Sei appena arrivato — replicò con pazienza Armonista. — Non sappiano nemmeno, neppure tu, chi ci ha attaccato ventotto giorni fa. Da dove viene il pericolo? Posso limitarmi a ucciderlo? La rete di superconduttore si è autorinnovata per soli due falan, cristallizzandosi nella nuova configurazione. Anche se il cambiamento è completo, devo metterlo alla prova.
“A volte bisogna solo giocare d’azzardo” pensò Louis. Ma sapeva che Armonista non avrebbe agito abbastanza rapidamente senza maggiore pressione. — Mostrami com’è avvenuto — disse.
Il cielo cambiò: navi si mossero, le stelle rimasero ferme. Il Ringworld divenne solido. Una finestra zoomò un jet d’assetto, una sottile rete luccicante modellata magneticamente in un iperboloide di rotazione, con una linea di fuoco bianco lungo l’asse. All’improvviso divenne luminosa, luminosa, offuscata… il motore era andato e un pezzo mancava dal muro del bordo. Ai piedi, montagne di drenaggio bruciavano.
— Hai solo questo?
— Varie frequenze.
Replay, luce idrogeno alfa. Louis lo respinse con un gesto. — Troppo palese per i burattinai, troppo sobrio per gli Kzinti. Forse uno Kzinti dissidente. Ci sono dissidenti anche nella ARM, dovremmo chiedere a Roxanny. O a chiunque piacerebbe vedere entrambe le parti ridotte un poco. Non sono mai stato sicuro dei Trinoc o dei burattinai.
— Non aiuta molto — convenne Armonista.
— Dimmi cosa sai di Teela Brown.
— Di chi? — chiese Proserpina.
— Un folle intrigo dei burattinai — disse Armonista. — Lei era una vittima. La General Products, il braccio commerciale dei Burattinai di Pierson nello spazio umano, stabilì sulla Terra una lotteria di diritti di nascita. Il tentativo per selezionare umani fortunati. In pratica ottennero alcuni colpi di fortuna statistici, come Teela Brown. Lei… Louis! Hai avuto un figlio da Teela Brown?
Louis restò in silenzio.
— Dov’è tuo figlio?
Louis non aprì bocca. Fra difensori è facile mantenere una faccia da poker: il linguaggio del corpo è difficile. Aspettò finché non vide movimento. Con un lungo salto Proserpina lasciò il sediolo. Armonista balzò in un’altra direzione. Hanuman parve incerto; rimase vicino al disco passatoio visibile, quello più lontano. Non appena i due difensori furono impegnati, Louis saltò verso il sediolo di Armonista.
Uno di quei sedioli era di sicuro un disco passatoio. Un nascondiglio naturale. Due sedioli sarebbero stati ridondanti, anche se tutti e tre erano troppo spessi e troppo larghi. E poi Armonista avrebbe preso per sé quello giusto. Ma altri dischi passatoio nella sala andavano sorvegliati. Se aveva ragione lui… e l’aveva, perché Hanuman si lanciò immediatamente verso lo stesso sediolo.
Hanuman arrivò per primo. Il sediolo cominciò a spostarsi lateralmente, ma Louis era lì. Hanuman gli vibrò un potente calcio, ma Louis aveva a favore la massa. Sbatté Hanuman sul disco passatoio e protese la mano sopra l’ominide intontito per far scattare il bordo e mettere in funzione il disco. Tutti e due traslarono.
Con la base del palmo, un colpo sulla testa di Hanuman. L’ominide perdette i sensi. Louis lo spinse giù. Dolore continuo all’anca: il calcio aveva rotto qualcosa.
Erano nelle viscere del terreno, da qualche parte sotto Marte. Louis aprì il bordo del disco e cominciò a battere sui comandi, velocemente.
Louis comparve, aprì il bordo. Se Armonista l’avesse rintracciato su quell’isola sabbiosa e spoglia (oppure se Hanuman gli avesse fatto un segnale entro il prossimo paio di minuti) avrebbe trovato orme vecchie di ore. Forse perfino tracce dell’odore di Wembleth e Roxanny.
E se i geni di Teela erano fortunati, Wembleth e Roxanny e il loro figlio sarebbero stati ormai ben fuori della portata di Armonista. Ma ogni schema di sopravvivenza genetica è pazzescamente fortunato e la fortuna di Teela non avrebbe importato un tanj ad Armonista. Ciò che importava era questo: Louis Wu non avrebbe mai dato una risposta spassionata e attendibile alle risposte di Armonista finché avesse potuto oscurare le risposte per favorire la propria linea di sangue.
Ancora una mossa. Louis batté i comandi, poi premette # e traslò.
Nei quartieri dell’equipaggio a bordo della Hot Needle, Louis selezionò in fretta una frittata di funghi al formaggio piccante e un’insalata. Si tolse la tuta pressurizzata e poi gli abiti. Selezionò un giubbotto paracadute e lo indossò. Aprì la doccia quanto bastava per bagnare il sacco. Quasi s’aspettava di udire la Voce del burattinaio, ma non venne.
Si spostò nello scomparto da carico. Un’aviobici sarebbe stata troppo grossa, tuttavia selezionò una cintura di volo modificata per sollevamento magnetico. Mangiò quasi tutta l’insalata e la frittata mentre aspettava, quattro pericolosi minuti, che la cintura di volo fosse costruita. La indossò e tornò nei quartieri dell’equipaggio.
Ora si chiese dove un burattinaio avrebbe nascosto un disco passatoio. Lì doveva esserci un portello di fuga: Ultimo si sarebbe potuto trovare intrappolato nei quartieri dell’equipaggio da un uomo e uno Kzin. Il sedile del water? Troppo piccolo. La doccia?
Il soffitto della doccia. Aveva le giuste dimensioni. Il codice sarebbe stato musica di burattinaio: lui non avrebbe mai saputo cantarla. Forse avrebbe potuto infrangerlo, ma prima…
Appoggiò le mani sul soffitto e disse: — Voce di Ultimo, fammi passare.
Fu nella sala comando. Usò il disco passatoio che c’era lì.
Né Hanuman né Louis erano dove il primo salto li aveva portati. Al secondo Armonista e Proserpina si trovarono in un’isola spoglia. Trovarono Hanuman, stordito, che cercava di alzarsi a sedere. Proserpina lo esaminò: non pareva ferito gravemente.
Armonista chiese: — Come stai?
— Ferito, non grave — rispose Hanuman. — Aveva in pugno la mia vita e me l’ha lasciata.
— Il gesto mostra un buon autocontrollo. Proserpina, guarda se trovi tracce dei nostri ospiti in fuga. Hanuman, riposa. — Andò a lavorare ai comandi del disco passatoio.
— Fiuto il loro odore — disse Proserpina. — Vecchio di falan. In fregola.
— Questo cambia tutto — disse Hanuman. — Devo avvisare la mia gente.
— La tua gente vive sugli alberi! Come possono nascondersi da ciò che deve venire?
— Stet. So cosa fare.
— Aspetta che ce ne siamo andati — disse Armonista. — Poi raggiungici nella Sala Difesa Meteore. — Traslò con Proserpina.
Sala Lancio. Piccoli difensori dei Sospesi erano distesi bocconi nella caverna sotto Olympus Mons. Ultimo lavorava a un proiettore laser. — Come procede? — chiese Louis.
— Sto ancora scollegando strumenti. Difficile dire dov’è sicuro.
Louis cominciò a scollegare accessori laser e cavi, staccando strumenti di Armonista dove necessario. Rimpianse di non potersi muovere più velocemente. Qualcosa dai bordi taglienti gli si muoveva nell’anca, la carne era molto gonfia. — Non sei al sicuro nel Ringworld — disse. — Come sposterai i componenti dell’automed?
— Non ho deciso.
— Speravo che ti fosse venuta un’idea. Stet. La prossima parte è rischiosa. — Terminò di scollegare sensori. I componenti dell’automed erano ancora collegati gli uni agli altri. Louis li lasciò così. — Sarò via per un’ora almeno. Prepara questa roba in vista di sollevamento con campi magnetici. Lascia aperto il tetto.
— Un momento. Cosa stai per fare?
— Non c’è tempo.
— Dove sono i difensori che stiamo derubando? Cosa posso fare quando la morte può trovarmi da un momento all’altro? Dimmi cos’hai fatto!
Meglio se l’avesse saputo, pensò Louis. Aveva già sciupato un’ora almeno. Poteva concedere a Ultimo un minuto. Disse: — Ho cercato di spiegare ad Armonista che la Guerra Periferica è sul punto di scoppiare…
— Eee! - Un rauco accordo di sgomento.
— Proprio come sto spiegando a te. Se nascondi tra le gambe la testa, morirai in quella posizione. Mi credi?
— Sì.
— Ho indotto Armonista a sospettare che avevo un figlio… sì, un figlio con i geni di Teela. Congratulazioni, sono sopravvissuti. Il tuo programma di selezione è ancora in vigore…
— E la selezione successiva?
— Oh, Ultimo, altre navi si saranno schiantate sul Ringworld. I figli di Wembleth troveranno compagni.
— Stet.
— Sono stato in vari posti, finendo dove Armonista può trovare tracce di Wembleth. Poi ho usato il blocco sul disco passatoio e sono andato sulla Needle. Armonista non ci metterà molto ad aggirare il blocco. Quando lo farà, scoprirà che sono stato sulla Needle, ho fatto i miei comodi a bordo e non me ne sono andato. Devo essere ancora a bordo. Sono andato a prendere Wembleth, giusto? Ne segue che stiamo cercando di lasciare il Ringworld. L’equilibrio della Guerra Periferica deve essere pronto a saltare proprio ora. Altrimenti nessun difensore rischierebbe in quel modo la vita del proprio figlio, in una nave che può essere abbattuta dalle altre o bloccata con la stessa facilità con cui Armonista può bloccare la Needle.
“Se Armonista e Proserpina seguono questa logica, si preparano a porre fine alla Guerra Periferica e non ci disturberanno qui, finché tu terrai addormentati quei difensori e penserai a spegnere quelle telecamere. Puoi andare?”
— Abbi fiducia in me — disse Ultimo.
Louis rifletté per un momento. Ultimo sapeva come aprire il soffitto di Olympus Mons. La Long Shot era troppo grossa per essere lanciata mediante il cannone lineare, perciò si sarebbe alzata lentamente, su jet di fusione, diventando un buon bersaglio. Ultimo non avrebbe avuto il coraggio e comunque la soluzione era troppo pericolosa.
Perciò Louis poteva stare sicuro che Armonista non sarebbe partito senza di lui e questo sistemava la faccenda. Traslò.
Sala Difesa Meteore. — Non abbiamo mai localizzato la nave — disse Armonista. — Puoi bloccare la sua partenza?
— Sì. E posso frugare lo spazio più vicino in cerca di navi della ARM che vengano per lui. Non può sfuggirmi. Deve essere pazzo. Una fallita trasformazione in difensore può rovinare il cervello di un riproduttore.
— Può farlo anche l’improvvisa comprensione. Pazzo di paura?
— Ma lui ha paura della Guerra Periferica o di ciò che faremo?
Proserpina socchiuse gli occhi. In quel modo assomigliava un poco a Hanuman. Disse: — Non si aspetta di trattenerci a lungo. Avrà appena il tempo sufficiente per stare alla larga, se cominciamo subito e non badiamo a Louis Wu e a suo figlio.
Armonista guardò il cielo pieno di navi. — Inizia — ordinò.
Hanuman comparve in una cresta di scrith spoglio. Guardò in basso, verso miglia e miglia di foresta, ed esaminò le possibilità.
Louis Wu era il difensore che non aveva figli nel Ringworld… a meno che non avesse avuto un figlio da Teela Brown. Louis-difensore non avrebbe avuto interesse in Teela, che era morta, a meno che lei non avesse lasciato un figlio; e quel figlio sarebbe stato di Louis Wu. La sequenza logica era così chiara che perfino un difensore dei Sospesi poteva seguirla.
Armonista l’aveva capita in un attimo. E in quell’attimo Louis Wu era andato a salvare il proprio figlio e a metterlo al sicuro. Ne conseguiva che la morte del Ringworld era attendibile e immediata. Armonista avrebbe agito.
E ora? Il popolo di Hanuman era arboricolo! Non aveva intelligenza, non poteva seguire ordini, anche se lui ne avesse avuti da dare. Come avrebbe fatto a nasconderli dal cielo? Augurandosi un temporale? Trovando il fortunato figlio di Teela Brown e portandolo lì e poi augurandosi un temporale?
Prese una decisione.
Staccò dall’impoverita catasta di servizio una piastra levitante. Si mantenne sopra la foresta, godendosi gli odori di migliaia di persone del suo popolo sotto il baldacchino. Fratelli, sorelle, D-figli. Non scese a guardarli. Non avrebbe avuto tempo. Armonista si sarebbe mosso immediatamente. Dove una cima d’albero bloccava il sole, Hanuman già vedeva uno scintillio verso i quadrati delle ombre. L’energia era irradiata giù.
Posò la piastra sul terreno logoro. Alcuni Scavatori emersero. Hanuman si rivolse a loro. — Dovete stare sottoterra per due giorni. Per voi è facile. Non guardate il cielo. Diffondete la notizia più che potete, ma siate sottoterra prima che l’ombra nasconda il sole. Ci saranno luci come non avete mai visto. Non guardate il cielo finché la luce non si affievolisce. Dopo, il cielo sarà molto buio. Andate a favore di spin e a tribordo, dove troverete i Sospesi. Aiutateli. Sono miei e saranno impazziti.