8. Prova una bomba d’antimateria

Per due giorni la Gray Nurse aveva continuato ad accelerare, poi si era limitata a cadere verso il sole e il Ringworld. Avrebbe sorvolato il muro del bordo nel giro di qualche ora. In quel momento ci sarebbe stata una possibilità di scelta. Nello scafo della Gray Nurse c’era un motore lineare. Era possibile lanciare navi da caccia che restassero in agguato a tiro del Ringworld.

L’equipaggio attese. Qualsiasi cosa fosse accaduta nella chiazza di comete e di vuoto tenuta dagli Kzinti, si era verificata molto più in alto della Gray Nurse, seminascosta in una nebbia di cristalli di ghiaccio. L’equipaggio poteva fare ipotesi, certo. Sonde esplorative stavano facendo rilievi scientifici. Intanto gli assalitori erano in vista e in fuga.

Quella piccola ha uno scafo della GP - disse il detective in seconda Claus Raschid. - Potrebbe essere di chiunque.

Tranne un burattinaio - replicò Roxanny. - Loro non ne avrebbero mai il coraggio.

Ma quella grossa e lenta è la Long Shot.

Il resto della Guerra Periferica l’aveva notato. Le due navi erano ora circondate da sonde di cinque o sei culture. I monitor della sala comune mostravano dati. Un Burattinaio di Pierson era alla guida della nave GP n. 3. Il pilota della Long Shot aveva l’aspetto di un uomo.

La Long Shot è nostra - disse Claus. - Potrebbe essere l’occasione buona per riprendercela.

Tutti guardarono scorrere i dati. Un improvviso scroscio di fuoco circondò la Long Shot, mettendo in pericolo una nave sperimentale d’inestimabile valore, e Roxanny sorrise alle imprecazioni degli altri. Il sorriso si spense e le imprecazioni cessarono quando la sfera di cristallo si limitò a scomparire.

Si udì la voce del Comando. - Tutti gli equipaggi dei caccia a bordo immediatamente!

“Svanita come una bolla di sapone” pensò Roxanny. “Com’è possibile?” Intanto percorse in fretta il corridoio verso il suo posto operativo, evitando corpulenti pezzi grossi che pensavano di poter volare in quello spazio ristretto. Il suo posto operativo era la Snail Darter. Roxanny strisciò nella camera d’equilibrio e si accomodò sul sediolo. Claus Raschid la seguì. Il terzo componente dell’equipaggio… - Dov’è Forrestier? - inveì.

Il detec Oliver Forrestier si precipitò dentro e prese posto. I tre erano schiena contro schiena e guardavano i monitor a parete. Oliver chiese: - Pensi che lanceranno noi, stavolta?

Roxanny Gauthier sogghignò. Le piaceva quella situazione: lei e due maschi in un ambiente che non poteva ripulire l’aria di tutti i feromoni e troppo affollato per permettere niente di più che civettare. Claus e Oliver erano già intimiditi. - Ci lanceranno - disse. - A seconda di ciò che faranno tutte quelle navi, vedremo il Ringworld da vicino. Potremmo anche scendere in superficie. Rimboccatevi le maniche, Entità Legali! Andiamo all’attacco.


La nave sobbalzò e anche Louis sobbalzò, mentre ogni cosa intorno a loro si spostava. La Needle era fuori del campo di stasi. Vedute laterali mostravano paurose corone sopra un nero orizzonte di sole oscurato. A poppa c’era soltanto nero: il sole in allontanamento.

Louis non poteva vedere ciò che mostravano i monitor di Ultimo. Bene. Se avesse visto grafici e rappresentazioni in falsi colori, avrebbe sentito salire la temperatura dello scafo. I Burattinai di Pierson non ignoravano mai il pericolo, non fingevano mai che non ci fosse. Non giravano mai le spalle a una minaccia, se non per scalciare.

Più avanti scorrevano ardenti archi di gas di corona. Le stelle erano nascoste da un bagliore color rubino che poteva anche essere provocato dalle radiazioni dello scafo dell’invisibile Needle. Le navi della Guerra Periferica… non si vedevano. Il burattinaio si era liberato degli inseguitori frenando la nave nell’atmosfera del sole.

Già si avvicinavano all’anello di enormi rettangoli che gettavano l’ombra notturna sul Ringworld. Ultimo spostò la nave dietro un quadrato delle ombre, poi aumentò l’accelerazione e scappò. Louis si domandò se Armonista avesse staccato la difesa meteore. In una precedente occasione la difesa meteore aveva aperto il fuoco contro Louis. La Lying Bastard in stasi era finita contro il pavimento del Ringworld e aveva scavato un solco nel terreno. Se l’erano cavata senza un graffio… ma stavolta Armonista aveva incasinato la sincronia del loro campo di stasi.

Stavolta il laser supertermico alimentato dal sole del Ringworld non sparò o non fu abbastanza rapido da colpire la Needle. Ma la Guerra Periferica ritrovò la nave.

— Siamo seguiti — disse Accolito.

— Ora me li scrollo di dosso — cantò Ultimo. — Non distraetemi.

Il Ringworld salì come uno smisurato schiacciamosche. La Needle si tuffò dritto verso una lunga striscia di terra in attesa della notte. Louis vide in basso l’Altro Oceano, un enorme rombo punteggiato di gruppi di isole, spostarsi di lato mentre la Needle scendeva. Ultimo puntò verso una nube illuminata da fulmini, posta come una clessidra appiattita in un disegno parecchie volte più esteso della Terra.


Un occhio di ciclone è il segno visibile di un foro nel pavimento del Ringworld. È l’equivalente degli uragani e dei tornado che si formano sui pianeti. L’aria che sgorga dal foro produce un vuoto parziale. L’aria che fluisce a favore di spin rallenta per la velocità di spin, pesa meno, tende ad alzarsi. L’aria contro spin accelera, diventa più pesante, tende ad abbassarsi. Dall’alto il disegno è una clessidra appiattita con un foro al centro. Da babordo o da tribordo la tempesta assume l’aspetto di un occhio, palpebra superiore e palpebra inferiore e una spirale di tornado al centro e a volte un sopracciglio di alti cirri.

Un difensore del Ringworld, Armonista o Bram prima di lui, avrebbero ormai turato un foro di grandi dimensioni. È difficile rimpiazzare un mucchio d’aria perduta. Il cratere meteorico al centro della tempesta sarebbe stato piccolo e vecchio: le tempeste impiegano generazioni a formarsi.

Ultimo scese verso il turbinante punto centrale della clessidra, rallentando molto, avendo ancora in scia una nave grande e due più piccole. Poi la Needle si tuffò nel vortice nero, come spinta da follia suicida, e lo attraversò. Dal cratere della meteora uscì nello spazio interstellare ed eseguì una brusca virata all’indietro e verso l’alto. Ultimo lanciò un raggio laser contro la nera parte inferiore del Ringworld. Un bagliore color rubino illuminò uno spiegamento di tubi di drenaggio spezzati da un’altra vecchia meteora.

“Devo dirlo ad Armonista” pensò Louis. “Il Ringworld si sta logorando. Perde aria e acqua. Necessita di riparazioni dappertutto: la parte inferiore, i muri del bordo, il paesaggio. Già, nel nostro copioso tempo libero.”

Ora attraversavano un pennacchio di cristalli di ghiaccio. Un blocco d’acqua marina congelata ribolliva. All’improvviso Accolito disse: — Louis, smettila con queste cose!

— Scusa.

— So cosa significa: “È una passeggiata”. Miliardi di tuoi simili pagano fior di quattrini per il privilegio d’essere spaventati a morte in condizioni d’assoluta sicurezza. Un eroe deve correre pericoli veri!

— Tu li hai corsi, quando abbiamo combattuto contro Bram. — Mentre la Needle correva verso l’alto, pensò: “Non è una trappola mortale. È una passeggiata”.

Il nero ghiaccio marino era quasi evaporato. La Needle speronò un canale di scolo distrutto, attraversò un’ultima barriera di ghiaccio e si trovò nel mare superiore. Rimase a galleggiare nell’acqua nera.

— E qui la nave può restare — disse Ultimo. Sollevò il bordo di un disco passatoio e si mise a lavorare sui comandi.

— Quanto di tutto questo t’aspettavi? — chiese Louis.

— Circostanze impreviste — disse Ultimo. — Se Armonista m’avesse mai dato un’occasione di spostare la Needle, mi sarebbe servito un posto dove nasconderla. Questo collegamento porta al Centro Manutenzione. La rete di dischi passatoio è aperta per noi.

Accolito aveva drizzato le orecchie. Guardava dall’uno all’altro e viceversa, come chi segue una partita a tennis. Louis rifletté. L’oceano intorno a loro avrebbe perduto acqua finché non si fosse formato un tappo di ghiaccio. Armonista poteva trovarli, se ne aveva voglia, grazie al pennacchio di vapore. Ma la Long Shot era lenta nello spazio normale e anche se un balzo nell’iperspazio in vicinanza di una stella non era più morte certa, restava comunque pericoloso. Armonista e la Long Shot sarebbero stati inseguiti nel cielo ancora per parecchi giorni.

Così la Needle era… — Ultimo, non puoi nascondere la nave.

— L’ho fatto.

— Dobbiamo avere accesso alla Needle per viveri, letti, docce, tute pressurizzate. Ci serve un collegamento mediante disco passatoio… e basta anche ad Armonista.

— Posso nasconderne la dislocazione, Louis.

Cercava d’illudersi di avere il comando, pensò Louis. Pareva futile, ma era la stessa cosa che faceva lui. Disse: — Mentre Armonista tiene d’occhio la Hot Needle, perché non rubiamo la Long Shot?

— Come?

— Non ne ho idea. Ma sono stufo d’essere manovrato come marionetta da lui o da te, Ultimo. Ci deve essere un modo per uscire da questa scatola.

— Visto che Armonista è occupato, potremmo avere un paio di giorni per realizzare qualcosa.

Traslarono nella Sala Difesa Meteore.


La luce del giorno era strisciata sull’occhio di ciclone. Louis guardava l’estensione di 190 milioni di miglia, al di là del bordo del sole e degli orli neri dei quadrati delle ombre. Nodi e fili d’argento segnavano ancora fiumi, laghi, mari; ma il tempo e le conseguenze del foro avevano disseccato il terreno. Tre navi serpeggiavano dentro e fuori una piatta clessidra fatta di tempesta. Erano di sicuro quelle che avevano seguito la Needle. La più grande era degli Kzinti, la più piccola era un caccia della ARM e anche la terza apparteneva alla ARM. Erano in grado di scorgersi l’un l’altra nella nube, come chiunque avesse un radar di profondità.

Il fulmine balenava di tanto in tanto nella zona, ma ci fu uno schizzo improvviso troppo luminoso per un fulmine.

— Il guaio con un proiettile d’antimateria — commentò Louis — è che l’equipaggio coglie al volo qualsiasi scusa per toglierselo dalla nave.

Le due navi della ARM davano la caccia all’altra. La nave Kzin si tuffò nella nube. Louis la seguì sul radar e vide che attraversava l’asse dell’occhio di ciclone, con una nave della ARM in scia, mentre l’altra la precedeva nell’aria libera. Poi la nave Kzin attraversò lo scarico, uscì e sparì.

Ora due navi della ARM erano padrone di forse mille miliardi di miglia quadrate di Ringworld. Per parecchie ore perlustrarono la zona, tornando spesso all’occhio di ciclone.

— Sorvegliano il foro per impedire l’ingresso — suggerì Ultimo. — Tu e Chmeee avete sparso il segreto in tutto lo spazio conosciuto, vero, Louis? Entrare e uscire dal Ringworld da un foro di meteora. Oppure affrontare una difesa laser ad alimentazione solare.

— Se trovano la Needle - disse Louis — avranno accesso alla rete di dischi passatoio. Ultimo, è tecnologia facile da copiare? Le Nazioni Unite non ne hanno mai avuto l’occasione. È molto più avanzata delle cabine transfer.

Ultimo, naturalmente, non rispose. Louis si ritrovò a fissare sullo schermo l’Altro Oceano. La distesa d’acqua e di terra pareva un arazzo sulla parete di un castello. Gruppi di isole, continenti… sarebbero stati enormi come le mappe nel Grande Oceano, una delle quali riproduceva in scala uno a uno la Terra. Qui erano più densamente raggruppate e parevano tutte identiche.

— Ultimo, sono stati i Pak a costruire il Ringworld?

— Non lo so, Louis.

— Pensavo che ormai l’avessi scoperto. Mi chiedevo se ci fossero veri Pak da qualche parte fra tutte le varianti di ominidi. Dei Pak abbiamo visto solo vecchie ossa.

— Possiamo dedurre molte cose dai riproduttori Pak. Dormivano o si nascondevano durante il giorno e la notte. Cacciavano al crepuscolo. Vivevano su una linea costiera.

Louis rimase sorpreso. — E questo come lo sai?

— La tua parziale assenza di pelo suggerisce che i tuoi antenati nuotavano regolarmente e ti ho anche visto nuotare. E poi nel Ringworld il crepuscolo dura più a lungo che su qualsiasi altro pianeta e una simile durata non è affatto necessaria. Ora ti mostro.

Si sistemò goffamente su un sediolo. Trovò i comandi e rese di un blu indefinito lo schermo a parete. Cominciò a tracciare linee bianche. Una chiazza bianca: il sole. Un cerchio: il Ringworld. Un cerchio molto più piccolo, concentrico: una trentina di quadrati delle ombre, in movimento un po’ più rapido dell’orbita, in una rete di cavi. — Ecco come è stato progettato il Ringworld — spiegò Ultimo. — Giorno di trenta ore, con dieci ore oscurate e più di un’ora di sole in parte bloccato. Invece…

Tracciò cinque lunghi quadrati delle ombre in movimento retrogrado rispetto allo spin del Ringworld. — Così si eviterebbe il lungo periodo di crepuscolo e si avrebbero giorno e notte di uguale lunghezza. I costruttori non volevano che fosse così. Volevano chiaramente che il Ringworld avesse estati infinite e lunghi crepuscoli. Riteniamo che si trattasse di difensori Pak e riteniamo che il pianeta dei Pak fosse fatto in questo modo.

Louis studiò il disegno. Oppure, pensò, hanno costruito altrove un modello più avanzato.

— Sono affamato — disse Ultimo. — Fate voi la guardia?

— Affamato — convenne lo Kzin. — Impaziente.

Senza che se ne accorgessero, il tempo era volato. Anche Louis si rese conto d’essere mezzo morto di fame. I burattinai devono mangiare più spesso dei carnivori. Ultimo rimase via per quasi un’ora. Tornò con gemme luccicanti nella criniera appena acconciata, seguito da una piastra levitante con una montagna di foraggio secco.

— Rimpiangeremo il tempo che stiamo sprecando — disse. — Le nostre ultime ore di libertà senza Armonista. Ma come possiamo sfruttarle? I miei piani non arrivavano così lontano. Guarda, altre navi da guerra.

Tre navi kzinti, poi un’altra più grande d’origine oscura, altre tre della ARM, tutte a girare intorno all’anello interno di quadrati delle ombre, ancora senza aprire il fuoco.

— Accolito — disse Louis — va’ a mangiare. — Nessuno aveva voglia di assistere al pasto di uno Kzin affamato.

Louis e Ultimo guardarono le navi in gioco. — Non tutte avranno campi di stasi — ipotizzò Louis. — Sono costosi, non troppo affidabili e ovviamente tengono la nave fuori dell’azione. Perciò diffideranno delle difese antimeteore del Ringworld, ma Armonista le ha spente e loro cominciano ad accorgersene. Così… — Tre navi kzinti cominciarono una lunga picchiata verso la superficie del Ringworld. — Ecco che le kzinti vengono a bloccare le prime navi della ARM e altre navi della ARM vengono a bloccare le kzinti… maledizione! — Una vivida striscia luminosa nell’atmosfera terminò in un lampo contro il deserto.

— Quello era un proiettile ad antimateria — disse il burattinaio.

— E ora è un piccolo occhio di ciclone. Tanj, non è nemmeno l’evento principale! Vogliono la Long Shot. La Needle non conta niente.

— Una Needle in un pagliaio? — disse Ultimo. — Ciò che descrivi è in gran parte frutto della tua immaginazione. La maggior parte della guerra non si vede. La nave più grande, l’ho riconosciuta. Un’esca della Far Lands Limited, l’alleanza commerciale fra Kdatlyno e Jinx. Non combatteranno, si limiteranno a guardare. Ecco Accolito. Louis, va’ a mangiare. Fatti un bagno.

Louis si svegliò di soprassalto. Qualcosa l’aveva disturbato, forse un lampo di luce dallo schermo. Accolito e Ultimo dormivano, distesi scompostamente, molto distanti tra loro, sul duro pavimento sotto le pareti della Sala Difesa Meteore. Louis si sentiva bene, dopo il bagno; aveva mangiato come un esercito; avrebbe gradito anche piastre letto. Ma a chi dormiva a bordo della Needle qualcosa mancava sempre.

Si alzò a sedere. Non aveva male da nessuna parte. Con un sorriso ricordò le parole di una vecchia, quando aveva compiuto duecento anni: “Carissimo, se la mattina ti svegli senza sentire dolori alle giunture e ai muscoli, è segno sicuro che sei morto durante la notte”.

Ultimo aveva rimesso a posto lo schermo avvolgente. Mostrava il panorama celeste, con finestre su un occhio di ciclone e sull’Altro Oceano. Intorno alle finestre, stelle si muovevano irregolarmente: navi della Guerra Periferica. Tutte le inquadrature erano adesso silenziose.

Louis provò fastidio perché non aveva niente da fare se non guardare. Cercava di battere in astuzia un difensore. Quali possibilità avrebbe avuto più tardi, se non riusciva a trovare uno spunto adesso, mentre Armonista era inseguito per tutto il sistema?

Sul Ringworld c’erano milioni di mari. Era impossibile indovinare dove Ultimo aveva messo la Hot Needle. Poteva arrivarci con la taratura di un disco passatoio. Le prime due navi della ARM non l’avevano trovato e adesso erano impegnate in manovre. La guerra sopra l’occhio di ciclone era tranquilla da ore, ma le navi continuavano a cambiare posizione.

Una luce improvvisa avvolse la nave Farland: proiettili di antimateria intercettati. La nave Farland accelerava per allontanarsi dall’azione. La nuova rotta avrebbe mancato il Ringworld. Un laser rubino lo illuminò di luce vivida, ma diffusa: l’assalitore era già ben dentro l’atmosfera. Navi distanziate di decine di milioni di miglia avevano qualche possibilità di difendersi. Ma la guerra sopra l’occhio di ciclone diventava troppo serrata. Fuoco esplose nelle nubi dove si nascondevano due navi della ARM. Louis gridò: — Sveglia! Sveglia! Vi perdete tutta l’azione.

Gli altri si alzarono. La finestra del radar di profondità di Armonista mostrò una nave della ARM che si tuffava nel foro, lasciando una zona conquistata a fatica, ma salvaguardando i dati delle sue esplorazioni, a meno di cadere in un’imboscata sotto il pavimento del Ringworld. L’altra accelerò lungo l’asse della tempesta, in un canale d’aria pulita, la pupilla dell’occhio.

Anche le kzinti avevano radar di profondità. Due navi lenticolari si tuffavano. Il fuoco le seguì. L’occhio di ciclone brillò di un bagliore biancazzurro. Ultimo spense la finestra prima che la luce li accecasse. In una inquadratura meno allargata (Armonista aveva di sicuro una telecamera in un quadrato delle ombre) una stella brillò vicino all’Altro Oceano, grande come… troppo grande, di gran lunga troppo grande.

— Credo che una nave della ARM sia esplosa — disse il burattinaio. — Avremo un buco delle dimensioni di… — Ci pensò, poi si ripiegò e rimase in silenzio. L’occhio di ciclone era sparito, distrutto dalla esplosione. Schemi di nubi mostrarono un anello d’onda d’urto in espansione sui mari e la terra grigia e verde. Un emisfero di nubi racchiuse una palla di fuoco in spegnimento.

— Cos’è successo qui?

Armonista e il piccolo difensore primate erano sul disco passatoio: un mago di fronte a capricciosi apprendisti in cerca di spiegazioni. Louis sentì un blocco in gola. Ebbe l’impressione che avrebbe dovuto fermare lo scontro. Armonista avrebbe incolpato lui e a ragione.

— Esplosione di antimateria — disse Accolito.

— C’è un buco sotto quella nube?

Era una domanda sciocca: la cupola di nubi aveva una depressione al centro. Era risucchiata nello spazio interstellare. Poiché Accolito non rispondeva, Louis disse: — C’era già un buco…

— Certo — disse Armonista. — Dobbiamo muoverci in fretta. Venite. — Aveva sollevato il bordo del disco passatoio e lo stava regolando.

Louis ritrovò la voce. — Come no. Adesso è il momento di muoverci in fretta. Hai portato la guerra a casa nostra! E ora l’aria fugge via dal Ringworld.

La palla di fuoco era quasi scomparsa. Il pavimento del Ringworld era scrith nudo, con un anello di nubi in lenta espansione. Le nubi correvano verso il foro.

Armonista prese per il braccio Louis. Andò a un disco passatoio.


Con una sola occhiata Hanuman colse tutto l’accaduto.

Aveva piegato le leggi che governavano quell’universo e un ipotetico altro universo. La sua missione era un successo totale. E niente importava. Il Ringworld conteneva tutto ciò che valeva la pena salvare e il pavimento era stato lacerato. Il foro si trovava nel lato lontano dell’arco. Un bene e un male insieme. La morte sarebbe stata una lunga marcia intorno alla curva per raggiungerli qui. Ma le contromisure di Armonista avrebbero dovuto superare un’uguale distanza.

Anche gli alieni avevano visto. Il massimo alieno era il più anziano, il più esperto e forse il più saggio: aveva chiuso la propria mente. L’ominide aveva perduto la speranza. Il più giovane, del tutto dissimile da un grosso gatto, aspettava come Hanuman che qualcuno trovasse la soluzione. Armonista?

Armonista era in movimento, mentre Hanuman cercava ancora di mettersi in pari. Il difensore Ghoul non mostrava dubbi. Quando Armonista e Louis Wu svanirono, il piccolo difensore li seguì. Armonista avrebbe sistemato tutto.


Macchinari su scala degna della terra dei giganti di Gulliver erano stati spostati nella stazione di lavoro sotto Olympus Mons. Armonista lasciò il braccio di Louis e si mosse velocemente fra le macchine. Il piccolo difensore, Hanuman, gli sgattaiolò dietro.

Accolito comparve accanto a Louis. — Louis, cosa succede?

— L’aria vola via dal Ringworld.

— Sarà… la fine di tutto?

— Già. Cominciando dal lato lontano. Forse ci restano giorni, ma solo perché il Ringworld è davvero smisurato. Non so cosa Armonista pensi di fare.

— Cos’è quella massiccia struttura? L’ho vista…

Hanuman tornò da loro. — Un tappo per fori di meteore, versione grande. Naturalmente non è stato mai provato.

Aveva la forma di una pastiglia d’aspirina e all’incirca le dimensioni dell’arcologia Twin Peaks o di una piccola montagna, ma era ancora piccolo a confronto del foro nel Ringworld. Louis disse: — Mi ricordo. Era in una delle caverne. L’ha spostato qui su grandi pile di piastre levitanti.

Guardarono il tappo scivolare nel buco del pavimento e cadere, guidato da campi magnetici verso la base dell’acceleratore lineare. Armonista guardava, sul bordo. Louis e Accolito si avvicinarono a lui.

Le spire dell’acceleratore lineare correvano per quaranta miglia dal tetto al pavimento del Centro Manutenzione. Era una struttura fin troppo grande per qualcosa di piccolo come la Needle. Il fondo posava su una serie di piastre levitanti e si muoveva per regolare la mira.

Ora il pacchetto era vicino al fondo e continuava a cadere, ma più lentamente. Armonista vide che Louis, Accolito e Hanuman guardavano. Subito li allontanò dal foro nel pavimento.

Un rombo alle loro spalle. Louis si girò e vide qualcosa di enorme passare in un lampo, uscire dal cratere di Olympus Mons e scomparire. Accolito aveva arricciato strettamente le orecchie. Hanuman smise di coprirsi le sue e disse qualcosa che andò perduto. Louis non udiva più niente, aveva ancora nelle orecchie il doloroso rombo dell’esplosione.

Louis rimase sordo per qualche tempo. Accolito ritrovò l’udito più in fretta. Louis vide che lo Kzin discuteva con Armonista e Hanuman, mentre seguivano gli eventi su uno schermo della Sala Difesa Meteore. Ultimo rimase rannicchiato, immobile come uno sgabello.

Louis poteva solo guardare. Il pacchetto tappo meteore di Armonista andò verso il sole. La Needle era stata lanciata a un decimo della velocità della luce: il sistema di lancio poteva farlo. Ma da quella distanza la caduta del tappo pareva lentissima. In una finestra zoom il foro pareva un punto nero in un panorama lunare: chiaro e netto e privo dell’argento dell’acqua e del verde della vita. Louis calcolò che il foro avesse un diametro di sessanta o settanta miglia. Era circondato da un anello di vapore, più grande della Terra, che continuava ad aumentare.

Il Ringworld non era ancora consapevole della propria morte. Aria e acqua sarebbero rifluite nel foro e poi nel vuoto, ma prima dovevano muoversi, da trecento milioni di miglia intorno a ciascun arco, prima che l’urto raggiungesse il lato lontano del Ringworld, il Grande Oceano, qui. Non molto si sarebbe perso in centosessanta minuti, mentre il tappo di Armonista attraversava il diametro del Ringworld. Anche l’Altro Oceano non si sarebbe ancora messo a bollire.

Passò Hanuman. Disse a voce alta: — Sono stato in queste condizioni per meno di un falan. Ancora non capisco la scala delle cose. Non sono vissuto in un universo vecchio cinquanta milioni di falan, in un anello rotante intorno a un puntino di luce fra dieci o venti altri puntini. Non c’erano cose in simile quantità! Il mio mondo era piccolo, comodo, facile da capire.

— Ci si abitua — disse Louis. Udiva a stento la propria voce. — Hanuman, cos’è quello? Cosa può fare? Stiamo perdendo l’atmosfera!

— So poco.

— Condividilo con me.

— Due menti brillanti con obiettivi simili risolveranno i problemi in modi simili. Il difensore vampiro Bram vide la necessità di turare i fori di meteoriti. I suoi primi tappi erano piccoli, ma il suo driver di massa sotto Olympus Mons è vecchio di centinaia di falan e ha dimensioni esagerate. Senza dubbio l’impatto del meteoroide che provocò il Pugno-di-Dio ha spaventato a morte Bram. Armonista ha costruito più in grande. Quell’impianto è il suo maggior risultato. — Era in costante movimento, saltellava intorno a Louis, agitava le braccia. — Lo vedremo in azione. Armonista vuole che osserviamo sul posto. Se c’è fallimento parziale, dobbiamo vedere cosa va modificato.

— Quella toppa per meteore, a doppia x, come funziona?

— Posso solo fare ipotesi.

— Non è stata mai provata?

— Provata quando? Sei rimasto nell’automed per meno di un falan. Armonista ha creato e addestrato quattro difensori del popolo dei Sospesi, ha costruito una fabbrica nanotecnologica per ottenere tappi per meteore più grandi, ha controllato la Guerra Periferica, ha progettato parecchie navi sonda, ha costruito uno stabilimento per produrre dischi passatoio, ha modificato la tua Hot Needle…

— È stato indaffarato?

— Era impazzito come una città alveare di calabroni! E se il tappo non funziona, è tutto inutile.

— Hai figli?

— Sì e loro hanno figli. Da quando Armonista mi ha creato, non ho avuto l’occasione di contarli, altro che fiutarli. Naturalmente sono tutti ostaggio dei piani di Armonista e della Guerra Periferica.

— Anche noi. Armonista avrebbe corso il rischio?

— Come posso giudicare? — La sua danza frenetica, mani battute sul petto, sarebbe stata una furia incontrollabile in qualsiasi umano. — Armonista sostiene che il rischio più grande era non agire. Louis, come riesci a stare così fermo?

— Cinquant’anni… duecento falan di yoga. Ti insegnerò.

— Io devo agire — disse Hanuman — ma non perché è sbagliato rimanere fermi. Potrebbe essere così con Armonista. Come faccio a saperlo? Sono furioso e non ho un bersaglio.

La gravità del sole continuava a piegare la rotta dell’impianto.

Armonista e Accolito si avvicinarono. — Louis, ti è tornato l’udito? — chiese Armonista. — Ti sei riposato?

— Ho dormito. Dove hai fatto atterrare la Long Shot?

— Perché dovrei dirtelo? — Con un gesto scacciò la domanda. — Tu e Accolito e Hanuman dovete osservare il tappo in azione. Hanuman te ne ha parlato?

— È un tappo per meteore, a doppia x.

— Bene. Ho un disco passatoio…

— Avevi previsto che sarebbe accaduto — disse Louis.

— Infatti.

— Non potevi impedirlo?

— Come?

— Evitando di rubare la Long Shot.

— Devo capire il funzionamento del motore iperspaziale Quantum II. Louis, la Guerra Periferica non sarebbe mai rimasta circoscritta fra le comete. Le specie dei Mondi Globo vogliono ardentemente la tecnologia che ha reso possibile il Ringworld. Non vogliono preservare il nostro mondo. Vogliono la conoscenza e vogliono tenerla nascosta agli altri.

Louis annuì. Non era una novità. — Corazza di scritti. Impianti di fusione a buon mercato.

— Banalità — disse Armonista. — I costruttori del Ringworld avevano bisogno di motori per avviare lo spin della struttura. Devono avere imprigionato una massa d’idrogeno equivalente a una decina di giganti gassosi dei Mondi Globo, facendola poi passare attraverso campi magnetici disposti in modo da agire come motori a fusione. I tuoi briganti dei Mondi Globo non possiedono controllo magnetico decente e quello che hanno non aumenterà. Potrebbero imparare qualcosa studiando i nostri motori sul muro del bordo. Esaminerebbero il Ringworld. Senza bisogno di preservarlo. Dico bene?

— Può darsi.

— Louis, ti voglio sul posto a osservare l’applicazione della toppa.

— Armonista, mi secca essere ritenuto sacrificabile.

— Non uso quella parola, Louis, né quel concetto. Tutta la vita muore, tutta la vita resiste alla morte. Non ti porrei in pericolo senza necessità.

— Concetto assai interessante.

— Ho sul posto un disco passatoio dal quale puoi osservare. Uno spettacolo da non perdere. Hanuman ci sarà. E tu? Accolito, ci sarai? O resterete comodamente qui a scoprire se tutto ciò che conosciamo andrà distrutto?

Accolito guardò Louis. Louis alzò le mani. — E va bene. Vuoi che mettiamo tute pressurizzate?

— Con tutto il cuore — disse Armonista. — Equipaggiamento completo.

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