13. Gray Nurse

Al mattino Louis si ritrovò su una collina erbosa. Si alzò e si guardò intorno. Le aviobici erano al loro posto, sulla riva del fiume. Accolito dormiva in mezzo a esse. Hanuman e i terrestri non si vedevano. Gli Hinsh erano partiti. In fondo al pendio verso il fiume c’erano alberi di melone e gusci rotti. La macchia di pelliccia arancione e cioccolato accanto al laghetto era di sicuro Accolito.

Louis scese. Pensava che lo Kzin si svegliasse al suo avvicinarsi, ma Accolito non si mosse. I fianchi si sollevavano e si abbassavano. Bene, respirava. Chissà cosa stavano combinando i due della ARM. Louis si accomodò su una aviobici e prese quota.

Claus e Roxanny erano dall’altra parte del fiume, dietro una collina. Lavoravano con il pesante mattone oblungo che Roxanny aveva messo nel portabagagli dell’aviobici di Louis. Dispiegato, era una sorta di schermo olografico con tastiera: la libreria della loro piccola nave. Wembleth e Hanuman, dietro i due, scrutavano lo schermo. Roxanny vide Louis e agitò il braccio. Louis rispose al saluto. Non pensò che agissero in segreto. Ritornò al laghetto.

Accolito si era alzato a sedere e si stiracchiava. Si guardò intorno. — Dove sono gli altri?

— Dall’altra parte del fiume. Tutto a posto?

— Ben nutrito e ben riposato. Ho trovato un animale, una sorta di piccolo daino. Louis, nessuno mi ha detto di non rimpinzarmi. Avremmo dovuto prevedere turni di guardia.

Louis si stiracchiò. — Mi chiedevo se ti avessero stordito. Ehi, ho dormito bene come te. I due ARM stanno combinando qualcosa, credo, ma Hanuman li tiene d’occhio. Andiamo a vedere?

In aviobici sorvolarono il fiume.


Claus aspettò che scendessero. — Luis, Accolito, voglio farvi delle domande su ciò che avete visto al foro. Obiezioni?

Louis pensò varie obiezioni, ma nessuna che Luis avrebbe potuto sostenere. — Mostraci come funziona — disse.

— Per primo lo Kzin — replicò Claus.

— Ci aiuteremo l’un l’altro — disse Louis e Accolito brontolò d’essere d’accordo. Anche Wembleth volle partecipare. Questo consentiva ai tre di contrapporsi in un’intervista che divenne conversazione animata. Louis giocò sul fatto che gli ARM non avessero congegni in grado di distinguere le menzogne dalle vibrazioni della voce. Forse sulla Gray Nurse o su un’altra nave della flotta quei congegni c’erano.

Per ciò che “Luis” aveva visto, Louis si attenne alla realtà. Erano al coperto, si erano persi l’esplosione (e Luis niente sapeva di antimateria industriale). Mentre lui e Accolito arrivavano da… un altro posto… era comparsa una grande luce, non molto più vivida del sole, ma enorme. Poi un’abbagliante ciambella gialla, delle dimensioni di una catena montuosa, era sorta a bloccare la regione che loro erano venuti a vedere.

Gli rivolsero domande sulla sua vita precedente. Louis inventò, ma senza dilungarsi. Un ventenne non aveva secoli di ricordi, non raccontava bene gli eventi ed era un po’ timido di fronte ai più anziani. Accolito, che in realtà aveva solo dodici anni, era in grado di attenersi ai propri ricordi perché Chiron (disse Luis) non aveva mai incontrato faccia a faccia lo Kzin non ancora adulto. Luis ipotizzò a voce che il burattinaio fosse impaurito. E la libreria affascinò i tre intervistati.


Difensore 1) Stadio adulto delle specie Pak, dove la linea va da bambino a riproduttore ad adulto. 2) Gli ominidi in generale discendono dai Pak. Anche loro hanno uno stadio da riproduttori, nel quale di solito passano la vita, e uno stadio adulto di rado raggiunto. 3) Arcaico…


Se Claus o Roxanny richiamavano un riferimento, Wembleth, Luis e Accolito si affollavano a guardare. Anche Hanuman, ma in genere a lui non si badava. A Roxanny non piaceva stargli vicino; Hanuman preferiva Claus e Claus lo trattava come un animale da compagnia.

Nel testo erano disseminati pulsanti rossi:


Burattinai di Pierson Specie di grande potere industriale e raffinatezza, un tempo diffusa in tutto lo spazio conosciuto e oltre, adesso ritenuta in fuga dall’esplosione del nucleo galattico. Ved. Società General Products. Fisiologia…


Esplosione del nucleo Ritenuta una fioritura di supernovae, destinata a raggiungere la Terra in ventimila anni. Inadeguatamente studiata.


General Products Società un tempo posseduta e gestita da Burattinai di Pierson. Nello spazio umano vendeva quasi esclusivamente scafi di astronave.


Spazio conosciuto Regioni del Braccio Maggiore della galassia ritenute oggetto di esplorazione e di conoscenza da parte di specie senzienti note.


Le forme di vita del Ringworld sono poco conosciute. Le ecologie tendono a schemi familiari, ma nessun biologo ha avuto l’opportunità di fare indagini.

Mammiferi:

Ominidi Imparentati al genere Hominidae sulla Terra. Probabilmente tali specie derivano tutte da riproduttori Pak importati dal nucleo galattico, evolutisi in seguito in varie direzioni.

Louis Wu (ologramma rotante)


— Ora lasciateci soli — disse Roxanny, senza alzare lo sguardo.


Louis e Accolito si ritrassero. Hanuman si arrampicò in grembo a Claus. Claus gli grattò la testa e non parve notare la grande capacità cranica dell’antropoide né la cresta ossea in cima. L’intervista era durata quasi due ore.

Louis e Accolito si sistemarono vicino alle aviobici. Louis dispiegò il convertitore di cibo. Accolito allora disse: — Hanuman vuole la libreria.

— La vorrà anche Armonista — convenne Louis e passò allo Kzin un contenitore di brodo.

— Un’aviobici ci porterà tutti, se Hanuman viaggia in grembo a me o a te — disse Accolito. — Hanuman impara in fretta. Potrebbe già sapere tutto ciò che gli serve per usare la libreria. Allora ce ne andiamo, a meno che tu non voglia veramente come compagna la donna della ARM.

— Buona idea — disse Louis. — Appena Hanuman è pronto, ce ne andiamo. — Si schizzò in bocca un po’ di tè verde. Non era così sicuro come voleva far sembrare. Forse i codici della libreria non sarebbero stati facili da decrittare. Forse i due ARM non li avrebbero lasciati andare facilmente. Poteva accadere qualsiasi cosa. I due ARM avevano alzato la voce e discutevano, ma Louis e Accolito erano troppo lontano per capire. Poi Claus tornò al lavoro sulla libreria, Wembleth e Hanuman guardavano da sopra le sue spalle e Roxanny venne a passo deciso verso le aviobici. — Luis! — disse, con tono simile a schiocco di frusta.

Louis le offrì un contenitore. Roxanny parve sorpresa. — Oh! Grazie. Ci siamo messi in contatto con la Gray Nurse. - Lanciò un’occhiata ad Accolito. — Facciamo due passi.

Lo precedette, attraversò il fiume passando sulle pietre da guado e poi dietro bassi cespugli. Da seduti, erano fuori vista. Louis la baciò. Roxanny accettò il bacio senza ricambiare, poi chiese: — Vuoi ancora essere salvato? Vuoi visitare la Terra?

— L’ultima volta non avevo scelta.

Scrollata di spalle. — Saresti assai prezioso. Posso provare a farti avere la cittadinanza…

— Roxanny, mio padre era nato illegalmente. — Voleva che il punto fosse chiaro, Luis Tamasan non è registrato, prima che lei cercasse un uomo immaginario. — Cosa significa, cittadinanza?

Ascoltò con attenzione la risposta. Dopo la sua partenza, c’erano stati di sicuro cambiamenti nella civiltà. Pareva ci fossero nuove leggi, maggiori limitazioni. Forse solo nel sistema solare.

Come Luis, non poteva saperne niente. — Diritto di nascita? Roxanny, cos’è il diritto di nascita?

— Te lo troverò nella libreria. Essenzialmente, nasci con uno o due diritti di nascita che dipendono in gran parte dal tuo schema genetico. Se sei sano, probabilmente hai due diritti di nascita. Puoi perderli o puoi acquisirne altri. Due diritti producono un figlio.

Louis Wu aveva usato i suoi diritti. Falsificare la sua identità avrebbe coinvolto la falsificazione dei diritti e le penalità erano draconiane. — Non mi ispira a stabilirmi sulla Terra.

— No, con un padre bastardo. Però è il mondo più interessante.

Era possibile, pensò Louis, che il suo alter ego Luis Tamasan divenisse una persona del tutto nuova. Se si fosse stabilito su We Made It o su Home, perché mai qualcuno avrebbe tentato di collegare il suo schema genetico a un Louis Wu? Avrebbe pagato le tasse, imparato una nuova professione. Si sarebbe sposato… — Quante probabilità abbiamo di arrivare nello spazio?

— Sappiamo dov’è il foro, se il… il mago… non l’ha chiuso.

— Il Tessitore Fantasma.

Roxanny scrollò le spalle. — Chiamalo come vuoi. La Gray Nurse può sparare proiettili contro il foro dal di sotto. Così sapremo se il foro è chiuso. A parte questo, chi può saperlo? Accolito si adeguerà?

— Sì, penso.

— Verrà con noi?

— Non potete far avere la cittadinanza a lui. È uno Kzin. Siete in guerra con gli Kzinti, no?

— Ufficialmente non c’è più guerra da quattrocento anni. — Batté colpetti sulla manica e lesse ciò che comparve. — Da 1600 falan. Non avrà problemi. Nello spazio umano i cittadini kzinti sono centinaia di migliaia.

— Non gli direi di venire con noi. È più giovane di me, sai.

— Torniamo indietro.

Louis non si mosse. — E Wembleth? Volete anche lui?

— Sì. È un vero indigeno, in fin dei conti. Di sicuro conosce cose fantastiche e c’è gente che ucciderebbe per leggere il suo schema genetico. — Si alzò è agitò le braccia verso Claus. — Torniamo.


Un quadrato delle ombre aveva bloccato il sole tranne che per una piccola falce. Accolito era accucciato davanti alla libreria, con Claus fermo alle sue spalle. Lì vicino Hanuman, con aria solenne, si toglieva immaginari parassiti. Guardò Louis e gli rivolse un gesto pressante. Claus alzò la mano: stingeva un oggetto sagomato a L.

Dietro di lui, Roxanny disse, brusca: — Luis, no! — Al rumore, Hanuman emise uno stridio. Anche Roxanny aveva in mano un oggetto, sottile e piatto, simile al calcio di una pistola, chiaramente un’arma. Dal vecchio addestramento yogatsu Louis capì che lei era fuori portata.

Dietro Roxanny il sole nascente brillò sul bordo di una cresta.

Louis avrebbe dovuto lasciarsi attirare dalla luce, ma era di fronte a Roxanny e a Claus e a due pistole. Fu lento a capire. Nascosto o no, il sole era sempre a mezzodì. Quella luce non poteva essere il sole.

Il terreno tremò.

Accolito non si era mosso, di sicuro l’avevano avvertito di non muoversi.

— Credo che faremo meglio da soli — disse Claus, con un sorriso di vittoria. — Ci basta una sola aviobici, ma abbiamo bisogno di voi per dirci come pilotarla. Sapete farlo tutt’e due. Ci serve uno solo di voi.

Louis girò la schiena alla palla di fuoco che si alzava sopra la cresta. Di sicuro il bagliore accecò Claus. Il terreno vacillò, Louis vacillò, Claus vacillò e Hanuman saltò fra le braccia di Claus. Claus cercò di spostarlo da parte. Accolito si girò nell’alzarsi. Con l’artiglio spazzò Claus e lo uncinò sotto la gola. Louis si girò di scatto e mosse due passi di corsa. Colpì Roxanny alla mascella e con il corpo accompagnò il colpo. Roxanny andò giù, rotolando, e Louis le saltò dietro, temendo d’averla colpita troppo forte, ma doveva impossessarsi della pistola. Con la coda dell’occhio vide che Accolito scagliava a terra Claus, con uno schizzo di sangue. Louis piantò il piede sulla mano che impugnava la pistola e prese l’arma. — Non muoverti — disse.

Roxanny invece si mosse. Gli mollò un calcio e lo colpì al ventre. Louis mosse la mano, sparò e sbagliò il colpo. Dal terreno si sollevò una nuvola di polvere. Un’arma sonica. Ancora in piedi, Louis cercò di indietreggiare. Con l’altro piede Roxanny gli agganciò il ginocchio. Louis si liberò. Roxanny era già in piedi. Con l’attaccatura della mano lo colpì alla guancia e Louis finì a gambe levate, ma si trattenne dallo sparare. Allora lei gli afferrò la mano, gliela torse e gli strappò la pistola. La puntò su una aviobici in decollo. Louis la spinse, facendole perdere l’equilibrio. Roxanny sparò nel cadere.

Louis si ritrovò sul terreno a gridare di dolore. Si sentiva come se gli avessero spappolato tutte le ossa della gamba sinistra fino all’anca. Roxanny sparò in cielo, abbassò il braccio e imprecò.

Quando rimise a fuoco la vista, Louis vide che la pistola era puntata dritto su di lui, da meno di un metro. Sopra la cresta, la palla di fuoco stava morendo. Dal bagliore emerse una nave spaziale in fase di atterraggio. Sul terreno c’era ancora un’aviobici. L’altra non era in vista, al pari di Hanuman, Accolito e Wembleth. Claus giaceva sulla schiena, con la testa quasi staccata, sventrato.

Roxanny lo tenne sotto tiro. — Perché non ti sparo e basta?

— Roxanny, non farlo — disse Louis Wu, maestro di sarcasmo. Non osava muoversi e non riusciva a pensare. Pazienza. Un ventenne si sarebbe spezzato sotto la furia negli occhi di lei. — Non spararmi. Ti porterò con l’aviobici dove vuoi. Solo, non posso muovermi.

Wembleth sbucò da dietro un albero, vide la pistola in pugno a Roxanny e si ritrasse.

— Non mi serve la tua aviobici — disse Roxanny.

— Ora abbiamo una nave. Wembleth! Sali a bordo e siediti. Luis, puoi alzarti?

Futz, no! — disse Louis.

Roxanny si chinò e lo prese fra le braccia. La gamba penzolò, come priva d’ossa. Louis urlò di dolore e lei lo lasciò quasi cadere. Accecato dal dolore, Louis si perdette il resto.


Era disteso sulla schiena. Sul soffitto scorreva una sorta di talk show, ma le voci non erano abbinate. Ah: il sonoro era spento. Le voci risuonavano da qualche tempo contro uno sfondo rumoroso che Louis attribuì a una nave da guerra.

— Avevo fratelli, una volta — disse Wembleth, con il tono di chi parla sotto l’effetto di farmaci. Il congegno traduttore suonava preciso e attento. — Sono stato nella loro casa di zolle, quando mio padre e io ci siamo trasferiti a…

— Vi trasferite spesso? — intervenne con tono di comando una voce che Louis non aveva mai sentito.

— Sì — rispose Wembleth.

Roxanny gli aveva sparato. Fino a che punto era grave? Wembleth aveva la mente confusa e difficoltà a non divagare dal racconto. E quelli avrebbero appreso troppo anche da Luis Tamasan, se lo avessero interrogato. Louis cercò di muoversi.

Non aveva grande sensibilità. Un formicolio alla base della nuca. Riusciva a muovere gli occhi e, un poco, la testa. Vedeva solo che era nudo, supino, immobilizzato in una sorta di cavalletto di tortura… o nella scatola di rianimazione di un automed militare. Il rumore di fondo faceva pensare a una nave da guerra. Louis ascoltò le voci, cercò di distinguerle.

Agente maschio: — … fratelli?

— Fratelli scelti. Cresciuti più in fretta di me… rimasti con i loro, per trovare compagnia…

— Hai visto molte specie di umani?

— Venti… trenta… Ho fatto rishathra con…

Louis credette di capire che cos’era accaduto lassù. Una nave sotto il pavimento del Ringworld aveva sparato proiettili di antimateria. Nessun bisogno di trovare un ciclone già sul posto. Un proiettile per strappare via l’isolamento di schiuma di scrith per la difesa dai meteoriti. Un altro per praticare un foro nel pavimento di scrith e il territorio superiore, abbastanza grande per offrire un varco a un piccolo trasporto truppe. Un’idea folle, maligna, semplice e diretta. Lui avrebbe dovuto prevederla, anziché fare complicati piani di viaggio a lunga distanza.

Wembleth disse: — Non potete andare da nessuna parte, se non sapete… rishathra… non provate a immaginare…

Voce di Roxanny: — Guerra? Non combattete mai…

— Visto carnivori combattere erbivori… mangiato anch’io. Questo intendi?

— Ook.

Mmm? Girare la testa non era facile: Luis era bloccato in una rete e aveva perduto la sensibilità dal collo in giù. Ma lì c’era Hanuman, in una gabbia abbastanza grande da contenere uno Kzin. Incrociarono lo sguardo in reciproca comprensione. Poi qualcosa bloccò la visuale di Louis. Roxanny Gauthier era dietro a un uomo tozzo, forse originario di Jinx, e tutt’e due portavano giubbotti di volo con le mostrine della ARM. L’uomo si sporse su Louis, valutandolo.

— Tu saresti Luis Tamasan — disse.

— Già — rispose Louis Wu.

— Hai assalito uno dei miei.

“Sono vissuto per rimpiangerlo.” — Mi spiace.

— Sono il maggiore Schmidt. Tu sei un prigioniero civile. Questo ti dà alcuni diritti, ma sei in condizioni troppo brutte per esercitarli. Quegli storditori stordiscono solo se sei a una certa distanza, ma tu in pratica eri addosso al detec Gauthier. Hai avuto le ossa ridotte a schegge dall’anca al ginocchio. L’automed può guarirti, se non ti muovi per un poco. Cinque giorni.

Tanj. Meglio fare il bravo… — Grazie, signore. Immagino che senza il suo aiuto sarei rimasto storpio per tutta la vita.

Il maggiore sogghignò. — Oh, sì! Ora posso liberarti le braccia? Così potresti mangiare. Altrimenti sarai nutrito per endovena.

— Non cercherò di liberarmi — disse Louis.

— Ti faresti gran male, se ci provassi.

Il solletico alla nuca scese lungo la spina dorsale, le braccia tornarono in vita, il sinistro molto sensibile, illividito dal gomito alla punta delle dita… e scese ancora, finché… “Ahiiii!”… e di nuovo su per due centimetri. Louis sentiva ancora lividi lungo le costole, ma non quel frammentato grido di sofferenza che iniziò con l’anca sinistra. Con la coda dell’occhio vide Schmidt manipolare un telecomando video. Il talk show scomparve; il Ringworld tornò in vista, riversandosi dal soffitto e lungo le pareti rettangolari. Schmidt chiese: — Da dove sei venuto?

— Ruotatelo. Ancora. Bene. Signore, quello è il Grande Oceano. Guardi lungo il bordo a favore di spin… — Cominciò a descrivere il villaggio di Tessitori dov’era vissuto nell’ultimo anno. Persone, case, il fiume, le visite ai Pescatori, l’occhio-rete che Ultimo (“Chiron”) aveva spruzzato sulla parete di roccia di un burrone. Gli ARM non avevano modo di controllare. Se avessero potuto, i Tessitori avrebbero raccontato storie di Louis Wu e di Ultimo, due Vashneesht impegnati in una sorta di guerra. Ma cominciava ad avere la mente annebbiata. Da molto tempo non si sbronzava, ma si sentiva proprio come ubriaco.

Schmidt zoomò sulla regione del Grande Oceano. — Vivi qui? E i tuoi genitori? Chi altri? Una famiglia Kzin? Il burattinaio di cui ci hai parlato?

— No, Chiron no. Finagle sa dove vive Chiron. — Rimpianse di non poter soffocare la risatina. Non riusciva a dominare la lingua. — Gli Kzinti non vivono nel villaggio, provengono da qualche parte del Grande Oceano. — Se avessero spinto, avrebbe rivelato un’altra verità parziale: che Chmeee viveva fra gli Kzinti che si erano impadroniti della Mappa della Terra, indigeni e tutto.

Il maggiore Schmidt disse: — Un mucchio di Kzinti si chiama Chmeee. Chmeee era una sorta di eroe leggendario. Cosa significa, Mappa della Terra?

Louis capì d’avere straparlato, pensando ad alta voce. Schmidt ripeté: — Mappa della Terra? — con un tono d’acciaio nella voce.

— Signore, lì. — Indicò sul soffitto il Grande Oceano, dove i continenti della Terra erano disposti intorno al Polo Nord, centomila miglia a favore di spin rispetto alla Mappa di Marte. Adesso sapeva di non poter mantenere segreti. Forse lo avevano drogato, forse era solo colpa degli analgesici. Avrebbe resistito più che poteva e poi avrebbe detto loro il suo nome e avrebbe visto Roxanny esplodergli in faccia.

Roxanny disse: — Futz. Tengono umani in schiavitù?

Luis: — Homo habilis. Riproduttori Pak.

Schmidt: — Inalterati? Come gli scheletri nella gola di Olduvai?

Luis: — Mai visto uno. Vorrei vederli.

— Sono forse un po’ deviati? — disse Schmidt: chiaramente parlava per un registratore. — Da quanto già sappiamo, mille miliardi di riproduttori Pak hanno avuto 250.000 anni per evolversi senza difensori che eliminassero i mutanti. Gli Kzinti avrebbero fatto una riproduzione selettiva. Comunque quegli animali non si sarebbero evoluti in veri esseri umani, giusto, Luis?

Louis rispose pronunciando lentamente le parole. — Avrebbero potuto sviluppare intelligenza. Noi l’abbiamo fatto. Volete invaderci? — Rise. — Salvarci? Gli antichi Kzinti costruirono le più grandi navi marittime della storia e ciò avvenne mille anni fa. Non usano solo lance e randelli.

— Possiamo sconfiggere le navi marittime. Che tipo di tecnologia ha il burattinaio? Roba bizzarra?

— Come faccio a sapere cosa è bizzarro? — rispose Louis in versione Luis. E udì se stesso proseguire: — Telecamere che assomigliano a ragnatele di rame? Applicate con una pistola a spruzzo? — con voce persa in un muggito registrato. Nel soffitto lampeggiava un simbolo di pericolo, a lui sconosciuto. “Squarcio dello scafo nel serbatoio di derrate alimentari sul fianco di babordo a poppa. Perdita di energia nelle sezioni Due e Tre.” Schmidt e Roxanny estrassero armi e si girarono, piegandosi per attraversare una piccola apertura ovale. Louis disse a nessuno: — Ha anche dischi passatoio. Cos’era quel rumore?

La Gray Nurse vibrò. La gravità scomparve.

Hanuman disse: — Invasori. O ci salvano o ci uccidono. Mi aspetto sorprese. Nessun difensore ci lascerebbe in mani aliene.

— Perché no? — disse Louis, accorgendosi del tono lamentoso. — Futz, perché non possono solo lasciarci in pace? — Non udì la risposta di Hanuman. Rumori da tutte le parti. Un’astronave abbordata faceva una paurosa cassa di risonanza.

Roxanny Gauthier tornò, chinandosi per varcare la porta ovale, e si spostò fuori vista. Dopo qualche istante Wembleth galleggiò, libero, troppo drogato per agire. Roxanny aprì anche la gabbia di Hanuman.

In un bisbiglio isterico disse: — Non so chi sono. Non Kzinti. Incubi. — Guardò Louis, immobile nella gabbia medica. — Scusa.

— Cosa succede? — chiese Louis. Lei gli mise sulle labbra il dito. Si puntellò dietro la gabbia medica. Puntava contro la porta l’arma a proiettili.

Da qualche parte giunse una voce, quella del detec Schmidt, fin troppo calma. — A tutto l’equipaggio. Combattiamo dal rifugio antiradiazioni. Vedo invasori nello scafo e nelle sezioni Quattro, Cinque, Sei e Dieci. I nostri motori sono bruciati, ma siamo comunque sotto accelerazione. Non sappiamo da dove proviene. Affrontiamo anche fuoco amico, missili ARM in arrivo, sessanta e passa, ancora niente assalitori alieni. L’ammiraglio Wrayne non vuole che finiamo in mano nemica, immagino.

— Perché non li abbiamo visti arrivare? — bisbigliò Roxanny. — Hanno una nave invisibile! Sst.

La voce di Schmidt (“I missili stanno virando!”) morì in un ruggito di disturbi. Un’ombra attraversò velocemente la piccola porta. Roxanny sparò e imprecò. Ciò che era entrato pareva un ometto filmato a velocità accelerata. Fu dietro Roxanny prima che lei si girasse e Louis non poté vedere il resto.

Tre figure umane più massicce varcarono la porta, muovendosi a velocità un po’ inferiore. La chiusero. Indossavano tute pressurizzate. Distesero un pallone munito di tubi per gonfiarlo: un grosso modulo di ricupero fuori standard. Non aspettarono che si gonfiasse.

Le persone delle montagne di drenaggio sono di diverse specie, ma hanno più o meno aspetto simile: corpo tarchiato, membra corte e tozze, grande capacità polmonare, folta pelliccia isolante, faccia glabra. Quei tre erano stati gente delle montagne di drenaggio. Ora non lo erano. Indossavano tuta pressurizzata e grosso casco globulare, ma erano traditi dalla faccia: bocca dura e sdentata, quasi un becco appiattito; grosso naso aquilino; pelle glabra ispessita in corazza di pieghe dure come cuoio. Un aspetto mummificato e una grazia arcana. Avevano mangiato albero-di-vita. Erano difensori.

Il quarto venne in vista, rimorchiando Roxanny priva di sensi. Era un difensore, ma non del popolo delle montagne. Più piccolo, più snello. Faccia da morto, con naso da scimmia. Louis non riconobbe la specie, ma era sicuro che non si trattava di un Sospeso. Aveva pensato che Armonista fosse coinvolto. Adesso non ne era più tanto sicuro.

I quattro spinsero nel modulo di salvataggio Wembleth e Roxanny. Hanuman strisciò dentro senza opporre resistenza. I quattro si girarono verso Louis.

— Sono ferito — disse lui. Nessuna reazione.

I quattro esaminarono il macchinario che lo circondava, parlando in una lingua non inclusa nel traduttore di Louis. Poi spensero tutto. Uno gli infilò la mano sotto la schiena e Louis fu sopraffatto dal dolore, come se fosse stato colpito da un camion. Lottò per non perdere i sensi, concentrò l’attenzione sul respiro. In seguito ricordò parecchie cose. La sensazione delle loro mani, grandi, con dita tozze e nocche sporgenti. Occhi castani con pieghe epicantiche. Il difensore più snello dava ordini a monosillabi. Gli altri staccarono Louis dall’automed, lo spinsero nel modulo di salvataggio e lo sigillarono. Un’intelaiatura gli teneva ancora immobili l’anca e la gamba. Due esaminarono il macchinario dove Louis si era trovato, mentre un terzo tagliava nello scafo un ampio buco. L’aria spinse nello spazio il modulo di salvataggio.

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