12. Il Popolo Giraffa

Il bagliore nel tappo a doppia x si era affievolito. Il tubo si afflosciò, lasciando colare bianchi fiumi di tempesta troposferica. Non aveva importanza. Avrebbero lasciato il foro quasi chiuso.

Il gruppo volò a favore di spin, lontano dal punto dove era rimasto il serbatoio di carburante. — Lasciamolo come esca — ordinò Roxanny Gauthier. — Meglio starne alla larga. Chi ha lanciato quella catena montuosa gonfiabile potrebbe incuriosirsi. Vashneesht avete detto? Cosa sapete di Vashneesht?

— È ciò che diciamo quando nessuno sa niente — rispose Louis. — Stregoni. Magia. — Parole in interlingua che Louis poteva avere imparato dai genitori.

Roxanny era sulla sella frontale dell’aviobici di Louis. Aveva provato a usare i comandi ed era diventata di ghiaccio quando quelli non avevano funzionato. Louis occupava la sella posteriore. Né Roxanny né Claus l’avevano detto, ma pareva chiaro che Louis e Accolito erano stati arruolati nella ARM.

L’altra aviobici pareva in buone condizioni. Accolito era sulla sella anteriore e Claus sull’altra. L’indigeno pareva abbastanza comodo, sospeso sotto l’aviobici, nel modulo di salvataggio gonfiato, ma a un certo punto cominciò a boccheggiare.

— Accolito!

— Sì, Louis.

— Il modulo ha terminato l’aria. Wembleth è nei guai.

Claus disse: — Tanj, sarà stato difettoso.

— Scendiamo?

Atterrarono. Wembleth era svenuto. Tennero addosso la tuta. L’aria era nebbia rarefatta e vento d’uragano, rendeva fioche le voci negli auricolari. Louis gridò: — Non credo che aprire il modulo sia…

— Hai un’idea migliore? — replicò Accolito.

— Di’ al Sospeso di aprire il casco. La sua tuta ha un impianto di riciclaggio.

Il piccolo antropoide rispose subito ai gesti di Accolito. Tirò indietro il casco, starnutì al puzzo, ma lo lasciò aperto. Preoccupato, accostò la faccia a quella di Wembleth e fiutò. Wembleth si mosse e alla fine si alzò a sedere.


Sorvolarono alberi caduti che avevano chioma rigonfia su tronco alto e sottile. L’esplosione di antimateria li aveva appiattiti al suolo, con la cima a favore di spin. Più avanti il vento provocato dalla caduta di pressione li aveva abbattuti contro spin e non aveva toccato la vegetazione più bassa. La caduta di pressione era un’onda che ancora si espandeva sul territorio. Le aviobici seguirono l’onda d’urto, riducendo lentamente la distanza. Attraversarono migliaia di miglia di disastri e di tempesta. Ora c’erano alberi ancora in piedi nella foresta abbattuta. La vegetazione andava avanti, restando aderente alle terre basse, mescolandosi ad altre ecologie.

Louis li portò in una radura della foresta, un prato lungo un torrente. Aria! Estrassero Wembleth dal modulo di salvataggio e poi si tolsero la tuta. Wembleth gridò di gioia, si mise a ballare, anche se un po’ irrigidito. Si tuffò in acqua, si tolse i ruvidi vestiti e li usò per sfregarsi. Acqua! Acqua corrente, alta venti centimetri, che scorreva verso una pozza profonda. I due della ARM si scambiarono un’occhiata, poi si tolsero la tuta e si tuffarono. A mezz’aria gli occhi ridenti di Roxanny sfiorarono Luis Tamasan. Louis si sentì mozzare il fiato.

Accolito si tuffò con un grande schizzo. Con la pelliccia bagnata e aderente al corpo era uno spettacolo comico, che spezzò l’incantesimo: Louis scoppiò a ridere.

Hanuman lottava con la tuta. Louis lo aiutò a uscirne. Hanuman, l’antropoide affettuoso, lo abbracciò e gli bisbigliò: — I due ARM hanno armi nascoste.

— Sorpresa — mormorò Louis.

— Ook ook ook. Mi spoglio?

— Il problema…

— Sanno. Va’ dentro come Wembleth. — Hanuman gli sgusciò dalle braccia e a quattro zampe corse verso l’acqua. Si tuffò senza schizzi. Louis gridò e gli corse dietro, con un tuffo a palla. Freddo! Nell’acqua profonda si tolse la tuta. Tentò di ripulirla strofinandosela addosso, poi l’appallottolò e la tirò sulla riva sassosa per farla asciugare.

Tutti gli interessati non potevano fingere di non sapere che Luis Tamasan era in stato d’eccitazione. Lui si tenne a distanza dai due della ARM, che stavano… diventando amichevoli, aveva pensato; ma Claus arretrava e Roxanny parlava rapidamente, non tanto forte da farsi sentire. Una lite? I due volevano ancora riservatezza.

Accolito non nuotava bene, ma l’acqua non era profonda. Prese in braccio Hanuman e raggiunse a guado Louis, che si teneva a galla in verticale, agitando le gambe.

Hanuman disse vivacemente: — Ho visto un meteorite scendere vicino al foro. Armonista rileverebbe un’altra nave.

— Non può comunicarcelo. L’ho spento.

— Bene. Continuerò il volo con Accolito. Vado avanti io. Vi porto a una catasta di servizio.

Una catasta di servizio li avrebbe riportati a casa, alla Mappa di Marte. — Quanto dista? — chiese Louis.

— È orbitante. Armonista può indirizzarci.

— Vogliamo che gli ARM vedano una catasta di servizio?

— Chiederemo ad Armonista più tardi, quando gli domanderemo se ha visto altri intrusi. La tua opinione?

Louis rifletté. — Vorranno tornare alla loro nave. La cosa a noi non interessa, giusto? Purché non vengano a sapere troppo.

La voce di Hanuman era un sibilo di frusta, appena percettibile. — Gauthier ha salvato la libreria. La voglio! Voglio vederli mentre la usano, prima che li lasciamo liberi. Ma quegli ARM sono compagni pericolosi. Inutile rischiare tutti. E se Accolito e io fuggissimo? Ci ritroviamo a una catasta di servizio. Tu rimani e osservi.

Parve un suggerimento sorprendente. — Perché proprio io?

— In tutto il Ringworld la tua unica possibile compagna è Roxanny Gauthier. Non hai un piano tuo personale, vero?

Louis si strinse nelle spalle.

— Ti sei accorto che abbiamo spettatori?

Louis si guardò intorno. I due ARM, più a monte, nell’acqua fino alla cintola, parlavano ancora in tono da cospiratori, lo si capiva dal linguaggio del corpo. Louis distolse controvoglia lo sguardo dai seni di Roxanny. Wembleth, a riva, se ne stava supino su una roccia piatta e tiepida e si beava al sole. Neri uccelli roteavano sopra la foresta e un paio di quadrupedi muniti di corna guardavano la scena, sospettosi.

— Non vedo nessuno — disse Louis.

— Sette ominidi — dichiarò Accolito. — Tre uomini, quattro donne. Li ho scoperti dall’odore. Dovremmo decidere…

Wembleth fu distratto da qualcosa e si alzò. Gridò verso i boschi. Un uomo venne fuori. Passò davanti ai quadrupedi cornuti, che non scapparono. Si fermò a una decina di metri da Wembleth. Parlò. Tenne le mani lungo i fianchi, in evidenza. Al pari di Wembleth. Erano nudi tutt’e due. L’uomo torreggiava su Wembleth, era alto più di Accolito, quasi due metri e quaranta, e snello come gli alberi lì intorno. Ogni parte del suo corpo aveva forma oblunga, tranne la testa, dalla mascella forte e quadrata. I capelli avevano lo stesso colore della chioma degli alberi.

Nudi nell’acqua corrente, i due ARM parvero perplessi. Risalirono a guado il corso d’acqua, verso Louis e Accolito.

— Non hanno estratto le armi — mormorò Hanuman. — Louis, manterranno la calma?

Ovviamente si riferiva ai due ARM. — Non lo so — rispose Louis. — Bisognerebbe informarli del rishathra.

Wembleth e l’estraneo ora parlavano liberamente. Claus venne a portata di voce. — Suggerimenti? — chiese.

— Wembleth se la cava benissimo — rispose Louis. — Lasciamo che sia lui a parlare per noi. Ci sono altri nativi.

— Dove?

— Fra gli alberi — disse Accolito. Indicò un punto. — Eccoli là. Tutt’e sei.

— Assomiglia a una giraffa — rise Claus.

— O a un lunare — disse Roxanny. Era un secco rifiuto.

Luis Tamasan non poteva avere visto cittadini di Luna City, perciò Louis disse: — Saranno pacifici. Guardate la mascella, è da erbivoro. Probabilmente raccoglie frutta da quegli alberi. Dobbiamo stabilire…

Tanj - disse Claus. — I nostri traduttori devono ascoltarli. — Uscì dall’acqua. Gli altri lo seguirono. Claus raccolse la tuta per asciugarsi, poi la posò a terra e raccolse lo zainetto. Se la nudità andava bene per loro, poteva fare a meno di vestirsi; ma lo zainetto conteneva il traduttore e forse anche un’arma.

Sei umanoidi alti e snelli uscirono dalla macchia di alberi alti e snelli. “Rishathra?” pensò Louis. “Dobbiamo ancora dirlo agli ARM.”

Wembleth parlò in fretta, gesticolando verso Accolito e Hanuman. Gli alti ominidi s’inchinarono profondamente e continuarono a parlare a Wembleth. Louis e Roxanny estrassero il loro traduttore e si unirono al gruppo.

I traduttori ARM raccoglievano alcune frasi. Il linguaggio era imparentato con quello di Wembleth, ma molto staccato da ogni altro usato nelle vicinanze del Grande Oceano. Wembleth all’improvviso si rivolse a Roxanny. Il linguaggio non parve differente, ma i traduttori reagirono. — Vogliono sapere che cosa la vostra specie fa per… — parola che non fu tradotta. — Cosa rispondo?

— Cos’è? — chiese Roxanny.

Wembleth cercò di spiegarlo. L’attività che porta le donne a fare figli. Ma non fra specie differenti. Claus e Roxanny ascoltarono, poi si rivolsero a Louis per aiuto.

— Usa una parola diversa, ma si riferisce al rishathra. Il rishathra indica rapporti sessuali praticati al di fuori delle specie, ma fra umanoidi intelligenti. Non è una parola che…

— Furbacchione il ragazzo — disse Claus. Non era divertito.

Louis si rese conto di temere Claus. — Non è uno scherzo, Claus. È la prima cosa che dovete sapere delle nuove specie. Puoi sempre dire d’essere già accoppiato. Monogamo.

Claus guardava le quattro donne. Erano alte come gli uomini, due metri e quaranta o poco meno. Non lunari, non giraffe: elfi. Guardavano con franchezza, come gli uomini, ma questi ultimi guardavano Roxanny, che era arrossita. Louis s’accorse che pure lui era arrossito.

Si rivolse a Wembleth. — Avvertili che Accolito non è affatto della nostra specie. Non fa rishathra.

Wembleth tradusse. Una delle donne rise. Il traduttore di Louis raccolse il suo “Non penso proprio!”.

— Tuttavia noi dobbiamo decidere — disse Louis. — Claus? Roxanny?

— Luis, tu l’hai già fatto? — chiese Claus.

— Certo! — rispose Louis, mettendosi nei panni del suo alter ego: un adolescente non avrebbe mai ammesso d’essere vergine, anzi avrebbe esagerato. — Con più di una specie, anche se nessuna assomigliava a questa. Perché no? — Non ce la faceva a guardare Roxanny o anche Claus. — È facile, è sicuro, nessuna resta incinta. In genere le infezioni non oltrepassano i confini delle specie. E chi altri avrei a disposizione? Le donne umane erano semplici dicerie, lontane come le stelle.

Wembleth esclamò: — Vale anche per me. Ero anch’io uno sperduto. Claus, perché l’idea ti turba? Quando la gente s’incontra, fa sempre questa domanda come prima cosa. Alcune specie usano il rishathra come controllo delle nascite. Gli anfibi… be’, per loro è uno scherzo, a meno che tu non riesca a trattenere a lungo il fiato. Alcune specie non possono fare rishathra o accoppiarsi se non con un compagno per la vita. Alcune dalla forma bizzarra non si aspettano di fare rishathra, chiedono solo, per buona educazione. Alcune insistono. Roxanny, non vedi che gli Hinsh sono perplessi? È perché non hai risposto.

Louis impersonò un Luis ansioso. — Mi piacerebbe incontrare un Costruttore di Città. Si dice che siano davvero bravi. Costruiscono imperi di scambio intorno al rishathra. Hanno anche provato a diventare interstellari.

Claus sogghignava. — E se diciamo no?

— Posso farlo per te — disse subito Wembleth. Cominciò a parlare nella lingua degli Hinsh.

— Aspetta un momento, Wembleth — disse Claus. — Io lo farò. — Lanciò un rapido sguardo a Roxanny e lo distolse subito.

— In gruppo o solo in due? — chiese Wembleth.

Claus rimase sorpreso. — Ah… in gruppo. Non saprei cosa dire, in due.

Roxanny si avvicinò a Wembleth. Parlò in fretta e a bassa voce. Wembleth annuì. Cambiò lingua. Ora i traduttori raccoglievano alcune parole della lingua Hinsh.

Una donna raccolse un frutto giallo grosso come un melone, gli diede un morso, buccia e tutto, poi lo spezzò e ne diede un pezzetto a Wembleth, poi a Claus, poi agli altri Hinsh. Wembleth offrì pezzetti del suo a Louis e a Roxanny. Louis capì che era una sorta di etichetta: Claus e Wembleth avrebbero fatto rishathra con le donne, Louis e Roxanny no. Hanuman prese da solo un frutto: non avrebbe fatto rishathra.

“Fanno rishathra con dei carnivori?” pensò Louis. “Non con l’offerta di un pezzo di melone. Ma quel rito elimina i Ghoul e forse vogliono proprio questo.”

Il frutto era rosso all’interno. Sapeva un po’ di fragola. Gli altri considerarono un segnale il fatto che gli stranieri mangiassero i frutti e iniziarono a banchettare. Quei frutti erano da tutte le parti e loro erano erbivori, dovevano mangiare molto. Diedero altri pezzi a Wembleth e a Claus e passarono a contatti più intimi.

Roxanny girò loro la schiena e si allontanò. Louis raccolse un melone, lo ruppe contro il ginocchio e seguì Roxanny. Si era augurato di attirare la sua attenzione.


Roxanny si girò e lo aspettò; abbassò gli occhi, li rialzò e gli sorrise. — Ho detto a Wembleth di dire agli altri che siamo in fase di corteggiamento. — Prese mezzo melone e cominciò a mangiarlo.

Poi gli si addossò e si lasciò scivolare contro il corpo di lui fino a inginocchiarsi. Con un grido rauco Louis la spinse sull’erba e la penetrò. Non era il modo in cui avrebbe trattato una donna. Roxanny ne fu sorpresa; non era del tutto pronta, ma avvinghiò braccia e gambe intorno a lui e lo imprigionò. Louis Wu non capì più niente.

Quando tornò in sé, straparlava e si domandò se non avesse rivelato segreti. Roxanny, continuando a tenerlo prigioniero fra le gambe strette a forbice, rideva.

— Ragazzo, sei proprio impaziente!

Gli Hinsh si erano spostati intorno a loro. Quando si accoppiavano con i loro maschi, si mettevano in ginocchio. I maschi guardavano gli stranieri con le loro femmine e facevano a gesti la cronaca. Trovavano divertenti i maschi di statura così bassa rispetto a loro. Wembleth, il più basso, era il più divertente. Scoprirono che pativa il solletico.

— Scusa, Roxanny, ho perso il controllo — disse Louis. Si sentiva come se si fosse accoppiato con una vampira del Ringworld: stessa noncuranza, stessa intensità. Non osava certo dirglielo!

Lei gli diede un buffetto sulla guancia. — Gradevole. Nove anni a tirare avanti con il mio impianto ed è davvero una buona cosa.

— Sono fertile — disse Louis.

— Oh, certo. — Si alzò, di schiena, mani sui fianchi. — Non l’ho bevuta. Rishathra? Non mi hai detto tutta la verità, Luis. Ma… ci uniamo a loro?

— Cosa? Siamo una coppia! Li sconvolgerai!

Roxanny raccolse un melone, lo spezzò in due e l’offrì a un elfo. L’elfo rimase sconvolto. Poi rise, si mise in ginocchio e si strusciò contro di lei. Louis arrossì… e raccolse un melone.


All’imbrunire (troppo buio per vedere quali frutti erano maturi) gli Hinsh smisero di mangiare, di fare rishathra e di accoppiarsi e si presentarono: bizzarro rovesciamento dell’ordine. Avevano nomi lunghi e straordinari.

Wembleth prese da parte Louis e disse: — Gli Hinsh assomigliano ad altri con cui ho viaggiato. Se i forestieri contano di fermarsi per breve tempo, usano nomi corti, facili da imparare. Un sistema per dire: “Andatevene presto”. Ma vedi i frutti? Il vento ne ha fatto cadere per centinaia di volte il peso di un uomo. Ogni forestiero che ne mangia significa meno frutti rimasti a marcire. Siamo benvenuti.

Louis si sentiva benvenuto. Ma il rishathra non era sesso. Il suo corpo lo sapeva. Il suo corpo voleva Roxanny.

E Claus voleva il suo sangue.


Raramente sul Ringworld di notte faceva troppo buio per vederci. Gli Hinsh non volevano dormire. Chiacchierarono. I due della ARM si limitarono quasi sempre ad ascoltare. Louis chiese particolari sugli animali muniti di corna. — I mangiaerba? — disse un uomo. — Ci lasciano tranquilli e noi li lasciamo tranquilli. — Del cielo disse: — Le stelle mantenevano il loro corso. Potevamo usarle per dire l’ora, se volevamo. Adesso sono scatenate, vagano nel cielo. Solo i Vashneesht sanno perché. — Parlarono delle messi trascurate e del tempo. Gente noiosa, davvero.

Parlarono delle improvvise raffiche di vento. — Il clima cambierà — disse Louis alla sua compagna, Szeblinda. — Dovrete seguire la foresta contro spin, mentre gli alberi muoiono. Portare con voi i meloni e piantare i semi per averne altri. Può darsi che altra gente scappi dal disastro. Dovrete vedervela con loro, quando arriveranno qui.

— Resterai con noi per consigliarci?

— Dobbiamo muoverci più in fretta — disse Louis. — Stiamo cercando di risolvere tutto il problema.

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