11

«Fa’ vedere.»

Pen consegnò la busta a Bodie. Lui la tenne da una parte in modo che anche Melanie potesse leggere.

«Credo che ti convenga venire con noi», disse Melanie.

«Sì», mormorò Pen. «Lasciate che prenda un paio di cose.»

Melanie e Bodie aspettarono in soggiorno.

«La faccenda si fa seria», osservò Melanie. «Voglio dire, non avrei mai pensato che lui venisse qui.»

«Io non sono molto sorpreso», replicò Bodie. «Da come parlava quel tale al telefono… Sembrava che facesse sul serio.»

«Forse dovrebbe andare alla polizia.»

«Già.»

Melanie prese la busta dalle mani di Bodie ed esaminò i due lati. L’aprì per assicurarsi che fosse vuota. Poi si voltò e fissò il punto sul tappeto dove Pen l’aveva trovata. Le sue spalle si sollevarono quando sospirò profondamente. Teneva la testa china e la scuoteva lentamente. «Lui è stato proprio qui», concluse con voce stanca.

«Per fortuna Pen non era in casa.»

«Mi sento in colpa.»

Bodie le mise una mano sulla schiena. La pelle di lei era calda sotto la camicetta. «Non prendertela», disse.

«Mi sembra di vivere in una puntata di Ai confini della realtà. Prima papà, adesso questo.»

«E Pen che per poco non veniva investita, stamattina», aggiunse Bodie.

«Me n’ero scordata.»

«Io no. E se parli di Ai confini della realtà, ci sono anche le tue visioni. Peccato che non ricordi quella dell’ospedale.»

«Me la ricordo», ribatté Melanie. Si voltò a guardare Bodie negli occhi. «La ricordavo anche prima, solo che non volevo parlarne davanti agli altri.»

«Che cos’era?»

«Più tardi. Te lo dirò quando saremo soli.»

«Ma adesso siamo soli.»

«C’è Pen.»

Bodie la sentiva nell’altra stanza. Rumore di passi. Cassetti che si aprivano.

«Fra un minuto avrà finito», osservò Melanie.

«Perché non vuoi che lei lo sappia? La riguarda?»

«In un certo senso.»

«Andiamo, di che si tratta?» incalzò Bodie.

«Ho detto più tardi. È una cosa che deve restare fra te e me.»

«Okay», borbottò lui. «Più tardi.»

«Non essere arrabbiato con me.»

«Non sono arrabbiato.»

«Sì, invece», fece lei imbronciata.

«Sicuro!» sbottò lui. «Sono nervoso, molto nervoso. Lo ero e lo sono: ma perché dici che sono arrabbiato?»

«La malattia aveva acuito i miei sensi», sentenziò la voce di Pen dall’altra parte della stanza. «Non distrutti, non appannati

Bodie le rivolse un largo sorriso.

Melanie, perplessa, spostò lo sguardo da Bodie alla sorella.

«Il cuore rivelatore», spiegò Pen.

«Ora, però, dovremmo trasferire il nostro show sulla strada», dichiarò Bodie. Lo sguardo offeso di Melanie lo fece pentire delle sue parole. «Pronta?»

«Tutto a posto.» Pen aveva una valigetta al suo fianco, e una borsa a tracolla. Indossava gli stessi jeans bianchi di prima, ma la camicetta color borgogna era stata sostituita da una camicia di flanella a scacchi. Sopra la camicia, una giacca di pelle scamosciata, slacciata.

Bodie la osservò mentre faceva qualche passo. Notò che c’era una certa differenza nell’aspetto e nel movimento della camicia, perciò doveva aver messo anche un reggiseno.

«La porto io», si offrì Bodie allungando il braccio per prendere la valigia.

«Grazie.»

Mentre Pen gliela passava, squillò il telefono. Pen piegò la mano di colpo e la valigia scivolò dalle dita di Bodie e cadde sul pavimento. Pen s’irrigidì. Sbatté le palpebre quando il telefono suonò di nuovo.

«Vuoi che risponda?» domandò Bodie.

Lei non sembrava in grado di rispondere.

«Vado io.» Melanie sfrecciò davanti a lui.

Bodie si affrettò a seguirla in cucina e la guardò mentre sollevava la cornetta. «Pronto?» Pausa. «No, non sono Pen. Chi la desidera?» Melanie rimase in ascolto poi coprì il ricevitore e gridò: «È un certo Gary».

«Okay», disse Pen. Si avvicinò alla sorella e prese la cornetta. «Pronto… Sì, sono Pen Conway. Certo che mi ricordo di te.»

Bodie aveva l’impressione di essere indiscreto, ma Melanie non s’era mossa, perciò rimase anche lui. E poi, concluse fra sé, quel tale non sapeva se Pen si ricordava di lui, perciò non potevano essere in rapporti intimi.

«Credo che sia stata colpa delle diapositive», stava dicendo Pen. «Credevo di svenire… Sicuro, sono tornata direttamente a casa… Ero tentata, ma non sapevo se saresti sceso… Oh, davvero?» Pen trafficò con il primo bottone della camicetta. Corrugò leggermente la fronte. «Stasera? Proprio non posso… È una questione di famiglia. Proprio non potrei. Senti, perché non mi dai il tuo numero? Appena la situazione sarà risolta, ti chiamerò.» Pen annuì, ma non trascrisse il numero. «Capito… Lo farò. Grazie della telefonata, Gary… Buonanotte.» Pen riappese. «È un tale che ho conosciuto l’altra sera a un convegno di scrittori di libri gialli.» Staccò il telefono e lo posò in cima al frigorifero. «Sarà meglio andare, Joyce penserà che l’abbiamo abbandonata.»

In soggiorno, Pen si fermò e guardò la busta sul tavolino, dove Melanie l’aveva lasciata.

«Dobbiamo portarla con noi?» domandò Melanie.

Pen raccolse la busta e ne fece una pallottola.

«Ehi, non gettarla via. È una prova!»

«Prova di che cosa?» ribatté Pen. Senza aspettare una risposta si diresse verso la cucina.

«Forse dovresti mostrarla alla polizia», le gridò dietro Melanie.

Sua sorella non rispose e riapparve senza la busta.

«L’hai gettata via?»

«Credi che voglia ritrovarla, quando torno a casa?»

«Bodie e io ne abbiamo parlato. Pensiamo che dovresti andare alla polizia.»

Pen lasciò la lampada accesa. Uscirono di casa. Lei chiuse la porta e fece scattare la maniglia. Mentre si dirigeva lungo la balconata verso le scale, si voltò a guardarli. «Non ci vado alla polizia. In primo luogo perché hanno problemi più gravi da risolvere. Secondo, non esistono prove sufficienti per identificare quel verme, anche se mi ascoltassero.» Con una mano sulla ringhiera di metallo, cominciò a scendere. «Mi direbbero solo di cambiare numero o di traslocare. E poi vorrebbero ascoltare il nastro.»

Questa, pensò Bodie, può essere la vera ragione per cui non vuole rivolgersi alla polizia. Non poteva biasimarla. Loro avrebbero insistito per sentire il nastro. Pen sarebbe stata presente mentre quel farabutto le diceva che voleva fotterla e cacciarle dentro la lingua. Ascoltare di nuovo il nastro sarebbe stato terribile, ma avere due estranei che ascoltavano e magari si chiedevano come sarebbe stato fare quelle cose a Pen… Perché se lo sarebbero chiesto di sicuro, concluse Bodie. Un uomo non poteva farne a meno.

«Che cosa hai intenzione di fare?» volle sapere Melanie.

«Non lo so. Trasferirmi, forse. O comperare una pistola.»


«Credo che andrò a coricarmi», annunciò Joyce poco dopo che erano rientrati. «È presto, però. Voi restate alzati finché volete. Guardate la televisione, fate uno spuntino, bevete un drink, tutto ciò che volete.» La donna si rivolse a Pen: «Sai dove sono bevande e cibarie».

«Ti dispiace se usiamo la jacuzzi?» domandò Pen.

«Sarebbe bellissimo in una sera come questa. Vi raggiungerei volentieri, ma… nel pomeriggio non ho dormito.»

Le augurarono la buonanotte e Joyce salì le scale.

«A voi due interessa?» domandò Pen guardando Melanie.

«Credo di no, ma tu vai pure.»

«Sei sicura?»

Bodie desiderava farsi un bagno nella jacuzzi. Moltissimo. Ma non disse niente.

«Non abbiamo portato i costumi», spiegò Melanie.

Pen alzò leggermente le spalle. «Papà ha dei costumi di scorta per gli ospiti. Uno dovrebbe andar bene a Bodie. E tu potresti tenere addosso la biancheria», replicò Pen.

«O niente del tutto», suggerì Bodie.

«Svergognato», lo rimbeccò Melanie.

«Vado ad accendere», annunciò Pen.

Melanie si lasciò cadere sul divano, si allungò e allacciò le mani dietro la testa. Osservò Pen andarsene, poi si voltò a guardare Bodie.

Lui si strinse nelle spalle. Con un sorriso per nascondere il disappunto, sedette accanto a Melanie, e le mise una mano sulla coscia. «Un bagno nella jacuzzi sarebbe bello.»

«Si gela, quando si esce.»

«Non m’importa.»

«Ci scommetto.»

«Che cosa vorresti dire?»

«A te interessa solo vedere Pen svestita.»

Lui rise sommessamente, poi spostò la mano più su. Fece scivolare la gonna contro la pelle liscia. «Pen non m’interessa.»

«Ho notato come la guardi.»

«Certo che la guardo. Quando ci sono persone in mia presenza, le guardo. È una difesa contro le collisioni.»

«Sì, scherzaci sopra.»

«Dovrei voltare la testa quando entra nella stanza?»

«Non è divertente», tagliò corto Melanie.

«Capisco», convenne Bodie. «Scusami. Ammetto di averla guardata. È attraente.»

«Parliamone.»

«Ma lei non è te, Melanie. Sei l’unica che amo.»

Lui levò la mano fra le gambe quando lei si girò improvvisamente. Gli gettò le braccia al collo e lo abbracciò forte. La sua faccia era affondata nel collo di Bodie. Lui le accarezzò leggermente la schiena.

«Nonostante le tue stranezze», aggiunse Bodie.

«Sono così confusa.»

«Stai benissimo.»

«Non è vero.»

Bodie notò una figura entrare nella sua visuale periferica. Voltando la testa vide Pen nell’angolo della stanza. Lei si fermò, poi si tirò indietro silenziosa e salì le scale.

Appena pronta, pensò Bodie, scenderà quelle scale e io sarò qui ad aspettarla.

Si sentì eccitato e colpevole.

«Mi sono comportata male con lei?» chiese Melanie.

«Con Pen? Proprio male non direi. So che provi rivalità o complesso d’inferiorità nei suoi confronti, ma credo che potresti mostrarti un po’ più comprensiva. Non è solo tuo padre che si trova in ospedale, è anche il padre di Pen.»

«Lo so», convenne Melanie, mortificata.

«E lei deve affrontare anche questa storia delle telefonate oscene. Tutte e due le situazioni sono maledettamente traumatiche, le sono piombate addosso nello stesso momento. Sono sicuro che apprezzerebbe un piccolo appoggio morale.»

Melanie annuì e si sciolse dall’abbraccio. Aveva gli occhi rossi e umidi. Se li sfregò con la manica.

Bodie le accarezzò la nuca. «Tutto bene?»

Lei tirò su con il naso. «Non capisco perché mi sopporti.»

«Nemmeno io, ma che importa?»

Con un vago sorriso, lei si lasciò ricadere contro il cuscino ed emise un lungo sospiro. Bodie si appoggiò all’indietro, le spalle che si toccavano, e le strinse la mano.

«Cercherò di non romperti più le scatole», promise Melanie.

«Anch’io.» Lui strinse forte la mano. Lei rispose alla stretta. Dopo un po’ Bodie disse: «Mi piacerebbe provare la jacuzzi».

«Ah sì?»

«Aspettiamo che Pen abbia finito, poi saremo soli nell’acqua calda e ribollente.»

«C’è il rischio di gelare, quando usciremo.»

«Chi se ne importa?»

Pen cominciò a scendere le scale.

Bodie si coprì gli occhi.

Melanie gli diede un colpetto con il gomito.

Lui abbassò le mani e osservò Pen che scendeva le scale. Lei indossava una vestaglia azzurra che le arrivava a metà coscia e teneva un asciugamano piegato sotto il braccio.

«Hai il costume da bagno sotto la vestaglia?» volle sapere Melanie.

«Certo. Ne avevo messo uno in valigia. Pensavo già a un bagno nella jacuzzi.»

«Ci vediamo là», decise Melanie, e si alzò.

«Fantastico.»

Favoloso, pensò Bodie.

In fondo alle scale, Pen disse: «Papà tiene dei costumi di scorta nell’armadio della biancheria vicino al bagno. Non c’è fretta, l’acqua sarà calda solo fra un po’».

Bodie, ancora stupito per la decisione di Melanie, seguì la ragazza al piano superiore. Lei lo guidò all’armadio della biancheria e tirò fuori due costumi da bagno. Uno era a righe e troppo largo, perciò Bodie scelse l’altro, uno slip di nylon elasticizzato.

«Ti starà benissimo», approvò Melanie.

Trovò due grandi asciugamani e precedette Bodie in camera da letto. Indossato il costume lui sollevò i lembi della camicia per l’ispezione di Melanie.

«Perfetto.»

La stoffa aderente non solo tirava all’inguine, ma metteva in risalto gli organi genitali. Lui lasciò ricadere la camicia. «Che importa, tanto sarà buio là fuori.»

Melanie inarcò le sopracciglia, ma non protestò.

«Terrò la schiena voltata a tua sorella», promise lui.

«Sarà meglio», approvò lei e si diresse verso la porta.

«Tu non ti cambi?»

«Per mettermi che cosa?»

Bodie scrollò le spalle. Di bene in meglio, pensò. Seguì Melanie giù per le scale e fuori dalla porta. Scosso da un brivido, prese uno degli asciugamani e se l’avvolse alla vita.

Il patio era illuminato da un riflettore. Guardandosi intorno, Bodie vide un barbecue, un tavolo con le sedie e un paio di sdraio. Nessuna traccia di Pen o della jacuzzi.

Ma sentiva il ronzio di una macchina, in lontananza. Un rumore costante, come un condizionatore d’aria su una finestra.

«Da questa parte», indicò Melanie.

Lui la seguì lontano dal patio illuminato, nell’oscurità. Camminavano sui lastroni di pietra sistemati nell’erba. C’erano tanti alberi là dietro. Nessun segno di case vicine.

Si piegò sotto i bassi rami dei limoni che sporgevano sul passaggio.

Poi vide un gazebo con le pareti di graticcio su tre lati, senza tetto. Un lato era aperto. Dentro c’era la vasca sopraelevata. La testa e le spalle di Pen erano visibili al chiaro di luna.

«Benvenuti», salutò Pen mentre si avvicinavano. «Ho portato dei rinfreschi.» Sul bordo accanto a lei c’erano una bottiglia di vino con un bicchiere e due bottiglie di birra. Lei teneva in mano un bicchiere di vino.

Bodie affondò le dita nell’acqua. Sembrava un bagno caldo.

Pen allungò il braccio dietro di sé e fece scattare un interruttore. Una luce rossa si accese sul fondo. Pen indossava un bikini che probabilmente era bianco, ma che nella luce rossastra dell’acqua sembrava rosa. Bodie si voltò verso Melanie. «Prima le signore», disse.

Melanie, in piedi, posò una mano sulla piattaforma di legno che circondava la piscina e si levò le scarpe. Poi si sfilò la camicetta, la piegò accuratamente e la posò sulla piattaforma accanto agli asciugamani. Era nuda dalla vita in su. La sua pelle brillava di un riflesso rosato. I suoi capezzoli erano turgidi. Guardandola, Bodie si eccitò, il costume di nylon si gonfiò. I piccoli seni di Melanie si sollevarono e si appiattirono leggermente quando lei alzò le braccia per slacciare il nastrino di velluto. Lei lo guardava negli occhi. Si levò la gonna, la piegò e la mise sopra la camicetta. Portava minuscole mutandine di pizzo nero. Le tenne addosso, salì gli scalini di legno e si calò nella vasca. «Bello!» esclamò e si accoscio finché l’acqua le lambì le spalle. Nuvolette di vapore circondavano il suo viso.

Bodie si sbottonò la camicia. «Si vede la casa, da qui?» si informò e voltò le spalle alle ragazze. No, non vedeva la casa attraverso i cespugli e gli alberi. Cosa più importante, le ragazze non potevano vederlo davanti. Mentre si toglieva la camicia abbassò lo sguardo. Il costume era ancora più gonfio.

Avrebbe dovuto prendere l’altro.

Si voltò, tenendo davanti la camicia e cominciò a piegarla con aria indifferente mentre saliva gli scalini. Continuò nell’operazione di piegare l’indumento mentre guardava nell’acqua e vide i tre gradini sommersi. Per fortuna Pen si voltò per prendere la bottiglia di vino. Lui gettò la camicia sul mucchio degli abiti di Melanie e si affrettò a immergersi. L’acqua calda lo coprì fino al ventre.

Si accosciò. Spostandosi all’indietro, trovò la panchina di mattonelle con il posteriore. Si appoggiò e allungò le gambe in direzione di Melanie. I suoi piedi toccarono quelli di lei. Melanie era seduta alla sua destra, Pen direttamente di fronte.

«Ti piace?» chiese Melanie.

«Fantastico.»

Pen allungò un bicchiere di vino a Melanie, poi sollevò una bottiglietta di birra dal bordo e si sporse verso Bodie. Il suo bikini era allacciato dietro il collo e risaltava chiaro sulla pelle bagnata del petto. I suoi seni restavano sotto la superficie, nascosti dall’acqua piena di bollicine. Bodie prese la birra e la ringraziò.

Con la schiena contro la parete della vasca, bevve un sorso. La birra era fredda e buona. L’acqua calda lo accarezzava. Il costume era così aderente e trasparente, da farlo sentire nudo.

«Ottima, questa birra», disse.

Pen annuì. I suoi capelli biondi erano umidi e arricciati per il vapore, a Bodie piacevano le ciocche che le ricadevano sulla fronte e sulle orecchie. Lei bevve una sorsata di vino. Si era sollevata nell’acqua per bere. Il braccio bagnato era magro, le punte dei seni stavano appena sopra la superficie, lambite dall’acqua in movimento. Attraverso le minuscole onde Bodie poteva vedere il resto del reggiseno del bikini, la pelle abbronzata più giù e la chiazza di stoffa fra le gambe; ma l’acqua con quelle bollicine, trasformava ciò che vedeva in macchie confuse e distorte.

«Papà aveva in mente di costruire una piscina», spiegò Melanie, «ma non c’era spazio con tutti quegli alberi. Non voleva abbatterli, così ha fatto costruire questa vasca.»

«È bella», commentò Bodie.

«Specialmente quando l’inverno è freddo», aggiunse Pen. «E lo è quasi sempre, di notte.»

«Siamo solo a un paio di chilometri dall’oceano», osservò Melanie. La ragazza si portò il bicchiere alle labbra e si drizzò mettendosi seduta. I suoi seni emersero dall’acqua. Brillavano nel riflesso rossastro, i capezzoli scuri turgidi.

Se cerca di distrarre la mia attenzione da Pen, pensò Bodie, ci riesce perfettamente.

Scivolò sulla panchina di mattonelle finché venne a trovarsi proprio di fronte a lei.

«Dovresti portare Bodie alla spiaggia, domani», suggerì Pen. «A Venice c’è un vero carnevale durante i week-end. Sei mai stata sulla Ocean Front Walk?» soggiunse rivolgendosi a Bodie.

«Un paio d’anni fa. Mi piacerebbe ritornarci.»

«È un’idea», approvò Melanie. Guardò Pen. «Vieni con noi, se decidiamo di andarci?»

«Credo che comincerò a cercare un nuovo appartamento.»

«Hai davvero intenzione di cambiar casa?»

«Probabile.» Pen si girò per riempire il bicchiere.

Melanie scosse la testa. «Una decisione piuttosto drastica», osservò, abbassando il bicchiere. Il bordo della vasca le schiacciò il capezzolo destro. Il bicchiere si abbassò, e il capezzolo, libero, si drizzò di colpo.

Bodie si dimenò e bevve un po’ di birra.

«Credo che non potrò rimanere a lungo nel mio attuale appartamento», riprese Pen, bevendo un sorso. Poi inclinò la testa e guardò il cielo. «Vi dispiace se spengo le luci?»

«Va bene», approvò Melanie.

Ecco che non vedrò più niente, pensò Bodie. «D’accordo.»

Pen allungò il braccio oltre il bordo della piattaforma e la luce rossa si spense.

La mezzaluna era quasi direttamente sopra di loro. Un aereo sfrecciò. Bodie vedeva solo qualche stella.

Guardò giù. Le donne erano indistinte, pallide chiazze di facce e di spalle, invisibili sotto la superficie dell’acqua.

«Che pace», osservò Pen.

«E che buio», aggiunse Bodie.

Melanie posò il bicchiere e venne avanti. Si avvicinò al lato della vasca dov’era Bodie e sedette sulla panchina. Il suo braccio scivolò contro quello di lui. Era coperta fino alle spalle. I seni pallidi si vedevano appena attraverso l’acqua e Bodie non riusciva a vedere più giù. Le mise una mano sulla gamba.

«Sono contenta d’essere venuta con voi», disse la sorella a Pen. «M’ero scordata di com’è fantastico qui.»

Bodie si accorse che Melanie gli sollevava la mano dalla coscia. Lei gli cacciò qualcosa nel palmo. Lui chiuse le dita. Un pezzetto di stoffa… Le mutandine di Melanie.

Lei gliele levò, guidò la sua mano su per la gamba.

«Non vai mai nella jacuzzi, quando sei a casa?» chiese Melanie con voce calma.

«Mai», rispose Pen.

«Quando abitavo con lei, non andava mai in piscina o a prendere il sole», spiegò Melanie.

«Non sopportavo l’idea di essere guardata da estranei.»

Bodie annuì. Non si fidava della propria voce. La sua mano fu guidata a destinazione e lasciata. Le sue dita scivolarono dentro Melanie. Gli batteva forte il cuore, tentò di respirare in modo normale. Aveva l’impressione che la sua erezione lacerasse il costume da bagno.

Melanie si dimenò leggermente contro le sue dita.

E a un tratto tutto gli parve sbagliato.

Che diavolo stava facendo?

Spostò la mano sulla gamba di Melanie. Lei gli afferrò il polso e la spinse indietro dolcemente, ma lui liberò la mano e si alzò. «Credo che sia meglio rientrare», disse, cercando di tenere la voce ferma. «Comincio a provare un certo malessere. Probabilmente colpa del caldo e della birra, non so. Ci vediamo più tardi.»

Uscì dalla vasca, si avvolse l’asciugamano attorno alle spalle, raccolse la sua camicia e si diresse verso i lastroni di cemento.

«Ciao», salutò Pen. La sua voce risuonò strana.

«Ci vediamo dopo», disse Melanie.

Bodie continuò a rabbrividire fino a casa, ma era il comportamento di Melanie che gli faceva battere i denti.

Che accidenti aveva per la testa?

Sii sincero, disse Bodie a se stesso. Forse aveva solo voglia e ha perso il controllo. È perfettamente comprensibile. Sicuro.

Ma lui sapeva che non era così.

Offrirgli le mutandine. Come un cane che lascia cadere una palla ai piedi del padrone. Andiamo, gioca con me.

Gioca con me davanti a mia sorella.

Sarà il nostro piccolo segreto.

A meno che, naturalmente, lei non se ne accorga. E questo sarebbe ancora meglio, no?

Bodie si fermò davanti alla porta, si asciugò rapidamente le gambe, poi entrò in casa.

Загрузка...