VII

Xanten riferì il tutto al consiglio.

— Non possiamo avvalerci delle astronavi, perché i Mek le hanno rese inutilizzabili, così non è possibile chiedere aiuto ai Mondi Patrii.

— Che triste notizia! — esclamò Hagedorn con una smorfia. — È tutto?

Xanten continuò il suo resoconto.

— Mentre tornavo con l’energovagone mi sono imbattuto in una tribù di Nomadi e ho spiegato all’atamano i vantaggi che avrebbero avuto se si fossero messi a nostra disposizione. Ma i Nomadi mancano del tutto di correttezza e di docilità e l’atamano mi ha risposto in maniera tale che me ne sono andato via completamente disgustato.

«Poi ho visitato il villaggio degli Espiazionisti nella Valle Lontana e ho fatto anche a loro la stessa proposta, ma non ho avuto successo. Gli Espiazionisti sono carichi di ideali quanto i Nomadi di volgarità. Entrambi preferiscono scappare di fronte al pericolo. Gli uni si rifugeranno tra le montagne, gli altri, molto probabilmente, nelle steppe.»

Beaudry sbuffò.

— E cosa otterranno fuggendo? Forse guadagneranno qualche anno… ma prima o poi i Mek, con la loro metodicità, li troveranno tutti.

— Mentre nel frattempo — si risentì O.Z. Garr — avremmo potuto creare un efficiente corpo di difesa a vantaggio di tutti. Lasciamoli al loro destino, noi siamo al sicuro.

— È vero, siamo al sicuro — sospirò tristemente Hagedorn. — Ma cosa succederà quando l’energia verrà a mancare e si fermeranno gli ascensori e gli impianti di circolazione dell’aria smetteranno di funzionare? Cosa succederà allora?

O.Z. Garr scosse la testa con rabbia.

— Ci dobbiamo preparare a soluzioni indecorose con tutta la buona grazia possibile. Comunque i macchinari del castello sono validi e credo che per cinque o dieci anni ci daranno pochi problemi. E in tale periodo di tempo può succedere di tutto.

Claghorn, che durante tutta la discussione era rimasto appoggiato indolente alla spalliera del seggio, finalmente intervenne.

— Questo è un programma essenzialmente passivo, paragonabile alla defezione dei Nomadi e degli Espiazionisti.

Gli rispose O.Z. Garr, con un tono volutamente controllato e gentile.

— Claghorn sa bene che in fatto di sincerità, ottimismo e franchezza non mi tiro mai indietro, non sono mai stato per la passività. Ma non voglio abbassarmi a riconoscere eccessiva importanza a una stupidaggine del genere. Come si può chiamare passivo tale comportamento? Forse che il degno e nobile capo dei Claghorn ha una proposta più dignitosa e che ci permetta di rispettare di più il nostro modo di vita?

Claghorn fece un lieve cenno d’assenso con il capo, atteggiandosi a un sorriso che a O.Z. Garr parve di soddisfazione.

— C’è un modo semplice ed efficace con il quale sconfiggere i Mek.

— E allora perché non ce lo dite subito? — urlò Hagedorn.

Claghorn guardò uno alla volta i presenti, seduti intorno al tavolo coperto di velluto rosso: lo spassionato Xanten; il massiccio Beaudry, immobile con il volto atteggiato alla consueta smorfia sprezzante; il vecchio Isseth, bello e pieno di vita come il più vivace dei cadetti; Hagedorn, preoccupato e scuro in viso, che manifestava anche troppo la sua preoccupazione; l’elegante Garr; Overwhele, che non pensava ad altro che ai disagi del futuro; Aure, che giocherellava con la sua tavoletta d’avorio, arrabbiato o sconfitto; gli altri che si mostravano dubbiosi, alteri, risentiti, impazienti… e infine Floy, con il suo sorriso tranquillo, idiota secondo Isseth, che voleva manifestare il suo totale distacco da quella situazione irritante.

Claghorn osservò tutti quei visi e scosse il capo.

— Per ora non vi dirò niente perché non è una cosa fattibile. Voglio comunque sottolineare che a Castel Hagedorn niente sarà più come prima, anche se riusciamo a resistere all’attacco dei Mek.

— Secondo me stiamo già perdendo la nostra dignità accettando di parlare di quelle bestie — commentò Beaudry.

Xanten si mosse.

— È vero, l’argomento è nauseante, ma tenete a mente che Halcyon e Delora sono già stati distrutti e chi sa quanti altri castelli si trovano nelle stesse condizioni. Non facciamo gli struzzi! I Mek non spariranno solo perché noi li ignoriamo!

— E comunque — disse O.Z. Garr — siamo al sicuro, come Janeil. Per quanto riguarda gli altri, farebbero bene a venire qui, se non sono stati ancora uccisi e se riescono a sopportare la vergogna della fuga. Personalmente credo che entro breve tempo i Mek si prostreranno ai nostri piedi implorandoci di riprenderli con noi.

Hagedorn scosse tristemente la testa.

— Faccio molta fatica a crederci, comunque per il momento la seduta è chiusa.

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