XV

La settimana successiva crollò un’altra parte della parete orientale portandosi dietro alcuni dei contrafforti di roccia fusa. Al di là delle gallerie, poi, i mucchi di terra e di pietre si erano ingranditi paurosamente.

La parte più sicura e tranquilla del castello era il lato esposto a meridione, gradinato a terrazze, ma improvvisamente, un mese più tardi, una gran parte delle terrazze franò aprendo un crepaccio irregolare che spaccò in due il viale d’entrata e travolse le statue degli antichi nobili poste sulla balaustra come ornamento.

Hagedorn riunì il Consiglio.

— La situazione non è affatto migliorata — iniziò tentando inutilmente di apparire faceto. — Sono state superate anche le nostre previsioni peggiori e ammetto di non gioire alla prospettiva di franare insieme a tutte le mie suppellettili.

Aure ebbe un gesto di disperazione.

— Anch’io sono assillato da questo! La morte… cos’è? È vero che tutti dobbiamo morire, ma se penso ai miei oggetti di valore…! I miei libri travolti! Le cotte d’armi in pezzi! I vasi tanto delicati in frantumi! I tappeti sepolti! Le Phane morte soffocate! I candelieri che ho ereditato gettati via! Ecco cosa mi assilla!

— I vostri beni sono preziosi quanto quelli di tutti qua dentro — lo rimbeccò asciutto Beaudry. — Comunque sono solo cose e non esseri viventi. E una volta morti, cosa ci importa di loro?

Marune rabbrividì.

— Un anno fa ho messo da parte ben diciotto dozzine di fiasche di squisite essenze: dodici di Pioggia verde, tre di Balthazar e tre di Faidor. Pensate solo a questo e vi renderete conto della tragicità della situazione!

— A saperlo! — si lamentò Aure. — Avrei… avrei… — la sua voce si spense.

O.Z. Garr pestò il piede a terra impaziente.

— Basta lamentarsi! Abbiamo fatto una scelta, rammentate? Xanten ci aveva scongiurato di fuggire. Adesso lui e i suoi compari vivono tra le montagne, insieme agli Espiazionisti. Noi invece abbiamo deciso di restare, nel bene e nel male e adesso si sta verificando il peggio, purtroppo. Non possiamo fare altro che accettare il nostro destino dignitosamente, da veri nobili.

I membri del Consiglio assentirono, seppur a malincuore. Hagedorn aprì una fiasca di incomparabile Rhadamanth e lo offrì ai presenti con una generosità che in un’altra situazione sarebbe stata impensabile.

— Visto che non abbiamo un domani… al nostro glorioso passato!

Durante la notte nel cerchio degli assediati avvennero strane cose: fiamme in quattro posti diversi, grida rauche echeggianti.

Il giorno successivo l’attività sembrava essersi rallentata. Tuttavia nel pomeriggio franò un altro pezzo del versante orientale, lasciando esposta la facciata posteriore di sei dei grandi palazzi.

Un’ora dopo il tramonto un gruppo di Uccelli arrivò sulla terrazza di lancio e Xanten uscì dalla portantina. Scendendo di corsa dalla scala circolare che portava ai bastioni si diresse verso il palazzo di Hagedorn.

Hagedorn, chiamato da un parente, fissò stupefatto Xanten.

— Cosa ci fate qui? Vi credevamo al Nord al sicuro, con gli Espiazionisti!

— Gli Espiazionisti non sono andati a rifugiarsi al Nord — rispose Xanten. — Si sono uniti a noi e stiamo lottando.

Hagedorn spalancò la bocca.

— Lottando? I nobili combattono contro i Mek?

— Con tutte le loro forze.

Hagedorn scosse il capo, stordito.

— E gli Espiazionisti sono con voi? Avevo capito che intendevano andare a Nord.

— Infatti, e alcuni ci sono andati, compreso A.G. Philidor. Ma anche gli Espiazionisti sono divisi in varie fazioni e la maggior parte di loro è a soli sedici chilometri da qui. Lo stesso discorso vale per i Nomadi. Alcuni sono scappati con i loro energovagoni, gli altri uccidono i Mek con accanimento. Avete senz’altro visto cosa abbiamo fatto questa notte. Abbiamo messo a fuoco quattro magazzini, abbiamo distrutto le riserve di sciroppo e ammazzato più di cento Mek e dodici energovagoni. Purtroppo però abbiamo avuto delle perdite anche noi, e questo è molto grave perché siamo pochi mentre i nostri avversari sono numerosissimi. Ecco il motivo per il quale sono venuto. Abbiamo bisogno di uomini. Venite a lottare con noi!

Hagedorn si volse verso i palazzi.

— Li riunirò tutti e vi farò parlare.

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