XVII

La situazione si evolse improvvisamente. I Mek, che avevano occupato una vasta area intorno al castello, non avevano previsto una grande resistenza e non avevano neanche tenuto in considerazione le campagne. Nel costruire i loro depositi di sciroppo e le caserme avevano guardato soltanto alla comodità e non alla difesa. Così gli incursori riuscirono ad avvicinarsi, danneggiare e ritirarsi senza avere troppe perdite. I Mek più colpiti furono quelli che si erano appostati sul crinale settentrionale. Dopo ripetuti attacchi vennero respinti e molti di loro persero la vita. L’accerchiamento del castello si modificò e due giorni dopo la distruzione di altri due sacchi di sciroppo costrinse i ribelli ad arretrare ulteriormente. Si barricarono nelle gallerie che portavano alla base del lato meridionale del picco e la loro posizione era abbastanza sicura, ma invece di essere all’attacco si ritrovarono in posizione difensiva, nonostante gli energovagoni continuassero a trasportare roccia frantumata alla base del picco.

Concentrarono le scorte di sciroppo all’interno dell’area da loro difesa, insieme alle armi, alle munizioni e agli utensili, e la custodivano giorno e notte armati di pistole e di pallottole. Un attacco frontale era praticamente impossibile.

Gli incursori restarono per un intero giorno nascosti nei frutteti circostanti a valutare il da farsi, quindi idearono una nuova tattica. Sei carri leggeri, improvvisati al momento, vennero colmati di olio infiammabile collegato a una granata incendiaria. Durante la notte sessanta Uccelli li portarono sopra gli appostamenti dei Mek volando in alto, quindi si abbassarono di quota e lanciarono le bombe incendiarie. Subito la zona sottostante divenne un inferno di fiamme. I depositi andarono in fumo, gli energovagoni rotolarono frenetici travolgendo e schiacciando i Mek e aumentando ancora di più il terrore generato dall’incendio. I Mek sopravvissuti si rifugiarono nelle gallerie. La maggior parte dei riflettori che essi avevano installato per illuminare a giorno la zona dei depositi si spense e gli incursori se ne avvantaggiarono per attaccare. Dopo una lotta breve ma violenta gli uomini uccisero le sentinelle e arrivarono all’entrata delle gallerie. La rivolta sembrava ormai sotto controllo.

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