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— Sono proprio uno stupido — disse McCullough, in tono di scusa, a Walters. — Avrei dovuto pensarci quando eravamo nell’Astronave. Se non altro, lo avrei dovuto immaginare quando ho esaminato lo strappo.

— Ammesso che cambiare la tuta nel corridoio avrebbe procurato minori disturbi alla gola e agli occhi di Walters, io dubito che avreste fatto in tempo a completare tutte le operazioni prima dell’arrivo degli stranieri. Quindi non avete niente da rimproverarvi. Avete scattato delle fotografie… Be’, avete fatto un bel lavoro.

— E io non mi lamento — disse Walters.

Le analisi del campione d’aria preso nel corridoio avevano dimostrato che l’atmosfera dell’Astronave non era pericolosa per gli esseri umani; anzi, risultava molto meno tossica di quella respirata nelle grandi città. Invece il campione preso nella camera stagna conteneva una quantità di liquidi vaporizzati che potevano soltanto provenire dal tubo avariato. Apparentemente, ciò che Walters aveva respirato non era più pericoloso di una uguale quantità di gas lacrimogeni.

McCullough aveva portato a termine l’esame dello sfortunato pilota con estrema scrupolosità.

— Ora dobbiamo decidere cosa fare. Vorrei che il dottore e il maggiore Walters dessero qualche suggerimento. In fondo, ne sanno più di tutti, sull’Astronave. Come vedete la situazione?

— Io non dico niente. Ho la gola troppo irritata — disse Walters.

Dagli altoparlanti giunse un sospiro irritato. McCullough fece un rapido cenno a Walters e cominciò a parlare.


Secondo lui, l’ispezione compiuta all’interno dell’Astronave straniera non aveva ancora dato risposta ai quesiti più importanti; a quelli, cioè, sulle origini e sugli scopi dell’Astronave stessa, la quale rimaneva ancora un gigantesco scafo, di circa ottocento metri, orbitante attorno al Sole a una distanza di duecentoquaranta milioni di chilometri; pareva che non possedesse l’energia sufficiente a continuare il viaggio, e rifiutava di rispondere ai segnali. La precisione con cui era stata inserita in orbita e la reazione di quel gruppo dell’equipaggio, che doveva essere una squadra di controllo delle avarie, faceva cadere l’ipotesi che si trattasse di un relitto o di un’Astronave in serie difficoltà.

Le indicazioni raccolte facevano pensare a un rifiuto di avere contatti, da parte dell’equipaggio, perché il suo compito era semplicemente quello di svolgere osservazioni di qualche genere. Forse quegli esseri non volevano contatti con razze inferiori, o avevano ordine di non accettarne. McCullough fu molto accorto nell’usare la parola osservazioni anziché ricognizione; comunque, aveva paura che, sulla Terra, la gente avrebbe ricavato delle conclusioni, senza badare alla parola che aveva usata.

Per quanto riguardava la struttura fisica dell’Astronave, le osservazioni fotografiche e quelle visuali stabilivano con chiarezza che lo scafo non era fatto per sopportare forti accelerazioni, e neppure per decollare da un pianeta normale. Inoltre, se le reti osservate coprivano tutte le pareti dei corridoi dello scafo, era poco probabile che esistesse un controllo di gravità, sia all’interno dello scafo, sia come mezzo di propulsione. Dato che non erano visibili razzi o altri propulsori convenzionali a reazione in grado di muovere uno scafo di quelle dimensioni, era chiaro che, a parte il mezzo di propulsione usato, lo scafo rimaneva in stato di mancanza di peso, sia che fosse in movimento o meno.

Sull’equipaggio dello scafo straniero, McCullough poté dire qualcosa di più.

— Oltre ai particolari fisiologici che appaiono sulle fotografie — osservò — fotografie che ci potranno essere molto utili quando avremo la possibilità di studiarle attentamente, noi sappiamo che l’equipaggio è composto da tre specie distinte. Lo straniero con il pelo, o pelliccia bianca, sembra essere in posizione di autorità o di dominio sugli altri. Benché la loro curiosità dovesse essere fortissima, gli altri si sono subito allontanati alla comparsa del terzo tipo di straniero.

McCullough continuò.

— Il secondo tipo, quello che si è lanciato su Walters, è molto più aggressivo o impulsivo del tipo Tre. A mio avviso, il Tre è pari a un ufficiale, mentre gli altri due appartengono alle squadre dei tecnici incaricati delle riparazioni; arrabbiati per i danni che abbiamo arrecato al sistema idraulico, hanno voluto esprimere la loro collera assalendo Walters. Ma se presumiamo che avessero ordine di ignorarci e di rimandare le riparazioni a quando avessimo lasciato lo scafo, e che il tipo Tre sia arrivato sulla scena per ricordare gli ordini e per cacciarli…

— Se ne sono andati — lo corresse Walters. — Non li ha cacciati.

— Non credo che questo sia molto importante — disse McCullough, poi continuò: — Colpire uno di noi è stata una reazione comprensibile. Non amichevole, certo; ma se non altro dimostra che le loro reazioni emotive sono identiche alle nostre e potrebbero un giorno formare la base di una reciproca comprensione… se ci viene permesso di mantenere il contatto con loro.

“Personalmente non lo credo.

“Perché ora sanno che siamo presenti. Forse ci hanno individuati dal momento in cui abbiamo lasciato la Terra. Comunque, non siamo i benvenuti, e dovremmo andarcene prima che facciano qualcosa di positivo per scoraggiarci” concluse McCullough con serietà.


Ci fu un lungo silenzio, poi Berryman affermò: — Siamo arrivati a un punto in cui non possiamo girare semplicemente le spalle e andarcene.

— Io… sono d’accordo — disse Hollis dal P-Uno. — L’eccessivo volume della radio fece sembrare la voce del colonnello piena di autorità e accentuò il tono timido del fisico. — Una serie di foto sui generatori, che devono essere certamente collegati al sistema di propulsione, possono non dirci tutto ciò che vogliamo sapere; però, possono essere sufficienti a impedire che i nostri scienziati seguano troppe inutili strade di ricerca.

“Sono anche d’accordo con il dottore. Non dobbiamo più entrare nell’Astronave, se non siamo i benvenuti.”

Si sentì Morrison tossire, e Hollis s’interruppe. Ovviamente il colonnello desiderava che l’altro continuasse a parlare, solo fino a quando diceva cose giuste. Parlare di andarsene non era una cosa giusta; quindi era altrettanto ovvio che il colonnello desiderava restare.

Walters ritrovò improvvisamente la voce.

— Abbiamo fatto uno sbaglio nel danneggiare il loro meccanismo di chiusura, ma questo non significa necessariamente che ci debbano classificare alla pari dei ragazzini che vanno a rubare la frutta nell’orto! Questo sarebbe un atto troppo… meschino, per una razza capace di compiere viaggi interstellari.

— Anch’io vorrei pensarla in questo modo — disse McCullough, seccamente. — Però vi voglio ricordare le cose meschine che abbiamo fatto nell’era dei vascelli e delle diligenze, e quanti di noi ne stanno ancora facendo.

— Ma noi siamo disarmati! — esclamò Berryman. — I nostri scafi sono dei mezzi primitivi, a paragone del loro. E, in un certo senso, anche noi apparteniamo allo stesso club. I viaggi nello spazio sono meno pericolosi per loro che per noi, certo, però…

— Però pensate che il capitano straniero debba accogliere a bordo, e con tutti gli onori, i coraggiosi primitivi — concluse McCullough, in tono sarcastico. — Non credete che una cosa del genere possa essere già capitata altre volte, proprio a quello stesso scafo? Forse sono stanchi di coraggiosi primitivi che vengono a vedere com’è fatta la loro Astronave. A questo punto, forse, non getterebbero neanche una metaforica moneta nell’acqua per vederci tuffare a prenderla. Questo per evitare il pericolo che si finisca con l’insudiciare le loro metaforiche eliche.

— L’idea che Walters si è fatta degli stranieri può essere troppo nobile — disse Berryman — ma la vostra è troppo spregevole e cinica. Non è da voi, dottore.

— No, infatti — concordò Walters soffocando un colpo di tosse. — Ma forse stiamo dimenticando che in realtà è tutto frutto di immaginazione. Non si tratta di idee nobili o meschine. In fondo, quegli esseri possono anche non avere raggiunto tecniche molto avanzate, a giudicare dalla costruzione del loro scafo. E io non penso che si debba fuggire senza sapere almeno davanti a chi fuggiamo.

“In quanto al dottore” aggiunse con tono pungente “io penso che la circolazione sanguigna dei suoi piedi cominci a difettare. Stanno diventando freddi.”

— Io vi ho chiesto il punto di vista sulla situazione presente, non su di voi. Calmatevi signori. Non ce ne andiamo. Non immediatamente, e nemmeno fra una settimana. Sembra che il Controllo ci abbia tenuto all’oscuro, per nostra tranquillità, dicono, di certi nuovi sviluppi che rendono necessaria la nostra presenza qui. Il periodo minimo indispensabile è di tre settimane.

“Dovete sapere che i nostri amici, quando la nostra situazione ha cominciato a diventare eccitante, non hanno più censurato le trasmissioni da diffondere sulle reti mondiali, e gli effetti politici collaterali non sono ancora stati valutati. In questo momento, ricevo notizie, ordini e contrordini, con una media di tre volte al giorno.”

L’incidente sull’Astronave, a causa dei traduttori e dei commentatori di lingua non inglese, era uscito dalle sue proporzioni, praticamente per tutti gli abitanti della Terra. Prometeo aveva tentato di interrompere le trasmissioni, ma avevano ricevuto un’incredibile quantità di pressioni perché continuasse a trasmettere notizie sugli stranieri, che qualcuno cominciava già a definire con parole come Invasori e Nemici; per quanto sapeva il colonnello, sulla Terra continuavano a ricevere tutto quanto veniva trasmesso da lui. A ogni modo aveva usato tutta la sua discrezione circa le comunicazioni ultimamente ricevute dal P-Due.

Si parlava già di un intervento della NASA, della formazione di un’armata, e dello studio di nuove misure. La reazione pubblica era ancora fluida e alquanto confusa, comunque era diventata opinione pubblica generale che si dovesse fare qualcosa di positivo. Qualcuno aveva proposto che gli Stati Uniti e la Russia unissero le loro forze spaziali per combattere il comune nemico.

— I russi si sarebbero certamente schierati con noi, se non avessero dato il via al loro ambizioso progetto di lanciare una stazione spaziale abitata in orbita attorno a Venere pochi giorni prima che comparisse l’Astronave. Le loro forze sono tutte impegnate nel compito di rifornire la base. A ogni modo, se la nostra permanenza in questa zona doveva prolungarsi, Baikonur ha offerto a Prometeo due veicoli da rifornimento ad alta accelerazione, alla sola condizione che non vengano usati per trasportare anni.

“Vi renderete conto che le implicazioni politiche sono andate oltre le nostre capacità di controllare questa situazione. Alcuni affermano che è stato un errore colossale quello di effettuare il primo contatto. Le Nazioni Unite sono state molto severe.

“Ora dobbiamo escogitare qualche sistema per rimettere le cose a posto. Voi siete liberi di interrompermi e di dare consigli in qualsiasi momento.”


La prima interruzione avvenne qualche secondo dopo, a opera di Berryman, il quale dichiarò che sarebbe stato un crimine andarsene e sprecare l’opportunità di scoprire qualcosa di più sulla scienza, e possibilmente sulla cultura straniera. Aggiunse che una qualsiasi tattica da usare contro gli stranieri avrebbe dovuto essere semplicemente difensiva. Hollis, Walters e McCullough furono d’accordo. Drew disse che, considerate le piccole dimensioni dei loro scafi, non avevano altra scelta.

Morrison replicò, irritato, che non aveva intenzione di dichiarare guerra a nessuno. E pregò tutti di dare suggerimenti più costruttivi e di natura meno generale.

Alla fine venne presa la decisione di agganciare il P-Uno al P-Due muso a muso. L’operazione era possibile, e come risultato, Walters avrebbe potuto spostarsi da una cabina di comando all’altra, senza la necessità di indossare la tuta. Inoltre, dal momento che gli altri sarebbero rimasti assenti lunghi periodi di tempo per gli studi sull’Astronave extraterrestre, si poteva usare un solo impianto d’aria e risparmiare così parecchia energia. I compiti dell’unico uomo lasciato di guardia a bordo, sarebbero stati limitati ai contatti con i compagni che indagavano sull’Astronave, e con il Prometeo.

Drew ebbe parecchio da dire sulle armi difensive. Disse che era giusto non avere intenzione di fare del male, né tanto meno di uccidere quelli che si trovavano sull’Astronave. Ma fece anche notare che se i terrestri vi entravano, dovevano essere in grado di proteggere se stessi e le tute spaziali. Con l’aiuto dei pochi dati fisiologici raccolti dal dottore sulle forme di vita estranee, venne studiato e costruito il prototipo di un’arma. Somigliava a una racchetta da sci ed era in grado di tenere lontani gli stranieri e di punzecchiarli, nel caso si fossero fatti troppo irruenti.

Gli astronauti parlarono poi delle intenzioni e dei possibili metodi di comunicazione a grande distanza degli stranieri, e si trovarono d’accordo sulla necessità di tornare sull’Astronave.

Parecchie ore dopo, mentre si avvicinavano al P-Uno per le operazioni di attracco, Walters disse all’improvviso: — Dottore, mi spiace per quanto vi ho detto prima. Non avrei dovuto criticare i vostri piedi; soprattutto dopo ciò che avete fatto per me sull’Astronave. Ma voi avevate esposto degli ottimi motivi per andarcene, e io ho avuto paura che il colonnello decidesse da un momento all’altro di ascoltarvi. Abbiamo l’incredibile opportunità di… di…

— Di prendere delle bastonate? — domandò Berryman, sogghignando. — Comunque, Walters, se fossi in voi non perderei tempo a scusarmi. Io credo che se la vostra mente fosse veramente capace di pensieri tortuosi, se non foste semplicemente uno psicologo dilettante, vi sareste ormai reso conto che il dottore si stava prendendo il lusso di fare un gioco di prestigio psicologico. Probabilmente l’aveva studiato in anticipo con il colonnello. Parlando bene, dicendo cose sensate, esponendo tutte le nostre paure segrete e il nostro istintivo desiderio di sopravvivere, ci ha costretti a insorgere per dimostrare la nostra superiorità su di lui. È la famosa storia dei suonatori che andarono per suonare e vennero suonati. Naturalmente, non vorrà ammetterlo.

Girarono lo sguardo verso di lui.

McCullough si sentì avvampare, ma nel suo intimo provò una piacevole sensazione di calore. E si rese improvvisamente conto che non esiste cieco peggiore di chi ci vede perfettamente ma chiude gli occhi perché sa di avere di fronte un amico.

— È un’idea — disse. Poi soggiunse, tra sé: “Un’ottima idea”.

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