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Sulla Terra ormai si parlava di un solo argomento, tutti i giorni, tutte le ore. Questo argomento era la lotta sull’Astronave.

In questa guerra non c’erano potenze neutrali, né c’erano potenze che non avessero un preciso indirizzo, anche se tra la gente che formava le nazioni, come tra gli individui di una stessa famiglia, si potevano trovare posizioni completamente diverse. Tutti erano al corrente della guerra. Alcuni, per fortuna, la trovavano del tutto priva d’interesse; altri invece la trovavano tanto grave ed eccitante, da organizzare dibattiti, dimostrazioni, e da giungere perfino a incendiare edifici di ambasciata. Ma la maggior parte della gente si preoccupava solo della salvezza degli uomini che si trovavano a bordo dell’Astronave, e discuteva su quelli che potevano essere stati gli errori commessi.

Naturalmente, tutto quello che gli astronauti dicevano o facevano, secondo i diversi punti di vista, era sbagliato.

Quegli scienziati che venivano considerati duri, insistevano perché venisse dedicato più tempo alla raccolta di informazioni dettagliate sui principi di funzionamento e sulla distribuzione delle fonti di energia del vascello. E poi altri, molti altri dati, su ciò che tutti chiamavano semplicemente generatori iperdrive e sistema centrale di controllo dello scafo. Gli scienziati meno duri desideravano che venisse dedicato più tempo alla raccolta di informazioni sulla biologia e sul metabolismo degli extraterrestri, sui fattori ambientali, e sui sistemi di sopravvivenza degli stranieri. Volevano che si praticassero autopsie su specie diverse dai Due. Gli psicologi, i sociologi e gli antropologi invece, non pretendevano molto, e, nello stesso tempo, erano quelli che impartivano le raccomandazioni più concrete.

Gli psicologi stavano vivendo una lunga successione di giornate campali. Ogni grande o piccolo incidente che si svolgeva sull’Astronave veniva studiato, valutato e discusso in ogni dettaglio. Ogni parola o inflessione registrata era sottoposta ad analisi molto rigorose. Tanto è vero che nel corso di un collegamento, una breve e strana risata di Walters seminò il panico per tre giorni in un gruppo di medici spaziali. Poi si scoprì che il tono stridulo notato nella voce del pilota, molto simile a quello che precede una crisi isterica, era semplicemente dovuto alla distorsione naturale dei segnali in arrivo.

Nell’ambiente dei più giovani, meno maturi emotivamente, l’Astronave rimpiazzò completamente i cowboy e gli indiani. Ogni giorno, in tutto il mondo, a Walters veniva stracciata la tuta dal primo Due, il colonnello Morrison incontrava la sua triste morte, e McCullough, che aveva un carattere difficile e che non appagava la fantasia dei ragazzi, si muoveva attorno apparentemente senza far niente, ma cambiando continuamente idea.

Tra i due estremi rappresentati dai ragazzi e dagli intellettuali si stendeva la massa sterminata delle persone dotate di intelligenza media. Erano le persone che ascoltavano avidamente ciò che chiamavano le Notizie di Guerra, e che assorbivano con voracità tutti i fatti e le deduzioni che provenivano dagli informatissimi annunciatori della radio e della TV, benché molti sapessero che i commentatori non potevano essere molto più informati degli ascoltatori.

Guardavano attentamente le ultime fotografie e gli ultimi schizzi, ritoccati e leggermente drammatizzati per la presentazione in TV, e ascoltavano i gruppi di esperti di ogni campo che li commentavano. Ascoltavano una tale quantità di analisi, di teorie, di previsioni, di opinioni, di punti di vista e di valutazioni etiche, da essere spinti per forza a parteggiare per qualcuno e ad accettare come proprie le idee altrui su ciò che era giusto, o sbagliato, o nella valutazione di eventuali espedienti politici.

Alcuni reagirono fracassando finestre e rovesciando macchine, altri agitandosi a favore dei Due per chiedere che venissero presi sotto la protezione dell’ONU o dell’USPAC, altri ancora invocando l’invio di aiuti ai terrestri, pur sapendo quanto sarebbe costato recapitare anche un solo grammo di materiale a uomini tanto lontani. Ma ce n’erano altri, pochi all’inizio, che si dedicarono all’incomodissimo compito di pensare con la loro testa e arrivarono alla conclusione che il loro mondo era cambiato; non era più il Mondo, ma solo un mondo fra tanti altri, e questo portava a molte implicazioni.

Ma quella fazione era andata ad aumentare il numero dei gruppi che facevano pressioni per dire la loro nel Controllo Prometeo.

L’iniziale idea di rendere pubblica ogni fase del progetto aveva avuto lo scopo di aumentare l’interesse per i voli nello spazio e di conquistare il maggior numero possibile di sostenitori, disposti a concorrere alle enormi spese degli impianti… In breve, si era trattato di un lavoro di public relation su ampia scala. Il progetto era nobile, ma non lo erano altrettanto la maggior parte di coloro che vi aderivano. Ora che il Prometeo stava andando male, le persone a bordo sembravano dei tenibili e sadici assassini; sulla Terra, la nobiltà di intenti dava segni di cedimento nei punti più impensati.


Sulla Terra, come sull’Astronave, Prometeo stava sfuggendo al controllo.

— Andando in cerca dell’acqua sull’Astronave e mettendo fuori uso il generatore — gracchiò la voce del generale Brady — avete compiuto un atto di violenza sia verso gli stranieri, sia verso i loro macchinari. Non vi biasimiamo del tutto per questo, però pensiamo che abbiate esagerato nell’assumervi alcune iniziative. L’opinione pubblica si sta mettendo contro di voi e contro il Prometeo, anche se la maggioranza è ancora eccitata dalla guerra e dalle imprese degli scienziati eroi, e si abbandona a una reazione temporanea, instabile, e anche sbagliata. Le critiche al vostro operato aumentano costantemente. Accusano voi e, per riflesso anche noi, di comportarci come barbari! Si afferma che state semplicemente saccheggiando l’Astronave di tutto il suo bottino scientifico. Tutto questo deve finire!

La radio di una delle tute danneggiate dondolava, trattenuta dal filo dell’antenna lungo la parete esterna della camera stagna. La naturale distorsione causata dal sovraccarico delle cuffie dei caschi che dovevano sostituire gli altoparlanti veniva aumentata dalla collera che vibrava nella voce di Brady, quella collera raggiungeva gli astronauti da settantacinque milioni di chilometri.

— Abbiamo cominciato il conto alla rovescia di un lancio multiplo… Tre veicoli ad alta accelerazione che trasportano solo cibo e tute. Fino a quando non vi arriveranno, cioè per le prossime sette settimane voi non dovrete far niente! Dovrete limitare la vostra attività a raccogliere acqua e accumularne una riserva per il viaggio di ritorno.

“Stabilite la base in una delle camere stagne vicine agli scafi-P, e difendetela, se necessario, ma non iniziate l’offensiva! Cercate di non uccidere i Due, e non molestateli in nessun modo, anche se cominciano a riparare il generatore! Pochissimi di noi sono convinti che la forma di vita Due sia quella dell’animale non-intelligente. Le esplorazioni dell’Astronave devono immediatamente cessare, e dovete anche smettere gli esperimenti con i sistemi di controllo e di energia: voi stessi correrete meno rischi. Cercate, piuttosto, di comunicare con gli stranieri intelligenti che possono esserci sull’Astronave. Tutto il futuro della nostra società…”

Berryman abbassò rapidamente il volume della radio fino a ridurre la voce a un bisbiglio. Poi girò lo sguardo su McCullough, Drew e Hollis.

— In base a quanto ci ha detto il generale — commentò con un sorriso palesemente forzato — ciò che avevamo intenzione di compiere equivarrebbe a un ammutinamento.

— Proprio così — disse Hollis. Come il pilota, aveva un’espressione spaventata e pareva che stesse pensando a qualcos’altro.

— O non sa quello che dice! — esclamò Drew, con rabbia. — O non crede a quanto gli abbiamo detto.

— Invece che degli eroi, stiamo diventando dei capri espiatori — disse McCullough. — Almeno, questa è la mia impressione. Comunque, questo significa che ci concedono una certa libertà di azione: se non lo facessero, non potrebbero poi biasimarci per tutto ciò che succede qui.

— In altre parole — disse Drew — se non possiamo soddisfare nessuno, possiamo almeno fare il tentativo di soddisfare noi stessi.

— Non rivela alcuna comprensione per tutti i guai che ci sono capitati — osservò Hollis. — Il colonnello è morto ormai da tre giorni, e lui non l’ha mai nominato. Questo fa pensare che verremo ritenuti responsabili di tutto ciò che non è andato come doveva. Non vi pare?

— Forse — disse McCullough. — Comunque, io credo che se noi siamo troppo vicini al fronte, loro ne sono troppo lontani. Siete d’accordo, su questo?

I tre uomini annuirono, poi Berryman scoppiò improvvisamente a ridere.

— Questo deve essere il primo caso della storia, in cui il comandante è anche il capo dell’ammutinamento.

Si interruppe per ascoltare il cambiamento di tono nella voce che usciva alterata dalle cuffie. McCullough gli fece cenno di alzare il volume.

— E non si rende conto dei danni che possono arrecare la sua collera e la sua ostilità verso di voi — disse una voce femminile, calda e cordiale. — In termini di lontananza fisica, voi dovete sentirvi tagliati fuori, separati, reietti dai vostri amici, e forse anche dalla vostra stessa razza. E voi siete davvero separati dalla realtà; avete perso il contatto con il mondo e con la vita normale. I disturbi psichici, le turbe emotive e la prolungata rinuncia alle più semplici necessità, come quella del mangiare e del bere senza far ricorso a sistemi innaturali, sono più che sufficienti; senza contare, poi, la grave responsabilità del Primo Contatto.

“Non intendo dire che qualcuno di voi possa aver raggiunto un punto di grave instabilità” soggiunse con calore “o che non siate sani di mente. Io voglio farvi presente, invece, che il vostro modo di giudicare e le vostre reazioni sono seriamente influenzate dalla situazione e che non vi potete fidare completamente di voi stessi. È questo che preoccupa il generale, perché viene ritenuto responsabile di tutto ciò che voi pensate di fare; e tutti i gruppi di minoranza del mondo gli fanno pressioni suggerendogli cinquanta linee di condotta, tutte diverse tra loro! Noi tutti sappiamo che è un genio in apparecchiature astronautiche e in logistica. Comunque, diciamolo senza alcuna offesa, non è uno psicologo…”

McCullough, piuttosto sconcertato, spense con rabbia la radio. Chi era quell’idiota che aveva portato una psicologa al microfono del Controllo Prometeo? Anzitutto, nessuno aveva mai accennato agli effetti prodotti sulla psiche dalla separazione, nel tempo e nello spazio, dal mondo della normale esistenza. Quando quegli effetti si erano fatti manifesti, loro li avevano ignorati. L’equipaggio degli scafi-P era stato trattato come se si trovasse in un viaggio normale prolungato, e come se la loro distanza dalla Terra fosse di settantacinquemila chilometri, e non settantacinque milioni.

Quelli del Controllo si erano sempre preoccupati di farli sentire molto vicini a casa. I continui contatti radio, e la consapevolezza che praticamente tutti gli abitanti del mondo partecipavano alle loro esperienze e si preoccupavano per loro, erano stati due fattori determinanti, intesi a quello scopo. Poi, forse ce n’erano anche altri che solo i medici spaziali conoscevano. Ma chiunque fosse stato colui che aveva permesso a uno psicologo sprovveduto di parlare di questi fattori, e soprattutto aveva permesso che fosse una donna a farli dubitare della loro sanità mentale, o era uno stupido, o un criminale irresponsabile.

— Walters sta ascoltando — disse McCullough. — Ci potrà dire se ha detto qualcosa di veramente importante. Adesso vorrei riascoltare la nostra registrazione. Mi è venuta un’altra idea.

Per diversi minuti, il rumore della loro corsa verso la cupola riempì la camera stagna. McCullough pregò gli altri di prestare particolare attenzione alle voci dei due stranieri. Alla fine della registrazione, disse: — Secondo me, la prima voce è una registrazione trasmessa in congiunzione con i rintocchi di avvertimento. Ciascun gruppo di parole-suono è identico di tono, volume, e lunghezza di trasmissione. La seconda voce non ha niente di tutto questo. Il tono generale è diverso, il volume e le inflessioni variano enormemente, e il messaggio trasmesso dalla prima voce viene ripetuto, alla meglio, dalla seconda. Direi quasi che il messaggio non viene ripetuto, ma parodiato dalla seconda voce.

“Ho l’impressione che certe parole vengano ripetute troppo spesso per far parte di una comunicazione intelligente. È come se una parola di una frase venga ridetta venti volte e pronunciata in toni diversi. Molti suoni sembrano essere dei semplici rumori organici, privi di senso… Li avete sentiti.

“La mia nuova teoria” concluse McCullough, guardando i tre uomini “si basa proprio su questi fatti. In breve, l’equipaggio degli stranieri non ha un controllo effettivo della propria Astronave; tutte le operazioni sono quasi interamente automatiche e gli animali da esperimento si sono impadroniti dello scafo. La seconda voce straniera appartiene a uno dell’equipaggio, o forse a uno dei discendenti dell’equipaggio originale, ed è quella di un essere intelligente, che però, ora, non è più raziocinante.”

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