18

Per tre giorni si barricarono all’ora dei pasti nell’interno della gabbia e uccisero altri Due. Come previsto, il numero degli extra-T uccisi diminuiva di giorno in giorno. Questo, naturalmente, dipendeva dal fatto che all’esterno della gabbia, si poteva trovare una grande quantità di cibo, rappresentata dagli animali uccisi in precedenza. Il quarto giorno, i terrestri adottarono una tattica diversa.

Costituirono una serie di ripostigli di cibo nei compartimenti che si aprivano lungo i corridoi, che andavano dalla gabbia fino alle camere stagne. Erano riusciti a chiudere i distributori di cibo e avevano gettato nello spazio un gran numero di extra-T morti riducendo così alla fame i Due che ancora erano sull’Astronave.

L’operazione di collocare del cibo tra la gabbia e le camere stagne nei minuti precedenti l’ora dei pasti era molto rischiosa, ma valeva la pena di compierla, Si concludeva sempre in una camera stagna nella quale i Due si disputavano accanitamente un piccolo pezzo di carne, senza accorgersi che qualcuno li chiudeva improvvisamente dentro, e che qualcun altro fuori dall’Astronave, si teneva pronto ad aprire il portello verso lo spazio.

In questo modo i quattro uomini riuscivano a eliminare almeno sei Due alla volta.

Al nono giorno, McCullough ritenne che fosse stato eliminato un numero considerevole di Due e stabilì che bisognava nuovamente dedicarsi a forme di attività più costruttive.

Non fu facile prendere una decisione nei confronti di Walters: d’altra parte era necessario prenderla.

Le punizioni e i rimproveri erano logicamente da scartare, dato che avrebbero sollevato le critiche o le proteste degli altri compagni. Solo com’era stato per settimane intere, il pilota aveva già avuta la sua punizione. Inoltre, il generale Brady doveva averlo strigliato più che a sufficienza. Per McCullough la lotta aperta e la guerra psicologica erano diventati sinonimi.

— Avrei dovuto venirvi a trovare prima — disse a Walters sollevando il visore, dopo aver chiuso il portello interno. Poi fece un vago gesto verso l’oblò, per indicare i Due, morti per decompressione, che galleggiavano nello spazio. — Siamo stati molto occupati.

— Lo so — rispose il pilota sorridendo. Ho fatto qualche bellissima fotografia delle pulizie di primavera.

La voce era calma e cordiale. Walters aveva un aspetto riposato, ma si stringeva con troppa forza ai bordi della branda.

— Non dico di non avervi biasimato — riprese McCullough, con un certo disagio. Ora non più. Dire la verità, troppo spesso può farla sembrare una menzogna. Comunque, non preoccupatevi, se capita ancora. Voi sapete cosa vogliono farvi fare; quindi, la prossima volta, non sarà tanto facile. Possono perfino cambiare tattica…

— Lo hanno già fatto — disse Walters. — Poco prima del vostro arrivo, la ragazza mi ha detto che non dirotteranno i razzi di rifornimento, anche se abbiamo fatto delle stupidaggini e se abbiamo messo loro nei guai. Naturalmente questa notizia dovrebbe scuoterci, farci piangere di gratitudine e ringraziare la mamma che ci ama ancora, anche se siamo stati cattivi.

“Vorrei non aver letto tutti quei libri di psicologia” concluse con amarezza. “Mi hanno reso cinico.” McCullough scoppiò a ridere.

— Il cinismo è un’ottima arma di difesa, e ci fa provare una leggera simpatia per il nemico… mi riferisco a Brady, non ai Due. Anche una buona dose di presunzione può essere di molto aiuto. Si comincia col dubitare di tutto ciò che ci dicono gli altri e ci si domanda quali possano esserne i motivi. Nel nostro caso, si cerca di capire là posizione del generale, ma senza dimenticare la vera importanza che noi rappresentiamo in tutta la situazione. Così, si dubita di Brady, si prova per lui una certa pena, e, sia pure in modo calmo e rispettoso, ci si sente superiori a lui. Avete afferrato l’idea?

— Negli ultimi tempi — borbottò Walters — sono diventato sempre meno calmo e rispettoso.

— Questo perché non riuscite a sentirvi abbastanza superiore a lui — spiegò McCullough asciutto. Poi continuò: — In questa particolare situazione, siamo noi gli esperti. È ridicolo pretendere che si obbedisca agli ordini impartiti da persone che ne sanno meno di noi… da persone che, se dovessero riprendere il completo controllo su di noi, sarebbero soggette a tali pressioni di carattere contrastante che non saprebbero dare gli ordini adatti.

McCullough aspettò, senza darlo a vedere, domandandosi se il maggiore pilota si era accorto dell’esca, e se avrebbe abboccato: abboccò.

— Voi ritenete che tentino di riconquistare il completo controllo su di noi — disse Walters. — Senza contare il fatto che il controllo imposto dalla disciplina militare e dall’abitudine all’obbedienza è molto lontano dall’essere completo, come possono influenzarci?

— Questa è una domanda piuttosto imbarazzante — disse McCullough, preparandosi a scivolare dalla discutibile psicologia spicciola nella fantasia pura — perché non voglio parlarne fino a quando non sarò sicuro dei miei argomenti. Comunque mi sembra che ci abbiano scelto come soggetti da sottoporre a una forma di condizionamento intesa sia a sostenerci e a guidarci, quanto a fornire Prometeo di un ampio raggio di controllo. Per questo io dico che è stata una vera astuzia non interferire con allusioni, e, nello stesso tempo, lasciarci all’oscuro del fatto di essere aiutati e controllati. Io non so con esattezza come sia stato inculcato questo condizionamento; però, sospetto che tutte le ore trascorse nel simulatore, in ascolto di quelle lezioni in barattolo, abbiano qualcosa a che fare con tutto questo; a ogni modo il sistema usato per rinforzare il condizionamento e per controllarci, è certamente quello delle trasmissioni che provengono dalla base.

“La meccanica del processo può comprendere l’uso di certe parole chiave e di frasi; però sono quasi sicuro che dipenda ancor più dalle qualità tonali della voce usata… Si possono alterare a volontà le oscillazioni degli apparecchi per ottenere, sulla radiofrequenza, una specie di effetto subliminale. Ma, per diverse ragioni, il condizionamento si è infranto, o si è considerevolmente indebolito; e così quelli di Prometeo hanno perso gran parte del controllo che avevano sopra di noi.”

Le interferenze di carattere naturale sul segnale potevano essere un fattore, continuò a spiegare McCullough, e il continuo ricevere le trasmissioni attraverso le radio delle tute aveva forse attenuato ancor più l’effetto. Non c’era quindi da stupirsi se gli uomini che ricevevano gli ordini del Controllo non direttamente, ma attraverso la ritrasmissione dello scafo-P, erano riusciti a sottraisi alla forma di cieca obbedienza; Walters, invece, in diretto contatto radio, non aveva mai avuto la possibilità di opporre resistenza.

— La vostra teoria mi fa sentire molto meglio — commentò il pilota, quando McCullough finì di parlare. — Se non altro, mi fornisce anche la scusa per qualche piccola disobbedienza futura. Però, l’arma psicologica di Brady è a doppio taglio. Lo costringe a rendere pubbliche quelle notizie che avrebbe preferito mantenere segrete. Una di queste è lo sterminio dei Due: anzi, il massacro, come lo chiama lui. Per non correre il rischio di far sentire al mondo qualcosa di più spiacevole, al generale conviene lasciarmi in pace.

— Dubito che lo farà — disse McCullough.

— Ma se continua — ribatté Walters con rabbia — significa che punta su un aborto psicologico! Ci vuole fiaccare! E, alla fine, anziché essere in grado di pensare e di compiere complesse attività tecniche, saremo soltanto un gruppo di rammolliti, incapaci di pensare e agire; e, tanto meno, di obbedire agli ordini. Vuole distruggere il Progetto? Può anche darsi che abbia la possibilità di premere un bottone e di far saltare il nostro carburante per il ritorno. Probabilmente avevano progettato anche questo diabolico dispositivo, nella eventualità che gli extra-T fossero esseri malvagi venuti a minacciare il mondo.

“Non mi fido più di Brady, e non mi piace venire trattato come se facessi parte del macchinario.”

S’interruppe notando l’espressione di McCullough.

— Non mi piace — ripeté. — E c’è un mezzo molto semplice per impedirglielo. La prossima volta che ci metteremo in contatto, dirò al mondo in ascolto che qui si sta verificando una misteriosa esplosione, e che questa esplosione è provocata da Brady. — Scoppiò improvvisamente a ridere. — Il vostro vero pericolo sono io! Sapendo la verità, e con tutto il tempo libero che ho a disposizione, io posso analizzare e modificare l’effetto di condizionamento. Allora la mia parola diventerà legge, e io vi potrò avvolgere attorno al mio dito mignolo!

“Come avevo previsto” pensò McCullough girandosi per uscire “un po’ di presunzione non guasta.”


Tornando verso l’Astronave McCullough cominciò ad analizzare il proprio modo di agire. Aveva mentito con Walters, inducendolo a non ritenersi responsabile del suo apparente tradimento. Aveva dato la colpa di tutto a una forma di condizionamento che non era assolutamente possibile. Ma non lo aveva fatto soltanto per compiere un atto umanitario. Lui stesso aveva bisogno di sostegno e di sicurezza. Voleva dalla sua parte più gente possibile, e non poteva correre il rischio di lasciare Walters schierarsi con Brady. McCullough non riusciva a immaginare quali sarebbero state le conseguenze, se il pilota si fosse messo a collaborare attivamente con il Controllo anziché con gli uomini dell’Astronave. Nel mondo spaventosamente semplice delle relazioni emotive e della sopravvivenza fisica, l’amicizia di Walters poteva essere conservata soltanto se il pilota diventava completamente e totalmente ostile al generale.

Così, McCullough stesso si rendeva colpevole di una pressione psicologica e trattava un essere umano come se facesse parte di una macchina. E, per di più, lo faceva senza rendersene esattamente conto e senza prevedere quale avrebbe potuto essere il risultato finale. Infine, cosa peggiore di tutte, tutto ciò non disturbava la coscienza di McCullough nella misura dovuta.

La sua coscienza sembrava essersi ricoperta di callosità. McCullough si domandò quanto tempo sarebbe ancora trascorso prima che lui fosse completamente decivilizzato.

Nei giorni seguenti, l’avanzata all’interno dell’astronave avvenne in modo disordinato. Berryman venne colpito da una livida e pruriginosa eruzione cutanea che durò una giornata intera. McCullough pensò con orrore a un equivalente extraterrestre della peste bubbonica, causata dai cadaveri dei Due. Poi, l’eruzione scomparve. Fu solo a questo puntò che Hollis, Drew e Berryman confessarono, pieni di vergogna, di aver mangiato, nelle ultime settimane, qualche grammo di cibo degli extra-T al giorno. McCullough li mise in guardia sui possibili e pericolosi effetti di accumulo a lunga scadenza… Il fatto che l’allergia di Berryman fosse scomparsa in così breve tempo, non garantiva che il cibo non fosse tossico. In quel momento, McCullough si rese conto di parlare come il generale Brady, e che i tre uomini si erano aspettati complimenti, e non critiche. Pertanto aggiunse che forse gli effetti cumulativi della tossina, a lunga scadenza, non si sarebbero potuti distinguere dalle normali malattie della vecchiaia.

Spronati da questo suo atto di codardia morale, si misero immediatamente all’opera per studiare un piano atto ad addomesticare i Tre.


In un primo tempo usarono i budini extraterrestri per conquistare la fiducia dei Tre e ricorsero a punizioni per insegnare loro a non avvolgere i loro corpi pelosi attorno alla testa degli esseri umani, benché non rappresentassero un vero pericolo, perché le dita umane potevano staccarli con facilità. Diversi Tre si affezionarono molto a Berryman e a Drew; Hollis e McCullough andarono a cercarne altri per farseli a loro volta amici.

I Tre avevano una pelliccia morbida e si dimostravano docili e affezionati come i cani. McCullough sospettò che, come i cani, il grattarli tra il pelo desse loro un piacere che li aiutava a liberarsi dei parassiti, e si domandò come potevano essere le pulci straniere. Come i cani, erano anche utili, oltre all’essere affezionati. Potevano infatti sentire i Due a distanza, e il loro allarme riuscì a salvare gli uomini diverse volte.

Nonostante gli scontri vittoriosi avvenuti nella gabbia e il successivo stratagemma di rinchiudere le bestie nella camera stagna e di scaricarle poi nello spazio, i movimenti dei terrestri all’interno dell’Astronave erano sempre pericolosamente ostacolati dai Due, che si dimostravano costantemente feroci, violenti, e affamatissimi.

Seguendo i condotti che partivano dai distributori di cibo, i quattro uomini raggiunsero il compartimento dove i generi alimentari venivano lavorati e distribuiti alle diverse gabbie. Per fortuna, le porte di quel compartimento erano a prova di Due. La prima mossa fu quella di sospendere la distribuzione di viveri, allo scopo di costringere i Due a uccidersi tra loro per nutrirsi. Il sistema si dimostrò particolarmente lento, e per quanto scoprissero ogni tanto uno di quegli esseri ucciso e divorato dai suoi simili, trovavano anche le prove che i Due superstiti, calcolati in non più di venti, preferivano nutrirsi di carne umana.

“L’esplorazione continua” diceva McCullough a se stesso; ma un osservatore obiettivo avrebbe detto piuttosto che gli umani venivano braccati per tutta l’Astronave.

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