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Esplorarono anche la zona vicina alla centrale elettrica. Quello era il compartimento da cui uscivano tutti i grossi cavi che portavano l’energia ai generatori e alle apparecchiature d’illuminazione di tutto lo scafo. Rimasero due giorni in quella zona, senza mai scoprire il modo di penetrare all’interno. Evidentemente quella parte dell’Astronave era chiusa per tutti, compreso l’equipaggio.

La stesura della pianta dell’Astronave mise in evidenza altre zone inesplorate, composte di compartimenti chiusi a tutti e a tutto.

— Come c’è scritto sul libretto di manutenzione della mia macchina — disse Hollis, cercando di nascondere il suo disappunto — le riparazioni e la manutenzione devono essere affidate soltanto a meccanici specializzati o eseguite nelle stazioni di servizio…

Uno dei compartimenti in cui entrarono con facilità conteneva grande abbondanza di cibi e di liquidi, oltre all’acqua, il tutto racchiuso in involucri studiati appositamente per lo spazio. Questa volta furono i Tre, e non gli uomini, a manifestare gioia; sembravano tanti cuccioli allegri. McCullough espresse il dubbio che nei contenitori ci fossero vernici, e non cibo, dando così il via a una discussione sul sistema di etichette usato per identificare i diversi recipienti.

Alla fine, Hollis cercò di tirare le somme.

— Siamo tutti d’accordo che la riga di caratteri stampati sull’etichetta è una specie di codice d’identificazione o un numero di serie. Pensiamo che sia un numero, anziché una parola, a causa della ripetizione di certi caratteri e perché abbiamo trovato combinazioni similari su parti minori e su dettagli strutturali dello scafo. I segni sull’etichetta stessa, simili a quelli che abbiamo trovato ai comandi del portello, sono parole che specificano il contenuto; in qualche caso si tratta forse di scritte semplicemente pubblicitarie. L’immagine illustrativa su certe etichette è confusa, ma dobbiamo considerare che l’illustrazione di una fetta di prosciutto non potrebbe dare a uno straniero l’idea di com’è fatto un maiale. Dobbiamo presumere che nei contenitori ci sia qualche specie di animale commestibile, o qualche tessuto vegetale, anche se esiste la lontana possibilità…

— … che sulle etichette ci sia il ritratto del capocuoco — lo interruppe Berryman, sogghignando.

Hollis non gli fece caso, e continuò: — Il fatto che il compartimento abbia una temperatura inferiore a quella media dell’Astronave, e che molti armadi siano superrefrigerati, depone a favore della teoria del cibo. Quello che mi lascia perplesso è la foto del Tre sulla grande porta di quell’armadio refrigerato; senza contare gli utensili, la posateria e tutto l’assortimento dei piccoli pacchi all’interno, che presentano anch’essi l’immagine di un Tre. Che il Tre rappresenti una ghiottoneria?

Drew scosse la testa.

— Nelle nostre case non teniamo il caviale nel cassetto dei coltelli.

McCullough, rimasto soprappensiero mentre il fisico parlava, disse all’improvviso: — Io penso che certi pacchetti siano troppo piccoli e troppo bene avvolti per contenere cibo. La posateria è troppo appuntita, e sui pacchetti che la contengono c’è l’emblema di un Tre stilizzato. A me suggerisce… Quale animale associate alla medicina e ai compiti di soccorso?

— La croce… No, avete detto animale — fece Hollis. — Il serpente! I serpenti attorcigliati sul bastone di Esculapio. Oppure… pensavate al San Bernardo?

McCullough fece un cenno affermativo, e Berryman cominciò a carezzare il Tre che gli si era aggrappato ai fianchi.

— Simpatica bestiola — disse sorridendo.


Ma la maggior parte dei compartimenti che visitavano, li lasciavano perplessi e non fornivano nessuna informazione utile.

Erano grandi locali che contenevano otto, dodici, e a volte sedici grossi cilindri, di uno strano materiale plastico, sospesi al centro del soffitto per mezzo di cavi flessibili. I cilindri misuravano circa tre metri di lunghezza, ed erano circondati, a intervalli, da bande di materiale gommoso di circa trenta centimetri, che davano al cilindro stesso l’aspetto di un bruco. All’interno, il cilindro era ricoperto da una spessa imbottitura.

I compartimenti erano completi d’impianto d’illuminazione, di armadi e di vari oggetti misteriosi, la cui forma e colore erano molto meno funzionali di ogni altra cosa vista sullo scafo. Invariabilmente, le porte degli armadi portavano il disegno di un Tre stilizzato; e all’interno alcuni dei pacchi erano stati manomessi e il loro contenuto era stato evidentemente usato. In alcuni compartimenti c’erano foto appese alle pareti. Erano fotografie grandi e confuse, in cui sembrava di vedere piante che crescevano orizzontalmente, e con dei rami che si piegavano quasi a formare nuove radici; o c’erano cumuli di qualcosa di somigliante a spaghetti di molti colori. Altre illustrazioni coprivano tutta la parete, raffiguranti qualcosa che somigliava al marmo, o a una corteccia rugosa.

A volte, l’accurata ricerca in quei compartimenti portava alla luce libri dimenticati o scartati, diagrammi, e fotografie. Nessun libro era illustrato: i diagrammi erano puramente tecnici e le fotografie lasciavano ancora più perplessi, dal momento che ritraevano oggetti, o esseri, o avvenimenti completamente sconosciuti.

— Io — commentò Hollis malinconicamente rigirando tra le dita una di quelle foto nel vano tentativo di trovare l’esatto punto di vista — vorrei che fossero stati un po’ più disordinati. Frugando nel cestino della carta straccia, si possono scoprire molte cose sulle persone.

— Se questi cilindri sono delle specie di amache tubolari — disse Berryman a McCullough — e non vedo cos’altro possano essere, l’unico extra-T che presenti dimensioni adatte a occuparlo, è quel grosso bruco che abbiamo trovato mezzo divorato nella gabbia degli animali. Però, quello che veramente mi preoccupa è il numero di questi compartimenti-dormitorio, e il numero delle amache che c’è in ciascuno. A che cosa serviva questo scafo? Al trasporto di truppe? Era adibito a qualche progetto di colonizzazione fallito?

— Di solito un grande scafo ha bisogno di un equipaggio numeroso — osservò Drew. — Ma dove diavolo è andato a finire questo equipaggio?

McCullough scosse la testa.

— Secondo me doveva essere, ed è tuttora, un equipaggio molto ridotto. Se fossero stati in molti al momento della fuga dei Due, noi ne avremmo trovato le tracce… Carcasse, ossa, resti non mangiabili. Come quella specie di bruco sia capitato nella gabbia, io non lo posso sapere, però…

— Supponiamo che non fosse stato intelligente — disse Hollis — ma che appartenesse a una specie fisica che somigliava agli esseri intelligenti. Prima di mandare un essere umano nello spazio, noi abbiamo fatto gli esperimenti con le scimmie, perché il loro metabolismo e…

— Per amore del cielo — lo interruppe McCullough, irritato — la situazione è già abbastanza complicata! La mia idea è questa. I dormitori erano usati dagli esseri che hanno costruito lo scafo, i quali se ne sono andati al termine del lavoro. Forse i compartimenti dovevano servire ai coloni o ai passeggeri di un viaggio successivo, ma non di questo. L’Astronave era, anzi è, al suo viaggio inaugurale.

— E, dato che i comandi sembrano essere completamente automatici — soggiunse Berryman — l’equipaggio doveva essere di conseguenza molto ridotto.

— Voglio che tutti ascoltiate di nuovo il nastro magnetico — disse McCullough.


Riascoltarono il grugnire dei Due nella gabbia, i rintocchi, il ronzio e le due voci straniere. Come i Due, anche loro potevano trascurare una delle voci e i rintocchi di accompagnamento, dato che doveva essere quasi di certo una sequenza registrata di avvertimento di trasmissione. Il ronzio poteva provenire da una macchina che funzionava male; solo che nessuna macchina avrebbe fatto un rumore del genere. Hollis e Berryman avanzarono l’idea che poteva trattarsi di una musica suonata negli alloggi della seconda voce. Il suono poteva provenire da un certo numero di strumenti ad arco; però l’estensione e il tono erano pazzeschi.

Quindi, con tutta probabilità, si trattava dello straniero intelligente.

— Io sono del parere che sull’Astronave sia rimasto un solo extra-T intelligente — disse McCullough, mentre si preparavano a uscire dal compartimento — e che si trovi in cattive condizioni fisiche e mentali. Ma, per poterlo aiutare, abbiamo bisogno di maggiori informazioni sul suo mondo, sulla sua società, sulle sue relazioni con i compagni e con i membri del sesso opposto: dei sessi opposti, nel caso che fossero più di due. Dobbiamo sapere il più possibile su di lui. In qualche angolo dell’Astronave ci deve essere una fotografia di famiglia…

— La psicoterapia è rischiosa anche con gli esseri umani — osservò Berryman con calma. — Tentarla su un essere straniero mentalmente malato mi sembra… mi sembra…

— Una follia — finì Hollis.

Drew non disse niente. Da quando McCullough lo aveva salvato non si era più messo in contrasto con il dottore. Però, a volte, come in quel momento, la sua faccia diventava completamente priva di espressione.

Per stabilire il contatto con lo straniero, pensò McCullough, loro dovevano essere certi che questo essere sapesse comportarsi razionalmente, e mostrargli che gli erano amici. Il fatto di aver liberato l’Astronave dalla maggioranza dei Due doveva essere una prova delle loro buone intenzioni, ma solo se l’essere era lucido in modo sufficiente da apprezzare e capire ciò che loro stavano facendo. Quell’essere possedeva, o aveva posseduto, un’arma. Perché, allora, non usciva dal suo nascondiglio per aiutarli a sterminare i Due?

Avevano bisogno di maggiori informazioni. Il guaio era che dovevano continuamente combattere per entrare in possesso di dati, e c’era il pericolo che qualche informazione assolutamente priva d’importanza potesse costare la vita di qualcuno.

Comunque, il materiale che inviavano al Controllo era di grande valore. I rapporti e le fotografie delle etichette disegnate sugli involucri di cibo e i libri avrebbero scatenato un parossismo di gioia tra gli esperti linguistici di tutto il mondo; per non parlare del metodo usato per conquistare l’amicizia della forma di vita Tre, e della loro successiva attività in collaborazione. C’erano anche abbondanti informazioni sugli equipaggiamenti dell’Astronave e sui sistemi di controllo. Cosa per cui Brady non avrebbe potuto sollevare nessuna obiezione.

Naturalmente, non potevano riferire tutto. Parte dei guai dovevano tenerseli per sé.

Hollis, nelle rare occasioni in cui aveva la possibilità di dormire, cominciò a piangere nel sonno. Drew raccolse e addestrò più Tre di quanti non ne avesse veramente bisogno per difesa. Quando si muoveva, era circondato da una falange ondeggiante di Tre, e, prima di addormentarsi, li carezzava tutti fino a che non lo avvolgevano completamente in un bozzolo di pelo. Berryman e McCullough si facevano la guardia l’un l’altro, e parlavano dei problemi fisici e psicologici, individuali e di gruppo, dei significati che stavano dietro gli incubi cui tutti erano soggetti, e della loro vecchia vita, pubblica e privata. Discutevano di tutto ciò con una finta obiettività che non ingannava nessuno dei due. Ciascuno aspettava il crollo dell’altro, traendo nuova energia da questa attesa.

Le volte che si svegliavano gridando e tremando non si contavano più; ormai tutti soffrivano di incubi.

Anche Walters era infelice, tagliato fuori da tutto e in contatto solo con la voce del Controllo Prometeo. Ma quella voce gli suonava adesso più nervosa e falsa. Il pilota era disperatamente preoccupato per la sicurezza dei suoi amici… Dei suoi unici amici, cioè degli uomini che si trovavano sull’Astronave. Durante i loro frequenti contatti radio, dato che in quei giorni era impossibile a McCullough fargli visita, lo sforzo che si sentiva nella sua voce era quasi tangibile.

Il generale e la psichiatra cominciavano di nuovo a preoccuparlo. Dicevano che le argomentazioni di McCullough circa la possibilità che i compartimenti dormitorio fossero stati usati dai costruttori dell’Astronave, potevano adattarsi anche a un’altra teoria forse più logica: e cioè che le amache tubolari fossero destinate a una coppia di Due, e che i Due fossero stati l’unico equipaggio dell’Astronave. Walters non volle seccare il dottore riferendogli questi sproloqui; ma certe volte il generale riusciva quasi a essere convincente.

Walters cominciò a odiare il generale; e questo lo si poteva capire dalla sua voce.

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