L’angoscia può assumere diverse forme, pensò McCullough. Può andare dalla semplice preoccupazione per un possibile dispiacere futuro al profondo dolore per la perdita di una persona cara: in questi casi si tratta però di emozioni precise, semplici, anche se di elevato grado di intensità. Gli astronauti del Prometeo si trovavano invece di fronte al tormentoso, quasi fisico dolore provocato dal tradimento di un amico fidato che si trasforma all’improvviso in un nemico all’ennesima potenza: non si trattava infatti soltanto del tradimento dei loro amici personali di Prometeo, ma quello di tutta la loro sporca razza.
Dalle espressioni sconcertate dei suoi compagni, McCullough capì che si potevano prevedere solo due reazioni: rabbia, con conseguente rivolta, oppure profondo senso di colpa, con conseguente disperazione.
Sull’Astronave, quegli uomini avevano sopportato troppe cose, e avevano superato troppi pericoli fisici, per morire di crepacuore, pensò McCullough, però non era certo di poter credere a se stesso. Non gli riusciva più di credere a niente.
Un colpo metallico alla porta lo avvertì che i Due, resi forse ancora più furiosi per il fatto di non avere trovato cibo, stavano tornando. Improvvisamente si domandò se un essere intelligente poteva essere sceso così in basso da ridursi a mangiare il cibo degli animali. Si convinse di sì. Comunque la teoria di Brady era troppo semplice. C’erano fatti che non la spiegavano.
Uno dei fatti, poi, era addirittura ovvio.
— Io non sono uno psicologo — affermò McCullough, cercando di controllare la sua gioia — però sono convinto che una persona intelligente non può mai dimenticare come si apre una porta.
Si girò verso la radio e si rivolse a Walters: — Così, avete inviato le fotografie di noi che lanciamo i Due nello spazio. Però posso immaginare alcune cose che il generale vi ha detto per convincervi a farlo; quindi, non vi preoccupate. Mettetemi in contatto con la trasmittente. Devo parlare col generale.
Aveva parlato al pilota con calma. Ma quando si rivolse al generale, la collera gli trasformò completamente la voce.
— Ci fate pena, generale Brady — disse. — Ci fate pena tutti. Sarebbe una menzogna dire che non proviamo verso di voi anche collera e disgusto. I fatti del contatto con la cultura extraterrestre sono stati riferiti a voi e a tutti. Voi avete paura. I significati vi cominciano a essere chiari soltanto ora. E vi sentite colpevole e pieno di vergogna, perché le cose possono essersi svolte in un modo sbagliato. È un momento molto scomodo per tutti voi, ma i vostri sentimenti e i dubbi di coscienza ve ne danno credito. Ma voi, generale, e tutti voi, vi sentite così a disagio, da voler evitare tanto la responsabilità, quanto la colpevolezza, scaricandole su di noi. Poi, con tutta probabilità ci sconfesserete seppellendo e dimenticando l’intera faccenda.
“Non c’è niente di originale in tutto questo” continuò McCullough. “È un chiaro caso che i vostri occhi e le vostre mani vi scandalizzano; e voi, allora, citate la più alta Autorità possibile riguardo le vostre successive azioni al riguardo. Se il tuo occhio destro ti scandalizza, fallo schizzare fuori. Se la tua mano destra ti scandalizza, tagliala e gettala lontano, e così via. Ma se ci pensate bene, vi renderete conto che questa non è un’analogia corretta. Noi non siamo soltanto i vostri occhi e le vostre mani; noi siamo la rappresentazione tipica di tutti gli abitanti della Terra. Ecco cosa vi preoccupa veramente, e lo sapete! Ciò che noi proviamo verso gli stranieri è ciò che avreste provato voi nelle stesse circostanze. Voi sapete che è vero, però non volete affrontare la realtà. Al contrario, ci state trasformando in capri espiatori.
“Noi qui facciamo del nostro meglio per risolvere la situazione” continuò, con più calma. “Siamo meglio qualificati per valutarla, dato che ci troviamo sul posto, e siamo convinti di agire nel migliore dei modi. Abbiamo preparato un rapporto pieno di importanti nuove informazioni. Lasceremo il nastro in una cassetta a prova di Due: vi verrà trasmesso mentre tenteremo di raggiungere e riparare il generatore danneggiato. Nello stesso tempo, Due permettendo, cercheremo di metterci in contatto con gli esseri intelligenti, o, con tutta probabilità con il solo essere intelligente dell’equipaggio.
“Intanto, generale, lasciate in pace Walters! Quello che state facendo nei suoi confronti è criminale e stupido. Non è assolutamente responsabile delle nostre azioni all’interno dell’Astronave. È solo, rimane tagliato fuori dai contatti radio con noi per giorni interi, senza sapere se siamo ancora vivi o se siamo morti; e ora è convinto che a voi non interessa cosa gli può succedere. Se volete capire la sua posizione, domandate qualcosa ai medici spaziali… Si trova sull’orlo di un pauroso collasso psichico.
“Potete considerare anche la nostra posizione. Abbiamo due sole tute intatte, siamo costantemente attaccati o costretti a nasconderci per evitare i Due; e alcuni di noi non dormono da tre giorni. Ora ci siete contro e minacciate di far dirottare i razzi di rifornimento. Non è leale. Siamo lontanissimi da casa, e voi siete in vantaggio su di noi letteralmente di un miliardo contro uno. Se le tute di ricambio non arrivano, noi non potremo mai uscire dall’Astronave…”
McCullough s’interruppe. La voce gli si era fatta tremula e il rendersene conto lo mandò in collera. Nell’espressione degli altri poteva vedere la loro stanca disperazione, e poteva sentire i Due che riprendevano l’attacco alla porta, Ma non fu per questo motivo che alzò la voce.
— Se ci abbandonate qui, per disgrazia o per calcolo, stampatevi in mente questo. Noi, dal giorno in cui si è perso il razzo dei rifornimenti, abbiamo vissuto con il cibo e l’acqua rigenerata degli extra-T. Il cibo, quando si ha fame, diventa abbastanza gradevole, e il sapore dell’acqua è dovuto soltanto al fatto che molte volte pensiamo a quali ne sono le origini. A ogni modo, possiamo restare qui se necessario. Possiamo andare al pianeta di provenienza dell’Astronave e… vedere cose che nessun essere umano della storia ha mai viste.
“Quindi voi ci potete respingere, generale” concluse con rabbia “o abbandonare, o farci qualsiasi altra cosa… perché noi ce ne potremo andare!”
Dopo qualche minuto uscirono dalla seconda porta, dirigendosi in quella che speravano fosse la direzione verso la cupola del generatore. Nelle cuffie di Berryman e di Hollis, che controllavano la trasmissione del nastro, la voce stereofonica e lontana di McCullough sembrava un duetto. Se si fosse interrotta, significava che la cassetta contenente la radio e il registratore non era poi a prova di Due, come avevano sperato.
“… le nostre deduzioni circa la forza di gravità del pianeta di origine” stava dicendo la voce “le condizioni atmosferiche e ambientali sono state confermate dalle foto appese alle pareti dei quartieri di alloggio e dalla rivista. Circa gli alloggi, tuttavia…”
— Da che parte? — domandò Berryman. — Non riesco a capire se andiamo verso prua, verso poppa, o verso le fiancate.
McCullough sentì i Due irrompere fuori dal compartimento che avevano appena lasciato. Quegli animali erano dei veri segugi extraterrestri.
— A destra, credo.
“… il personale dei costruttori doveva vivere a bordo, e ha lasciato gli alloggi, piuttosto spogli, al termine del lavoro. Il gran numero di magazzini vuoti, quartieri di residenza, e soprattutto il fatto che i portelli d’ingresso e i circuiti d’illuminazione siano a comando locale, e non centralizzato, e che non ci siano linee di comunicazione permanenti tra i diversi compartimenti, ci convince che sono stati usati soltanto dalle squadre dei tecnici.
“È molto probabile che le grandi dimensioni dello scafo fossero dettate dalla potenza dei generatori iperdrive, e che, in questo primo volo, gli extraterrestri abbiano impiegato lo scafo come sonda interstellare con guida automatica, apparecchiature di rilevamento, e un certo numero di animali da sperimentare nello spazio, e alcune creature, poco più che intelligenti, da sottoporre agli stessi esami. Ci sono indicazioni che l’equipaggio non ha il minimo controllo sull’Astronave, e che, all’inizio, contava soltanto due creature…”
Imboccarono un lungo corridoio che sembrava andare nella direzione sbagliata. Tutti i Due dell’Astronave dovevano essere alle loro calcagna, ma non si vedevano ancora.
“… Abbiamo stabilito che la forma di vita Due non è intelligente perché non ha un linguaggio organizzato, e non ha l’abilità manuale nell’aprire e chiudere le porte o manovrare gli interruttori della luce. Inoltre, non ha nessuna inclinazione nel comunicare. Qui devo fare presente la nostra convinzione che una specie intelligente con cui si viene in contatto per la prima volta deve concedere un certo limite di comportamento anticonvenzionale, e non reagisce con tanta e continua violenta ostilità. Alla luce di queste considerazioni, noi pensiamo che gli animali in gabbia…”
— Se ci muovessimo verso le fiancate dovremmo attraversare più incroci — disse Hollis. — Uno a ogni livello di ponte.
I Due erano di nuovo in vista alle loro spalle, e rotolavano lungo il corridoio come nuvole di un uragano. Al contrario degli umani, loro non avevano la preoccupazione di non urtarsi per non danneggiare le tute. E si avvicinavano rapidamente.
“È ovvio che i Due sono scappati dalle gabbie e che hanno sterminato tutte le altre forme di vita esistenti, a eccezione dei Tre che, per quanto non ostili verso di noi e verso l’extra-T intelligente, si sanno difendere dai Due. I Due sono cresciuti senza un freno, nutrendosi ai distributori di cibo e di tutti gli animali da esperimento che erano sfuggiti alla prima carneficina, regolando il loro numero con l’abitudine di lottare e mangiarsi tra di loro.
“Una delle carcasse che abbiamo trovate nella gabbia degli animali era di una creatura a forma di bruco. Non doveva certamente appartenere a quel luogo. Tutto attorno, c’erano carcasse di Due. Oltre ai segni di essere stati divorati, avevano le ossa perforate dai proiettili di una grossa arma da fuoco.
“È chiaro che la forma di vita bruco, intelligente, come abbiamo potuto provare in seguito, è stata uccisa mentre cercava di contenere la fuga dalle gabbie. L’arma può essere stata usata da questa creatura contro i Due e in seguito, recuperata dalla seconda creatura intelligente; può darsi anche che il secondo extra-T abbia usato l’arma nel tentativo di salvare il compagno, o per vendicarlo.”
— Non va bene — disse Hollis senza più fiato, da un altro compartimento. — C’è una porta sola.
Potendo difendere la porta dall’attacco dei Due, la sala avrebbe dato loro protezione all’infinito, ma contro le pareti dei dormitoli e dei magazzini non c’erano reti, e loro non avevano la possibilità di tenersi saldi per combattere. Se i Due fossero riusciti a entrare, il risultato poteva essere soltanto un vortice di corpi, di lance e di tentacoli. E la maggior parte delle perdite si sarebbe avuta dalla parte degli umani.
Se dovevano affrontare i Due, conveniva farlo nel corridoio.
“… Prima di esporre i dati e il ragionamento che ci hanno portato a pensare che sull’Astronave esistessero soltanto due extra-T intelligenti, e che uno di loro ancora sopravviva in precarie condizioni fisiche e mentali, noi dobbiamo studiare ciò che sappiamo e si deduce sull’ambiente del loro pianeta di origine e sulla loro cultura…”
Al segnale di McCullough, tutti si afferrarono alla rete e infilarono piedi e gambe tra le maglie, per evitare di essere sbalzati durante l’attacco. La parte terminale delle lance venne appoggiata contro i supporti della rete o contro qualsiasi altra sporgenza adatta. McCullough pensò che sembravano un piccolo gruppo di fanti medievali che aspettavano la carica della cavalleria.
— Io penso che negli alloggi dell’equipaggio — osservò Hollis — dobbiamo avere assorbito qualche tipo di odore. Sono diventati pazzi. Riconosco dei Due che ho ferito qualche settimana fa. E tutti quelli che ci sono ancora a bordo devono essere qui. Ci si offre la buona occasione di ucciderli tutti.
— Li avete contati? — domandò Berryman.
— Sono sedici — rispose Drew.
“… la cui pressione, gravità e composizione è simile a quella della Terra… Questa, con tutta probabilità, è la principale ragione della presenza dell’Astronave nel nostro sistema. L’osservazione delle foto sulla flora e sulla fauna di quel pianeta suggeriscono un mondo soggetto a frequenti, o forse continui forti venti…”
I primi Due erano a pochi metri.