18

Sembrava che una paralisi vocale avesse colpito tutti gli astanti. Persino Rik si era messo a fissare incredulo, impietrito, prima Valona, poi Terens.

Infine Steen disse: «Io ci credo. Francamente! L’avevo detto sin dal principio che quell’indigeno era al soldo di Fife. Questo vi dimostra che razza d’uomo sia Fife. Ha avuto il coraggio di pagare un indigeno per…»

«È una menzogna infernale.»

Chi aveva parlato non era Fife, ma il Borgomastro, il quale era scattato in piedi, gli occhi luccicanti di passione.

Abel, che di tutti i presenti sembrava il meno scosso, disse: «Che cosa?»

Terens lo fissò per un attimo senza comprendere, quindi rispose con voce soffocata: «Ciò che ha detto il Signore. Io non sono al soldo di nessun sarkita.»

«E ciò che ha detto la ragazza? Anche quello è una menzogna?»

Terens si passò la punta della lingua sulle labbra aride. «No, è la verità. Sono stato io a compiere il sondaggio psichico.» Proseguì in fretta: «Non mi guardare a quel modo, Lona. Non volevo fargli del male, non immaginavo quello che sarebbe successo.»

Tornò a sedere.

Fife disse: «Questo è un altro trucco. È pacifico che soltanto un Grande Signore può avere le cognizioni e i mezzi necessari per compiere un sondaggio psichico. Oppure quell’uomo si preoccupa di metter fuori causa il suo caro Steen, inventando una falsa confessione?»

Terens si protese in avanti, e disse: «Io non accetto neanche il denaro di Trantor, se vuole saperlo.»

Junz fu l’ultimo a riaversi. Infine disse: «È inutile discutere prima di avere ascoltato quest’uomo. Lasciamolo parlare. Se il responsabile della sonda psichica è veramente lui, bisogna assolutamente che parli, e se non lo è, quanto dirà ce ne darà la dimostrazione.»

«Se volete sapere quello che è successo» gridò Terens «ve lo dirò. Tanto, anche se tacessi non mi servirebbe più a niente.» Indicò Fife con disprezzo. «Ecco un Grande Signore. Soltanto un Grande Signore, dice questo Grande Signore, può disporre delle cognizioni e dei mezzi per effettuare una sonda psichica. E ci crede, per giunta. Ma che cosa ne sa lui? Che cosa ne sanno i sarkiti? Non sono loro a reggere il governo, sono i floriniani! O meglio l’Amministrazione Civile Floriniana. Sono dei floriniani che raccolgono i documenti, che li compilano, che li archiviano. E sono i documenti che governano Sark! Un anno fa venni addetto temporaneamente alla direzione del traffico spaziale. Ciò faceva parte del mio addestramento. È segnato nei registri. Dovreste scavare un po’ per ritrovare l’incartamento, perché il direttore ufficiale del traffico era un sarkita. Lui ne portava il titolo, ma il lavoro effettivo lo facevo io. Quando l’U.S.I. locale inoltrò al porto il messaggio dello Spazio-Analista, consigliando che andassimo a incontrare la sua nave con un’ambulanza, quel messaggio l’ho ricevuto io. Non mi sfuggì l’importanza del punto riguardante l’ipotetica distruzione di Florina. Feci in modo d’incontrare lo Spazio-Analista a un piccolo astroporto suburbano. Non mi fu difficile. Andai dunque incontro allo Spazio-Analista, gli impedii di comunicare sia con Sark sia con l’U.S.I.; gli cavai tutte le notizie che mi fu possibile cavargli e mi disposi a servirmi di quelle notizie a vantaggio di Florina e contro Sark.»

Fife chiese: «Sei stato tu a scrivere quelle prime lettere?»

«Sono stato io, Grande Signore» rispose Terens calmo. «Ritenevo di poter ottenere un controllo abbastanza vasto dei campi di kyrt per scendere a patti con Trantor a modo mio, e cacciarla dal pianeta.»

«Eri pazzo!»

«Può darsi. Comunque la cosa non è andata. Avevo detto allo Spazio-Analista di essere il Signore di Fife. Sfortunatamente il mio uomo si mostrò più impaziente di me. Mi accorsi che mi era difficile tenerlo a bada, tanto che decisi di ricorrere a una sonda psichica. Me n’ero procurata una; le avevo vedute spesso usare negli ospedali. Mi pareva d’intendermene, ma sfortunatamente non me ne intendevo in modo sufficiente. Usai la sonda per dissipare lo stato di angoscia contenuto negli strati superficiali della sua mente. In fondo si tratta di un’operazione semplice. Oggi ancora non so come sia accaduto. Probabilmente l’angoscia aveva scavato in lui un solco profondo che la sonda seguì automaticamente, togliendogli ogni coscienza. Così rimasi con un essere completamente senza cervello tra le mani… Perdonami, Rik.»

Rik, che aveva seguito attentamente ogni parola del Borgomastro, disse con tristezza: «Non avresti dovuto metterti contro di me, ma comprendo il tuo stato d’animo.»

«Sì» disse Terens «tu sei vissuto sul pianeta e sai che cosa siano i pattugliatori e i Signori, e quale differenza passi tra la Città Alta e la Città Bassa…» Riprese quindi il racconto: «Mi trovai dunque ad avere a che fare con uno Spazio-Analista totalmente inebetito. Non potevo permettere che fosse ritrovato da qualcuno in grado di stabilirne l’identità. Ero convinto che la sua memoria sarebbe tornata, e che avrei avuto ancora bisogno della sua collaborazione, senza contare che se lo avessi ucciso mi sarei alienato per sempre le simpatie di Trantor e dell’U.S.I., dei quali avrei potuto avere bisogno. Feci in modo di farmi trasferire su Florina come Borgomastro, e portai con me lo Spazio-Analista, con documenti falsi. Ebbi cura che venisse ritrovato per caso, e scelsi Valona perché se ne occupasse. Da quel momento non corsi più alcun pericolo, fuorché quell’unica volta che la ragazza si recò dal medico. Mi toccò allora entrare negli impianti di energia della Città Alta. Tuttavia non fu un’impresa impossibile. Gli ingegneri sono sarkiti, ma i guardiani sono floriniani. Da quel momento il delitto mi venne facile. Non sapevo però che il medico tenesse annotazioni in entrambi i suoi uffici.»

Dal punto in cui era seduto, Terens poteva vedere il cronometro di Fife. «Poi Rik cominciò a ricordare. E adesso sapete tutto.»

«No» ribatté Junz «non sappiamo tutto. Perché lo Spazio-Analista parlava di distruzione planetaria?»

«Creda che io abbia capito i particolari di quanto mi disse? Era in preda a una specie… come dire… perdonami, Rik, di pazzia.»

«Non è vero» replicò Rik con veemenza. «Non è possibile.»

«Lo Spazio-Analista aveva una nave» disse Junz. «Dove si trova?»

«Al parco rottami, e già da molto tempo» rispose Terens. «Stesi un ordine di smantellamento, che il mio superiore si affrettò a firmare senza leggere, perché un sarkita non legge mai niente.»

«E i documenti di Rik? Ha detto che quest’uomo le ha mostrato dei documenti…»

«Ci consegni questo individuo» intervenne Fife «e penseremo noi a farlo parlare.»

«No» ribatté Junz. «Il suo primo crimine l’ha commesso contro l’U.S.I., sequestrando uno Spazio-Analista e rovinandone la mente. Appartiene a noi.»

«Junz ha ragione» disse Abel.

«Ora statemi a sentire tutti quanti» riprese Terens. «Io non dico una sola parola se prima non mi date delle garanzie. So dove si trovano le carte di Rik. Sono in un posto che nessun sarkita e nessun trantoriano scoprirà mai. Se volete venirne in possesso dovrete riconoscermi come rifugiato politico. Ciò che ho fatto l’ho fatto per amore verso il mio pianeta. Un sarkita, o un trantoriano, può permettersi il lusso di essere patriottico; perché non anche un floriniano?»

«L’ambasciatore ha garantito che lei sarà consegnato all’U.S.I.» disse Junz. «Posso assicurarle che noi non la consegneremo a Sark. Per il male che ha fatto allo Spazio-Analista verrà processato: non posso prevedere i risultati di questo processo, ma se collaborerà con noi adesso, ciò deporrà a suo favore.»

Terens fissò su Junz uno sguardo scrutatore, infine disse: «Non so perché, ma di lei mi fido. Dottore… secondo i dati dello Spazio-Analista il sole di Florina si trova nello stadio “pre-nova”».

«Cosa?» Questa esclamazione proruppe dalle bocche di tutti i presenti esclusa Valona.

«Sta per esplodere» incalzò Terens sarcastico.

Abel disse: «Io non sono uno Spazio-Analista, ma ho inteso dire che non è possibile prevedere quando può esplodere una stella.»

«Questo è vero, o perlomeno lo era, sino a oggi. Rik ha spiegato che cosa l’ha indotto a crederlo?» domandò Junz.

«Immagino che lo si potrà capire consultando le sue carte. La sola cosa che ricordo è che parlava di una corrente di carbonio.»

«Cosa?»

«Continuava a ripetere: “La corrente spaziale di carbonio. La corrente spaziale di carbonio”. Questo, diceva, e diceva anche “effetto catalitico”. Proprio così.»

Steen rise. Fife si accigliò. Junz sbarrò gli occhi, quindi mormorò: «Scusatemi, torno subito.» Uscì dai limiti del cubo di ricezione e scomparve, per tornare in capo a un quarto d’ora.

Ma quale fu il suo stupore nel vedere che solo Abel e Fife erano presenti!

Cominciò: «Dove…»

Ma Abel si affrettò a interromperlo: «Noi siamo rimasti ad aspettarla, dottor Junz. Lo Spazio-Analista e la ragazza sono diretti all’Ambasciata. La conferenza è terminata.»

«Terminata? Ma, in nome della Galassia, se è soltanto cominciata! Devo pure spiegare quali sono le possibilità di una “nova formatio”.»

Abel si agitò inquieto sulla seggiola. «Non è necessario, dottore.»

«Ma è più che necessario, invece! È essenziale. Concedetemi cinque minuti.»

«Lo lasci parlare» disse Fife. Sorrideva.

Junz disse: «Risaliamo al principio. Sin dai primi scritti scientifici registrati della civiltà galattica, già si sapeva che le stelle attingevano la loro energia da trasformazioni nucleari producentesi nelle loro viscere. Si sapeva pure che, in base a ciò che conosciamo delle condizioni degli interni stellari, due tipi, e due tipi soltanto, di trasformazioni nucleari possono fornire l’energia necessaria. Entrambe comportano la conversione dell’idrogeno in elio. La prima trasformazione è diretta: due atomi di idrogeno e due neutroni si combinano a formare un unico nucleo di elio. La seconda è indiretta, e passa per vari stadi, concludendosi allorché l’idrogeno diventa elio, ma agli stadi intermedi partecipano anche nuclei di carbonio. Questi nuclei di carbonio non vengono usati, ma sono riformati a mano a mano che le reazioni procedono, cosicché una quantità infinitesima di carbonio può essere usata indefinitamente, servendo a convertire una grande quantità di idrogeno in elio. In altre parole il carbonio funge da catalizzatore. Tutto ciò lo si sapeva sin dalla preistoria, sin da quando la razza umana era limitata a un solo pianeta, ammesso che questa epoca mitica sia mai esistita.»

«Se questo lo sappiamo tutti» disse Fife, «mi permetto di farle osservare che le sue spiegazioni ci fanno soltanto perdere tempo.»

«Ma questo è anche tutto ciò che sappiamo. Non si è mai accertato se le stelle sfruttino l’uno o l’altro o entrambi i processi nucleari. Ci sono sempre state scuole di pensiero favorevoli ora all’una ora all’altra ipotesi. Di solito l’opinione prevalente propendeva per conversione diretta idrogeno-elio come la più semplice delle due. Ora la teoria di Rik dev’essere la seguente. La conversione diretta idrogeno-elio è la fonte normale di energia stellare, ma in determinate condizioni subentra la catalisi carbonica ad affrettare il processo, riscaldando la stella. Nello spazio esistono delle correnti. Questo voi lo sapete tutti perfettamente. Alcune di queste sono correnti di carbonio. Le stelle attraversando tali correnti raccolgono innumerevoli atomi. Tuttavia la massa totale degli atomi attratti è incredibilmente microscopica in paragone al peso della stella e non la influenza in alcun modo. Eccezione fatta per il carbonio! Una stella che passi per una corrente contenente concentrazioni anormali di carbonio diviene instabile. In ogni caso, non appena la quantità di carbonio filtrante entro le viscere della stella supera un certo ammontare critico, la radiazione della stella ne è subito terribilmente aumentata. Gli strati esterni cedono sotto una esplosione inimmaginabile ed ecco che abbiamo una “nova”. Mi ha capito?»

Fife disse: «Si è immaginato tutto questo in due minuti in base a una vaga frase ricordata dal Borgomastro e che lo Spazio-Analista avrebbe detta un anno fa?»

«Sì. E non si deve stupire. La Spazio-Analisi è pronta ad accogliere questa teoria. Se non fosse stato Rik a formularla, un altro al suo posto non avrebbe tardato a farlo. Effettivamente già sono state avanzate in precedenza teorie analoghe, ma non erano mai state prese sul serio. Ora però noi sappiamo che correnti di carbonio esistono effettivamente: possiamo determinarne il percorso, scoprire quali stelle ne abbiano intersecato la rotta negli ultimi diecimila anni, controllando questi dati su quanto sappiamo relativamente alla teoria della “nova formatio” e alle variazioni di radiazione. Questo è quanto deve aver fatto Rik. Questi devono essere stati i calcoli e le osservazioni ch’egli deve aver cercato di spiegare al Borgomastro. Ma per il momento ciò non è il punto principale. Ciò che soprattutto importa in questo momento è una evacuazione immediata di Florina.»

«Se Florina fosse un pianeta normale sarei d’accordo con lei» disse Abel. «Ma da Florina dipende la fornitura galattica del kyrt. La cosa non è possibile.»

Junz chiese con voce irata: «È questo l’accordo al quale è giunto con Fife mentre io ero assente?»

Fife intervenne: «Mi permetta di spiegarle come stanno le cose, dottor Junz. Il governo di Sark non consentirebbe mai a evacuare Florina, anche se l’U.S.I. affermasse di avere le prove dell’esattezza di questa nuova teoria. Trantor non ci può forzare, perché mentre la Galassia appoggerebbe una guerra contro Sark pur di conservare il commercio del kyrt, non l’appoggerebbe mai per lo scopo opposto.»

«È esatto» disse Abel. «Temo che i nostri rispettivi sudditi non ci aiuterebbero mai in una guerra simile.»

Junz si sentì invadere dallo sdegno. Cinquecento milioni circa di esseri umani non avevano alcun significato di fronte agli imperativi categorici della necessità economica!

Disse: «Mi stia bene a sentire. Qui non si tratta di un pianeta soltanto, ma di una intera Galassia. Attualmente si stanno originando entro la Galassia, ogni anno, venti “novae” complete. Inoltre, circa duemila stelle tra i cento miliardi della Galassia mutano le loro caratteristiche di radiazione in modo sufficiente da rendere inabitabile ogni loro eventuale pianeta abitabile. Un milione di sistemi stellari della Galassia sono occupati da esseri umani: il che significa che in una media di una volta ogni cinquant’anni un pianeta abitato diventa troppo ardente perché la vita vi possa continuare. Questi sono casi storici, e ogni cinquemila anni un pianeta abitato ha il cinquanta per cento di probabilità di essere ridotto in gas da una “nova”. Se Trantor non fa niente per Florina, se permette che si dissolva in vapore con tutti i suoi abitanti, questo servirà di monito a tutti i popoli della Galassia che quando giungerà il loro turno non si aspettino il suo aiuto, se questo aiuto contrasta gli interessi economici di pochi uomini potenti. Si sente di rischiare questo, Abel? D’altro canto, se aiuterà Florina darà la dimostrazione che Trantor pone la responsabilità dei popoli della Galassia al di sopra del semplice mantenimento di meri diritti di proprietà. Trantor otterrà col buon volere Ciò che mai potrà ottenere con la forza.»

Abel scosse stancamente la testa. «No, Junz. Quanto lei dice mi commuove, ma non è pratico. Io, anzi, le consiglio di non approfondire tale teoria. L’ipotesi che essa possa essere vera causerebbe troppo danno.»

«E se fosse vera?»

«Bisogna agire nell’assunto che non lo sia. Immagino che quando si è allontanato sarà andato a mettersi in contatto con l’U.S.I.»

«Sì.»

«Non importa. Credo che Trantor avrà influenza sufficiente per fermare qualsiasi ricerca.»

«Io credo il contrario, almeno per quanto riguarda queste particolari ricerche. Signore, noi conosceremo presto il segreto del kyrt a buon mercato. Tra un anno non si parlerà più di monopolio di kyrt, esista o non esista una “nova”.»

«Che intende dire?»

«La nostra conferenza sta raggiungendo il suo apice proprio adesso, Fife. Di tutti i pianeti abitati, il kyrt cresce su Florina soltanto. In ogni altro luogo le sue sementi producono unicamente la cellulosa normale. Florina è probabilmente il solo pianeta abitato che sia “pre-nova”, in base alle correnti, e forse è divenuto “pre-nova”, da quando è entrato nella corrente di carbonio, magari migliaia di anni fa, se l’angolo di intersezione era piccolo. Sembra perciò assai probabile che il kyrt e lo stadio “pre-nova” vadano di pari passo.»

«Sciocchezze» disse Fife.

«Davvero? Eppure deve esserci una ragione che spieghi perché il kyrt è kyrt su Florina e cotone altrove. Gli scienziati hanno tentato in molti modi di produrre artificialmente il kyrt in altri luoghi, ma hanno tentato alla cieca, cosicché hanno sempre fallito. Adesso sapranno che ciò è dovuto a fattori creatisi in un sistema stellare “pre-nova”.»

Fife disse in tono sprezzante: «Hanno cercato di riprodurre le qualità di radiazione del sole di Florina.»

«Con lampade ad arco appropriate, si, che riproducevano lo spettro visibile e ultravioletto soltanto. Ma, e la radiazione nell’infrarosso e oltre? E i campi magnetici? E l’emissione di elettroni? E gli effetti dei raggi cosmici? L’economia si è adesso schierata dalla parte dell’umanità. La Galassia vuole del kyrt a poco prezzo, e quando sapranno che lo si avrà tra poco o spereranno di averlo tra poco, tutti i popoli galattici vorranno che Florina sia evacuata, e non per umanità soltanto, ma per il naturale desiderio di vedere finalmente capovolta la situazione nei confronti degli ingordi sarkiti.»

«Storie!» ringhiò Fife.

«Anche lei, Abel, crede che siano storie?» domandò Junz. «Se aiuterà i Signori, Trantor sarà considerato non già il salvatore del commercio del kyrt ma del monopolio del kyrt.»

«Può Trantor rischiare una guerra?» domandò Fife.

«Ma che guerra! Mio caro Fife, tra un anno le vostre azioni su Florina non avranno più valore, “nova” o non “nova”. Svenda. Svenda tutta Florina. Trantor è in grado di pagarla.»

«Dovrei comprare un pianeta?» esclamò Abel sgomento.

«E perché no? A Trantor i fondi per farlo non mancano di certo, e il suo prestigio di fronte ai popoli dell’universo, accresciuto a dismisura da questo gesto generoso, la ripagherà mille volte.»

«Ci penserò» disse Abel.

Quindi guardò il Signore. Fife abbassò gli occhi, e dopo una lunga pausa disse: «Ci penserò anch’io.»

Junz rise aspro. «Non ci pensi troppo. La verità sul kyrt trapelerà in fretta. Niente può arrestarla; dopodiché più nessuno di voi due avrà libertà di azione. Se vi muoverete subito potrete fare tutti e due un affare migliore.»


Il Borgomastro sembrava inebetito. «Ma è proprio vero?» continuava a ripetere. «È proprio vero? Florina sarà distrutta?»

«È vero» disse Junz.

Terens allargò le braccia, poi le lasciò ricadere lungo i fianchi. «Se le servono le carte che ho prese a Rik, le troverà nascoste in casa mia, al villaggio, tra gli incartamenti relativi ai dati statistici delle nascite. Sapevo che nessuno sarebbe andato a consultarli.»

«Senta» disse Junz «sono sicuro che noi possiamo giungere a un accordo con l’U.S.I. Ci servirà un uomo, su Florina, un uomo che ne conosca la popolazione, che ci sappia dire come dobbiamo spiegare loro come stanno le cose, che ci assista nell’organizzare l’evacuazione e nella scelta dei pianeti meglio adatti per la trasmigrazione. Vuole aiutarci?»

«E cavarmela così a buon mercato? Senza essere processato per omicidio? Perché no?» Gli occhi del Borgomastro si empirono subitamente di lacrime. «Comunque io sono ugualmente perdente. Non avrò più mondo, non più patria. Perdiamo tutti. I floriniani perdono il loro pianeta, i sarkiti la loro ricchezza, i trantoriani la possibilità di impadronirsi di questa ricchezza. Non ci sono né vinti né vincitori.»

«A meno che» disse Junz con dolcezza «non vi accorgiate che nella nuova Galassia, una Galassia al sicuro dalla minaccia della instabilità stellare, una Galassia ove il kyrt sarà accessibile a tutti, una Galassia infine in cui l’unificazione politica sarà tanto più facile, esisteranno dei vincitori, nonostante tutto. Un quadrilione di vincitori. Poiché i veri vincitori sono i popoli della Galassia.»

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