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Una bella fortuna che nessuno di loro dovesse lavorare l’indomani! Pochi sarebbero stati in grado di farlo. Fu una splendida serata d’addio, per soli uomini. Una bevuta da “Tony”, poi una partita di “bowling”, finché l’addetto cominciò a non poterne più di giocatori che tiravano oltre il confine della loro pista per colpire i birilli delle piste adiacenti.

Allora se ne andarono…

Il mattino seguente Charlie cercò di ricordare tutti i posti dove erano stati e tutte le cose che avevano fatto, e si sentì contento di non riuscirci completamente. Prima di tutto ricordava in modo vago di aver attaccato briga con un suonatore di chitarra hawaiano che portava una “lei”, e di averlo insensatamente accusato del furto della sua palla da golf. Ma gli amici lo avevano trascinato fuori dal locale prima che arrivasse la polizia.

Poi, verso l’una, avevano mangiato. Avevano dovuto scartare parecchi ristoranti prima di trovarne uno che servisse anitra, ma Charlie s’era fissato e voleva vendicare la palla da golf mangiando anitra.

Insomma, nell’insieme, era stata una gran bella baldoria. E valeva la pena di sopportare il conseguente mal di testa.

Dopotutto ci si sposa una volta sola nella vita. Almeno, chi è innamorato di una ragazza come Jane.

La domenica non accadde niente di straordinario. Charlie vide di nuovo la fidanzata e cenò ancora coi Pemberton. E ogni volta che guardava Jane o la sfiorava, provava la sensazione di un pilota novello che fa il cerchio della morte con un aereo velocissimo. Ma non c’era niente di strano, in questo: era innamoratissimo, no?

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