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Cacciatore e preda rimasero così a lungo.

Poi, un giorno, il Mangiatore d’Anime cominciò ad allontanarsi lentamente, e Lane lo seguì, perplesso. La creatura accelerò, ma Lane si mantenne alla stessa velocità sapendo che disponeva ancora di poco carburante. Dopo pochi minuti, la creatura rallentò, restando al passo con la nave.

E infine raggiunsero un buco nero grande quasi come quello in cui erano entrati in quel tempo e in quello spazio. Non c’era vortice roteante di gas e detriti, perché erano stati assimilati già da tempo immemorabile. C’era invece una tangibile assenza di tutto, all’infuori del buco stesso.

Il Mangiatore d’Anime fece tre approcci prima di trovare l’angolazione giusta e Lane, non avendo altra scelta, ne seguì le mosse. Poi si trovarono fra i due orizzonti apparenti.

Ancora una volta Lane si aspettò una reazione fisica, e ancora una volta non provò assolutamente niente. Guardò avanti e vide in lontananza il Mangiatore d’Anime, poi cercò di guardare indietro e scoprì che non riusciva a scorgere assolutamente nulla dell’universo che stava lasciando.

Non seppe per quanto tempo fosse rimasto nel buco nero, o quanta strada avesse percorso, perché tempo e distanza qui erano del tutto privi di significato, ma alla fine la Deathmaker fu scagliata in un altro universo.

Il suo universo.

Lane controllò i punti di riferimento stellari, inserì i dati nel computer, e scoprì di trovarsi a metà strada fra il nucleo galattico e la Frontiera Interna. Il Mangiatore d’Anime si era fermato ad aspettare la nave, ed ora fluttuava ondulando a poche centinaia di chilometri.

Lane controllò i sistemi della nave, scoprì che erano in ordine, ma che gli occorrevano carburante e acqua. Inserì una rotta per Rabot IV, il più vicino dei mondi di frontiera dove avrebbe potuto rifornirsi. La creatura capì che aveva intenzione di atterrare e, in rapide successioni, gli trasmise un senso di perplessità, dolore, infelicità e panico. Lane cercò di rassicurarla, di lenire i suoi timori, ma non sapeva come fare.

Poi, mentre la Deathmaker entrava in orbita dopo aver ricevuto da terra le coordinate e il permesso di scendere, il terrore prese il sopravvento e la creatura fuggì nella direzione opposta.

Lane riempì i serbatoi dell’acqua e del carburante, acquistò altre provviste, cercò senza successo di aver notizie della Rachel, e quando tutto fu sistemato, la Deathmaker decollò per l’ultima volta.

Il Mangiatore d’Anime lo aspettava al di là di Rabot, come lui aveva previsto. Poi, contenti e sereni, si avviarono alla stessa velocità e continuarono il loro viaggio senza fine nel vuoto dello spazio, che pareva in certo qual modo un po’ più piccolo e un po’ meno spaventoso.

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