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Ogni volta che prendo un giornale e comincio a leggerlo, ho l’impressione di vedere fantasmi che scivolano tra le righe. Ci devono essere fantasmi dappertutto, nel mondo. Devono essere innumerevoli come i granelli di sabbia, secondo me.

Ibsen


SID INSISTE CON LE SUE RAGAZZE FANTASMA

Il mio amichetto dell’epoca elisabettiana si mise le mani sui fianchi e ci fece una ramanzina, come se fossimo un mucchio di mocciosi scatenati che si erano lasciati trascinare da un gioco troppo violento: — Ascoltatemi, signori miei, questa è una Stazione di Recupero, e io desidero che continui a esserlo, sotto la mia direzione. Che il diavolo si porti tutte le operazioni! Ai miei occhi non ha alcuna rilevanza che la trama dell’universo vada in pezzi e tutto il Mondo del Cambio precipiti nella rovina, ma ti dico, dama guerriera, che adesso ti riserverai qualche momento di riposo e berrai dell’altro vino, certamente, ma con maggiore lentezza, senza tracannarlo, prima di raccontarci la tua storia. Inoltre, i colleghi che sono giunti insieme con te avranno compagnia a loro adatta. Tacete: non soffro opposizioni. Beau, che tu ci sia amico: suona per noi una canzone allegra.

Kaby si rilassò un poco e permise a Sid di passarle la mano dietro la schiena, per sostenerla, ma brontolò ancora: — E così sia, mio grasso amico.

Poi, al suono di Muskrat Ramble, che Beau aveva imparato da me, andammo a prendere un paio di ragazze per i due Extraterrestri, e tutti furono debitamente appaiati.

Adesso vorrei precisare una cosa. Un mucchio delle cose che si dicono nel Mondo del Cambio a proposito delle Stazioni di Recupero, semplicemente, non sono affatto come si raccontano… del resto lasciano sempre da parte i nove decimi della reale situazione. I Soldati che arrivano dalla Porta vengono qui con l’intenzione di divertirsi, certo, ma ciascuno di essi è gravemente colpito, nel profondo del cuore e della mente, anche se non sempre nel corpo: noi ce ne accorgiamo subito.

Credetemi, un’operazione temporale non è uno scherzo, e, tanto per cominciare, neppure una persona su cento riesce a sopportare il trauma di venire staccata dalla propria linea di vita e a diventare un Doppelgänger pienamente desto e cosciente — cioè un Demone — e ancor minore è il numero di coloro che possono diventare non solo un Demone, ma addirittura un Soldato. E di che cosa ha bisogno una creatura duramente colpita, scombussolata, che ha appena finito di combattere una pericolosa battaglia? Ha bisogno di un individuo che si prenda cura di lui, lo comprenda e lo consoli. E, com’è naturale, è utile che questo individuo appartenga al sesso opposto: si tratta di una cosa che supera le barriere della specie di appartenenza.

Ecco il principio su cui si basa il funzionamento del Locale e il suo modo tutto particolare di svolgere il proprio compito: lo stesso discorso vale per le altre Stazioni di Recupero e Luoghi di Intrattenimento. Il nome “Intrattenitrice” può mettere in testa qualche idea sbagliata. Un’Intrattenitrice dev’essere molto più che una brava entraîneuse — o, per l’altro sesso, un buon cavaliere — anche se deve essere anche questo, certo. Deve essere un’infermiera e una psicologa e un’attrice e una madre e un’etnologa pratica e varie altre cose che hanno nomi complicati… e un’amica fidata.

Nessuna di noi riesce a essere alla perfezione tutte queste cose; anzi, siamo ben lontani dalla perfezione. Tentiamo di tare del nostro meglio. Ma quando le chiamano, le Intrattenitrici devono lasciar perdere i risentimenti, le antipatie, le invidie e le gelosie — e ricordate che sono persone vivaci, con emozioni violente — perché c’è tempo soltanto per aiutare, e senza chiedere chi.

E in effetti, nel profondo del suo cuore, una buona Intrattenitrice non bada a chi. Prendete per esempio ciò che stava succedendo. Era abbastanza chiaro che io mi sarei dovuta occupare di Illy, anche se mi dispiaceva di lasciare Erich: ma il Lunare era molto lontano da casa, e, dopotutto, Erich era in mezzo ad altre persone umane. Ilhilihis aveva bisogno di qualcuno che lo trovasse simpatico.

A me Illy piace molto, e non soltanto perché è una specie di incrocio, alto due metri, tra una scimmietta e un gatto persiano (e si tratta di una bella combinazione, se ci pensate): a me, Illy piace proprio come persona. Perciò, quando giunse da noi tutto ferito e scombussolato dopo un’operazione andata a rovescio, io ero la persona più adatta a prendermi cura di lui. Bene, adesso ho fatto il mio discorsetto e i soliti sapientoni del Mondo del Cambio continueranno ugualmente a fare le loro battute spinte sulla nostra professione. Ma ditemi, come potrebbe, una relazione tra me e Illy, essere qualcosa di diverso che platonica?

Probabilmente avevamo in Deposito qualche ragazza octopode per Illy e qualche ninfa per il satiro — Sid avrebbe dovuto controllare, per poterlo dire — ma entrambi preferirono persone vere, e anche Sid la pensava come loro. Maud toccò la mano di Marcus e si diresse verso Sevensee (“Giovanotto, che zoccoletti aguzzi, dico!”… Maud ha preso da me un certo modo di parlare, oltre a tutto il resto), anche se Beau, seduto al pianoforte, girò lo sguardo su Lili e aggrottò le sopracciglia, come per dirle che sarebbe stato suo dovere occuparsi di un Extraterrestre, dato che Marcus era stato ferito e poteva avere bisogno di un’infermiera vera. Ma era chiaro a tutti, tranne forse a Beau, che tra Lili e Bruce c’era qualcosa di serio e che era meglio non disturbarli.

Erich fece l’offeso all’idea di separarsi da me, ma sapevo che non lo era affatto. È convinto di avere una tecnica infallibile con le ragazze Fantasma, e ama mostrarlo; in effetti ha una gran classe in questo genere di cose, se uno va proprio a cercarle e — benedetto uomo! — chi non ha voglia d’andarle a cercare, a volte?

E quando Sid evocò formalmente la Contessa dal Deposito — un tipo mozzafiato, bionda naturale con un abito di satin lungo e fasciante, cappellino con veletta e piume, davanti alla quale io, Maud e Lili, come bella presenza, scomparivamo, anche se era ancora trasparente come fumo di sigaretta — e quando Erich batté i tacchi, le fece un baciamano con l’inchino e tutto orgoglioso la accompagnò a un divano, simile al cupo ipnotizzatore Svengali che accompagna Trilby nell’omonimo dramma di Du Maurier, e cominciò a riversare in lei un po’ di vita parlandole in tedesco, con grandi movimenti della testa, sorrisi a pieni denti e un flusso inarrestabile di complimenti brillanti, e quando lei cominciò a rispondere al suo corteggiamento e lo sguardo sonnolento dei suoi occhi divenne più acuto e assetato e si mise a fuoco su di’ lui… be’, allora compresi che Erich era felice e che difendeva bene l’onore del suo Reich. No, il mio piccolo comandante non mi avrebbe dato preoccupazioni di sorta.


Marcus aveva avuto un’etera greca chiamata Frine; ma non credo fosse la stessa che, forse, compie ancora il suo famoso spogliarello in tribunale ad Atene. Ora la stava svegliando con piccoli sorsi del suo scotch e soda, ma, da alcune occhiate che inviava ogni tanto in un’altra direzione, colei che doveva avere fatto veramente colpo su di lui era Kaby. Sid cercava di convincere la donna guerriera ad accompagnare il vino con un po’ di pane e olive calorizzati, e, meraviglia delle meraviglie, Doc stava intrattenendo una conversazione animata e razionale con Sevensee e Maud: forse stavano mettendo a confronto le reciproche impressioni sulle Secche Nordiche Venusiane. Beau era passato a Panther Rag e Bruce e Lili si erano appoggiati al piano coi gomiti: sorridevano al pianista, e continuavano a parlarsi fitti fitti.

Illy, dopo averli osservati tutti lungamente, si voltò verso di me e disse: — Gli animali che indossano abiti sono così rinfrescanti alla vista! È come se tutti portaste delle bandiere!

Forse era un’osservazione molto giusta, anche se in quel momento la mia “bandiera” era una sorta di Venerdì delle Ceneri, gonna nera e pullover fumo di Londra. Mi sfiorò la bocca con un tentacolo per vedere se sorridevo, e poi aggiunse piano: — Ti paio banale e insignificante, piccola Greta, perché non ho bandiere? Uno Zombie come tutti gli altri, proveniente da un miliardo d’anni nel tuo passato, grigio e spento come è oggi la Luna, non come quando era un pianeta di sogno, quando scoppiava di vita, di aria, di acqua e di foreste piumate? Oppure risulto stranamente interessante ai tuoi occhi, come tu lo sei ai miei, ragazza che vieni da un miliardo di anni nel mio futuro?

— Illy, come sei caro — gli dissi, facendogli una carezza. Notai che la sua pelliccia tremava ancora, nervosamente, e decisi: al diavolo gli ordini di Sid, adesso mi faccio raccontare esattamente cosa stava facendo insieme con Kaby e il satiro. Non posso tenerlo lontano un miliardo d’anni da casa, e per di più abbottonato come un’ostrica. Inoltre, ero curiosa.

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