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Conoscete i fasci infiniti di universi e i sistemi aperti di postulati? Il concetto che tutto sia possibile — e intendo proprio tutto — e che tutto sia successo? Tutto.

Heinlein


I DOMINATORI DELLE POSSIBILITÀ

Un’ora più tardi, nella penombra del periodo del sonno, sedevo sul divano più lontano dal pianoforte, e, coccolando un whisky allungatissimo, mi curavo l’occhio pesto e prestavo pochissima attenzione al party che continuava a svolgersi dalle parti del piano e del bar, mentre il Locale si avviava all’incontro con l’Egitto e la Battaglia di Alessandria.

Sid aveva messo insieme tutti i nostri gravi problemi, e, poiché aveva in mano l’asso pigliatutto del Mantenitore Minore, li aveva risolti senza la minima fatica, come se fossimo stati un gruppo di scolaretti.

Si trattava pressappoco di questo:

Eravamo rimasti in Introversione per tutto il periodo in cui erano successe le cose più criminali, e dunque si pensava che soltanto noi ne fossimo al corrente; inoltre, ciascuno di noi vi era coinvolto più o meno gravemente, cosicché era giocoforza rimanercene tutti zitti, per proteggere le nostre delicate pellacce.

In effetti, il fatto che Erich avesse innescato la bomba faceva pari e patta col fatto che Bruce ci avesse incitati alla rivolta, e inoltre c’era l’ubriachezza di Doc, e tutti coloro che avevano approvato il messaggio di pace avevano qualcosa da nascondere. Di Marcus e Kaby pensavo di potermi fidare comunque; di Maud ero certa, e di Erich potevo fidarmi a proposito di questa specifica faccenda, accidenti a lui. Quanto a Illy, non mi sentivo affatto tranquilla, ma mi consolai dicendo che deve pur esserci sempre una mosca nel miele… una mosca maledettamente grossa, questa volta, e pelosa, per di più.

Sid non menzionò i suoi panni sporchi, ma tutti sapevamo che aveva fatto gravemente cilecca come capo del Locale, e che si era riscattato soltanto con quel gioco di prestigio dell’ultimo minuto.

Ricordando il trucco di Sid, pensai per un momento ai veri Ragni. Poco prima di tirare fuori il naso dall’Ambulatorio, mi ero creata un ritratto molto convincente del loro probabile aspetto, ma adesso non riuscivo più a ricordarlo. Era alquanto deprimente, questo fatto di non ricordare, ma forse la mia era stata soltanto un’impressione, come quando i drogati credono di avere visto i segreti dell’universo. Proprio io, Greta, scoprire qualcosa sui Ragni? Non fatemi ridere: tutt’al più potrò avere un’allucinazione, come nel corso della recente baruffa!

E la cosa più buffa (ah, ah) era che fossi finita col diventare la persona di cui nessuno si fidava. Sid non mi diede tempo di spiegare come fossi giunta, per pura deduzione, a scoprire ciò che era successo al Mantenitore, e quando Lili si decise a parlare e confessò di averlo nascosto lei, lo confessò con un tono così annoiato che non credo che una sola persona le abbia dato retta… anche se ci rivelò un dettaglio curioso: col guanto non aveva usato l’Inversione parziale; si era limitata a rovesciarlo, per adattarlo alla mano destra, e poi gli aveva applicato un’Inversione completa per rimettere all’interno le cuciture.

Cercai di spingere Doc a confermare di aver seguito il mio stesso ragionamento, ma lui disse di non ricordare nulla, tolto la prima parte della ricerca del Mantenitore; non ricordava neppure di avere chiesto a Maud, per ben due volte, di raccontargli tutto ciò che era successo, nei minimi dettagli. Compresi che sarebbe occorsa ancora molta fatica, prima di farmi la reputazione di grande detective.

Guardai a lato del divano, e mi cadde sotto gli occhi uno dei guanti neri di Bruce, nella penombra. Lo raccolsi, ed era il guanto destro. Il mio grande indizio: ero nauseata. Lo gettai via, e Illy, come una piovra in agguato sul divano vicino al mio (non sapevo che si fosse messo lì a riposare) allungò un tentacolo e lo colse al volo come se si fosse trattato di un pezzo di spazzatura subacquea. Questi Extraterrestri, alle volte, riescono a comportarsi in modo talmente non umano da farvi rabbrividire.

Mi ricordai che razza di comportamento da pidocchioso calcolatore fifone fosse stato quello di Illy negli scorsi frangenti; mi venne in mente Sid, con i suoi facili sospetti; Erich e il mio occhio nero; e come, alla fine di tutto, come al solito, tutti mi avessero lasciata sola. I miei corteggiatori!

Bruce aveva spiegato come gli fosse capitato di essere un tecnico atomico. Al pari di vari altri, gli erano stati affidati gli incarichi più disparati, nel corso delle sue prime settimane nel Mondo del Cambio. Uno di questi incarichi consisteva nel fare da segretario a un gruppo di scienziati atomici di secondo piano, provenienti dai giorni del Progetto Manhattan e dei primi lanci spaziali. Aveva preso da loro, suppongo, anche la maggior parte delle sue idee politiche. Non avevo ancora deciso in che razza di eroi voltagabbana classificarlo, comunque era tornato amicone di Marcus ed Erich. Tutti i corteggiatori, e noti solo i miei!

Sid non aveva avuto bisogno di far discussioni con nessuno; le grandi decisioni, gli impulsi trascinanti si erano spenti, per il momento; per farli riaffiorare sarebbe occorso un lungo periodo di sonno ristoratore. Del resto, anch’io avrei saputo come utilizzare un buon sonno, vi assicuro.

La festa, accanto al pianoforte, cominciava a degenerare. Lili aveva danzato il black bottom in piedi sul coperchio, e poi era saltata fra le braccia di Sid e di Sevensee, e c’era rimasta assai più a lungo del dovuto. Aveva bevuto molto, e il suo vestito corto non aveva certo un’aria innocente. Continuava a danzare, distribuendo le proprie grazie in parti uguali tra Sid, Erich e il satiro. Beau non se ne curava affatto, e continuava imperterrito a suonare Tonight’s the Night che Lili gli aveva insegnato un paio di minuti prima.

Ero lieta di essermi tenuta lontana dal party. Chi potrebbe competere con una diciassettenne estremamente esperta, profondamente disillusa, che decide di buttarsi per la prima volta?

Qualcosa mi sfiorò la mano. Illy aveva teso un tentacolo fino a farlo diventare sottile come una sorta di filo peloso, e mi restituiva il guanto nero, anche se doveva certamente sapere che non me ne facevo nulla. Allontanai il guanto, pensando fra me che Illy era proprio un deficiente e una tarantola imbiancata, ma subito mi sentii in colpa. Con che diritto mi permettevo di criticare Illy? Sarei stata capace, io, di mettere in luce le qualità positive del mio carattere, se mi avessero chiuso in gabbia con undici ottopodi, un miliardo d’anni fa? E poi, da quando in qua mi metto a criticare gli altri?

Comunque, ero contenta di non avere preso parte alla festa, anche se continuavo a guardarla. Bruce stava bevendo, tutto solo, al bar. Una volta Sid si era recato da lui, e insieme avevano bevuto un bicchiere, e avevo sentito Bruce recitare a Sid alcuni versi di Rupert Brooke volutamente retorici: “Poiché il solo Paese è l’Inghilterra, Dove un Cuor Generoso può sostare; E di tutta Inghilterra il Cambridgeshire, È la Contea di color che san Capire” e mi ricordai che anche Brooke era morto giovane durante la prima guerra mondiale, e questo mi confuse. Ma per la maggior parte del tempo, Bruce si limitò a rimanersene in disparte e a ubriacarsi metodicamente. Ogni tanto, Lili gli lanciava un’occhiata, e subito smetteva di ridere e di ballare.

Avevo cercato di spiegarmi questa faccenda di Bruce, Lili, Erich, ma dopo un po’ mi ero stufata. Lili aveva desiderato con tutto il suo cuore di farsi un nido con Bruce, e nient’altro, ormai, l’avrebbe soddisfatta: ora si sarebbe mandata al diavolo a modo suo, e probabilmente sarebbe morta alcolizzata una terza volta, nel Mondo del Cambio. Bruce desiderava il nido e Lili, certo, ma più ancora desiderava il Mondo del Cambio e la vita che esso gli offriva: passare da una all’altra, secondo il costume dei Soldati, prendere sbronze e recitar poesie. Dopotutto, il seme descritto da Lili non era la sua — di Bruce — idea per salvare il cosmo; forse un giorno o l’altro Bruce avrebbe organizzato un vero ammutinamento, ma era più probabile che si limitasse a fare il rivoltoso da salotto, sullo sgabello del bar.

Comunque, l’infatuazione tra lui e Lili non sarebbe mai morta completamente, per quanto rancida potesse parere in questo momento. L’aspetto di vero amore se ne sarebbe andato, ma il Cambio avrebbe fatto risaltare l’aspetto romanzesco e sentimentalistico, e un loro nuovo incontro sarebbe parso ai loro occhi una cosa molto trascinante.

Erich aveva trovato il suo Kamerad, fatto su misura per lui: Bruce aveva avuto il fegato e l’intelligenza di disinnescare la bomba, come lui aveva avuto il fegato di innescarla. Bisogna dare atto a Erich di avere avuto il coraggio di metterci in una situazione in cui dovevamo far saltare fuori il Mantenitore o morire, ma non so quale atto sarebbe abbastanza offensivo, per uno così.

Comunque, ci avevo provato, qualche tempo prima. Gli ero scivolata alle spalle, e gli avevo detto: — Ehi, come se la passa il mio sadico piccolo comandante? Credi che io abbia tirato una riga sui tuoi und so weiter? — e, mentre lui si voltava, avevo piegato le dita e gli avevo graffiato la faccia. Ecco come mi ero procurata rocchio nero. Maud voleva metterci una sanguisuga elettronica, ma io preferii il tradizionale fazzoletto umido. Be’, comunque, Erich adesso aveva i suoi graffi per accompagnare quelli di Bruce; meno profondi, certo, ma ne aveva quattro, e mi auguravo che s’infettassero: non mi ero lavata le mani da prima ancora della sparizione del Mantenitore. Non che Erich non ami le cicatrici.

Fu Marcus che mi diede una mano per rialzarmi, dopo che Erich mi ebbe stesa col suo pugno.

— Hai qualche “omnia” anche per questo? — gli domandai, seccamente.

— Per che cosa? — mi chiese lui. — Oh, per quanto ci è successo — gli risposi, con una smorfia.

Mi parve che ci pensasse sopra un momento, e infine disse: — Omnia mutantur, nil interit.

— Sarebbe a dire? — gli feci.

— Tutto cambia — rispose lui — ma nulla in realtà viene perduto.

Poteva essere un’ottima filosofia da contrapporre ai Venti del Cambio. Ma anche maledettamente sciocca. Mi domandai se Marcus ci credesse davvero. Speravo che ci credesse. A volte mi pare che sia una gran stupidaggine cercare di fare seriamente il Demone, o anche la Intrattenitrice. Poi mi dico: “È la vita, Greta. Devi cercare di amarla come puoi”. Ma certe volte è molto difficile apprezzare queste pillole amare.

Qualcosa sfiorò nuovamente il palmo della mia mano. Era il tentacolo di Illy, e i palpi che aveva in punta erano tesi in tutte le direzioni, come un piccolo cespuglio. Feci per togliere la mano, ma poi compresi che il Lunare, semplicemente, si sentiva solo. Abbandonai la mano alle leggerissime pressioni del linguaggio piuma.

Immediatamente sentii le parole: “Ti senti sola, piccola Greta?”.

Questo per poco non mi mise fuori combattimento. Ecco che capivo il linguaggio piuma — linguaggio che non conosco affatto — e per di più lo capivo in inglese, la qual cosa è del tutto assurda.

Per un attimo pensai di essermi sbagliata, e che Illy avesse parlato con la sua scatola fonica, ma ero certa di non avere udito parola, e nei due secondi successivi pensai che comunicasse telepaticamente con me, aiutandosi con le forme del linguaggio piuma. Poi capii cosa facesse: scriveva in inglese sulla mia mano, come se usasse i tasti della sua scatola fonica, e siccome anch’io sono capace di usare una scatola fonica, la mia mente traduceva automaticamente le parole.

Quando capii, mi sentii cogliere dal panico come un debuttante al battesimo del palcoscenico, ma ero troppo stanca per pensare a sbagliare. Mi limitai ad appoggiare la schiena sul divano e ad ascoltare. È bello avere qualcuno che ci parla, anche se si tratta soltanto di un polpo appartenente alla categoria dei pesi mosca, e senza il suono metallico della sua infernale scatoletta, le parole di Illy sembravano molto più serie.

— Ti senti triste, piccola Greta, perché non potrai mai capire cosa sta succedendo a tutti noi — mi stava chiedendo Illy — perché non sarai mai altro che un’ombra che combatte altre ombre… e che cerca di amare delle ombre tra una battaglia e l’altra! È ora che tu comprenda che non stiamo affatto combattendo una guerra, anche se questa è l’apparenza, ma subiamo una specie di evoluzione, anche se non è esattamente il tipo di evoluzione a cui pensava Erich.

“La vostra filosofia terrestre ha una parola per questo, una teoria per spiegarlo: una teoria che possiamo incontrare su molti mondi. Riguarda i quattro ordini della vita: Piante, Animali. Uomini e Demoni. Le Piante sono le dominatrici dell’energia: non possono muoversi nello spazio e nel tempo, ma possono captare l’energia e trasformarla. Gli Animali sono i dominatori dello spazio: possono muoversi attraverso lo spazio. L’Uomo (Terrestre o Extraterrestre, Lunare o non Lunare) è il dominatore del tempo: ha una memoria.

“I Demoni sono il quarto ordine dell’evoluzione: dominatori delle possibilità; possono prendere ciò che potrebbe essere e farlo diventare ciò che è, ed è proprio questa la loro funzione evolutiva. La Resurrezione è come la metamorfosi che trasforma il bruco in una farfalla: un essere del terzo ordine spezza la crisalide della propria linea di vita, ed entra nel quarto ordine di vita. Il distacco dall’involucro di una realtà che non muta mai è simile al primo balzo compiuto da un animale quando cessò di essere una pianta, e il Mondo del Cambio è il nucleo di significato su cui poggiano i vari miti dell’immortalità.

“Ogni evoluzione, a prima vista, sembra una guerra: ottopodi contro monopodi, mammiferi contro rettili. E ha necessariamente una dialettica: ci deve essere la tesi (noi la chiamiamo Serpente) e l’antitesi (Ragno) prima che ci possa essere la sintesi finale, in cui tutte le possibilità saranno pienamente realizzate in un universo definitivo. La Guerra del Cambio non è quella distruzione cieca che potrebbe parere.

“Ricorda come il Serpente sia il vostro simbolo della saggezza, e il Ragno della pazienza. I due nomi risultano giustamente spaventevoli per te, poiché ogni forma di esistenza superiore è una mescolanza di orrore e di delizia. E non provare sorpresa, piccola Greta, di fronte alla vastità delle mie parole e dei miei pensieri; in un certo senso, ho avuto a disposizione un miliardo di anni per studiare la Terra e apprendere le sue lingue e i suoi miti.

“Chi sono i veri Serpenti e i veri Ragni, cioè chi furono i primi che dominarono le possibilità? Chi era Adamo, piccola Greta? E Caino? Chi erano Eva e Lilith, la strega creata prima di lei secondo la leggenda talmudica?

“Nel dare realtà a tutte le possibilità, i Demoni vincolano anche le realtà mentali a quelle materiali. Ogni essere del quarto ordine vive all’interno e all’esterno di ogni mente, nella totalità del cosmo. Anche questo Locale, a suo modo, è un gigantesco cervello: il pavimento è la scatola cranica, il confine del Vuoto è la materia grigia della corteccia… Sì, anche i Mantenitori Maggiore e Minore sono analoghi alle ghiandole pineale e pituitaria, che in un certo senso reggono l’intero sistema nervoso.

“Ecco com’è veramente il quadro complessivo, piccola Greta.”

Il linguaggio piuma cessò, e i palpi del tentacolo di Illy formarono una superficie piana, sulla quale io battei la risposta: “Grazie, Papà Gambalunga”.

Ripensando a ciò che Illy mi aveva detto, tornai a guardare il gruppo di persone accanto al piano. La festicciola pareva essere giunta alle ultime battute; almeno, alcuni dei partecipanti cominciavano a distaccarsene. Sid si era recato al divano di comando e si preparava a sintonizzarsi sull’Egitto. Marcus e Kaby, accanto a lui, bruciavano d’impazienza alla prospettiva di far saltare in aria, nella nube a forma di fungo, squadroni su squadroni di arcieri Zombie a cavallo; pensai a ciò che Illy mi aveva detto e riuscii a fare un sorriso… pare che siamo veramente destinati a vincere e a perdere ogni battaglia, qualunque ne sia l’esito.

Marcus si era appena infilato il travestimento da Parto, borbottando allegramente: — Sempre calzoni! — e muovendo qualche passo qui e là, con un cappello che sembrava un cono da gelato bordato di pelliccia, e con una sopravveste le cui maniche gli coprivano per metà le mani. Agitò verso Erich e Bruce una corta spada con la guardia a forma di cuore, e disse loro di sbrigarsi.

Kaby li doveva accompagnare nell’operazione imminente, indossando il travestimento da vecchia che era destinato originariamente a Benson-Carter. Mi divertì e mi spiacque insieme il fatto che aveva dovuto nascondere sotto il travestimento quel petto e quel sedere.

Ma Bruce ed Erich non avevano ancora intenzione di obbedire all’ordine di Marcus. Erich si avvicinò a Bruce, seduto al bar, e gli disse qualcosa, e Bruce scese dallo sgabello e seguì Erich fino al piano. Erich batté un colpo sulla spalla di Beau, si chinò a dirgli qualcosa, e Beau annuì e concluse in fretta il blues che stava suonando, e attaccò un altro pezzo, lento e pieno di nostalgia.

Erich e Bruce fecero un cenno con la mano a Marcus e gli sorrisero, come per dirgli che poteva avvicinarsi al piano o restarsene dov’era, ma che in qualsiasi caso il legato imperiale, il tenente inglese e il comandante nazista sarebbero stati sempre uniti. E mentre Sevensee abbracciava Lili con tale genuino entusiasmo da indurirli a chiedermi perché mai avessi perso tempo a pensare all’ingegneria genetica nei loro riguardi, Erich e Bruce cominciarono a cantare:

Cantiam per la legione dei perduti, la schiera dei dannati,

Per i nostri fratelli chiusi in caverne fuori del tempo:

Siamo tre Zombie resistenti al Cambio, strappati alla morte e riempiti d’aggeggi.

Tre Guastatori dei Ragni,

Pronti ad espiare la nostra condanna!

Siamo tre topolini ciechi su una traccia temporale sbagliata.

Abbiamo perso il nostro presente e non ci torneremo mai più.

Tre Commandos del Cambio che fanno baldoria.

Condannati in qualunque possibilità:

Voi, ragazze Fantasma, siate carine con noi…

Mentre cantavano, diedi un’occhiata alla mia gonna color grigio fumo, poi guardai Lili e Maud e mi dissi: “Le tre grige sgualdrinelle di tre ussari neri: ecco la nostra sorte”. Be’. non mi ero mai considerata una favorita dalla sorte, di quelle che vincono tutte le battaglie… anzi, se mi capitasse di esserlo, comincerei a preoccuparmi seriamente. Tuttavia, pensandoci bene, è destino che, alla lunga, finiremo col vincere e insieme perdere ogni battaglia, visto come stanno le cose.

Sfiorai con le dita il tentacolo di Illy: — Hai proprio ragione, fratello Ragno: questo è il quadro complessivo.

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