LA BRECCIA DI PELLUCIDAR

Il nome più adatto a Luscus sarebbe stato Arrampicatore. Era un uomo di grande erudizione, con accesso immediato al computer della biblioteca della Grande Los Angeles, ed era dotato di un’astuzia degna di Ulisse: aveva sempre la meglio sui suoi colleghi.

Era stato lui a fondare la scuola di critica Go-Go.

Primalux Ruskinson, il suo grande avversario, aveva fatto estese ricerche quando Luscus aveva annunciato il nome della sua nuova filosofia. Poi Ruskinson aveva dichiarato trionfalmente che Luscus aveva preso il nome dal gergo antiquato correntemente in uso verso la metà del ventesimo secolo.

Luscus, nell’intervista al fideo, il giorno seguente, aveva detto che Ruskinson era un ricercatore superficiale, com’era da prevedere.

Go-go derivava dalla lingua degli ottentotti. In ottentotto, go-go significava esaminare, e più precisamente continuare a guardare un oggetto (in questo caso l’artista e il suo lavoro) finché non si giunge a coglierne una caratteristica rivelatrice.

I critici avevano fatto la coda per iscriversi alla nuova scuola. Ruskinson aveva dapprima pensato al suicidio, ma poi aveva accusato Luscus di essersi fatto largo disonestamente nella scalata al successo. Luscus aveva risposto, al fideo, che la sua vita personale riguardava soltanto lui, e che Ruskinson correva il rischio di venir querelato per violazione della sfera privata. Comunque, non meritava maggior sforzo di quello di un uomo che scaccia una zanzara.

«Cosa diavolo è una zanzara?» si erano chiesti milioni di spettatori. «Se almeno quel genio parlasse una lingua comprensibile anche a noi.»

Poi la voce di Luscus si era affievolita per un attimo, mentre l’interprete dava le spiegazioni di rito, dopo aver ricevuto un foglietto da un controllore che era andato a cercare la parola nell’enciclopedia della stazione trasmittente.

Luscus era stato sulla cresta dell’onda, grazie alla novità della scuola Go-Go, per due anni.

Poi aveva ristabilito il suo prestigio, che stava declinando un tantinello, con la sua nuova filosofia dell’Uomo Totipotente.

E questa era divenuta così popolare che l’Ufficio per lo Sviluppo Culturale e la Ricreazione aveva dedicato una rubrica fissa quotidiana di un’ora, per un anno e mezzo, a un programma introduttivo del totipotenziamento.


Commento di Nonno Winnegan nelle sue Eiaculazioni private:

Che dire dell’Uomo Totipotente, l’apoteosi dell’individualismo e dello sviluppo psicosomatico completo, di questo Übermensch democratico, raccomandato da Rex Luscus, che peraltro è sessualmente unilaterale? Povero vecchio Zio Sam! Cerca di costringere il Proteo dei suoi cittadini in un’unica forma istituzionalizzata, per poterli dominare meglio. E nello stesso tempo incoraggia ciascuno a far maturare le sue capacità innate… se ci sono! Povero vecchio schizofrenico con le gambe lunghe, la barbetta, il cuore di burro e il cervello di pietra! In verità, la mano sinistra non sa quel che fa la destra. Anzi, per l’esattezza, neppure la mano destra sa quello che fa la mano destra.


«L’uomo totipotente?» aveva risposto Luscus al presidente durante la quarta puntata della serie delle Lezioni di Luscus. «In che modo è in conflitto con lo Zeitgeist contemporaneo? Non è affatto in conflitto. L’uomo totipotente è l’imperativo dei nostri tempi. Deve esistere prima che si possa realizzare l’Età dell’Oro. Come si può avere un’Utopia senza utopisti, o un Mondo d’Oro con uomini d’ottone?»

Fu durante quella giornata memorabile che Luscus tenne la sua conferenza sulla Breccia di Pellucidar e in tal modo rese famoso Chibiabos Winnegan. E, più che incidentalmente, fu questo a dare a Luscus il principale vantaggio sui suoi concorrenti.

«Pellucidar? Pellucidar?» aveva borbottato Ruskinson. «Oh, Dio, cosa sta combinando adesso?»

«Mi occorrerà un po’ di tempo per spiegare perché ho usato questa frase per descrivere il genio di Winnegan» aveva proseguito Luscus. «Prima, mi sia consentita un’apparente divagazione.»

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