DIO HA PERSO L’ESCLUSIVA SULL’AURORA

«…e chi vi parla è il vostro Alfred Melophon Voxpopper, dell’Aurora Flessioni Ginniche Caffè, Un’Ora per Voi, Canale 69B. Versi registrati durante la 50a Dimostrazione e Competizione Annuale del Centro delle Arti Popolari, Beverly Hills, livello 14. Recitati da Omar Bacchylides Runic, del tutto a braccio, se escludete qualche pensierino preparatorio la sera prima, nella taverna privata The Private Universe, e potete escluderlo, perché Runic non ricorda un cazzo di quella sera. Anche se in quella serata ha vinto la Prima Corona d’Alloro A e naturalmente non c’erano corone seconde, terze eccetera dall’A alla Z, Dio salvi la nostra democrazia.»

Un salmone grigio-rosa risale le cascate della notte,

Per deporre l’uovo del nuovo giorno.

L’alba è il rosso ruggito del toro di Mitra

Che corre alla carica dall’orizzonte.

È il sangue fotonico della notte sanguinante,

Pugnalata alle spalle dal sole assassino.

E così via, per cinquanta versi interrotti e spezzettati da acclamazioni, battimani, fischi, boati e gridi strazianti.

Chìb è quasi sveglio. Occhieggia nel buio che già si sfarina, mentre il sogno si allontana rombando nella galleria metropolitana del subconscio. Studia con le palpebre socchiuse l’altra realtà: quella cosciente.

— Libera il mio uccello! — geme, parodiando Mosè e da questi, che gli fa venire in mente le barbe lunghe e le corna (fornite dalla premiata ditta Michelangelo), il pensiero gli corre al bis-bisnonno.

Con un atto di volontà simile a un grimaldello, apre a viva forza le palpebre. Per primo scorge il fideo, che copre l’intera parete di fronte a lui e che, con la sua superficie concava, arriva fino a metà del soffitto. Sullo schermo, già l’alba, paladina del sole, ha lanciato il suo grigio guanto di sfida.

È il Canale 69B, IL VOSTRO CANALE PREFERITO, il canale di Los Angeles, a portare l’aurora. (Un inganno dentro l’inganno. Invece della “falsa aurora” naturale, è il suo simulacro, copiato da elettroni creati da congegni creati dall’uomo.)

Destati col sole nel cuore e un canto sulle labbra! Fremi ai versi stimolanti di Omar Runic! Goditi l’aurora come la vedono gli uccelli sugli alberi, come la vede Dio!

Voxpopper cantilena sommessamente i versi mentre si leva in un crescendo, dietro di lui, la Danza di Anitra di Grieg. Il vecchio norvegese non si era mai sognato di avere un simile pubblico, e forse gli è andata bene. Trattasi infatti di Chibiabos Elgreco Winnegan, un giovanotto con ancora il lucignolo lacrimoso a causa di un recente zampillo fuoriuscito dai pozzi petroliferi dell’inconscio.

— Alza le chiappe e monta in sella — mormora Chib. — Oggi corri su Pegaso.

Lui parla sempre, pensa, vive nell’immediato presente.

Chib scende dal letto e lo spinge dentro la parete. Lasciar sporgere il letto, stazzonato come la lingua d’un vecchio ubriacone, sarebbe un’offesa per l’estetica della sua stanza, distruggerebbe la curva della parete, che è lo specchio dell’equazione fondamentale dell’universo, e inoltre non gli permetterebbe di lavorare.

La stanza è un enorme ovoide e in un angolo c’è un ovoide più piccolo, il bagno con doccia. Quando ne viene fuori, Chib è pari a uno dei divini Achei di Omero, muscolose le cosce, membrute le braccia, la pelle di un bruno dorato, glaucopide il ciglio, rosso il crine… manca solo la barba. Poi, il telefono “squilla”, ossia emette il richiamo di una raganella arboricola sudamericana che Chib ha sentito una volta sul Canale 122.

— Apriti, Sesamo.

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