IV

A circa una ventina di metri di distanza i tre Hadji conversavano tra loro tranquillamente.

Appena Barrent uscì dalla porta, due degli uomini fecero alcuni passi indietro e il terzo cominciò ad avanzare stringendo l’arma nella mano negligentemente abbassata. Ma quando si accorse che Barrent era armato sollevò di scatto la pistola in posizione di sparo.

Barrent si gettò a terra e contemporaneamente premette il grilletto di quella strana arma. Sentì la mano vibrare e vide la testa e le spalle dell’Hadji diventare nere e cominciare a sbriciolarsi. Prima che potesse prendere di mira gli altri due, Barrent sentì la rivoltella volar via. Il proiettile uscito dall’arma dell’Hadji colpito gli aveva strappato di mano la sua pistola.

Barrent si lanciò, nel disperato tentativo di riprender l’arma, ben sapendo che non ci sarebbe mai riuscito. Si sentì rabbrividire nell’attesa del colpo che lo avrebbe ucciso. Ma raggiunse la pistola ancora miracolosamente vivo, e subito prese di mira l’Hadji più vicino.

Ma si trattenne in tempo dallo sparare. Gli Hadji stavano riponendo nel fodero le pistole.

«Povero Draken» commentò uno dei due. «Non ha mai imparato a prendere rapidamente la mira.»

«Mancanza di pratica» rispose l’altro. «Draken non si era mai dedicato con impegno al tiro del bersaglio.»

«Ecco, se vuoi il mio parere, questa è stata un’ottima lezione. Non si deve mai perdere la pratica.»

«Inoltre» disse l’altro «non bisogna mai sottovalutare neppure un peone.» Guardò verso Barrent. «Bel colpo, amico.»

«Sì, veramente un bel colpo» disse il primo. «È molto difficile sparare quando si è in movimento.»

Barrent si alzò, sempre stringendo in mano la pistola della ragazza e pronto a sparare al primo movimento sospetto. Ma i due avversari agivano come se la faccenda ormai fosse conclusa.

«Che succede ora?» chiese Barrent.

«Niente» gli rispose uno dei due. «Nei Giorni dell’Atterraggio una sola uccisione è permessa a un uomo o a una squadra di caccia. Dopo di che la caccia è finita.»

«È una festa poco importante» aggiunse l’altro. «Non è certo come alle Gare o alla Lotteria.»

«Tutto quello che dovete fare» riprese il primo «è di andare all’Ufficio del Registro per ritirare la vostra eredità.»

«La mia cosa?»

«La vostra eredità» spiegò l’Hadji pazientemente. «Siete autorizzato a ereditare tutto ciò che la vostra vittima possedeva. Nel caso di Draken, mi spiace dirvelo, non è molto.»

«Non è mai stato un uomo d’affari molto abile» disse l’altro. «Comunque avrete qualcosa per cominciare una vita. Inoltre, dato che avete commesso una uccisione autorizzata, anche se molto insolita, avanzate di rango. Siete diventato un Libero Cittadino.»

La gente stava ritornando nelle strade, e i negozianti riaprivano le saracinesche dei negozi. Un carro su cui era la scritta “Rimozione corpi. Unità 5” giunse dal fondo della strada, e quattro uomini in uniforme caricarono il corpo di Draken. La vita normale di Tetrahyde stava ricominciando. E questo, più che non le assicurazioni degli Hadji, fece capire a Barrent che il momento di pericolo era passato. Allora mise in tasca la pistola della ragazza.

«L’Ufficio del Registro è da questa parte» disse uno degli Hadji. «Vi faremo da testimoni.»

Barrent non aveva ancora pienamente compreso la situazione. Ma, dato che le cose avevano preso quella piega, decise di accettarle senza fare domande. In seguito avrebbe avuto tempo di farsi spiegare tutto.

Accompagnato dagli Hadji, raggiunse l’Ufficio del Registro sulla Gunpoint Square. Furono ricevuti da un impiegato pieno di noia, che lentamente andò a prendere l’incartamento di Draken, per incollare il nome di Barrent sopra quello del defunto. Barrent si accorse che diversi nomi erano incollati uno sull’altro. Sembrava che a Tetrahyde i passaggi di proprietà avvenissero con una certa frequenza.

Scoprì di aver ereditato un negozio di antidoti al numero 3 del Blazer Boulevard.

Con la consegna delle proprietà di Draken, a Barrent venne riconosciuto il nuovo rango di Libero Cittadino.

L’incaricato gli consegnò l’anello d’acciaio di riconoscimento, e venne consigliato, se voleva evitare che gli succedesse qualcosa di spiacevole, di cambiare gli abiti con quelli di Cittadino.

Una volta fuori, gli Hadji gli augurarono buona fortuna. Poi Barrent decise di dare un’occhiata alla sua eredità.


Blazer Boulevard era una stradina secondaria che si stendeva tra due grandi viali. A circa metà della via vide un’insegna con la scritta: “Antidoti”. E più sotto: “Specifici contro tutti i veleni, animali, vegetali, o minerali. Portate con voi la scatola di pronto soccorso. Ventitré antidoti in una scatola di formato tascabile”.

Barrent aprì la porta ed entrò. Dietro un banco molto basso vide una catasta di bottiglie con etichetta, scatole di latta e di cartone, che si alzava fino al soffitto. In fondo al banco c’era un piccolo scaffale di libri con titoli come: “Diagnosi rapide in casi di avvelenamenti acuti”, “Gli arsenicali”, eccetera.

Era chiaro che gli avvelenamenti giocavano un ruolo importante nella vita giornaliera di Omega. Quel negozio, e probabilmente ce n’erano altri uguali, aveva il solo scopo di distribuire antidoti. Barrent pensò un attimo alla stranezza della situazione, poi decise che aveva ereditato un mestiere insolito ma onorevole. Avrebbe studiato quei libri e imparato come far prosperare un negozio di antidoti.

Dietro il negozio c’era un piccolo appartamento, composto da un soggiorno, una camera da letto, e una cucina. In uno dei cassetti trovò un abito nero da Cittadino. Lo indossò subito. Tolse dalla tasca dell’abito da prigioniero la pistola che aveva avuto dalla ragazza, e rimase un attimo a soppesarla nella mano, poi la mise nella tasca del nuovo vestito. Uscì dal negozio e si avviò a passo spedito verso la Società Protezione delle Vittime.

La porta era ancora aperta, e i pezzenti erano sempre seduti nello stesso posto. Ma non stavano più ridendo. Forse la lunga attesa li aveva stancati. In fondo alla stanza, dietro la scrivania, il signor Frendlyer era intento a esaminare un grosso incartamento. La ragazza invece era scomparsa.

Barrent si avvicinò alla scrivania e Frendlyer si alzò per salutarlo.

«Le mie congratulazioni!» disse. «Caro amico, le mie più calde congratulazioni. È stato un colpo magnifico. Avete sparato in movimento!»

«Grazie» rispose Barrent. «La ragione per cui sono venuto…»

«Lo so» interruppe Frendlyer «volete essere informato di quali sono i diritti e gli obblighi di un libero Cittadino. Cosa c’è di più naturale? Se volete sedere su quella panca…»

«Non sono venuto per questo» interruppe Barrent. «Naturalmente vorrò sapere quali sono i miei diritti e i miei obblighi. Ora però voglio trovare quella ragazza.»

«Ragazza?»

«Era seduta sulla panca quando sono entrato. È stata lei a darmi la pistola.»

Il signor Frendlyer parve sbalordito.

«Cittadino, voi dovete ancora essere molto sconvolto. Oggi in questo ufficio non è entrata nessuna donna.»

«Stava seduta sulla panca accanto a quei tre uomini. Una ragazza molto carina, coi capelli scuri.»

«L’avrei certamente vista se ci fosse stata» disse Frendlyer. «Ma come vi ho detto, nessuna donna è venuta oggi in questo ufficio.»

Barrent lo fissò, e tolse la pistola di tasca.

«Allora come pensate che io abbia avuto questa?»

«Ve l’ho data io. Sono felice che abbiate saputo usarla, ora però vorrei che me la restituiste.»

«State mentendo!» esclamò Barrent, stringendo con forza la pistola. «Andiamo a domandare a quegli uomini.»

Si avvicinò alla panca seguito da Frendlyer, e si rivolse all’uomo che era seduto vicino alla ragazza.

«Dov’è andata la ragazza?»

L’uomo sollevò la testa.

«Di che ragazza state parlando, Cittadino?»

«Di quella che era seduta accanto a voi.»

«Io non ho visto nessuno. Rafeel, hai visto, per caso, una donna seduta su questa panca?»

«Io no» rispose Rafeel. «E siamo seduti qui da stamattina.»

«Anch’io non ho visto nessuno» disse il terzo. «E vi assicuro che ho degli occhi molto buoni.»

Barrent tornò a voltarsi verso Frendlyer.

«Perché mentite tutti?»

«Vi abbiamo detto semplicemente la verità» disse Frendlyer. «Oggi in questa sala non è entrata nessuna donna. Io vi ho dato la pistola. È un mio privilegio quale Presidente della Società Protezione delle Vittime. Ora la vorrei di ritorno.»

«No» rispose Barrent in tono risoluto. «Terrò la pistola finché non avrò trovato la ragazza.»

«Può essere poco prudente «disse Frendlyer. «Il furto, in un caso simile, non viene condonato.»

«Voglio rischiare» disse Barrent. Poi si volse e uscì dalla Società Protezione delle Vittime.

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