Al mattino, la quercia amica gli fornì la colazione e tutto il necessario per radersi. Barrent mangiò, e dopo essersi lavato e rasato si incamminò verso la città vicina. Aveva in mente un piano ben preciso. Doveva procurarsi una tenuta che lo facesse passare inosservato e stabilire dei contatti con le forze della Resistenza. Una volta fatto questo, avrebbe dovuto scoprire quanto più possibile sulla polizia segreta, sulle forze militari, e cose simili.
Il Gruppo Due gli aveva dato utili istruzioni su come agire. Ma quando raggiunse i sobborghi della città, Barrent si domandò se i metodi del Gruppo sarebbero risultati giusti. Finora la Terra che aveva visto aveva ben pochi punti di contatto con quella che il Gruppo aveva ricostruito.
Percorse una strada interminabile fiancheggiata da piccole ville. A tutta prima ebbe l’impressione che quelle case fossero identiche, poi si accorse di piccole differenze architettoniche. Tali differenze, tuttavia, invece di distinguere le case una dall’altra, servivano semplicemente a mettere in risalto la monotona somiglianza. C’erano centinaia di case fin dove poteva giungere il suo sguardo, e tutte avevano un pezzetto di prato ben curato davanti. Quella somiglianza lo immalinconì. Improvvisamente sentì nostalgia per la ridicola varietà di stili su Omega.
Raggiunse il centro commerciale. Anche i negozi ripetevano lo stile delle case. Bassi, discreti, e molto simili. Solo guardando nella vetrina si poteva distinguere un negozio di articoli sportivi da uno di generi alimentari. Passò di fronte a un edificio sulla cui porta spiccava una scritta rossa. “Confessionale Robot — Aperto 24 ore al giorno.” Gli sembrò una specie di chiesa.
La procedura che quelli del Gruppo Due avevano stabilito per mettersi in contatto con la Resistenza era molto semplice. I rivoluzionari, gli era stato detto, si trovano per lo più tra gli elementi più depressi di una civiltà. La povertà nutre lo scontento. Quelli che non hanno, vogliono prendere a quelli che hanno. Quindi il posto più logico in cui trovare i sovversivi dovevano essere i bassifondi.
Ottima teoria. Solo che Barrent non riuscì a trovare i bassifondi. Camminò per ore, passò di fronte a negozi, a villette graziose, a parchi, a fattorie, e poi ancora davanti a case e negozi. Ma niente aveva un aspetto migliore o peggiore.
Verso sera si sentì stanco, e aveva i piedi indolenziti. E non poteva dire di aver scoperto qualcosa di significativo. Per poter penetrare nella realtà complessa della Terra avrebbe dovuto domandare qualcosa agli abitanti. Era un passo pericoloso, ma non poteva farne a meno.
Si fermò accanto a un negozio di abiti e studiò il modo di agire.
Avrebbe finto di essere un forestiero, appena arrivato nel Nord America dall’Asia o dall’Europa. Così gli sarebbe stato facile fare domande senza destare sospetti.
Un uomo stava venendo nella sua direzione e Barrent lo fermò. «Scusate» disse. «Sono forestiero. Sono appena arrivato da Roma.»
«Davvero?» fece l’uomo.
«Sì. E non riesco a raccapezzarmi» riprese Barrent, con un sorriso di scusa. «Non riesco a trovare un albergo modesto. Se poteste darmi qualche indicazione…»
«Cittadino» disse l’uomo, irrigidendo l’espressione «vi sentite bene?»
«Come ho detto, sono forestiero. E sto cercando…»
«Sentite» lo interruppe l’altro «sapete meglio di me che non ci sono più forestieri.»
«Davvero?»
«Certo che no. Sono stato a Roma. Ed è esattamente come qui a Wilmington. Le stesse case e gli stessi negozi. Nessuno può sentirsi forestiero.»
Barrent non trovò niente da rispondere. Sorrise, nervoso.
«Inoltre» continuò l’uomo «sulla Terra non ci sono più alberghi a buon mercato. Perché dovrebbero esserci? Chi ci andrebbe?»
«Già» disse Barrent. «Penso di aver bevuto un po’ troppo.»
«Nessuno beve più» commentò l’uomo. «Non vi capisco. A che gioco state giocando?»
«Che genere di gioco pensate che sia?» chiese Barrent adottando la tecnica che il Gruppo gli aveva insegnata.
L’uomo lo fissò, corrugando la fronte.
«Credo di aver capito» disse alla fine. «Dovete essere senz’altro un Intervistatore.»
«Mmm.»
«Certo, è così!» riprese l’uomo. «Dovete essere uno di quei cittadini che vanno attorno a domandare le opinioni della gente. Per studi, ricerche e cose di questo genere. Esatto?»
«Avete uno spirito di osservazione molto acuto» disse Barrent.
«Non è stato molto diffìcile. Gli Intervistatori vanno sempre in giro per osservare le attitudini della gente. Vi avrei riconosciuto subito se aveste avuto la divisa d’Intervistatore.» L’uomo lo fissò. «Perché non indossate la divisa?»
«Mi sono appena diplomato» spiegò Barrent. «E non ho ancora avuto la possibilità di comperare i vestiti.»
«Be’, dovete comperare i vestiti. Altrimenti come può riconoscervi un cittadino?»
«Quella che ho fatto con voi è stata una prova» rispose Barrent. «Vi ringrazio per la collaborazione. Forse avrò la possibilità di intervistarvi in futuro.»
«Quando vorrete» disse l’uomo. Poi fece un cortese inchino e si allontanò.
Ripensando a quella conversazione, Barrent decise che la professione di Intervistatore era fatta apposta per lui. Gli avrebbe dato il diritto di fare domande, incontrare persone, e scoprire come si viveva sulla Terra. Naturalmente sarebbe stato necessario usare una certa prudenza per non palesare la sua ignoranza. Ma lavorando con circospezione, in pochi giorni sarebbe riuscito a sapere molte delle cose che gli interessavano.
Prima di tutto gli serviva la divisa da Intervistatore. Sembrava molto importante. Ma non aveva soldi per comperarla. Quelli del Gruppo non erano riusciti a fare duplicati del denaro terrestre. Non erano neppure riusciti a ricordare come fosse fatto.
A ogni modo gli avevano fornito il mezzo per ovviare alle difficoltà. Varcò la soglia del negozio di abiti accanto a cui si era fermato. Il proprietario era un tale piccolo, con gli occhi azzurri. Accolse Barrent con un largo sorriso e gli chiese in cosa poteva essergli utile.
«Ho bisogno di abiti da Intervistatore» spiegò Barrent. «Mi sono appena diplomato.»
«Certo, signore» disse il proprietario. «Siete venuto nel posto adatto. La maggior parte dei negozi piccoli non tengono questo genere di abiti. Qui, da Jules Wonderson, potete trovare le divise delle cinquecentoventi maggiori professioni elencate nell’Almanacco dello Status Civile. Io sono Jules Wonderson.»
«Piacere» disse Barrent. «Avete un abito della mia taglia?»
«Sono certo di averlo» rispose Wonderson. «Volete una divisa Regolare o Speciale?»
«Una Regolare penso che vada bene.»
«La maggior parte dei nuovi Intervistatori preferisce la divisa Speciale. I piccoli tocchi finti fatti a mano inducono a maggior rispetto il pubblico.»
«In questo caso prendo quella Speciale.»
«Bene» disse Wonderson. «Se volete aspettare un minuto…»
Poco dopo Barrent si trovò rivestito di una divisa nera orlata di una sottile striscia bianca. Ai suoi occhi inesperti quella divisa era del tutto identica alle altre che Wonderson aveva negli armadi di banchieri, commercianti, negozianti, impiegati, eccetera. Agli occhi di Wonderson invece le differenze che la distinguevano erano evidenti come i simboli appariscenti del rango su Omega. Barrent pensò che fosse solo questione di abitudine.
«Ecco» disse Wonderson. «Vi sta a pennello. Un tessuto che vi durerà tutta la vita. Il tutto per trentanove e novantacinque.»
«Magnifico» approvò Barrent. «Ora a proposito di denaro…»
«Sì, signore?»
Barrent prese coraggio.
«Non ne ho.»
«Non ne avete? Molto strano.»
«È così» disse Barrent. «Ad ogni modo ho con me alcuni oggetti di valore.» Dalla tasca estrasse tre anelli con brillanti, fornitigli dal Gruppo. «Queste pietre sono diamanti purissimi, come qualsiasi gioielliere vi potrà attestare. Se volete trattenerne uno fino a quando non avrò i soldi…»
«Ma, signore» disse Wonderson «diamanti e cose simili non hanno alcun valore. Lo hanno perso fin dal ’32, quando Von Blon scrisse l’opera definitiva che distrusse il concetto di valore da rarità.»
«Certo» mormorò Barrent, che non sapeva cos’altro dire.
Wonderson guardò l’anello.
«Immagino che stiate parlando di valore sentimentale.»
«Proprio così. Sono appartenuti alla mia famiglia per generazioni.»
«In questo caso» disse Wonderson «non voglio privarvene. Vi prego, niente obiezioni! Il sentimento è un’emozione inestimabile. Non potrei dormire la notte se dovessi tenere con me uno di questi ricordi di famiglia.»
«Ma si tratta di pagare.»
«Mi pagherete con comodo.»
«Avete fiducia in me, anche se non mi conoscete?»
«Ma certo» disse Wonderson. Poi sorrise. «State provando uno dei vostri metodi d’Intervistatore, vero? Be’, anche un ragazzo sa che la nostra civiltà è basata sulla fiducia. È assiomatico: ci si deve fidare anche di un estraneo.»
«Siete mai stato imbrogliato?»
«No, naturalmente. Oggigiorno non esiste il crimine.»
«In questo caso» chiese Barrent «cosa mi dite di Omega?»
«Come avete detto?»
«Omega. Il pianeta-penitenziario. Ne avrete sentito parlare.»
«Credo di sì» rispose Wonderson, con cautela. «Avrei dovuto dire che il crimine quasi non esiste. Penso che ci saranno sempre tra noi alcuni tipi di criminali congeniti. Ho sentito dire però che questi tipi, facilmente riconoscibili, non superano mai il numero di dieci, dodici all’anno, in una popolazione di due miliardi di abitanti.» Fece un ampio sorriso. «Le possibilità di incontrarne uno sono veramente molto rare.»
Barrent pensò alle astronavi cariche di prigionieri che costantemente volavano tra la Terra e Omega per scaricare il loro carico umano e tornare a prelevarne dell’altro. Si chiese dove Wonderson avesse letto quelle statistiche. E si chiese dove fosse la polizia. Da quando aveva lasciato l’astronave non aveva notato nessuna divisa militare. Avrebbe voluto domandare qualcosa a questo proposito ma giudicò prudente non farlo.
«Vi ringrazio molto per il credito che mi fate» disse. «Tornerò a pagare al più presto possibile.»
«Sono certo che lo farete» rispose Wonderson stringendogli la mano. «Fate con comodo. Non abbiate premura.»
Barrent lo ringraziò di nuovo e uscì dal negozio.
Ora aveva una professione. Inoltre, se tutte le altre persone la pensavano come Wonderson, poteva godere di un credito illimitato. Si trovava su un pianeta che sembrava, a prima vista, un’utopia. Però era un’utopia che presentava alcune contraddizioni. Avrebbe scoperto di più i prossimi giorni.
In fondo all’isolato trovò un albergo, il Qui-si-Sosta. Affittò una camera per una settimana. A credito, naturalmente.