Su Omega la legge è superiore a tutto. Conosciuta o sconosciuta, sacra o profana, la legge governa le azioni di tutti i cittadini, dai più miserabili ai più altolocati. Senza la legge non sarebbero potuti esistere i privilegi per quelli che avevano fatto la legge. Quindi la legge era assolutamente necessaria. Senza leggi Omega sarebbe precipitato in un caos inimmaginabile! Questa anarchia avrebbe significato la fine della società su Omega. In particolare, sarebbe stata la fine dei vecchi cittadini che erano saliti alle cariche di governo e che formavano la classe dirigente.
Quindi la legge era necessaria.
Però Omega era anche una società di criminali, composta esclusivamente da individui che avevano infranto le leggi della Terra. Una società in cui un criminale era re, il delitto ammirato e citato a esempio, una deviazione valutata secondo il successo che procurava.
E questo sfociava nel paradosso di una società di criminali retta da leggi concepite per essere infrante.
Il giudice, sempre nascosto dietro lo schermo, spiegò tutti questi concetti a Barrent. Erano passate alcune ore dalla Prova dell’Ordalia. Barrent era stato portato nell’infermeria per la medicazione delle ferite. Non erano molto gravi: due costole rotte, un taglio profondo alla spalla sinistra, e diversi graffi e ammaccature.
«Di conseguenza» continuò il giudice «la legge deve essere contemporaneamente infranta e rispettata. Quelli che non la infrangono non riescono mai a salire di rango. Normalmente, dato che mancano di iniziativa per sopravvivere, vengono eliminati in una maniera o nell’altra. Per quelli che infrangono la legge, la situazione è leggermente diversa. La legge li punisce con assoluta severità, a meno che essi non riescano a evitare la pena.»
Il giudice tacque per qualche secondo, e quando riprese a parlare la sua voce si era fatta più grave.
«L’uomo esemplare di Omega è l’individuo che capisce la legge, ne apprezza la necessità, conosce le pene per le infrazioni, le viola… e vince! Questo è il criminale ideale e l’Omegano perfetto. E questo siete voi, Will Barrent, che avete vinto la Prova.»
«Grazie» disse Barrent.
«Voglio però farvi sapere» continuò il giudice «che schivare la legge una volta non implica che voi possiate aver successo una seconda volta. A ogni tentativo, le difficoltà saranno sempre maggiori, come maggiori saranno le ricompense avendo successo. Vi consiglio, perciò, di agire con prudenza.»
«Lo farò.»
«Molto bene. Da questo momento siete elevato allo stato di Cittadino Privilegiato con tutti i diritti e le obbligazioni legate al rango. Potrete continuare il lavoro che avete svolto fino a oggi. Inoltre vi verrà offerta una settimana di vacanza gratuita nella regione del Lago delle Nuvole. Potrete trascorrere questa vacanza con qualsiasi donna a vostra scelta.»
«Come?» chiese Barrent. «Cos’avete detto alla fine?»
«Una settimana di vacanza» ripeté il giudice «con la donna che sceglierete. È un riguardo considerevole, dato che su Omega il numero degli uomini supera di sei volte quello delle donne. Potete scegliere qualsiasi donna non sposata, che lei voglia o non voglia. Per fare questa scelta vi concedo tre giorni.»
«Non ho bisogno dei tre giorni» rispose Barrent. «Voglio la ragazza che era seduta in prima fila. La ragazza dai capelli neri e gli occhi verdi. Avete capito chi voglio dire?»
«Sì» rispose il giudice. «So chi è. Si chiama Moera Ermais. Vi consiglio di scegliere qualcun’altra.»
«C’è qualche motivo particolare?»
«No. Però fareste meglio a scegliere un’altra ragazza. Il mio ufficio vi fornirà una lista di cittadine giovani. Hanno tutte ottime referenze. Molte di loro sono diplomate al Women’s Institute che, come forse sapete, tiene corsi biennali molto rigorosi sull’arte e la scienza delle geishe. Personalmente vi posso raccomandare…»
«Voglio Moera» disse Barrent.
«Giovanotto, state facendo una scelta sbagliata.»
«Voglio tentare la sorte.»
«Benissimo» concluse il giudice. «La vostra vacanza comincia domattina alle nove. Vi auguro sinceramente buona fortuna.»
Alcune guardie scortarono Barrent fuori dell’ufficio del giudice e lo accompagnarono fino al suo negozio. Gli amici, che si erano aspettati di ricevere l’annuncio della sua morte, vennero ovviamente a congratularsi. Erano ansiosi di sapere come si fosse svolta la Prova, ma Barrent aveva ormai imparato che il segreto faceva parte della via al potere, e fece solo un breve resoconto.
Quella sera c’era un altro motivo di soddisfazione. La domanda di Tem Rend era stata accettata dall’Ordine degli Assassini, e lui, come aveva promesso, aveva preso Foeren quale suo assistente.
Il mattino seguente Barrent, nell’aprire il negozio, vide una macchina ferma di fronte alla sua porta. Gli era stata fornita per la vacanza dal Dipartimento di Giustizia.
Sul sedile posteriore, bella ma chiaramente seccata, sedeva Moera.
«Siete impazzito, Barrent. Pensate che io abbia tempo per simili cose? Perché avete scelto me?»
«Mi avete salvato la vita» disse Barrent. «Vi pare poco?»
«E suppongo che questo vi abbia fatto pensare che mi interessavo a voi. Be’, non è così. Se avete della gratitudine per me dite all’autista che avete cambiato idea. Potete sempre scegliere un’altra ragazza.»
Barrent scosse la testa.
«Siete la sola ragazza che mi interessi.»
«Non volete cambiare idea, quindi?»
«Non ci penso neppure.»
Moera sospirò e si lasciò cadere contro lo schienale.
«Vi interesso veramente?»
«È molto di più che un interesse.»
«Se non volete cambiare idea non mi resta che venire con voi» mormorò Moera.
Voltò la testa dall’altra parte. Ma prima che fosse completamente girata, Barrent poté scorgere un lieve sorriso sulle labbra della ragazza.