XXVI

Il mattino seguente Barrent chiese dove si trovava la più vicina biblioteca pubblica. Con la conoscenza della storia e dello sviluppo della civiltà terrestre si sarebbe fatto un’idea di ciò che lo aspettava e su come orientare le ricerche.

La divisa da Intervistatore gli diede accesso alle sale proibite al pubblico in cui erano tenuti i libri di storia. Ma i libri lo delusero. La maggior parte parlava della storia antica della Terra e precisamente dai primissimi tempi fino alla scoperta dell’energia atomica. Barrent lesse qua e là. E mentre leggeva qualche ricordo gli tornò alla memoria. Volò dal periodo greco di Pericle all’Impero Romano, Carlomagno, I Secoli Bui, l’invasione dei Normanni, la Guerra dei Trent’anni e il periodo napoleonico. Lesse con maggior attenzione ciò che riguardava le Grandi Guerre Mondiali. Il libro però terminava allo scoppio della prima bomba atomica. Gli altri volumi dello scaffale trattavano con maggiore ampiezza i vari periodi storici su cui si era appena documentato.

Dopo una lunga ricerca Barrent riuscì finalmente a trovare un libro intitolato “Il dilemma del dopoguerra”, Volume I, di Arthur Whittler, che cominciava dal punto in cui tutti gli altri libri terminavano. Dallo scoppio delle bombe atomiche su Hiroshima e su Nagasaki.

Barrent tornò a sedere, e prese a leggere con attenzione.

Venne a conoscenza della Guerra Fredda degli anni Cinquanta, quando diverse nazioni erano in possesso delle armi atomiche e all’idrogeno. L’autore affermava che tutte le nazioni del mondo erano dominate da un enorme e assurdo conformismo. In America c’era la forsennata opposizione al comunismo. In Russia e in Cina la forsennata opposizione al capitalismo. Poi, a una a una, tutte le nazioni del mondo vennero attirate in un campo o nell’altro. Per scopi di sicurezza interna le nazioni adottarono le più moderne tecniche di propaganda e di indottrinamento. Per sopravvivere si ritenne necessaria una rigida aderenza alle dottrine approvate dallo Stato.

Le pressioni che vennero fatte perché l’individuo si conformasse divennero energiche e nello stesso tempo subdole.

I pericoli della guerra cessarono. Le diverse società della Terra cominciarono a formare un unico superstato. Ma le pressioni verso il conformismo anziché diminuire divennero maggiori. Era una necessità dettata dal continuo sbalorditivo aumento della popolazione e dai molti problemi dell’unificazione tra le diverse linee nazionali ed etiche. Differenze di opinioni potevano essere dannosissime, troppi gruppi avevano ora la possibilità di costruire le bombe all’idrogeno.

In queste condizioni i comportamenti devianti non potevano venir tollerati.

Ma alla fine si giunse all’unificazione completa. La conquista dello spazio continuò. Dall’astronave lunare si giunse a quella planetaria e all’astronave stellare. E la Terra divenne sempre più rigida nelle sue istituzioni. Una civiltà più inflessibile di qualsiasi civiltà medioevale puniva ogni forma contraria ai costumi esistenti, alle abitudini, a ciò in cui si credeva. Le deviazioni venivano considerate crimini gravi quanto il delitto, e comportavano la stessa pena. E si tornarono a usare le vecchie istituzioni quali la polizia segreta, la polizia politica, e gli informatori. Qualsiasi mezzo era adatto per giungere al conformismo.

Per gli anticonformisti c’era Omega.

La pena di morte era stata abolita da molto tempo, e nelle prigioni non c’era posto per ospitare il numero sempre crescente di criminali. I capi della Terra decisero alla fine di trasportare questi criminali su un pianeta-penitenziario, copiando il sistema usato dai Francesi in Guiana e Nuova Caledonia, e dagli Inglesi nell’Australia e nel Nord America. Non era possibile governare Omega dalla Terra, ma le autorità non se ne preoccuparono. Si limitarono ad adottare sistemi per cui nessun prigioniero potesse fuggire.

Qui finiva il primo volume. Una nota diceva che il secondo volume dal titolo La civiltà dello “Status” avrebbe trattato la Terra contemporanea.

Il secondo volume non era negli scaffali. Barrent ne chiese la copia al bibliotecario ma si sentì rispondere che il libro era stato distrutto nell’interesse della salute pubblica.

Uscì dalla biblioteca, e raggiunse un vicino parco. Si mise a sedere, e con gli occhi fissi a terra cominciò a pensare.

Si era aspettato di trovare una Terra simile a quella descritta nel libro di Whittler. Si era preparato a uno stato di polizia, a rigidi controlli di sicurezza, a un’atmosfera di agitazione crescente.

Tutto questo, evidentemente, sembrava cosa passata. Fino a quel momento non aveva visto neppure un poliziotto, né un dispositivo di controllo, e la popolazione che aveva incontrata non aveva l’aria di essere sottomessa. Era tutto il contrario di ciò che si era aspettato. Sembrava di essere in un mondo completamente diverso.

Salvo il fatto che le astronavi continuavano a portare su Omega il loro carico di prigionieri dal cervello lavato. Chi li aveva arrestati? Chi li aveva giudicati? Da quale tipo di società uscivano i criminali?

Avrebbe dovuto scoprirlo da solo.

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