CAPITOLO QUARTO


Forse ho paura, i potizzo Rick Deckard, che quel che e accaduto a Dave possa succedere anche a me. Un droide cosi furbo da beccar lui con il laser probabilmente potrebbe sorprendere anche me. Ma no, non sembrava che fosse questo.

«Vedo che ti sei portato il foglio illustrativo di quella nuova unita cerebrale», disse l'ispettore Bryant riattaccando il videofono.

«Gia, le voci corrono. Quanti droidi ci sono di mezzo e a che punto era arrivato Dave?»

«Almeno otto», disse Bryant, consultando il taccuino. «Dave ha beccato i primi due».

«E gli altri sei sono qui nella California settentrionale?»

«Per quanto se ne sa. Comunque, e quello che pensa Dave. E con lui che stavo parlando. Ho i suoi appunti: erano sulla sua scrivania. Dice che tutto quello che sa sta qui». Bryant dette un colpetto ai fogli. Per il momento, pero, non sembrava intenzionato a consegnare gli appunti a Rick; per chissa quale ragione continuava a sfogliarli, aggrottando le sopracciglia e muovendo la lingua da un angolo all'altro della bocca.

«Non ho impegni», propose Rick. «Sono pronto a prendere il posto di Dave».

Assorto in chissa quali pensieri, Bryant disse: «Dave utilizzava la scala modificata VoigtKampff per esaminare i sospetti. Tu sai bene - o almeno, dovresti saperlo - che questo test non e specifico per le nuove unita cerebrali. Nessun test lo e; la scala Voigt, modificata tre anni fa da Kampff, e il meglio di cui disponiamo». Fece una pausa, pensieroso. «Dave la reputava accurata. Forse lo e. Ma ti do un suggerimento, prima che tu parta alla caccia di questi sei». Di nuovo dette un colpetto agli appunti. «Vola a Seattle e fai quattro chiacchiere con qualcuno della Rosen. Fa' in modo che ti forniscano un campionario rappresentativo dei modelli che impiegano la nuova unita Nexus-6».

«E li sottopongo al test Voigt-Kampff», continuo Rick.

«Sarebbe troppo facile», mormoro Bryant, come se parlasse a se stesso.

«Scusa?»

«Credo che parlero io stesso con i dirigenti della Rosen, mentre sei in viaggio» disse Bryant. Quindi guardo Rick, in silenzio. Infine emise un rumoroso sospiro, si rosicchio un'unghia, e infine si decise a dire quel che voleva dire. «Ho intenzione di discutere con loro la possibilita di esaminare degli esseri umani insieme ai loro nuovi androidi. Ma tu non saprai quali sono. Sara una decisione presa da me d'accordo con i costruttori. Dovrebbe esser tutto pronto per quando arrivi». Punto l'indice all'improvviso verso Rick, con un'espressione molto seria. «E la prima volta che agisci nella veste di cacciatore capo. Dave sa un sacco di cose; ha anni di esperienza alle spalle».

«Anch'io ne ho», disse Rick teso.

«Hai assolto incarichi che ti venivano dal programma di Dave; lui ha sempre scelto con cura quali passarti e quali non passarti. Ma ora ti toccano sei individui che aveva deciso di ritirare da solo - e uno di loro e riuscito a beccarlo. Questo qui». Bryant fece ruotare gli appunti in modo che Rick potesse vedere.

«Max Polokov», disse Bryant. «Cosi si fa chiamare, almeno. Presumendo che Dave non si sbagliasse. Tutto si basa su questa ipotesi, l'intera lista. Eppure la scala modificata Voigt-Kampff e stata somministrata solo ai primi tre, i due che Dave ha ritirato e poi a Polokov. E stato durante il test; e allora che Polokov l'ha attaccato con il laser».

«Il che comprova che Dave aveva ragione», disse Rick. «Altrimenti non gli avrebbe sparato con il laser; Polokov non ne avrebbe avuto alcun motivo».

«Comincia ad andare a Seattle», disse Bryant. «All'inizio non devi dire niente; me ne occupo io. Sta' bene a sentire». Si alzo e guardo Rick dritto negli occhi con aria molto seria.

«Quando usi la scala Voigt-Kampff lassu, se uno degli umani non supera l'esame...» «E impossibile», disse Rick.

«Un giorno, qualche settimana fa, discutevo proprio di questo con Dave. Aveva seguito le stesse linee di pensiero. Io ho ricevuto una circolare dalla polizia sovietica, proprio dalla W.P.O., diffusa sulla Terra e sulle colonie. A Leningrado un gruppo di psichiatri ha contattato la W.P.O. con la seguente proposta: vogliono i piu recenti e piu accurati strumenti d'analisi per il profilo della personalita utilizzati nello stabilire la presenza di androidi - in altre parole, la scala di Voigt-Kampff -per applicarli a un gruppo specificamente selezionato di pazienti umani, schizoidi e schizofrenici. Quelli, in particolare, che manifestano il cosiddetto "appiattirnento dell'affetto". Credo tu ne abbia sentito parlare».

Rick disse, «E specificamente quello che la scala misura».

«Quindi comprendi bene quello che li preoccupa».

«Il problema e sempre esistito. Fin da quando ci sono capitati gli androidi che si fanno passare per umani. L'opinione della polizia e concorde, e ti e nota dall'articolo di Lurie Kampff, scritto otto anni fa. Blocco dell'Assunzione di Ruolo nello Schizofrenico non Compromesso. Kampff confronto la ridotta facolta empatica di alcuni pazienti psichiatrici umani con alcuni dati superficialmente simili, ma in realta...»

«Gli psichiatri di Leningrado», lo interruppe in modo brusco Bryant, «ritengono che una esigua classe di esseri umani non sia in grado di superare il test di Voigt-Kampff. Se tu li sottoponessi al test nell'ambito di un'operazione di polizia li classificheresti come dei robot umanoidi. Tu avresti commesso un errore... ma loro nel frattempo sarebbero morti». Rimase in silenzio, adesso, in attesa della risposta di Rick.

«Ma questi individui», disse Rick, « si dovrebbero trovare...»

«Sarebbero tutti rinchiusi in istituti », ne convenne Bryant. «Non si puo concepire una loro vita nel mondo esterno; certo non potrebbero non essere notati come psicotici in fase avanzata - a meno che il loro problema mentale non sia insorto da poco e all'improvviso, e nessuno se ne sia ancora accorto. E questo potrebbe accadere».

«Una probabilita su un milione», disse Rick. Ma si rese conto del problema.

«Quello che preoccupava Dave», continuo Bryant, «e la comparsa di questo nuovo modello avanzato di Nexus-6. I dirigenti della Rosen ci hanno assicurato, come sai, che un Nexus-6 puo essere identificato da un test di profilo standard. Abbiamo preso per buona la loro parola. Adesso ci troviamo costretti, come in fondo ci aspettavamo sarebbe successo, a determinare da noi questi profili. E questo che dovrai fare a Seattle. Capisci bene, no?, che ci si potrebbe sbagliare in un verso o nell'altro. Se non riesci a individuare tutti i robot umanoidi, allora significa che non disponiamo piu di uno strumento d'analisi affidabile e che non troveremo mai quelli che sono gia sfuggiti. Se invece la tua scala seleziona un soggetto umano e lo identifica come androide...», Bryant lo fisso gelido. «Sarebbe scomodo e pericoloso, anche se nessuno, certo non quelli della Rosen, renderebbe pubblica la notizia. Di fatto penso che la potremmo tenere sotto controllo finche vogliamo, anche se naturalmente dovremo informare la W.P.O. che a sua volta informerebbe Leningrado. A lungo andare ci salterebbe in faccia dalle pagine dei giornali. Ma a quell'epoca potremmo gia aver ideato un test migliore». Alzo il telefono. «Vuoi partire? Usa un'auto del Dipartimento e fatti il pieno da solo ai nostri distributori».

Alzandosi, Rick chiese: «Posso portare gli appunti di Dave Holden? Voglio leggerli durante il viaggio».

Bryant rispose: «Aspettiamo che tu abbia sperimentato il test a Seattle». Aveva un interessante tono spietato, e Rick Deckard lo noto.


Quando parcheggio l'aereomobile del dipartimento di polizia sulla terrazza del Palazzo dell'Associazione Rosen a Seattle, vide una ragazza che lo aspettava. Era snella, con i capelli neri, e portava enormi occhiali di nuovo modello per filtrare la polvere: si avvicino alla macchina, le mani ficcate nelle tasche del lungo cappotto a strisce vivaci. Sul piccolo volto dai lineamenti molto marcati, aveva un'espressione di torva avversione.

«Che c'e che non va?» le chiese Rick nello scendere dalla macchina.

La ragazza rispose, in modo evasivo: «Oh, non so. Qualcosa nel tono con cui si sono rivolti a noi al telefono. Non importa». Senza preavviso protese la mano; lui gliela strinse pensoso. «Sono Rachael Rosen. Il signor Deckard, suppongo».

«Non e stata un'idea mia», ribatte lui.

«Si, l'ispettore Bryant ce l'ha detto. Ma lei rappresenta ufficialmente il Dipartimento di Polizia di San Francisco, il quale non crede che l'unita da noi prodotta contribuisca al benessere pubblico». Lo squadro da sotto le lunghe ciglia, probabilmente finte.

Rick disse: «Un robot umanoide e come qualunque altra macchina; puo oscillare con molta facilita tra l'essere un beneficio o un pericolo. La parte benefica non ci riguarda».

«Ma se costituisce un pericolo», disse Rachael Rosen, «allora intervenite voi. E vero, signor Deckard, che lei e un cacciatore di taglie?»

Per tutta risposta Rick alzo le spalle, poi, con riluttanza, annui.

«Per lei non c'e niente di strano nel considerare un androide come una cosa inerte», disse la ragazza. «Cosi lo puo "ritirare", come si suoi dire».

«Avete preparato il gruppo selezionato per me?» chiese Rick. «Vorrei...» Non fini la frase. Perche, tutto d'un tratto, aveva visto i loro animali.

Un'azienda molto potente, si rese conto, e certo in grado di permetterseli. A livello inconscio, evidentemente, s'era aspettato di trovare una collezione del genere; non era sorpresa quella che provava quanto piuttosto una specie di struggimento. Si allontano adagio dalla ragazza, verso il recinto piu vicino. Li sentiva gia, gli odori diversi delle creature ritte

0 sedute o, come nel caso di quello che pareva essere un orsetto lavatore, addormentate. Non aveva mai visto di persona, in vita sua, un orsetto lavatore. Conosceva l'animale solo attraverso i documentari tridimensionali della televisione. Non si sa per quale motivo, la polvere aveva colpito quella specie quasi con la stessa durezza con cui aveva preso gli uccelli - dei quali non ne sopravviveva quasi nessuno, ormai. Con un riflesso automatico tiro fuori il suo consunto catalogo Sidney e cerco orsetto lavatore, con tutte le voci specifiche.

1 prezzi, naturalmente, erano stampati in corsivo; come i cavalli percheron, non ne esisteva nessuno sul mercato, per nessuna cifra. Il catalogo Sidney si limitava a riportare il prezzo pagato quando aveva avuto luogo l'ultima transazione riguardante un orsetto lavatore. Una cifra astronomica.

«Si chiama Bill», intervenne la ragazza alle sue spalle. «Bill l'orsetto lavatore. L'abbiamo acquistato l'anno scorso da un'azienda affiliata». Fece un cenno oltre di lui, e Rick si rese allora conto della presenza di guardie giurate armate di mitragliette, quelle piccole e leggere a fuoco rapido prodotte dalla Skoda. Le guardie gli avevano tenuto gli occhi addosso fin dal momento che era atterrato. Eppure, penso, la mia macchina e chiaramente identifcata come un veicolo della polizia.

«Uno dei colossi tra i produttori di androidi», disse pensoso, «investe il surplus di capitale in animali vivi».

«Guardi la civetta», disse Rachael Rosen. «Ecco, la sveglio per lei». Si avvio verso una piccola gabbia distante, al centro della quale spiccavano i rami secchi di un albero.

Le civette non esistono piu, stava per dire. O cosi ci dicono. Il Sidney, penso, nel catalogo sono elencate come estinte: i l piccolo simbolo, la E si stagliava netto pagina dopo pagina per tutto il catalogo. Mentre la ragazza lo precedeva volle comunque controllare, e vide che aveva ragione. Il Sidney non sbaglia mai, disse tra se. Anche questo lo sappiamo bene. Di che altro possiamo fidarci?

«E artificiale», esclamo, come se all'improvviso se ne fosse reso conto; il disappunto gli sgorgo dentro con acuta intensita.

«No», sorrise lei, e Dick vide che aveva piccoli denti regolari, bianchi quanto gli occhi e i capelli erano neri.

«Ma il listino del Sidney...» disse cercando di mostrarle il catalogo a mo' di prova.

La ragazza rispose: «Noi non compriamo mica dal Sidney, ne da altri commercianti di animali. Tutti i nostri acquisti provengono da privati e le cifre che paghiamo non stanno in alcun listino». Aggiunse: «Inoltre abbiamo i nostri naturalisti; adesso sono impegnati in Canada. C'e rimasta ancora un bel po' di foresta lassu, quantomeno in termini relativi. Quanto basta per gli animali di piccola taglia e di tanto in tanto un uccello».

Rick rimase a fissare per parecchio tempo la civetta che sonnecchiava sul trespolo. Gli vennero in mente mille pensieri, pensieri sulla guerra, sui giorni in cui le civette erano come piovute dal cielo; si ricordo di quando durante la sua infanzia si era scoperto che una specie dopo l'altra era scomparsa e di come i giornali ne parlassero ogni giorno - le volpi un mattino, i tassi il seguente, finche la gente aveva smesso di leggere questi perpetui annunci mortuari degli animali.

Penso, anche, al suo bisogno di un animale vero; dentro di lui si manifesto ancora una volta un vero e proprio risentimento nei confronti della pecora elettrica, che lui doveva tenere e curare come se fosse viva. La tirannia di un oggetto, penso. Non sa neanche che io esisto. Come gli androidi, non e in grado di rendersi conto dell'esistenza di un altro. Non aveva mai pensato in questi termini prima d'allora, non aveva mai considerato l'analogia che c'era tra un animale elettrico e un droide. L'animale elettrico, medito, potrebbe venire considerato una subspecie dell 'androide, un tipo di robot assai inferiore ad esso. O, al contrario, si poteva considerare l'androide una versione altamente sviluppata ed evoluta dell'animale finto. Entrambi i punti di vista gli ripugnavano.

«Se vendeste la civetta», chiese alla giovane Rachael Rosen, «quanto vorreste, e che percentuale in anticipo?»

«Non venderemo mai la nostra civetta». Lo osservava con un misto di piacere e di commiserazione; o cosi gli parve di leggere l'espressione apparsa sul volto della ragazza. «E anche se lo vendessimo, lei non sarebbe mai in grado di pagare quel prezzo. Che animale ha a casa?»

«Una pecora», disse. «Una pecora del Suffolk dal muso nero».

«Allora dovrebbe essere contento».

«Sono contento», rispose. «Solo che ho sempre voluto una civetta, anche prima che cadessero tutte morte stecchite». Si corresse. «Tutte tranne la vostra».

Rachael disse: «II nostro attuale programma intensivo come anche il piano globale prevede ora una ricerca per procurarci un'altra civetta che possa accoppiarsi con Scrappy». Indico la civetta che sonnecchiava sul trespolo; aveva per un istante aperto entrambi gli occhi, fessure gialle i cui margini si ricongiunsero allorche la civetta si riaccinse a continuare il suo sonno. Il petto le si alzo e riabbasso in modo alquanto evidente, come se la civetta, in quello stato ipnagogico, avesse profondamente sospirato.

Staccandosi da quella vista - che fondeva un'amarezza assoluta con la sua precedente reazione di soggezione ammirata e di intenso desiderio - Rick disse: «Vorrei sottoporre all'esame il gruppo selezionato, adesso. Possiamo scendere?»

«Mio zio ha risposto alla chiamata del suo superiore e ormai dovrebbe aver...»

«Siete una famiglia?» l'interruppe Rick. «Un'impresa di queste dimensioni e a conduzione familiare?»

Completando la frase, Rachael disse: «Lo zio Eldon dovrebbe aver finito di preparare il gruppo di androidi e il gruppo di controllo. Andiamo». S'incammino decisa verso l'ascensore, le mani di nuovo ficcate con forza nelle tasche del cappotto; non si volse a guardarlo, e lui esito un attimo, seccato, prima di cominciare finalmente a seguirla.

«Che cos'ha contro di me?» le chiese mentre scendevano insieme.

Lei ci riflette un po' su, come se fino ad allora non l'avesse saputo. «Insomma», disse infine, «lei, un semplice dipendente di un dipartimento di polizia, si trova in una posizione unica. Capisce cosa voglio dire?» Gli lancio di traverso uno sguardo pieno di malizia.

«Quanta della vostra produzione attuale», chiese Rick, «e costituita dai modelli equipaggiati con il Nexus-6?»

«Tutta», disse Rachael.

«Sono sicuro che la scala Voigt-Kampff fara il suo dovere con loro».

«Altrimenti dovremo togliere dal mercato tutti i modelli con il Nexus-6». Gli occhi neri mandavano scintille; lo guardava in cagnesco mentre l'ascensore terminava la discesa e le porte scorrevoli si aprivano. «Siccome i vostri dipartimenti di polizia non sono all'altezza del facile compito di intercettare l'insignificante numero di Nexus-6 che sfuggono al controllo...»

Un uomo anziano, magro e azzimato, si avvicino loro con la mano protesa; sul volto aveva un'espressione di fastidio, come se negli ultimi tempi tutto avesse cominciato ad accadere in modo troppo rapido. «Eldon Rosen», si presento a Rick mentre si stringevano la mano. «Senta, Deckard; si rende conto che noi non produciamo nulla qui sulla Terra, no? Non possiamo, come se nulla fosse, telefonare in fabbrica e chiedere che ci mandino subito tutta una gamma di articoli; non e che non vogliamo o non intendiamo cooperare con lei. Comunque ho fatto tutto il possibile». Si passava incerto la mano sinistra tra i radi capelli.

Accennando alla valigetta del dipartimento, Rick disse, «Sono pronto per cominciare». Il nervosismo del Rosen piu anziano era per lui un'iniezione di fiducia. Hanno paura di me; se ne rese conto con improvvisa sorpresa. Anche Rachael Rosen. Probabilmente, posso davvero costringerli ad abbandonare la produzione dei loro modelli Nexus-6; quel che faro nella prossima ora influenzera l'intera struttura delle loro attivita. Si puo presumere che sia in grado di decidere il futuro dell'Associazione Rosen qui negli Stati Unit, in Russia e su Mate.

I due membri della famiglia Rosen lo studiavano con apprensione e senti la vacuita delle loro buone maniere; venendo qui aveva portato a loro il nulla, aveva fatto loro presagire il vuoto e il silenzio della morte economica. Hanno unpotere incalcolabile, penso. Questa impresa e considerata uno dei fulcri industrial di tutto il sistema; la produzione di androidi, infatt, e divenuta cosi strettamente congiunta ai programmi di colonizzazione che se una delle due imprese cadesse in disgrazia, in breve tempo accadrebbe lo stesso anche all'altra. Ovviamente, l'Associazione Rosen questo lo sapeva benissimo. Eldon Rosen se n'era senz'altro reso conto sin dalla telefonata di Harry Bryant.

«Se fossi in voi non mi preoccuperei troppo», disse Rick mentre i due Rosen gli facevano strada lungo un ampio corridoio ben illuminato. Lui si sentiva calmo e soddisfatto. Quest'attimo, piu di qualsiasi altro che era in grado di ricordare, gli risulto piacevole. Ben presto tutti avrebbero saputo cosa poteva fare - e cosa non poteva fare - il suo apparato per il test. «Se non avete alcuna fiducia nel test Voigt-Kampff», commento, «forse la vostra organizzazione avrebbe dovuto fare uno sforzo di ricerca per trovare un test alternativo. Si puo dire che in parte la responsabilita sia vostra. Oh, grazie». I Rosen l'avevano condotto dal corridoio in un elegante cubicolo arredato a mo' di salotto, con moquette, lampadari, divano e dei tavolini moderni sui quali c'erano riviste recenti... compreso, noto, il supplemento di febbraio del catalogo Sidney, che non aveva ancora visto. Anzi, il supplemento di febbraio non sarebbe stato ancora in vendita per altri tre giorni. Era evidente che l'Associazione Rosen aveva un rapporto particolare con la Sidney.

Urtato, prese in mano il supplemento. «Questa e una violazione dei diritti del pubblico. Nessuno dovrebbe avere informazioni anticipate sui cambiamenti di prezzo». Anzi, la si poteva considerare una violazione dello statuto federale; cerco di ricordarsi con esattezza quale fosse la legge, ma si rese conto che non ci riusciva. «Questo lo sequestro io», disse e, aperta la valigetta, vi lascio cadere dentro il supplemento.

Dopo una pausa di silenzio, Eldon Rosen disse, in tono scocciato: «Senta, agente, non fa mica parte della nostra politica aziendale indurre i fornitori a darci in anticipo...»

«Non sono un agente», disse Rick. «Sono un cacciatore di taglie». Dalla valigetta aperta estrasse l'apparato Voigt-Kampff, si sedette a un tavolinetto da caffe in palissandro, e comincio a montare la relativamente semplice apparecchiatura poligrafica. «Potete far entrare il primo candidato», comunico a Eldon Rosen, che ora aveva un aspetto piu stravolto che mai.

«Vorrei assistere», intervenne Rachael, sedendosi anche lei. «Non ho mai visto un test per l'empatia. Cosa misurano quegli apparecchi?»

«Questo...» disse Rick, mostrandole un disco adesivo piatto dal quale pendevano dei fili, «misura la dilatazione dei capillari nell'area facciale. Sappiamo che si tratta di una risposta autonoma primaria, quel che comunemente viene definito "arrossire" o "vergognarsi", una reazione a uno stimolo che colpisce interiormente. Non la si puo controllare volontariamente, come invece si riesce a fare con la conduttivita della cute, la respirazione, la frequenza cardiaca». Le fece vedere l'altro strumento, una torcia elettrica sottile come una matita. «Questo strumento, invece, registra le fluttuazioni di tensione dei muscoli oculari. Simultaneamente al fenomeno dell'arrossire in genere si puo rilevare un minuscolo ma misurabile movimento dei...»

«Tutte cose che non si possono rilevare negli androidi», disse Rachael.

«Perlomeno, non innescate dalle domande-stimolo; no. Anche se da un punto di vista biologico ci sono. Potenzialmente».

Rachael disse: «Mi sottoponga al test».

«Perche?» chiese Rick, perplesso.

Intervenendo con la sua voce rauca, Eldon Rosen spiego: «L'abbiamo scelta come primo soggetto. Potrebbe anche essere un androide. Noi speriamo che lei sia in grado di dirlo con esattezza». Si sedette con una serie di movimenti impacciati, tiro fuori una sigaretta, l'accese e si dispose ad assistere al test.

Загрузка...