John Isidore abbasso lo sguardo e vide le proprie mani: erano aggrappate alla doppia maniglia della scatola empatica. Rimase li a bocca aperta a contemplarle quando d'un tratto le luci dell'appartamento si spensero. In cucina vide che Pris si stava affrettando a spegnere il lume che era sul tavolo.
«J.R., sta' a sentire», gli bisbiglio Irmgard con forza in un orecchio; l'aveva afferrato per una spalla, con le unghie che gli affondavano nella carne animate da un'intensa frenesia. Sembrava non fosse piu conscia delle sue azioni; nella penombra appena illuminata dalla luce notturna della citta, il volto di Irmgard era diventato distorto, astigmatico. Si era trasformato in una scodella senza coraggio in cui galleggiavano due occhietti impauriti e privi di palpebre. «Adesso, appena lui bussera, se bussera, devi andare alla porta», bisbiglio, «fagli vedere i documenti e dirgli che questo e il tuo appartamento e non c'e nessun altro. Se insiste, chiedigli di mostrarti il mandato».
Pris, in piedi dall'altra parte, tesa come un arco, mormoro: «Non farlo entrare, J.R.. Di' quello che ti pare; fa' qualsiasi cosa, basta che lo blocchi fuori. Lo sai cosa farebbe un cacciatore di taglie, lasciato libero qui dentro? Ti rendi conto di cosa ci farebbe?»
Staccandosi dalle due androidi femmina, Isidore cerco a tentoni la via della porta; con le mani trovo la maniglia e si fermo ad ascoltare. Senti il solito silenzio del corridoio esterno: nient'altro che vuoto, che riecheggiava senza vita.
«Senti niente?» chiese Roy Baty, chinandosi verso di lui. Isidore avverti il forte odore che emanava da quel corpo irrigidito; ne inalo la paura, la paura che si sprigionava da Roy e formava come una nebbiolina attorno a lui. «Esci fuori e da un'occhiata».
Aperta la porta, Isidore guardo su e giu il corridoio in penombra. Almeno qui fuori l'aria sembrava limpida, nonostante il peso della polvere accumulata. Teneva ancora in mano il ragno che Mercer gli aveva dato. Ma era davvero lo stesso che Pris aveva mutilato con le forbicine di Irmgard? Probabilmente no. Non lo avrebbe mai saputo con certezza. Ad ogni modo, era vivo; lo sentiva strisciare all'interno della mano chiusa, non mordeva: come accade nella maggior parte dei ragni, le sue mandibole non erano in grado di trapassare la pelle umana.
Isidore arrivo in fondo al corridoio, poi scese le scale e usci fuori su quello che era stato un sentiero a gradoni, circondato dal giardino. Naturalmente il giardino era morto durante la guerra e il sentiero era andato in mille pezzi. Ma lui ne conosceva bene la superficie irregolare; faceva piacere avere sotto i piedi un terreno familiare e lui lo segui fino a costeggiare tutto il lato piu lungo dell'edificio per arrivare all'unico punto verde della zona - un metro quadrato di erbacce patite, sature di polvere. Vi deposito il ragno. Senti l'esitante incedere della creatura sulla pelle della mano, poi piu niente. Be', ormai era fatta, penso, raddrizzandosi.
Il raggio di una torcia elettrica si materializzo sull'erba; nella sua luce accecante, gli steli mezzi morti delle erbacce si stagliavano netti, minacciosi. Adesso riusciva a vederlo, il ragno: se ne stava fermo su una fogliolina seghettata. Dunque era riuscito a mettersi in salvo.
«Che cosa ha fatto?» gli chiese l'uomo che teneva in mano la torcia elettrica.
«Ho liberato un ragno», rispose Isidore, che si chiedeva come mai l'uomo non se ne fosse accorto; nel raggio di luce gialla il ragno appariva ancor piu grande di quel che era. «In modo che possa cavarsela per conto suo».
«Perche non se lo porta su in casa? Lo dovrebbe tenere in un vasetto. Secondo il catalogo Sidney di gennaio, il prezzo al minuto della maggior parte dei ragni e aumentato del dieci per cento. Ne poteva ricavare un centinaio di dollari e rotti».
«Se lo riportassi su, lo rifarebbero a pezzi. Un pezzetto alla volta, per vedere come reagisce».
«Solo gli androidi farebbero una cosa del genere», disse l'uomo. Infilo una mano sotto la giacca e tiro fuori un oggetto che apri di scatto e mise sotto il naso di Isidore.
Nella luce incerta il cacciatore di taglie sembrava un uomo di statura media, non aveva niente di impressionante. Un viso tondo e lineamenti glabri e regolari; sembrava un impiegato di un tranquillo ufficio. Metodico, ma informale. Come aspetto non ricordava certo un semidio; non era affatto come se lo era immaginato Isidore.
«Sono un investigatore del dipartimento di polizia di San Francisco. Deckard, Rick Deckard». L'uomo richiuse di scatto il tesserino e se lo rinfilo nella tasca interna della giacca. «Sono ancora lassu? Tutti e tre?»
«Be', sa com'e», disse Isidore, «io mi sto prendendo cura di loro. Due sono donne. Sono gli ultimi superstiti di un gruppo; gli altri sono tutti morti. Ho portato su nel mio appartamento il televisore di Pris in modo che potessero vedere Buster Friendly. Buster ha provato aldila d'ogni dubbio che Mercer non esiste». Isidore si sentiva emozionato, perche sapeva una cosa cosi importante - una notizia che il cacciatore di taglie evidentemente non aveva ancora sentito.
«Saliamo di sopra», ordino Deckard. Improvvisamente aveva puntato una torcia laser contro Isidore; poi, dopo un attimo di incertezza, la mise via. «Lei e uno speciale, vero? Un cervello di gallina».
«Si, pero lavoro. Guido il furgoncino di...» Con un sussulto d'orrore si rese conto di aver dimenticato il nome. «Di... una clinica per animali», disse. «La Clinica per Animali Van
Ness... di p-p-proprieta del signor Hannibal Sloat».
«Mi accompagna di sopra e mi fa vedere in che appartamento stanno?» chiese Deckard. «Qui ci sono oltre mille appartamenti; mi farebbe risparmiare un sacco di tempo». La stanchezza gli fece tremare un po' la voce.
«Se li ammazza non sara piu in grado di fondersi con Mercer», lo avverti Isidore.
«Non vuole accompagnarmi di sopra? Farmi vedere a che piano stanno? Mi dica almeno il piano. L'appartamento me lo trovo da solo».
«No», rispose deciso Isidore.
«Secondo le leggi statali e federali...» comincio a dire Deckard, ma poi lascio perdere. Rinuncio a interrogarlo. «Buona notte», taglio corto e si allontano lungo il sentiero fino a scomparire nell'edificio, con la torcia elettrica che spillava un raggio diffuso e gialliccio davanti ai suoi piedi.
Una volta dentro l'edificio del condapp, Rick Deckard spense la torcia elettrica; guidato dalle fioche lampadine incassate a intervalli nelle pareti, avanzo lungo il corridoio mentre la sua mente lavorava. Il cervello di gallina sa che sono androidi; lo sapeva gia, prima che gli dicessi qualcosa. Pero non capisce. D'altra parte, chi lo capisce? Lo capisco forse io? L'ho mai capito? E uno di loro sara il doppione di Rachael, riflette. Magari lo speciale ha vissuto con lei. Chissa se gli e piaciuto, si chiese. Forse era proprio quella che lui aveva paura gli facesse a pezzi il ragno. Potrei tornare indietro e prendermi quel ragno, penso. Non ho mai trovato un animale selvatico vivo. Deve essere un'esperienza fantastica, abbassare lo sguardo e vedere qualcosa di vivo che sgattaiola via. Magari un giorno succedera anche a me quello che e successo a lui.
Si era portato dietro un'apparecchiatura d'ascolto dalla macchina; la monto subito, un sensore rotante e un minischermo a bolla. Nel corridoio silenzioso lo schermo non indicava nulla Su questo piano non c'e niente, Deckard disse tra se e se. Spinse il selettore della verticale. Su quell'asse il sensore capto un debole segnale. Sono di sopra. Raccolse l'apparecchiatura e la ripose nella borsa, quindi comincio a salire le scale per andare al piano successivo. Nell'ombra l'attendeva una sagoma.
«Se fai una mossa ti ritiro», esclamo Rick. Era il maschio, era li, in agguato, per lui. Il cacciatore stringeva forte la torcia laser tra le dita contratte, ma non riusciva ad alzarla e puntarla. Era stato colto di sorpresa, colto troppo presto.
«Non sono un androide», disse la sagoma. «Mi chiamo Mercer». Usci in una zona illuminata. «Vivo in questo edificio per via del signor Isidore. Lo speciale con il ragno; ci hai appena parlato, li fuori».
«E vero che ora sono al di fuori del Mercerianesimo?» chiese Rick. «Come ha detto quel cervello di gallina? A causa di quello che sto per fare nei prossimi minuti?»
«Il signor Isidore parlava per se, non per me», disse Mercer. «Quello che fai deve essere fatto. Te l'ho gia detto». Alzo una mano e indico con un dito le scale alle spalle di Rick. «Sono venuto a dirti che uno di loro e dietro di te, sulle scale che vanno di sotto, e non nell'appartamento. E il piu difficile dei tre e devi ritirarlo per primo». La voce anziana e frusciarne assunse un improvviso fervore. «Svelto, signor Deckard. Sulle scale!»
Torcia laser pronta, Rick si volto di scatto e si accovaccio per fronteggiare la rampa di scale. Una figura femminile stava salendo agilmente e lui la conosceva; la riconobbe e abbasso la torcia laser. «Rachael?» mormoro, perplesso. Possibile che l'avesse seguito con la sua aereomobile, che l'avesse pedinato fin qui? Perche poi? «Tornatene a Seattle! Lasciami in pace; Mercer mi ha detto che devo farlo». Ma poi vide che non si trattava di Rachael.
«Per quello che siamo stati l'uno per l'altra», disse l'androide avvicinandosi a lui con le braccia tese davanti a se, come per abbrancarlo. I vestt, penso lui, c'e qualcosa che non va. Pero gli occhi, gli occhi sono gli stessi. E ce ne sono altri come questo; ce ne possono essere legioni come lei, ognuna con il proprio nome, ma tutte Rachael Rosen — Rachael, il prototpo, usato dai fabbricant perproteggere gli altri. Le sparo mentre lei, con fare implorante, si stava per gettare su di lui. L'androide esplose e alcune parti schizzarono via; Rick si copri la faccia, ma poi guardo ancora e vide la torcia laser che lei nascondeva rotolar via verso le scale; l'involucro metallico cadde rimbalzando, gradino dopo gradino, e il rumore riecheggio sempre piu lento e lontano. Il piu difficile dei tre, aveva detto Mercer. Si volto a scrutare la penombra, in cerca di Mercer. Il vecchio era sparito. Possono perseguitarmi con tante Rachael Rosen fino a che non muoio, penso, oppure finche questo modello non diventa sorpassato, qualsiasi cosa arrivi prima. E ora andiamo a sistemare gli altri due, si disse. Uno di loro non e nell'appartamento, gli aveva detto Mercer. Si rese conto d'un tratto che Mercer lo aveva protetto. Si era manifestato e gli aveva portato aiuto. La donna — cioe, la cosa - mi avrebbe senz'altro beccato, si disse, se Mercer non mi avesse messo in guardia. Adesso posso fare il resto da solo, si rese conto. Questo era quello impossible; lo sapeva che non sarei stato in grado di farlo. Ma ormai e fatta. Tutto finito, in un attimo. Ho fatto quello che non potevo fare. Ora I Baty li posso stanare con il sistema standard; saranno un osso duro, ma mai duro come questo. Rimase in piedi da solo nel corridoio vuoto; Mercer lo aveva lasciato perche ormai aveva compiuto la sua missione, Rachael - o meglio, Pris Stratton - era stata fatta a pezzi e ora non restava che lui. Ma altrove nell'edificio c'erano i Baty e loro sapevano. Avevano percepito quello che lui aveva fatto qui. Probabilmente, a questo punto, cominciavano ad aver paura sul serio. Questa era stata la loro reazione alla sua presenza nell'edificio. Ci avevano provato. Senza Mercer, ci sarebbero riusciti. Ora, per loro, era arrivato l'inverno.
Questa faccenda la devo chiudere alla svelta, penso, la missione che devo compiere; si mise a correre lungo il corridoio e tutto a un tratto la sua apparecchiatura di allarme registro la presenza di attivita cefalica: aveva individuato l'appartamento. Ora non c'era piu bisogno di tutti quegli strumenti; se ne sbarazzo e busso alla porta dell'appartamento.
Da dentro rimbombo una voce d'uomo: «Chi e?»
«Sono il signor Isidore», disse Rick. «Fammi entrare perche io mi sto prendendo cura di voi e d-d-due di voi sono d-d-donne».
«No, questa porta non la apriamo», disse una voce femminile.
«Ma io voglio vedere Buster Friendly sul televisore di Pris», insistette Rick. «Ora che e riuscito a provare che Mercer non esiste e importante seguire il suo programma. Io guido il furgoncino della Clinica per Animali Van Ness, di proprieta del signor Hannibal S-s-sloat». Si sforzo di balbettare. «Allora, la v-v-volete aprire questa p-p-porta? L'appartamento e mio!» Rimase in attesa e pian piano la porta si apri. All'interno dell'appartamento buio intravvide delle sagome indistinte, due.
Quella piu piccola, la donna, grido: «Ci deve prima sottoporre ai test».
«Troppo tardi», disse Rick. La sagoma piu alta prima cerco di richiudere la porta, poi tento di mettere in funzione un qualche congegno elettronico. «No», grido Rick, «sono gia entrato». Lascio che Roy Baty facesse fuoco una volta; evito di sparare finche non senti il raggio laser sfiorarlo mentre si contorceva per schivarlo. «Ora che mi avete sparato avete perso i vostri diritti legali. Avreste dovuto obbligarmi a sottoporvi alla prova Voigt-Kampff. Ormai non vale piu». Ancora una volta Roy Baty gli sparo un raggio laser, ma lo manco di nuovo e getto la torcia, quindi si diede alla fuga all'interno dell'appartamento, forse in un'altra stanza, lasciandosi dietro il congegno elettronico.
«Ma come mai Pris non ti ha beccato?» chiese la signora Baty.
«Pris non esiste», rispose lui, «ci sono solo tante Rachael Rosen, una copia dopo l'altra». Si accorse che nella mano appena visibile anche lei stringeva una torcia laser; Roy Baty doveva avergliela lanciata, voleva attirarlo sempre piu dentro l'appartamento in modo che Irmgard potesse poi prenderlo alle spalle, sparandogli alla schiena. «Mi dispiace, signora Baty», disse Rick e fece fuoco su di lei.
Nell'altra stanza, Roy Baty lancio un urlo angosciato.
«E va bene, tu l'amavi, ma anch'io amavo Rachael. E perfino lo speciale amava l'altra Rachael». Detto questo, Rick sparo anche a Roy Baty; la grossa carcassa dell'uomo si getto di scatto in avanti, poi crollo a terra come una pila troppo alta di tanti oggetti fragili e separati. Ando a sbattere contro il tavolo di cucina e si trascino dietro piatti e stoviglie. I circuiti dei riflessi lo fecero fibrillare e contorcersi per un po', ma ormai era morto. Rick lo ignoro: non vedeva quel corpo come non vedeva quello di Irmgard Baty vicino alla porta d'ingresso. Ho beccato anche l'ultimo, si rese conto a un tratto. E con questo, oggi, sono sei; quasi un record. E ora non ce ne sono piu e posso tornarmene a casa da Iran e dalla capra. E una volta tanto avremo abbastanza soldi.
Si lascio cadere sul divano e dopo un po' che se ne stava li, in mezzo al silenzio dell'appartamento, tra gli oggetti immobili, il signor Isidore, lo speciale, apparve sulla
«Meglio non guardare», gli disse Rick.
«L'ho vista laggiu, sulle scale. Pris». Lo speciale stava piangendo.
«Non se la prenda tanto a cuore», gli consiglio Rick. Si alzo in piedi, ma fu colto da vertigini, si reggeva a fatica. «Dove ha il telefono?»
Lo speciale non disse niente, non si mosse, rimase li impalato. Percio Rick si mise a dar la caccia al telefono da solo, lo trovo e fece il numero dell'ufficio di Harry Bryant.