I consiglieri avevano tutti un’aria soddisfatta, ma Larry era invaso dal torpore.
Perfino Valery sembrava contenta. Aveva appena presentato i suoi nastri e fatto la sua relazione al Consiglio sul pianeta di Epsilon Indi, che da quella distanza sembrava un gemello della Terra.
— Io propongo — disse Polanyi, sorridendole raggiante, — che la signorina Loring sia nominata membro temporaneo del Consiglio… finché suo padre non tornerà tra noi.
Tutti assentirono, con cenni della testa e mormorii di approvazione.
— Allora la proposta è accolta — disse Larry.
Adrienne Kaufman si schiarì la voce. — Ora che sappiamo dell’esistenza di questo pianeta, cosa decidiamo di fare? Proseguiamo? Perché se no abbiamo davanti un’immane operazione genetica.
Larry diede un’occhiata circolare ai consiglieri. Tutti sembravano aspettare che parlasse lui per primo.
— Mi sembra che non ci sia motivo di prendere decisioni affrettate — disse. — Dobbiamo restare in orbita attorno a questo pianeta alcuni mesi, per riassettare l’astronave. Approfittiamone per raccogliere altri dati sul pianeta di Epsilon Indi.
Valery disse: — Se si potesse costruire un telescopio più grande, e potenziare gli strumenti che abbiamo…
— Si può fare certamente — disse Polanyi.
— Epsilon Indi è su per giù distante da qui quanto Alpha Centauri dalla Terra — disse Larry, — Se decidiamo d’andarci, saranno altri cinquant’anni di viaggio.
— Nessuno di noi sarà sveglio per tutto il viaggio — disse Polanyi.
— Se decidiamo d’andare — disse Adrienne Kaufman.
— Oh, secondo me decideremo d’andare — disse il vecchio ingegnere. — È un bel pianeta, troppo bello per scartarlo.
Poco dopo la riunione si sciolse, e Valery si alzò dalla sua sedia e si avvicinò a Larry.
— Oggi sottopongono Dan al criosonno. Il dottor Thomas dice che è più facile intervenire sugli organi nervosi quando gli impulsi sono rallentati dalle basse temperature.
— Lo so — disse Larry.
— Forse dormirà per anni.
Larry capì che cosa lo turbava ma ebbe paura a dirlo. Paura di sentirsi rispondere da Val che la sua inquietudine era giustificata. Val lo fissò indagatrice: — So cosa pensi.
— Davvero?
— Sì. — Valery sorrise. — Hai paura che voglia farmi addormentare anch’io, per risvegliarmi anch’io con Dan quando sarà guarito.
Larry le prese una mano. — Pensi di farlo?
— No — disse Val. — Quando ti convincerai, idiota, che è te che voglio?
Larry sorrise goffamente. — Bada che ci credo.
Uscirono insieme dalla sala e si avviarono per un lungo corridoio curvo. Al primo oblò si fermarono e stettero a guardare in silenzio il pianeta dorato di fuori.
— Sarebbe un mondo bellissimo… — mormoro Larry. — E così vicino…
— Ce nè uno migliore che ci aspetta — disse Val.
— Ma se non ci facciamo addormentare, probabilmente non arriveremo a vederlo.
Valery lo guardò e gli sorrise. — È vero. Ma deve pur esserci qualcuno che guidi l’astronave e allevi la generazione che vedrà il nuovo mondo.
— I nostri figli — disse lui.
— Già — disse lei. — E adesso si tratta di farli.