CAPITOLO QUINTO

La sala da pranzo non era affollata, e la cosa lo rallegrò, perché non ricordava più da quanto tempo non si godeva una conversazione tranquilla, rilassante, rassicurante, senza toccare argomenti importanti. Perdere tempo, pensò, poteva essere divertente oltre che terapeutico.

Aveva sentito parlare del mezzo-sonno, quella cosa che gli altri chiamavano dormiveglia, quando non si è più addormentati, ma neppure pienamente svegli. Non l'aveva mai sperimentato, perché Flinx poteva dormire profondamente e l'attimo seguente essere completamente sveglio e vigile. Non aveva mai quella fase di transizione come sembrava avessero tutti gli altri. Che la cosa fosse una delle funzioni particolari della sua mente o semplicemente il prodotto della sua vita nei vicoli di Drallar, non aveva modo di saperlo. Non ne aveva mai parlato con nessuno.

E fu così che si trovò a fissare il buio, illuminato solo dalla luce di una delle due lune di Alaspin che gettava lunghe ombre nella stanza. Pip era sdraiata accanto al suo viso, e la sua lingua guizzava rapida sul suo occhio destro, per svegliarlo. Poiché era un gesto che il minidrago non faceva mai senza una ragione, Flinx fu subito sveglio e all'erta.

Studiò la stanza ad occhi socchiusi. Sotto le coperte dell'altro letto si intravedeva un profilo e udì il respiro lento di Clarity, che dormiva tranquilla. E allora per quale ragione era stato svegliato? Un altro si sarebbe seduto sul letto per guardarsi intorno, ma Flinx non lo fece. Qualunque cosa avesse disturbato Pip, presto si sarebbe fatta vedere anche da lui.

Solo dopo qualche momento notò le ombre che si muovevano contro la parete di fronte. Piegò impercettibilmente la testa per vedere la porta. Ad una prima occhiata gli sembrò chiusa e solo concentrandosi fu in grado di scorgere il camuffamento per la luce che era stato posto davanti ad essa. La porta era aperta per metà, e forse dietro c'era uno schermo per attutire il rumore. A qualunque osservatore occasionale che si trovasse dentro o fuori, la schiuma di Mylar avrebbe dato l'impressione che la porta fosse ancora chiusa.

Distinse un paio di figure, ma sapeva che erano di più. Sul pavimento, forse, o dietro lo schermo. Una di esse avanzò nella luce che proveniva dalla finestra. Invece di cercare di evitare il chiaro di luna, la sagoma avanzò silenziosa tra le macchie di luce e d'ombra, fondendosi perfettamente con il pavimento e le pareti.

Una tuta mimetica, pensò Flinx. Aderisce come una seconda pelle e si adatta istantaneamente a qualunque sfondo o a qualunque luce. Da ragazzo, si era trovato spesso a desiderarne una. Non era proprio il tipo di giocattolo che desidera normalmente un bambino, ma d'altra parte, c'erano state poche cose normali, nella sua giovinezza.

L'unica cosa che la tuta mimetica non poteva nascondere erano le fessure per il naso, la bocca e gli occhi. Altre tre paia di quegli organi disincarnati avanzavano come fantasmi lungo l'altra parete, in direzione dei due letti. Non c'era bisogno di chiedere a chi le indossava quali intenzioni avessero. Non si entra in una stanza privata nel bel mezzo della notte, con una tuta mimetica, forzando un lucchetto, solo per consegnare a qualcuno una vincita alla lotteria.

In quella situazione erano possibili un certo numero di scelte. Ci si poteva mettere a sedere, domandando agli intrusi che cosa volessero. Oppure si poteva prendere un'arma e cominciare a sparare, lasciando poi le domande alla polizia. O, infine, si poteva fare quello che fece Flinx: stare sdraiati in silenzio, imitando il respiro di una persona addormentata, sbirciando le mosse degli intrusi.

Tre di loro si fermarono l'uno accanto all'altro. Non parlarono, ma si limitarono a scambiarsi delle occhiate, perché era chiaro che ogni mossa era stata già progettata in anticipo. Flinx non osò sollevare né muovere la testa per vedere meglio.

Il capo del gruppetto prese qualcosa da una tasca inserita all'altezza della gamba destra. L'oggetto brillò debolmente alla luce della luna: era un piccolo flacone con una specie di imbuto flessibile ad una delle estremità. Gas, pensò Flinx. Probabilmente inodore, incolore e ad azione rapida. Di sicuro non mortale. Se gli intrusi avessero avuto l'intenzione di uccidere gli occupanti della stanza, avrebbero benissimo potuto farlo stando sulla porta.

La figura si chinò e si avvicinò al letto di Clarity, tenendo il flacone davanti a sé. Poi si arrestò di colpo, quando qualcosa si frappose tra lui e la donna addormentata. Qualcosa di piccolo, velocissimo, che sibilava.

Gli intrusi avevano progettato tutto accuratamente, ma era chiaro che creature piccole, velocissime e sibilanti non rientravano nelle varie possibilità. L'improvvisa apparizione di un piccolo serpente volante a meno di un metro dal naso sarebbe bastato a turbare anche il miglior assassino professionista.

L'uomo lanciò un'imprecazione di sorpresa e fece un passo indietro, barcollando. Questo bastò a svegliare Clarity. Girandosi sulla schiena, si passò una mano sulla fronte, gemendo piano. Flinx vide le palpebre che si muovevano.

Uno dei compagni di quello che teneva il flacone, parlò in tono concitato: — Stordisci la bestia e poi lei! Presto!

La figura sollevò la bomboletta e spostò il pollice sul pulsante nascosto, ma non ebbe il tempo di premerlo. Dalla sacca tubolare posta sotto il palato, il minidrago espulse meno di mezzo centimetro cubo di veleno ad alta pressione. Il liquido tossico colpì l'intruso in un occhio.

Fu la fine del silenzio, della segretezza e dei movimenti furtivi nel buio. Con un unico movimento convulso, l'uomo gettò la bomboletta in mezzo alla stanza e si portò entrambe le mani al viso. Urlando per il dolore provocato dalla tossina altamente caustica che gli divorava gli occhi, cercò di strapparsi di dosso la tuta. Nella stanza non più silenziosa, si udì distintamente il gorgoglio della pelle che si dissolveva.

Flinx si lasciò cadere dal letto, ma non dalla parte libera, come sarebbe stato normale, bensì nello stretto spazio tra il suo letto e quello di Clarity. E un istante dopo, un intruso che non aveva notato prima, si alzò dall'altro lato del suo letto e con una pistola ad aghi sparò un colpo che penetrò attraverso il cuscino, il materasso e probabilmente colpì il pavimento sotto il letto su cui qualche minuto prima dormiva Flinx. Nell'oscurità, il raggio brillò di un azzurro intenso, emettendo uno sfrigolio malevolo.

Accorgendosi che non aveva colpito altro che le lenzuola, l'uomo si alzò di nuovo per sparare un altro colpo in direzione dell'occupante del letto inaspettatamente scomparso, e si ritrovò Pip sospesa davanti alla faccia. Spalancò gli occhi e spostò la testa di lato.

A dire il vero, fu velocissimo, e il veleno lo colpì alla radice dei capelli, invece che negli occhi.

L'uomo colpito da Scrap giaceva immobile sul pavimento, già morto. La neurotossina dei minidraghi, una volta entrata nel sangue, uccideva in meno di un minuto, bloccando il sistema nervoso con la stessa facilità con cui si interrompe la corrente premendo un interruttore. L'intruso colpito da Pip aveva evitato quella morte istantanea e si trovava invece a lottare con il veleno che gli stava penetrando nella testa attraverso il canale auricolare. Barcollò per la stanza, urlando e sparando colpi in aria con la pistola ad aghi.

Pip e Scrap si muovevano liberamente per la stanza, evitando gli spari e creando un caos incredibile. Gli intrusi erano più di tre, concluse Flinx. Anzi, più di cinque. A quel punto, notò che Clarity stava per sollevarsi a sedere sul letto. La ragazza aprì la bocca e prese fiato, preparandosi ad urlare.

Mettendole la mano destra sulla bocca, usò la sinistra per trascinarla sul pavimento. Lei gli cadde addosso, cosa che in altre circostanze sarebbe stata gradevolissima, ma che in quel momento non lo turbò nel modo più assoluto.

— Zitta — le sussurrò, mentre la battaglia infuriava sopra le loro teste. — Stai zitta e non muoverti. Adesso sei nel posto più sicuro di tutta la stanza.

Clarity lo guardò ad occhi sbarrati, poi annuì lentamente. Flinx le tolse la mano dalla bocca.

Tutt'attorno a loro si udiva il rumore di piedi che correvano, grida, il sibilo metallico delle pistole ad aghi e il ronzio degli storditori, mentre il piccolo esercito di assalitori sparava all'impazzata contro i minidraghi che volavano in picchiata, sputando veleno. Il più delle volte finivano con lo spararsi l'un l'altro.

Poi, all'improvviso, tutti parvero rendersi conto di colpo che lì non c'era più nulla da fare, proprio come accade a un esercito invasore quando capisce all'improvviso di essere stato aggirato dal nemico che aveva creduto di sorprendere. Si udì un rumore di stoffa strappata quando un uomo si gettò alla disperata attraverso lo schermo nel corridoio. La luce brillante delle lampade del corridoio invase la stanza. Subito i suoi compagni lo seguirono. In tutta quella confusione erano troppi, e Flinx non riuscì a contarli. Dovevano aver continuato ad affluire nella stanza da almeno mezz'ora, prima che Pip lo svegliasse.

Qualcuno continuava a gemere, mentre gli altri lo trascinavano fuori, cercando di arginare gli effetti della tossina del minidrago. Cominciarono a udirsi altri rumori, grida confuse e adirate. Si aprirono le porte di altre stanze, e gli occupanti sbirciarono fuori per vedere chi avesse disturbato il loro sonno. Quando scorsero le tute mimetiche e le armi, si affrettarono a rientrare.

— Pip? — Flinx si raddrizzò con cautela. — Pip, torna dentro, basta così!

Passarono parecchi minuti prima che il serpente volante tornasse nella stanza, dopo aver inseguito l'ultimo invasore fino in fondo alla prima rampa di scale. Se Flinx non l'avesse richiamata, la bestia avrebbe svuotato le sue riserve di veleno, uccidendo tutti gli assalitori fino all'ultimo, e Flinx non voleva una cosa simile. Lui voleva fuggire, non fare una strage. E con un po' più di luce c'era sempre la possibilità che uno degli attaccanti riuscisse a prendere la mira con maggior cura.

Pip rientrò e andò a sdraiarsi sul letto di Flinx, mentre Scrap restava sospeso in aria. Il minidrago adulto però, notò Flinx, non ripiegò le ali e non si rilassò completamente, il che faceva pensare che ci fossero in attesa altri guai.

Solo in quel momento si rese conto che Clarity si era aggrappata a lui, stringendosi contro il suo petto. — Sono loro — mormorò, con voce tremante.

— Certo che sono loro. A meno che non ci sia qualcun altro pronto a uccidere pur di non lasciarti sfuggire. — Guardò in direzione della porta ancora aperta. — Erano parecchi, più di quanti mi sarei aspettato.

Lei si voltò a guardarlo, tenendo il viso a pochi centimetri dal suo. — Ti avevo detto quanto ero importante per loro. — Sentì il suo corpo tremare contro di sé. Niente falso coraggio, ora: era terrorizzata.

— Va tutto bene, adesso. — Avrebbe voluto sembrare coraggioso e incurante del pericolo, ma finì con l'essere solo se stesso.

— I serpenti — mormorò lei, — i minidraghi. — Guardò Pip e poi il suo cucciolo, ancora sospeso in aria, pronto ad una nuova lotta e desideroso di altri nemici.

Si alzò in piedi e lui la imitò. Sul pavimento c'erano una dozzina di corpi, molti dei quali giacevano a faccia in giù. Altri no, e questi ultimi non erano belli a vedersi. Il veleno dei minidraghi sulla carne umana aveva gli stessi effetti dell'acido nitrico. Nessuna meraviglia, quindi, che coloro che conoscevano i minidraghi si affrettassero ad attraversare la strada quando vedevano arrivare Flinx.

— Mi ha svegliato Pip — le raccontò. — Aveva percepito la minaccia. Non c'era bisogno che facessi qualche mossa. Se lo avessi fatto, mi avrebbero sparato. Cerco sempre di evitare quel tipo di cose, perché i minidraghi non hanno mai reazioni a metà. Non puoi dire a Pip di limitarsi a ferire qualcuno. Non esiste un colpo trattenuto, per un serpente volante.

Scavalcarono il corpo di un uomo grande e grosso che giaceva ai piedi dei due letti. Clarity spostò lo sguardo dal corpo alla porta aperta.

— Pensi che torneranno?

— Non subito. Tu lo faresti?

Lei scosse il capo con violenza e Scrap si lanciò verso di lei. Clarity si scostò per evitarlo e Flinx si affrettò a rassicurarla.

— Calmati. Credo che tu abbia trovato un amico, anche se non c'è modo di dire se abbia agito per proteggere me, sua madre, oppure te. Ricordati che sa distinguere quello che provi, quindi sa che non vuoi farmi del male. Finché le cose stanno così, non hai ragione di aver paura di lui.

— Me lo hai già detto — disse lei raddrizzandosi, — ma non riuscivo ad immaginare quanto potessero essere letali.

— Molti sanno che sono letali. Quello che non sanno è quanto siano agili e veloci o con quanta rapidità agisca la loro tossina su di un corpo umano. A parte una tuta pressurizzata, o un'armatura militare, non c'è alcuna protezione contro di loro.

Percepì, oltre che vedere, la tensione della ragazza quando Scrap tornò a sistemarsi sulla sua spalla. Anche se il minidrago era tranquillo, continuò a tenere le ali spiegate, pronto a spiccare il volo.

— Devono ancora essere là fuori, altrimenti Pip si sarebbe addormentata, dopo lo sforzo che ha fatto. Probabilmente stanno cercando di formulare una nuova strategia.

Clarity si girò nervosamente verso la finestra. — Di certo non cercheranno di fare irruzione nella stanza.

— Non adesso, no. A parte Pip e Scrap, troppi clienti li hanno visti fuggire. Ma se ci tengono tanto a catturarti, come sembra, potrebbero anche non agire razionalmente.

«Quando sono entrati qui, la loro intenzione era di narcotizzarti. E forse di narcotizzare anche me, per precauzione. Se davvero ti vogliono e se sono in possesso di una discreta quantità di quella roba, non c'è nulla che li trattenga dal narcotizzare tutto l'albergo, soprattutto se il gas è solo un narcotico.

— La polizia?

Flinx fece una smorfia. — Mimmisompo è una piccola città di frontiera. Se il proprietario dell'albergo vive qui, potrebbe, dico potrebbe, cercare di mettersi in contatto con i poliziotti. Il sistema automatico dell'albergo potrebbe entrare in comunicazione con il sistema automatico della polizia. Ma in qualunque caso la polizia ci metterebbe parecchio ad arrivare. Se venisse segnalata una sparatoria, ci metterebbe ancora di più, nella speranza che nel frattempo si uccidano tutti fra di loro.

Si era avvicinato al cassettone e stava mettendo i pochi abiti nella sacca. — Questo significa che dobbiamo muoverci in fretta, perché se i tuoi amici intendono riprovarci, lo faranno prima che la polizia se ne accorga e si interessi agli avvenimenti notturni.

Esitando, Clarity fece un passo verso la porta. — Come facciamo ad andarcene, se sono ancora là fuori?

— Dobbiamo andarcene, perché qui non possiamo restare. Sono entrati quando la porta era chiusa. Non si fermeranno di fronte al fatto che poche persone li hanno visti scappare. — La prese per mano. — Può anche darsi che stiano già salendo, non ci conviene restare qui a controllare se è vero.

Clarity si lasciò guidare fuori. — Dove stiamo andando? — Flinx non rispose.

Pip si levò in volo per controllare entrambe le estremità del corridoio, sfrecciando in pochi secondi da un capo all'altro per andarsi a posare di nuovo sulla spalla del padrone. Le luci notturne che brillavano nelle nicchie avvolgevano ogni cosa in un alone olivastro.

Sulla soglia dell'unica porta aperta era affacciato un uomo piuttosto anziano, ma robusto e con il ventre prominente. Aveva la testa completamente rasata fino alle orecchie, da cui spuntava una corona di capelli lunghi una dozzina di centimetri. In quella mezza luce, era come se gli fosse stato calato sugli occhi un cappello sfrangiato.

— Ehi! Che cosa sta succedendo? Che c'è? — chiese, sporgendosi nel corridoio quando li vide avvicinarsi. — La festa è troppo chiassosa per me. Mi cercherò un altro albergo.

— Anche noi — rispose Flinx, mentre con gli occhi scrutava il corridoio.

Pip allargò le ali e sfrecciò in avanti. L'uomo grosso, che aveva l'aspetto di chi non teme nulla in questo o nell'altro mondo, si accorse del minidrago e si lasciò sfuggire un'esclamazione sconvolta. Rientrò frettolosamente nella stanza e Flinx udì la serratura di emergenza scattare con un colpo secco.

— Tutti qui sanno di cosa sono capaci i minidraghi. — Guardò giù per la scala antincendio. — Finché Pip resta davanti, nessuno proverà ad affrontarci.

Sapeva che l'animale aveva bisogno di un pasto più che abbondante. Volare e restare sospesi in quel modo richiedeva una tremenda quantità di energia. Sembrava impossibile che riuscissero a mantenersi in aria tanto a lungo, ma della struttura interna dei minidraghi si conosceva poco, come di qualunque altra cosa li riguardasse.

Presero a scendere con cautela, mentre Flinx ringraziava il cielo che l'albergo avesse solo tre piani. Nessuno li affrontò sulle scale, dove la luce era ancor più fioca che nei corridoi illuminati dalle lampade notturne.

Sul pianerottolo in fondo alle scale c'erano due porte, una di fronte all'altra. La prima doveva portare nell'albergo, probabilmente in cucina o nel magazzino. L'altra portava… in un vicolo di servizio che correva in mezzo ad alcune strutture commerciali, nel quale si incamminarono dopo che Flinx ebbe disattivato l'allarme antincendio sulla porta. Una stretta rotaia elettrica correva nel centro del vicolo, fornendo energia ai veicoli robotizzati delle consegne a domicilio. Mentre si affrettavano lungo l'umido corridoio, Flinx ammonì Clarity a non mettere i piedi sulla rotaia. Non l'avrebbe uccisa, ma poteva dare una scossa molto forte anche ad un uomo grande e grosso.

— Dove stiamo andando? A cercare un veicolo, vero? Ci procuriamo un mezzo di trasporto e ci dirigiamo su Alaspinport. Ci sarà un noleggio aperto così tardi?

— In una città come Mimmisompo, puoi trovare quello che vuoi a qualsiasi ora, se hai denaro. Ma non noleggeremo nulla, perché i veicoli presi a nolo possono venir notati e rintracciati.

Scrutò ansioso la strada davanti a sé e, anche se non per la prima volta nella sua vita, si chiese se non avrebbe fatto meglio a portare un'arma. L'unico problema con una pistola era il fatto che poteva costituire una provocazione e non solo una difesa. E poi Pip poteva occuparsi molto più efficacemente di qualsiasi minaccia. Le reazioni de! minidrago erano cento volte più rapide delle sue. Da ragazzo, si era trovato in situazioni in cui il possesso di un'arma sarebbe stato più d'intralcio che di utilità, quindi aveva imparato a farne a meno. Comunque, la cosa non gli impediva di desiderare di tanto in tanto il confortante peso di una pistola alla cintura o in una fondina sotto l'ascella.

Scrap era appoggiato alla spalla di Clarity e questo indicava che il pericolo, se non del tutto scongiurato, almeno non era immediato. Flinx sapeva che non poteva aspettarsi che i loro inseguitori avrebbero ritardato ancora. A quell'ora potevano già essere nella stanza, potevano aver già scoperto che la preda era fuggita. La loro prossima mossa sarebbe stata di setacciare accuratamente l'albergo e gli immediati dintorni, controllando tutte le stanze per verificare se Flinx e Clarity avessero cercato rifugio da qualche altro ospite. E di certo l'ingresso principale era il primo posto che avrebbero tenuto sotto sorveglianza.

Ci avrebbero messo un po' ad accorgersi che l'allarme della porta posteriore era stato disattivato per il tempo necessario a lasciar entrare due persone nel vicolo di servizio. Nonostante tutte le precauzioni, sapeva che stavano lasciando ogni tipo di tracce dietro di loro. L'odore dei loro corpi, reso più intenso dalla paura, i feromoni, le tracce di calore: erano tutte cose che potevano venir isolate e seguite se si avevano le attrezzature giuste. Ma non poteva farci nulla. Il fatto che i loro inseguitori fossero armati di macchinari così sofisticati dipendeva dalla possibilità che avessero progettato anche il fallimento dell'azione. Sembrava improbabile, ma non poteva fare troppo conto su possibili sviste.

— Da questa parte. — Quasi le slogò un braccio trascinandola al riparo dietro un angolo. Ora che la seconda luna di Alaspin si era unita alla compagna nel cielo notturno, c'era luce a sufficienza per cercare una nuova strada attraverso la città.

Si erano lasciati alle spalle i vicoli di servizio e stavano attraversando i quartieri residenziali. Le luci dietro le finestre ovali o rotonde facevano assomigliare queste ultime ad altrettanti occhi di gufo; l'eco della musica e del tri-di aleggiava nelle strade per il resto completamente deserte. Non c'erano insetti di cui preoccuparsi. I repellenti elettronici industriali tenevano lontane le tenaci cimici scavatrici per un raggio di almeno cento metri dalle strutture. Purtroppo Mimmisompo non era abbastanza ricca da potersi permettere un controllo del clima, che era quindi molto caldo e umido. Il sudore colava sul volto dei due fuggiaschi.

— Dove stiamo andando? — boccheggiò Clarity. — Non credo di riuscire a resistere ancora a lungo. — Respirava con difficoltà a causa dell'afa notturna.

— Resisterai tutto il tempo necessario, perché non ho intenzione di portarti in braccio.

Avevano sorpassato la zona residenziale e si trovavano in mezzo a magazzini e cupole pressurizzate. — Sto cercando il giusto mezzo di trasporto.

Lei corrugò la fronte, guardandosi intorno. — Qui? Non vedo macchine.

— Non sto cercando un'aeromacchina o un velivolo ad aria — le disse. — Quelli sarebbero i primi tipi di veicoli che terrebbero d'occhio. Voglio qualcosa che sia difficile da rintracciare. — Si fermò. — Questo va bene.

Non aveva affatto l'aspetto di una barriera, ma solo di una fila di pali piantati nel terreno a cinque metri di distanza l'uno dall'altro. Erano alti sei metri ed emanavano una debole luce gialla pulsante.

— Quella è una barriera fotica — disse Clarity. — Non ti ci puoi arrampicare sopra, perché non ci sono appigli, non puoi passarci attraverso e non puoi neppure divellere i pali. Se solo danneggi l'allineamento, farai scattare almeno una dozzina di allarmi diversi.

Flinx continuò ad ignorarla mentre studiava la mezza dozzina di macchine parcheggiate sotto uno schermo anti-pioggia dall'altra parte del cortile di servizio. Erano tutte usate e malconce, e difficilmente avrebbero attirato l'attenzione. Era esattamente quello che stava cercando per sé e la sua compagna. Decise per un grosso skimmer da trasporto, la cui parte posteriore era costituita da scomparti cubici per immagazzinare carichi preconfezionati. Avrebbe potuto servire a qualunque cosa, dal trasporto di rifiuti pericolosi, a quello dei prodotti caseari. Clarity non faceva caso a lui: era occupata a scrutare gli edifici bui che avevano costeggiato, cercando di individuare ombre silenziose che avanzavano furtive. Non girò la testa se non quando udì un rumore soffocato.

Da una tasca, Flinx aveva estratto qualcosa che aveva la forma e le dimensioni di un mazzo di carte di plastica. Allontanandosi di due passi dal muro, portò il braccio all'indietro e lanciò l'oggetto con un gesto veloce, dal basso verso l'alto. Invece di sparpagliarsi in tutte le direzioni, le strisce di plastica si unirono le une alle altre, formando una linea retta lunga cinque metri. Con le mani, Flinx la piegò in due punti, creando una U rigida più alta e decisamente più larga del suo corpo.

Clarity la osservò dubbiosa. — A cosa serve? Non è abbastanza alta o abbastanza robusta da usarla come scala.

— Non è una scala. È un cancello portatile. — Premendo le mani alle estremità interne della U, la sollevò e la tenne sulla testa come un casco sospeso. Poi attraversò la barriera fotica. I sensori non lampeggiarono quando interruppe il raggio. Nessun allarme si mise a suonare. Pip attraversò la barriera stando appollaiata sulle sue spalle.

Poi si voltò e rimise in posizione il cancello per lei. — Vieni, forza. A meno che tu non preferisca restare in mezzo alla strada.

Non trovando nessuna ragione per esitare, Clarity fece quello che le diceva, piegandosi per passargli sotto il braccio.

Una volta al riparo dietro la barriera, Flinx eseguì con le mani quello che parve un gioco di prestigio e, con immenso stupore della ragazza, il cancello sì disfece, gli tornò nella mano e lui se lo rimise in tasca.

— Pacchetto Doppler — le spiegò, — devia la luce intorno ai corpi. Non ti rende invisibile, ma nelle condizioni giuste, ci arriva molto vicino. Ha deviato i sensori intorno a noi, così non li abbiamo interrotti: semplicemente ha fatto sì che ci evitassero.

— Affascinante. — Lo seguì mentre attraversava veloce il cortile asfaltato. — Molto costoso?

Flinx fece cenno di sì. — Non è il tipo di giocattolo che trovi nelle svendite. È uno strumento di precisione disegnato appositamente per assomigliare ad una cianfrusaglia qualsiasi, per questo è caro. Quando ero più giovane, usavo una cosa simile, solo molto più rozza. A volte faceva quello che doveva. E un sacco di volte no. Nel migliore dei casi era una seccatura, nel peggiore era estremamente imbarazzante. Decisi allora che appena me lo fossi potuto permettere, mi sarei fatto costruire il migliore aggeggio del genere in commercio. Così mi sono fatto fare questo.

— Perché, ti capita spesso di dover scansare le procedure private di sicurezza?

— Non proprio. È solo che mi piace avere a portata di mano gli attrezzi giusti.

— Hai detto che usavi qualcosa di simile quando eri più giovane. Che cosa facevi da bambino, per aver bisogno di usare un oggetto simile?

— Facevo il ladro, — fu la tranquilla risposta. — Era l'unico modo per sopravvivere.

— E fai ancora il ladro?

— No. Adesso pago tutto ciò di cui ho bisogno, prima o poi.

— Più prima che poi?

— Dipende dallo stato d'animo.

Costeggiarono la fila di veicoli e si fermarono davanti allo skimmer da carico. Da un'altra tasca spuntò un astuccio di similpelle, che una volta aperto rivelò una fila di minuscoli strumenti, ognuno dei quali era perfetto e stupendo come un gioiello. E in verità, il thranx che aveva confezionato quella specie di portaoggetti era un rinomato gioielliere. Quelle cose che per Flinx erano utilissime, costituivano per lui un passatempo; un passatempo però, che come Flinx ben sapeva, gli rendeva molto di più che non la sua professione ufficiale.

Scegliendo uno strumento particolare, cominciò a lavorare sulla serratura di sicurezza a tre stadi dello sportello. Benché temesse ancora un attacco improvviso, Clarity era così assorta ad osservarlo, che aveva smesso di fissare la strada al di là della barriera fotica.

— Devi essere stato un buon ladro.

— Mi hanno sempre considerato molto in gamba per la mia età. Non credo di essere migliorato da allora, ma adesso ho degli attrezzi migliori con cui lavorare.

La porta non emise nemmeno uno scatto quando si aprì. Flinx si arrampicò all'interno e si mise al sedile di guida.

L'accensione non era chiusa: era molto più facile sigillare le porte che non il motore o l'accensione. Sotto il suo abile tocco, il pannello comandi prese vita. Con uno sguardo di approvazione, fece cenno a Clarity di salire. Scrap le lasciò i capelli e svolazzò all'interno, andando a sistemarsi nel sedile del passeggero.

Sugli altri pianeti gli skimmer erano aperti, ma non su Alaspin. Qui erano ermeticamente chiusi, dotati di aria condizionata e a prova di insetti. Il che era decisamente un'ottima cosa, pensò, visto che avrebbero viaggiato di notte.

Clarity afferrò una maniglia e si issò accanto a lui. Chiuse lo sportello e si volse a guardarlo, sorpresa. — Sai, sto cominciando a credere che forse ce la farai davvero a portarci via da questo posto. Sei sicuro di avere solo… — si interruppe. — Scusa, avevo promesso di non dirlo più, vero?

— Già.

A bassa quota lo skimmer faceva più rumore di quanto avrebbe desiderato, ma dal momento che il cortile in cui era penetrato veniva probabilmente ritenuto sicuro, non c'era ragione di tenere in servizio una guardia umana. Il monitor di sicurezza avrebbe segnalato qualunque irregolarità alla centrale di controllo e anche al distretto di polizia.

Dal momento che non c'era un tetto solido e neppure una cupola, Flinx immaginò che ci dovesse essere almeno una copertura di sicurezza a corto raggio, stretta parente della barriera fotica che aveva già superato. E immaginò anche che i veicoli all'interno del cortile fossero opportunamente equipaggiati per disinserirla. Un paio di minuti di lavoro con il computer di bordo fornì il codice richiesto. Lo digitò e attese pazientemente che venisse notificato alla centrale di sicurezza.

Con tutta probabilità nessuno avrebbe letto il rapporto notturno fino al mattino seguente. A quell'ora, l'assenza del grosso skimmer sarebbe già stata notata ad occhio nudo. Ci sarebbe voluto tempo per accertarsi che non erano in programma consegne notturne, e altro tempo per accertarsi che lo skimmer non era stato preso in prestito da un autista autorizzato o da un funzionario. Quando le autorità di Alaspinport fossero state informate del presunto furto e fosse stata fornita loro una descrizione del velivolo, i due fuggiaschi lo avrebbero probabilmente già abbandonato in perfette condizioni, tranne che per una batteria scarica che, come Flinx fece inutilmente notare a Clarity, aveva tutte le intenzioni di pagare.

Passarono un brutto momento quando lo skimmer si innalzò a ottanta metri sopra il cortile e virò a sinistra per uscire dalla città. Nel distretto commerciale, lontani dai bar e dai locali notturni, erano poche le luci che brillavano laggiù in basso… finché un piccolo skimmer molto più veloce, passò a un pelo sulla loro sinistra. Clarity emise un'esclamazione spaventata e cercò di abbassarsi tra i sedili, mentre Scrap sfrecciava in tutte le direzioni, impedendo la visuale a Flinx e facendogli fare acrobazie con i comandi.

Flinx ebbe una rapida visione dell'altro velivolo, mentre questo eseguiva una brusca virata senza perdere quota. Dei visi giovani e ridenti, probabilmente un po' ebbri e illuminati dalla luce del pannello comandi che conferiva loro un alone spettrale, apparvero per un istante davanti a lui.

— Ragazzi. — Guardò in basso a destra. — Tirati su. I tuoi amici non ci hanno trovati. Erano solo dei ragazzi che stavano spassandosela. Non c'è molto altro da fare in un posto come Mimmisompo. Anche gli scienziati e i cercatori minerari hanno dei figli.

Si trovavano sopra la giungla, diretti all'immensa savana che costeggiava entrambe le sponde del fiume Aranoupa. Seguendo il fiume verso sud-est sarebbero giunti al massiccio di granito su cui sorgeva Alaspinport, una serpeggiante striscia di terra che si insinuava nel mare.

Clarity si alzò lentamente, mentre la paura scompariva dal suo volto.

— Mi spiace. È stato così improvviso. Tutto stava andando bene, e tu avevi ogni cosa sotto controllo.

— Continuo ad avere ogni cosa sotto controllo. — La sua attenzione si spostava dal cielo notturno agli strumenti che indicavano la loro posizione rispetto a Mimmisompo e Alaspinport. Il loro mezzo di trasporto poteva anche essere vecchio, ma la strumentazione interna era gradevolmente aggiornata.

Appoggiandosi di nuovo al sedile, Clarity si sfregò gli occhi con le nocche delle dita, poi lo guardò. — Sei sicuro che si trattasse solo di ragazzi?

Flinx annuì. — Sedici, diciassette anni. Mimmisompo non è un brutto posto per chi è senza istruzione o specializzazione e vuole cercare di farsi una fortuna.

— Come te, magari. Solo che tu non sei più un ragazzo.

Considerandola un'osservazione giusta, date le circostanze, cercò di sorridere e scoprì di non riuscirci. — Io sono nato vecchio. Non sono mai stato un ragazzo. No, non è proprio così: sono nato stanco.

— Non ti credo. Penso che ti piaccia fingere di essere un po' tardo e stanco per impedire che gli altri cerchino di scoprire di più sul tuo conto.

— Non puoi limitarti ad accettare il fatto che io sono un tipo solitario e tranquillo che ama la sua pace, la sua tranquillità e la sua intimità?

— No.

— E perché no?

— Perché, scusa la presunzione, penso di conoscerti meglio. Sei anche l'uomo più strano che abbia incontrato in vita mia. Immagino che resteresti turbato se ti dicessi che ti trovo anche particolarmente attraente.

— No, puoi dirmi quello che vuoi. — Ebbe paura che lo facesse, ma non lo fece. Sembrava che la risposta fosse stata quella che voleva sentire.

E per un po', almeno, quella fu l'ultima domanda. La ragazza si appoggiò allo schienale, osservando in silenzio la vuota notte di Alaspin. Nel frattempo, Flinx si preoccupava per la mancanza di un analizzatore decente. Lo skimmer era dotato dell'equipaggiamento standard, il che significava che si poteva sempre conoscere la propria posizione, ma non si aveva idea di quella degli altri. Gli sarebbe stato utile una volta raggiunto Alaspinport, quando avesse voluto abbandonare il veicolo in un luogo sicuro, ma era inutile per cercare di scoprire se qualcuno viaggiasse sulla stessa rotta, li seguisse o cercasse di individuarli.

Pip era in grado di rilevare le intenzioni ostili, ma solo a distanza ravvicinata. Il minidrago dormiva profondamente, sfinito dallo sforzo fatto in precedenza per difendere Flinx. Persino Scrap riposava, simile a un brillante braccialetto a scaglie illuminato dalla luce degli strumenti.

Preferiva credere che la loro partenza fosse passata inosservata, piuttosto che pensare che gli assalitori di Clarity li stessero seguendo tenendosi fuori visuale. Probabilmente in quel momento stavano setacciando i vicoli e gli edifici intorno all'albergo. Le probabilità che venissero a sapere dello skimmer scomparso e lo collegassero con le loro prede erano veramente minime. Rammentò a se stesso che non sapeva quanto avanzate o potenti fossero le apparecchiature di ricerca che possedevano.

Avrebbe preferito avere compagnia in cielo. Quel solitario skimmer da carico sarebbe spiccato come un faro sui radar. Erano poche le persone che decidevano di viaggiare tra le cime degli alberi di notte.

Ecco che ricominciava a immaginare i guai. Si esauriva mentalmente pensando a minacce inesistenti. Avrebbe fatto meglio a conservare le sue facoltà per i pericoli reali.

Uno sguardo alla sua compagna gli rivelò che era ancora sveglia e continuava a guardare fuori dal finestrino. — Cerca di dormire un po'. Farà giorno tra poco.

— Dormirò quando sarò fuori da Alaspin, nello spazio-più. L'ultima volta che ho cercato di dormire, ho avuto un risveglio un po' rude. — Indicò gli strumenti. — Questo cassone non può andare un po' più veloce?

— Non è stato costruito per la velocità. L'ho scelto perché ho pensato che sarebbe stato meno appariscente su di uno schermo, sperando inoltre che avesse la batteria carica. Avrei potuto scegliere qualcosa di più piccolo e maneggevole ed anche più veloce. E avremmo anche potuto trovarci senza combustibile nel bel mezzo della savana. Non ti piacerebbe attraversare a piedi la savana di Aranoupa: il terreno ha la pessima abitudine di franarti sotto i piedi, ed è pieno di creature disgustose che non gradiscono intrusi nel loro ambiente naturale. È meglio arrivare ad Alaspinport più lentamente, ma arrivarci interi.

«E inoltre, chiunque ti dia la caccia, per prima cosa ovviamente cercherebbe un veicolo passeggeri, non un bidone come questo.

— Hai progettato tutto molto attentamente, mentre io avevo pensato che avessi rubato la prima macchina in cui eri riuscito ad entrare.

— Avrei potuto entrare in una qualsiasi. E sono sicuro di aver trascurato qualcosa di importante.

— Sai — disse in tono ammirato, — penso che farei molto meglio a chiudere la bocca e lasciare che tu ti prenda cura di me, invece di fare domande stupide.

— Questa è la prima cosa che hai detto da quando ti ho incontrata che rende giustizia al tuo nome.

Lei scosse il capo, senza riuscire a trattenere un sorriso. — Tanto giovane e tanto sarcastico. — Si girò verso il finestrino e riprese a guardare fuori.

Lo skimmer viaggiava a centocinquanta chilometri orari, sorvolando le cime degli arbusti più alti di almeno una cinquantina di metri. Di tanto in tanto Flinx virava a destra o a sinistra solo per variare la rotta e confondere qualunque computer stesse tenendoli d'occhio. Cambi di rotta più netti avrebbero consumato troppa energia e lui voleva conservarne quanto bastava per avvicinarsi ad Alaspinport compiendo una larga curva, in modo da arrivare dalla parte dell'oceano e non da quella della savana. Questo avrebbe ulteriormente confuso chi stava cercando di seguirli.

— Quanto ancora?

Flinx controllò le letture cartografiche. — In linea retta da Mimmisompo ad Alaspinport ci sono circa millequattrocento chilometri. Ci arriveremo all'ora di pranzo. Non ti importa di saltare la colazione, vero? In effetti, mi andrebbe di mangiare qualcosa, ma non voglio perdere tempo in un ristorante.

— Io ho già fame adesso.

Flinx sospirò. — Dai un'occhiata in giro. Questo è un velivolo da lavoro. Non vedo un sintetizzatore di proteine, ma scommetto che c'è un distillatore per ricavare acqua dall'aria. E da qualche parte potrebbero esserci dei concentrati e degli aromi. Un trasporto pesante come questo potrebbe anche essere equipaggiato con razioni di emergenza nel caso l'autista sia costretto ad atterrare da qualche parte.

— Darò un'occhiata.

Le ci volle mezz'ora per preparare delle tavolette concentrate al gusto di frutta e un succo concentrato da aggiungere all'acqua che lo skimmer ricavava dall'atmosfera. Il risultato fu un pasto nutriente anche se poco raffinato. Combustibile per esseri umani.

Una volta arrivati sul Teacher, che era dotato di un elaborato sintetizzatore alimentare, avrebbe potuto offrirle un vero pasto. Un pranzo al lume di candela, ovviamente simulata dal computer, e con robot riprogrammati per servire da camerieri e maggiordomi. Sorrise tra sé. Avrebbe potuto farne un vero spettacolo, impressionandola con le sue abilità e le sue risorse. Voleva davvero impressionarla? Si costrinse a non lanciare un'occhiata furtiva in direzione della ragazza.

Clarity si era offerta di dargli il cambio nella guida e lui aveva rifiutato. Quel lungo volo lo rilassava. Si trovava molto più a suo agio con gli strumenti elettronici che non fra la gente.

Certo, perché non fare colpo su di lei? Forse, una volta a bordo del Teacher, circondato dall'ambiente familiare, sarebbe riuscito a rilassarsi anche con lei. Avrebbe potuto incominciare a conoscerla, scoprire se era anche solo per metà quel genio che sembrava. Di sicuro, chiunque le stesse dando la caccia, aveva un'alta opinione delle sue capacità.

Lei non era la sola ad essere tormentata dalla curiosità, rifletté, mentre faceva compiere allo skimmer una lenta virata verso ovest.

Загрузка...