CAPITOLO QUATTORDICESIMO

L'umore depresso di Clarity non migliorò fino a quando non trovò Vandervort che giaceva su di un lettino in un cubicolo privato separato con una tenda dagli altri feriti. Il capo della Coldstripe aveva un braccio ingessato nella plastica spray e legato contro un fianco. Il viso era graffiato e escoriato, ma quando i tre entrarono, si mise a sedere di scatto.

Sowelmanu si fermò all'esterno. — Adesso devo scoprire se la mia fortuna è pari alla vostra. — Tese entrambe le antenne ed essi toccarono con le dita le punte piumose, nel saluto thranx. — Forse ci rivedremo ancora. Questo è un luogo piccolo. Se ciò avverrà, sarò onorato di offrire ad entrambi il miglior pasto umano che Longtunnel può ancora offrire.

— Solo se lascerai pagare a me le bevande — gli disse Flinx.

Seguirono con lo sguardo il loro compagno di tanti giorni bui, che si dirigeva ballonzolando verso l'ala thranx del dispensario, una sezione chiusa, dove l'umidità e la temperatura erano più alte. Solo quando si era ormai allontanato, a Flinx venne in mente che stava andando ad informarsi della salute dei suoi colleghi prima di sottoporre la sua ferita ad una visita medica.

I thranx erano così: tranquilli, modesti fino all'eccesso, disperatamente educati e sempre preoccupati della sorte degli altri. In parte era la loro personalità e in parte era la mentalità dell'Alveare, dove tutti si preoccupavano e si occupavano di tutti.

Alynasmolia Vandervort tese la mano sana. — Clarity, carissima! — Abbracciò la donna e poi posò lo sguardo scrutatore su Flinx. — Vedo che il nostro affascinante e precoce giovanotto è sempre con te. Quando non sei arrivata qui con gli altri feriti, ti hanno data per dispersa. Questo avveniva giorni fa, e da allora ci eravamo tutti rassegnati. Questa è la seconda volta che ci cogli di sorpresa. Sono contenta, sono così contenta che tu sia sana e salva! Come siete riuscita a sfuggire all'attacco?

— Siamo scappati da un'altra parte — fu la breve risposta di Clarity. — Siamo andati in giù invece che su. E abbiamo trovato — aggiunse dopo un rapido sguardo in direzione di Flinx, — alcune cose interessanti.

Vandervort sollevò un sopracciglio. — Stavate fuggendo per salvare la pelle, e avete trovato il tempo di condurre delle ricerche?

— Non sono sicura che non fossimo noi quelli che erano ricercati. Alcune delle nostre convinzioni su Longtunnel andranno riviste, come parecchie altre cose. C'è una razza senziente che vive su questo pianeta. Nelle caverne più basse.

— Avrei giurato che non fosse possibile. Ma l'avevo pensato anche del tuo Verdidion, fino a quando non l'ho visto con i miei occhi.

— Vedrai anche loro, se riusciremo a trovare un sistema per guardarci senza far loro del male. Come ci si poteva aspettare, sono fotofobi. Non so che genere di sensibilità abbiano agli infrarossi. Il loro nome è Sumacrea. Più tardi stenderò un rapporto formale. Probabilmente parecchi rapporti. Adesso la cosa importante è che tu guarisca.

— Per tutti i diavoli, ragazza, se non fosse per quei maledetti dottori, sarei già fuori di qui.

— Che cosa è accaduto alla Coldstripe?

Ascoltarono la donna raccontare la storia della battaglia di Longtunnel. Alcuni di loro avevano visto arrivare gli attaccanti ed erano riusciti a fuggire in tempo. Gli assalitori avevano ignorato le persone in fuga, dandosi invece alla distruzione dei laboratori e degli archivi e alla demolizione delle stanze e dei corridoi di collegamento.

Parecchi dei loro colleghi avevano mostrato più audacia che buon senso ed avevano cercato di intervenire per porre fine alla distruzione. E per questo erano stati uccisi. Altri erano morti accidentalmente sotto le macerie delle pareti e dei soffitti fatti saltare dagli attaccanti. Forse non avrebbero mai saputo con sicurezza cosa giaceva sotto le tonnellate e tonnellate di roccia calcarea.

Alla fine, la Sicurezza del porto era riuscita a radunare uomini, armi e coordinamento e aveva contrattaccato. Erano parecchi giorni che non si vedevano più assalitori vivi. Si supponeva che fossero stati uccisi tutti o che fossero riusciti a fuggire attraverso un passaggio fino a quel momento sconosciuto, che conduceva in qualche altra caverna o alla superficie. La battaglia era finita all'improvviso com'era cominciata.

— Sono quasi sicura di sapere chi fossero — disse Clarity.

— Lo stesso gruppo che aveva rapito te? Sì, mia cara, adesso lo sappiamo. Hanno preso dei prigionieri temporanei e hanno fatto domande a proposito di alcuni membri del personale. Ma per fortuna tu eri fuggita. E anche Jase era riuscito a scappare in un settore protetto appena iniziata la battaglia. Maxim non è stato tanto fortunato. Secondo alcuni testimoni, lo hanno portato qui ferito, e dopo un discorso incoerente e folle a proposito dei maggiori colpevoli che incontravano la giustizia divina, gli hanno sparato sul posto. Nessuno dei nostri a quel punto pensava di uscirne vivo. Ma quando sono fuggiti, non hanno fatto altro che abbandonare tutti quelli che avevano preso prigionieri. Hanno cercato anche me, sai. L'unica cosa che li interessava era dare degli esempi concreti con il personale chiave. In un certo senso siamo stati molto fortunati.

— Vogliono farci chiudere, proprio come ti avevo detto. Ma non avrei mai pensato…

— Non lo avrebbe mai pensato nessuno, mia cara. Qui non costruiamo proiettili SCAAM. La Coldstripe non produce munizioni, su Longtunnel non ci sono industrie belliche. Chi si sarebbe aspettato un assalto militare in piena regola? Fanatici, tutti quanti. Un gruppo fino ad oggi sconosciuto, ben organizzato anche se non efficiente militarmente.

La prima nave rifornimento che entrerà in orbita porterà a tutto il Commonwealth la notizia di questo atto oltraggioso e la forza di pace li scoverà e li fermerà prima che possano perpetrare ancora danni su qualche altra ignara ed innocente colonia.

«Il loro scopo era di fermare il nostro lavoro e certamente ci sono riusciti. Ci vorrà moltissimo tempo prima di ricostruire anche solo l'ombra di quello che c'era prima. Ma non sono stati accurati fino in fondo. Certo, hanno distrutto il nostro equipaggiamento e i nostri campioni, ma la nostra prassi è di duplicare tutte le note in archivio. Dovremmo riuscire a ricuperare la maggior parte di quello che essi pensano di avere distrutto per sempre. In quanto al posto, non dovremo far altro che equipaggiare una nuova caverna. Non è come se avessero distrutto un'intera struttura. Non dobbiamo fare altro che ordinare tutti gli strumenti nuovi e installarci da un'altra parte. Saremo di nuovo al lavoro molto prima di quanto si aspettino, anche se con questo non intendo certo sminuire la portata delle nostre perdite. La ricostruzione sarà limitata dai fondi attualmente a disposizione, fino a quando non riusciremo ad ottenerne altri. — Riportò la propria attenzione su Flinx.

— Il fatto che qui viva una razza senziente, cambierà molte cose. Credo che ci sarà permesso di continuare le nostre ricerche. E l'interesse della Chiesa e del governo di settore sarà stimolato. Forse potremo avere accesso ai fondi di sviluppo del Commonwealth.

— So che quanto sto per dire è un po' prematuro, ma non avete intenzione di applicare l'ingegneria genetica ai sumacrea, vero? — chiese Flinx.

Vandervort lo guardò o corrugò la fronte, chiaramente perplessa dalla domanda. — Perché mai dovremmo voler fare una cosa simile? Sono persone, se quanto avete osservato è vero. Non sono funghi. Se mai dovessimo anche solo tentare quello a cui alludi, ognuno di noi diventerebbe istantaneamente un candidato per il lavaggio del cervello. Non si trasformano degli esseri intelligenti in prodotti. E in genere, più un animale è semplice, e maggiore è la possibilità di applicare su di lui l'ingegneria genetica. Le creature complesse sono normalmente dei soggetti scarsi.

— Sono felice di sentirlo. Adesso, se volete scusarmi tutte e due, so che avrete un sacco di cose da dirvi e io devo trovare da mangiare per Pip. — Tese un braccio verso Clarity e Scrap svolazzò via, posandosi sul braccio di Flinx. — Sono vissuti di razioni concentrate e di quello che riuscivano a cacciare. La loro dieta richiede certi minerali, e io preferisco occuparmi di loro, prima che succeda qualche guaio. Vedete com'è pallida Pip?

A Clarity il serpente volante sembrava sempre lo stesso, ma chi poteva conoscere il minidrago meglio del suo padrone?

— Lo spaccio del porto non è stato toccato, e sono sicura che saranno in grado di esaudire le necessità dei suoi animaletti.

Le due donne guardarono Flinx allontanarsi. Poi Vandervort parlò.

— Che giovanotto straordinario. Peccato che non abbia alcun interesse per la biomeccanica. Credo che riuscirebbe bene in qualunque campo.

— E questo non è che l'inizio — le disse Clarity. — Hai sentito parlare del legame emotivo che può stabilirsi tra un essere umano e un serpente volante alaspiniano?

— No, ma da quello che dici, immagino che questo sia il caso del nostro amico e dei suoi animali.

— E non è tutto. Anche questi sumacrea che abbiamo scoperto sono telepati empatici. Comunicano in questo modo. Usano anche un tipo di linguaggio molto rudimentale, ma è il linguaggio emotivo ad essere altamente sviluppato.

La donna più anziana rifletté. — Se quello che dici è vero, mia cara, il bilancio per le ricerche su Longtunnel verrà quadruplicato da qualunque organizzazione che abbia un minimo di interesse nel proprio futuro. Non si tratta di una scoperta sfruttabile commercialmente, ma il risultato sarà ugualmente fruttuoso, perché ci sarà un moltiplicarsi di installazioni governative che non potranno far altro che andare a beneficio della crescita della Coldstripe. Come scienziata, non posso che applaudire alla tua scoperta. Sino ad oggi non si è accertata l'esistenza di nessuna razza telepatica in nessuna parte del Commonwealth e delle aree confinanti. Ma hai detto che non sono telepatici nel vero senso della parola?

— Esatto. Sono telepatici solo a livello emotivo. Come il serpente volante ed il nostro incredibile Flinx.

Vandervort sorrise con condiscendenza. — Avanti, bambina, il fatto che abbia un legame affettivo con un primitivo serpente volante, non significa che ci sia qualcosa di più.

— No, no. C'è qualcosa di più. Lui comunicava con i Sumacrea. È così che siamo riusciti a trovare la strada per ritornare all'installazione. Lui ha parlato con loro, intavolando un complicato discorso emotivo, se li è fatti amici e li ha convinti a riportarci indietro sani e salvi.

— Forse stai fraintendendo i dati a disposizione. Forse stava comunicando, stava solo trasmettendo le sue emozioni, proprio come facevate tu e il vostro compagno thranx. Questi sumacrea, come li chiamate…

— È così che essi chiamano loro stessi.

— Comunque sia. Essi hanno percepito le vostre emozioni, il vostro desiderio di ritornare a casa e con molta acume, vi hanno accompagno qui.

— Mi spiace, ma non è stato affatto così. Flinx è davvero un telepate emotivo, come i sumacrea. Riesce a farlo anche con le persone. È in grado di dire in qualunque momento quello che provo, o quello che provi tu o chiunque altro.

Il viso della Vandervort si oscurò. — Non può essere, mia cara. Sono più di mille anni che il genere umano studia il concetto di telepatia e, semplicemente, i telepati non esistono, neppure a livello emotivo. Può darsi che sia in grado di proiettare le proprie emozioni con più forza degli altri, ma leggerle? No, devi aver frainteso. — Raddrizzò la schiena, ma poi scosse il capo, e si riappoggiò ai cuscini, facendo attenzione al braccio ferito. — Si tratta solo di un giovanotto molto percettivo e probabilmente, molto persuasivo.

Forse fu l'eccitazione del momento o forse solo il desiderio di essere creduta, ma qualunque fosse la ragione, Clarity proseguì eccitata.

— Flinx è stato alterato. Hai mai sentito parlare di una organizzazione messa al bando che si chiamava la Società Meliorare? — Se c'era qualcuno in grado di capire il riferimento e fare i collegamenti giusti, era proprio la Vandervort, una donna con quarant'anni di esperienza nel campo dell'ingegneria genetica, biomeccanica e scienze collegate.

E infatti non la deluse. Vandervort reagì come se fosse stata colpita in viso, si sedette e fissò per un lungo attimo la più brillante delle sue collaboratrici, poi lentamente, si riadagiò sui cuscini. Cercò di intrecciare le dita, ma il braccio ferito non rispose all'appello e allora fu costretta a desistere, irritata. Parlò in tono educato, freddo e privo di emozione.

— Che cosa te lo fa pensare?

— Me lo ha detto lui. — E sorrise al ricordo. — Siamo diventati intimi. Credo che volesse confidarsi con qualcuno. No, credo che avesse bisogno di confidarsi con qualcuno. Diventa ogni anno più difficile per lui accettare la sua diversità.

— E così il mio miglior bioingegnere è anche un po' psicologo, eh? Sai che potrebbe essersi inventato tutto per fare colpo su di te, se non addirittura per rendere credibile tutta la storia?

Clarity scosse il capo. — Non l'ha detto per fare colpo su di me e ha molte prove a sostegno della sua storia che non sono solo parole. Credo che lo abbia fatto proprio perché si è accorto che stavamo diventando troppo intimi, per cercare di mettere un po' di distanza tra noi.

— Un giovanotto in gamba. — Il tono della Vandervort era pensieroso. — E ha ragione, naturalmente. Tu devi tenerti a distanza da lui. Non lasciarti coinvolgere troppo, mia cara, soprattutto a livello personale.

Fu la volta di Clarity ad essere perplessa. — E perché no? Che ci potrebbe essere di sbagliato? Solo perché una manciata di rinnegati ha pasticciato un po' con il suo DNA prima che lui nascesse, questo non ne fa un mostro. Tu stessa hai detto che è straordinario: tranquillo, educato, riflessivo e di bell'aspetto, che non guasta, anche se lui non si ritiene attraente. Coraggioso e audace… ha messo in pericolo la sua vita per aiutarmi. Non vedo nulla di cui aver paura in tutto questo. Certo, è sconcertante pensare che l'uomo con cui stai, sa sempre quello che provi, ma non è come se ti leggesse la mente. Se è veramente un telepate emotivo, non vedo perché dovrei temerlo.

— Ne hai fatto una buona difesa, Clarity. E hai ragione. Se non è altro che un telepate emotivo, allora non hai ragione di aver paura. Ma questo noi non lo sappiamo. Non sappiamo e non possiamo immaginare che altro potrebbe essere. Qualcosa che preferirebbe non ammettere di essere. Qualcosa che ha scelto di non rivelarti. O anche qualcosa di cui non è conscio. E non trascuriamo il fatto che nessuno, lui compreso, sa cosa potrebbe diventare…

— Stai dicendo che pensi che potrebbe… cambiare? Diventare un essere pericoloso?

— Sto dicendo che quando si tratta del prodotto del lavoro dei Meliorare, non c'è nulla di certo, nulla di prevedibile. Erano i più brillanti ingegneri genetici del loro tempo, ma anche i più squilibrati. Hanno tentato cose che nessun altro aveva mai osato tentare, ma senza avere alcuna idea dei risultati. E la gran parte dei loro risultati, non erano certo piacevoli da vedere. Pochissimi hanno potuto essere recuperati come esseri umani. E degli altri non si è saputo nulla.

«La mente e il corpo di quel giovanotto sono una bomba a orologeria genetica che potrebbe esplodere in qualunque momento. Ora potrebbe essere quasi normale, dipende da quanta di questa telepatia empatica che dice di possedere, possiede realmente. Può restare normale per molti anni. E poi — aggiunse in tono lugubre, — di colpo potrebbero manifestarsi cambiamenti inaspettati nel corpo, nella mente e nella personalità. Perché credi che il lavoro dei Meliorare sia stato soppresso con tanta decisione?

— Perché le pratiche eugenetiche sugli esseri umani sono proibite dalla Chiesa.

Vandervort fece un sorriso condiscendente. — Le ragioni sono ben altre, mia cara. I Meliorare avevano superato i limiti, stavano armeggiando con i fondamenti stessi dell'umanità. Stavano cercando di migliorare direttamente la natura, eliminando le malattie più gravi direttamente nel patrimonio genetico, riducendo gli effetti dell'invecchiamento, aumentando la forza fisica e aumentando il quoziente intellettivo. Tutto splendido.

«Ma tentarono anche altre cose. Cose spaventose. Cercarono di forzare il corpo umano a raggiungere dei traguardi che non era stato progettato per raggiungere e neppure affrontare. Cercavano di stimolare balzi evolutivi, non solo cambiamenti cosmetici. — Fissò il suo braccio sinistro e l'ingessatura.

— Molti, troppi dei loro esperimenti, si rivelarono dei grotteschi fallimenti. Ci furono parecchie soppressioni misericordiose. Ne ricordo alcune, ero giovane allora, e stavo appena cominciando ad interessarmi all'ingegneria genetica e alle discipline collegate. Crescendo, ho sviluppato anch'io quell'interesse perverso per i Meliorare e il loro lavoro. Tutti gli studenti di ingegneria genetica lo fanno, prima o poi. Si va a scavare tutto quello che si trova, che è molto poco. E si impara abbastanza da capire che i Meliorare erano tanto brillanti quanto folli. Abilità e intelligenza impazzite.

— Ricordi un sacco di cose — fu il sagace commento di Clarity. — Che cosa è successo alla fine ai membri della società? Anch'io ho fatto le mie ricerche quando ero una studentessa e vorrei vedere se concordano con le tue.

— I membri della Società? La maggior parte è stata uccisa durante i combattimenti con le forze di pace che dovevano arrestarli. Pochi hanno scelto di arrendersi e sottoporsi al lavaggio del cervello. Uno di loro — aggiunse senza cambiare tono, — era il fratello minore di mia madre. Non era un membro del circolo ristretto, ma un sostenitore della loro causa.

Clarity la fissò a bocca aperta. — Non avevo idea…

— E come avresti potuto? — Vandervort le rivolse un sorriso gentile. — Non me ne vado in giro con l'informazione ricamata sulla camicia. E non era una cosa di cui la mia famiglia fosse fiera. Un buon biomeccanico, mio zio. Non di un'intelligenza folgorante o innovativa, ma un po' più che moderatamente competente nel suo campo. Solo il fatto che fosse un sostenitore esterno e non fosse coinvolto con gli esperimenti più illegali della Società, gli ha permesso di fuggire.

«Quando ero piccola ed eravamo soli, mi raccontava delle storie. Allora le consideravo divertenti. Hai detto che il tuo Flinx ha provato l'impulso di scaricarsi la coscienza, credo che mio zio provasse la stessa necessità. E così lo faceva con una ragazzina che capiva solo vagamente di cosa stava parlando. Sono sicura che non sospettasse minimamente che un giorno avrei intrapreso la sua stessa strada o che avrei ricordato tutto quello che mi aveva detto, ma è stato così.

«Blaterava di antiche filosofie terrestri e inventava storie sulla creazione di un superuomo, un essere immune dalle malattie e dal dubbio, pieno di vitalità e sicurezza e forza fisica, in grado di affrontare qualunque difficoltà e risolvere qualunque problema.

Clarity rise sollevata. — Non è certo il ritratto di Flinx. È forte, ma non in maniera anormale. Ho conosciuto moltissimi uomini più forti. Mi ha parlato delle sue malattie, quindi non è affatto immune. E per quanto riguarda l'intelligenza, è chiaro che è molto più in gamba della media dei ragazzi di diciannove anni, ma ci sono dozzine di altri fattori a cui si potrebbe attribuire la cosa. Ho passato parecchio tempo con lui e non mi hai mai proposto nuove teorie sulle particelle subatomiche, né ha cercato di spiegarmi la vera natura dello spazio-più. Il lavoro della Società non gli ha fornito altro che l'abilità di leggere le emozioni degli altri; e non abbiamo la certezza che questo sia davvero il risultato dell'operato della Società. Potrebbe essere un mutante emotivo naturale.

— Tutto ciò che dici potrebbe essere perfettamente vero, mia cara. Era questa la cosa triste dei Meliorare. Avevano scopi grandiosi e sogni fantastici, hanno lavorato duramente per raggiungerli, e alla fine non hanno creato altro che miseria e disperazione tra i loro soggetti da esperimento. Almeno Flinx non ha deformità fisiche visibili.

«Quello che la Chiesa e il governo ha combattuto tanto duramente per sopprimere, sono state tutte le informazioni riguardanti questi soggetti che non erano stati distrutti e che non erano deformi o che potevano essere trasformati chirurgicamente per tornare umani. Quei pochissimi, forse due o tre, che potrebbero essere diventati qualcosa d'altro. Qualcosa che i Meliorare, con il loro approccio dispersivo all'eugenetica, non potevano prevedere. Qualcosa di nuovo.

— Come la telepatia empatica?

Vandervort si mise a sedere e cercò di farsi più vicina a Clarity, tutta presa dal racconto. — Poiché avevo un interesse personale per il loro lavoro e la loro storia, ha speso molto più tempo dei miei colleghi a fare delle indagini quando ero studente. Non ho mai perso completamente interesse in quello che consideravo una materia affascinante. Come scienziata, alla fine sono riuscita ad accedere a certi archivi che vengono tenuti segreti al pubblico e ai ricercatori di livello più basso. — Guardò qualcosa sopra la spalla di Clarity, poi abbassò di nuovo lo sguardo.

— Non avevo mai sospettato, nessuno poteva immaginare che qualcuna di quelle persone speciali potesse ancora sopravvivere, anche se è interessante notare che dopo tutti questi anni, gli incartamenti dei Meliorare sono ancora schedati come attivi negli archivi del caso. Individui che il governo è riuscito a salvare sono stati pienamente riabilitati e dichiarati umani. Non ci dovrebbero essere punti oscuri, ma invece ce ne sono.

— E tu pensi che Flinx sia uno di quelli?

— Se quello che afferma è vero, allora tutto è possibile.

— Tuo zio ti ha mai parlato di cose come la telepatia emotiva?

— No, mai. Ma ti racconterò una storia che potrebbe darti da pensare. — Si sistemò meglio sul lettino.

— Ci sono riferimenti indiretti ad un individuo senza nome che venne coinvolto nella cattura dell'ultimo gruppo di membri della Società. Il fatto avvenne su un piccolo mondo, circa, sei anni fa. Il governo pensava di catturarlo con gli altri. I resoconti confermano la possibilità che questo individuo sia imploso spontaneamente, portando con sé un intero magazzino, oltre che un gruppo di forze di pace e i membri della Società.

Clarity la fissò a lungo prima di spezzare quel silenzio imbarazzato con una risata nervosa. — È davvero una storia pazzesca. Anche se è vera, non ha niente a che fare con Flinx, perché lui è qui, lo hai visto avviarsi alla mensa. Ti sembrava imploso?

— Ovviamente no, mia cara.

— Quindi le cronache e la tua storia devono riferirsi a qualcun altro.

— Certo hai ragione. È più che evidente, che, anche se c'era coinvolto, non è imploso. — Non aggiunse altro, ma rimase tranquilla, in attesa che le implicazioni di quel racconto si facessero strada nel cervello della sua brillante protetta.

— Stai suggerendo una cosa che ha ancor meno senso.

— Non sto insinuando proprio nulla. — Vandervort stava osservando i movimenti del personale medico dietro il divisorio. — In ogni caso, è un individuo libero e quello che è o cosa fa, non sono affari nostri.

— Giusto. — Clarity si chiese perché provasse tanto sollievo.

— Adesso corrigli dietro. Ma tieniti a distanza. Non scordare quello che ti ho detto e non essere troppo espansiva. Lo dico per il tuo bene, bambina. Può non essere nulla di più di un gradevole giovanotto, che può essere o no un telepate emotivo, ma se ciò che afferma è vero, un giorno o l'altro potrebbe diventare qualcosa d'altro.

Clarity si alzò dalla sedia. — Credo che tu sia completamente fuori strada. Fino a qui credo di conoscerlo.

— Mia cara Clarity, hai appena finito di dirmi che persino lui afferma di non conoscersi.

— In quel magazzino non poteva esserci lui, dal momento che è qui e tutto d'un pezzo. Spero che il tuo braccio guarisca presto.

— Grazie, cara. Sta guarendo come si deve. Ricorda che tu continui a tutti gli effetti ad essere un'impiegata della Coldstripe. Considera questo periodo di riposo forzato come una vacanza da tempo rimandata. E pagata. Ho già deciso di richiedere la stessa cosa per tutti i sopravvissuti. Sono sicura che i nostri sostenitori lo accetteranno.

— E allora posso anche divertirmi per un po'. — Clarity si volse ed uscì dall'infermeria.

Sì, bambina, pensò Vandervort. Divertiti e fai attenzione a dove metti i piedi.

Il loro affascinante giovanotto non aveva certo l'aspetto di una persona implosa. Era tutto d'un pezzo, intero ed intatto. Il che significava che le supposizioni che aveva letto anni prima erano sbagliate. O che invece qualcuno stava cercando di coprire la verità.

Quella considerazione suggeriva che nel magazzino polverizzato fosse successo qualcosa di inesplicabile. Se questo Flinx era l'individuo a cui ci si riferiva solo con un numero in codice e non era imploso e non si era distrutto mentre tutto il magazzino e i suoi occupanti erano indiscutibilmente andati incontro ai loro destini, allora, cosa era successo in quel giorno e in quell'anno? La cosa era molto più interessante che se fosse realmente imploso. Suggeriva certe idee.

Sdraiata a letto in attesa che il suo braccio si rigenerasse, Alynasmolia Vandervort aveva tutto il tempo di pensare.


Flinx stava mangiando ad una tavola vuota circondata da altre tavole vuote. La ragione del suo isolamento apparve chiara a Clarity non appena entrò nella mensa.

Pip era sdraiata davanti a lui, in tutto lo splendore delle sue scaglie iridescenti, mentre Scrap starnazzava lì vicino. I due serpenti volanti stavano eretti sui ventri scagliosi, in tutto simili ai cobra terrestri, con le ali spiegate a metà. Stavano invocando il cibo.

Mentre dava da mangiare ai minidraghi, Flinx beveva un gran bicchiere di liquido scuro. Una qualche bevanda proteica, pensò Clarity, nutriente e veloce e basta. Le venne in mente che non aveva mai fatto commenti sul cibo. Forse era uno di quegli individui che lo considerava solo come un combustibile di cui non si può far a meno. E questo avrebbe spiegato la sua magrezza muscolosa.

— La Vandervort ti manda i suoi saluti.

Lui sollevò lo sguardo su di lei. — Sono contento che stia meglio. Proprio come sono contento che tutti i guai qui siano stati risolti. Questo significa che potremo partire appena pronti. Ho degli affari di cui devo occuparmi, prima di poter ritornare per studiare a fondo i sumacrea.

Clarity si sedette accanto a lui, ma lasciando un po' di spazio tra loro. — Questa è una cosa di cui dobbiamo parlare, Flinx.

— In che senso? — chiese lui aggrottando la fronte.

— Io sono ritornata al luogo a cui appartengo. Non devo andare da nessun'altra parte.

— Vuoi restare qui? Dopo quello che è successo? — Lanciò un piccolo oggetto salato in direzione di Scrap e osservò il giovane minidrago che saettava di lato per afferrarlo al volo.

— Il mio lavoro è qui e qui ci sono i miei amici, quelli che sono sopravvissuti. Ci sono tante cose che devono essere fatte. Rintracciare il duplicato degli archivi, ricostruire…

— E niente di tutto ciò è responsabilità tua. Sei un ingegnere genetico, non uno specialista in costruzioni. Ho ripensato a quello che hai detto mentre tornavamo qui, a quello di cui abbiamo parlato ed ho pensato che ti sarebbe piaciuto prenderti una vacanza ed andare in qualche posto nuovo. Che ne dici di New Riviera? Non ci sono mai stato neppure io, ma ne ho sentito parlare.

— Tutti hanno sentito parlare di New Riviera. Solo che non è possibile, Flinx. Mi piacerebbe, mi piacerebbe davvero andare in un posto del genere, ho sempre sognato quel tipo di viaggio.

— E allora perché non ci andiamo? Il Teacher non avrebbe difficoltà a portarci. — E le sorrise, un sorriso così aperto e innocente che le spezzò il cuore. — Non siamo stati bene nel viaggio da Alaspin a qui?

Lei distolse lo sguardo, fingendo di osservare i serpenti volanti, ma in realtà incapace di guardarlo negli occhi. — Siamo stati benissimo, ma adesso è arrivato il momento di lavorare.

— Non capisco. Sono sicuro che dopo tutto quello che hai passato, la tua compagnia ti concederebbe certo una licenza. Se si tratta del denaro, se ti imbarazza il fatto che paghi io tutto… — Tese la mano verso di lei e Clarity trasalì. Cercò di trattenersi, ma non ci riuscì. Fu un movimento quasi impercettibile, ma lui se ne accorse.

— Non si tratta di questo, vero? Niente di quello che ho detto ha a che fare con quello di cui stiamo parlando. Ti sei ritratta, di scatto.

— Sono solo nervosa, nient'altro. Ancora troppo sensibile dopo tutti quei giorni al buio, il rapimento, la fuga, la sparatoria. Non è facile dimenticare che ti hanno sparato addosso, come invece sembra che sia per te.

Flinx si chinò per scrutarla in volto. Gli occhi color ambra sembrarono trapassarla fino in fondo. — Qual è la verità, Clarity?

— Te l'ho detto. — Si alzò. Era stato un errore prenderlo così di petto. Aveva pensato di essere in grado di trattare la cosa, ma aveva sbagliato. — Devo tornare. Devo cercare di recuperare…

Si voltò per andarsene e in quell'istante, Flinx l'afferrò per il polso. Raramente era lui a toccare per primo un altro essere umano. Udì l'ansito improvviso, e percepì la paura scorrere dentro di lei. Non paura dell'oscurità, non questa volta. Paura di un diverso tipo di oscurità.

— Di colpo hai paura di me. Gli dèi sanno se ho cercato di tenerti a distanza quando pensavo che stessimo avvicinandoci troppo, ma credevo che le cose fossero cambiate dopo essermi aperto a te. E adesso tutto è cambiato di nuovo. Che cosa è successo? E non cercare di dirmi che mi sto sbagliando.

— Non posso. — La risposta fu un flebile sussurro. — Come faccio? Non potrei nasconderti i miei sentimenti neppure se volessi.

Lui le lasciò il braccio. — No, sento la tua paura. Ma non è una paura diretta, semplice. Sei confusa, non sai quello che provi veramente.

— Ti prego — lo supplicò, — no. — E senza accorgersene, si mise a piangere. — Forse è così. Forse è solo che mi sento a disagio con qualcuno che sa in ogni istante cosa provo.

— Ma non è sempre così. La mia abilità aumenta e svanisce.

— Come faccio a crederti? — Si volse e uscì dalla mensa correndo.

Alcuni dei clienti la seguirono con lo sguardo, poi si voltarono verso Flinx, prima di riprendere a mangiare. Lentamente, Flinx riportò gli occhi sul tavolo. Avvertendo il suo scombussolamento mentale, Pip lo osservò ansiosa. Dopo qualche tempo, riprese a mangiare, ma sempre tenendo d'occhio il padrone. Anche se perplesso, Scrap continuò a mangiare. Flinx occupò una parte della mente con il compito di nutrire i minidraghi.

Che cosa era successo che aveva cambiato l'atteggiamento di Clarity nei suoi confronti? Una cosa era decidere che aveva del lavoro da fare e un'altra era avvertire la paura che aveva sentito nella sua mente quando le aveva afferrato il braccio. Nel viaggio da Alaspin, era stata lei quella che aveva flirtato e scherzato per tutto il tempo. Ora, tutto il brio era scomparso.

Ed era una cosa che non aveva nulla a che fare con il viaggio cieco che avevano fatto attraverso le caverne inferiori di Longtunnel. L'avversione che aveva percepito era diretta a lui, non all'esperienza che avevano condiviso insieme. Senza dubbio i sumacrea sarebbero stati in grado di interpretarla, ma lui non era altrettanto abile, altrettanto sensibile. Lui non poteva far altro che avvertire la realtà di questa paura, senza capire le ragioni che la causavano.

E fu in quel momento che si rese conto che era innamorato di lei. Non essendosi mai innamorato prima, non aveva alcuna familiarità con quel processo e fino a quel momento non era stato in grado di riconoscerlo. Il suo amore per Madre Mastino era stato di tipo diverso, come lo era stato l'affetto contenuto per donne come Atha Moon. Ma questa era una cosa diversa, molto diversa.

Era stata Clarity a cercare una relazione più intima. Era stata lei ad avere il dito pronto a tirare il suo grilletto emotivo e adesso si ritirava. Non era giusto. Sconcertato, si rese conto che gli anni passati a studiare le emozioni degli altri, non erano riusciti a prepararlo ad affrontare le proprie. Era lei che stava manipolando lui, mentre avrebbe dovuto essere il contrario.

Quello che veramente lo feriva, era il fatto che non riusciva a vedere una ragione per questo suo improvviso cambiamento. Forse essere ritornata tra i suoi amici e colleghi le aveva fatto capire quanto le fossero mancati loro e la loro compagnia. Jase era sopravvissuto all'attacco dei fanatici. La relazione con quell'uomo era forse più profonda di quanto avesse fatto capire?

Dopo tutto, cosa poteva trovarci in lui, un ragazzo appena uscito dall'adolescenza? A parte il fatto che lui non aveva mai avuto un'adolescenza.

Se fosse stato normale, se non fosse stato in grado di leggere le sue emozioni, avrebbe potuto reagire meglio. Era già abbastanza brutto veder rifiutato il proprio amore, ma sapere che qualcuno per il quale provi dei sentimenti tanto forti ha paura di te, era peggio ancora. Sarebbe stato meglio essere ciechi e ignoranti; in quel caso, non sarebbe stato ferito, solo sconcertato. Il suo talento funzionava quando avrebbe voluto essere sordo e gli veniva a mancare quando invece ne aveva un disperato bisogno. A che cosa diavolo gli serviva quella maledetta cosa?

Va bene, per qualche ragione non prova più alcun interesse per te. Ti teme. Perché no? È un atteggiamento sensato. L'avevi messa in guardia tu stesso, sciocco che non sei altro. Sei uno scherzo di natura reo confesso. Lei è più vecchia di te, anche se non di moltissimo, ed è una scienziata famosa. Tu lei hai salvato la vita e per un po' non ha saputo come fare per esprimerti la sua gratitudine. Adesso che è tornata tra i suoi sana e salva, non ha più bisogno della tua protezione. È facile per lei vederti come sei. Nulla è veramente cambiato.

Gli occhi e la gola gli bruciavano. Le cose stavano così. E così probabilmente sarebbero sempre state per lui, quindi avrebbe fatto meglio ad abituarcisi.

Dovrai adattarti a quello che sei, si disse. Dovrai diventare come Truzenzuzex e Bran Tse-Mallory: calmo, logico, analitico in tutto. In quel modo era molto più facile assorbire e trattenere nuove conoscenze, senza inutili distrazioni emotive. Tu sei quello che sente quello che gli altri sentono. E dovresti essere l'ultima persona che si lascia sopraffare dalle proprie emozioni. Finisci il pranzo e vattene, vattene da questo posto.

Bevve un lungo sorso della bevanda proteica al gusto di carota e questa gli scivolò in gola fredda e insapore. No, niente era cambiato. C'era sempre l'intero Commonwealth da esplorare e studiare. L'avrebbe studiato, come aveva progettato e un giorno, ripensando a questo incontro, non lo avrebbe considerato altro che una delle tante esperienze di vita e di apprendimento. La conoscenza in sé e per sé. La conoscenza di ciò che qualcun altro poteva provare per lui. Una lezione di gran valore. Questa abilità di allontanare razionalizzando anche le più grandi delusioni era meravigliosamente semplice, una volta che ci si applicava.

Andare da un'altra parte, trovare un altro mondo sconcertante e farlo apparire sul proiettore olografico. Un mondo scelto a caso. Non uno come New Riviera, dove si poteva diventare pigri e vulnerabili e neppure pericoloso come Alaspin. Una via di mezzo. Un posto che trasudasse normalità. Un mondo in via di sviluppo, tranquillo, soddisfatto, normale, come Colophon o Kansastan, dove nessuno sapeva niente di lui e delle sue abilità. Dove non avrebbe dovuto confessare di essere proprietario di un'astronave. Dove avrebbe potuto scomparire tra le masse del genere humanx e osservare, mentre maturava. La cosa di cui aveva più bisogno in quel momento era la calma. Voleva restare solo, tra la gente, senza essere importunato.

A parte il fatto che una cosa simile non era mai veramente possibile.

Se ne stava seduto, contento di essere riuscito a venire a patti con se stesso, quando un'ombra gli si parò dinnanzi. Tutte le sue risoluzioni e decisioni svanirono all'istante mentre si voltava con il cuore in gola, pensando che fosse Clarity che era tornata per dirgli che aveva sbagliato, e che non doveva credere ad una sola parola di quello che aveva detto.

E invece si trovò a guardare un uomo alto, che indossava la divisa della Sicurezza del porto. Portava il berretto leggermente inclinato a destra e la manica destra dell'uniforme era tagliata. Attraverso gli strappi, brillava la pellicola di pelle artificiale, segno che qualche medico aveva effettuato una frettolosa ma efficace medicazione.

— Lei è il visitatore che si fa chiamare Flinx?

Pip afferrò l'ultimo boccone e lo trangugiò intero. Lo sguardo dell'ufficiale colse il movimento del serpente volante e Flinx percepì il lampo di paura, per altro ammirevolmente breve.

— Visto che ormai sembra che tutti sappiano chi sono, non credo che abbia molto senso cercare di negarlo. — Rendendosi conto che il suo tono doveva suonare alquanto bellicoso a quell'estraneo educato, aggiunse: — Mi scusi. Io e i miei amici siamo appena usciti da un'esperienza alquanto faticosa. Incredibile come corrano le voci.

— Vero? Sono Feng Kikoisa, il capo della Sicurezza. O di quello che ne è rimasto. — Sembrava sulla cinquantina, resistente come la duralega, il tipo di professionista in grado di cavarsela in un mondo come Longtunnel.

— Abbiamo un'astronave in orbita geosincrona. Il prossimo arrivo non è previsto prima di un mese. Mi dicono che quella nave forse è sua.

Flinx fece dondolare un dito davanti a Pip e osservò il minidrago giocare. — Immagino di non poter negare nulla, oggi. Sto forse violando qualche regolamento?

— Anche se fosse, non avrebbe importanza. Nessuno è in una posizione da trovare qualcosa da ridire. Io sono contentissimo che lei sia qui.

Flinx piegò la testa di lato per osservare l'ufficiale. — È bello essere popolari. E allora perché penso che le cose non stiano proprio così? — Aveva un'idea piuttosto chiara di dove volesse andare a parare quel discorso.

— Direi che lei è molto osservatore. Sono certo che avrà notato quanto siano limitate le nostre disponibilità. Nessuno si sarebbe mai aspettato di dover far fronte ad una cosa di questo genere. Non abbiamo abbastanza provviste, non abbiamo il giusto tipo…

— Li porterò io — disse Flinx in tono stanco.

L'ufficiale venne colto alla sprovvista dalle maniere brusche di Flinx e forse anche dal fatto che non avrebbe potuto sciorinare tutto il bel discorsino che si era accuratamente preparato.

— Non sono moltissimi. — L'ufficiale parlò come se ancora non riuscisse a credere che la sua richiesta fosse stata già accolta.

— Ho detto che li porto. — Che altro poteva fare? Andarsene e creare un sacco di chiacchiere su di sé? — Non sarà una sistemazione comodissima. Non ho una nave di linea. Ci sono solo tre stanze comuni.

— In qualunque posto metta i feriti gravi, staranno sempre più comodi che qui. Il personale medico suggerisce di portarli a Thalia Maggiore o Minore.

Flinx rifletté. — Preferirei portarli su Gorisa. La distanza é più o meno la stessa.

— Gorisa? Io non ci sono mai stato, ma ne ho sentito parlare. Tutti in questo settore conoscono Gorisa. Non vedo nulla da obiettare. Non che ci troviamo in una posizione da discutere o darle ordini. Il suo è un vascello privato.

— Lo è, infatti.

— Informerò i miei colleghi della sua generosa offerta. Mi dicono che per alcuni dei feriti il tempo è di importanza capitale. Quando può partire?

— Adesso, subito.

— Davvero molto generoso, da parte sua. — Il capo della sicurezza si era preparato a implorare e gridare. E invece si era ritrovato sopraffatto dalla pronta generosità di quel giovane. In realtà non si trattava di generosità, non del tutto, almeno. In parte si trattava di mantenere una copertura e in parte Flinx voleva andarsene da Longtunnel al più presto possibile.

— Potreste anche inoltrare il rapporto ufficiale degli eventi alle autorità. Un peccato che non abbiamo alcuna descrizione e non sappiamo nulla della nave usata dagli assalitori.

— Lo invierò per mezzo di trasmissione ad alta velocità nell'istante stesso in cui emergeremo dallo spazio più — assicurò all'ufficiale. — Quanti viaggi pensa che dovrà fare la navetta per portare tutti a bordo?

— Mi sono preso la libertà di ispezionare la sua astronave; direi che due potranno bastare. Della maggior parte dei feriti possiamo occuparci anche qui. Lei porterà quelli che hanno perso degli arti o hanno organi danneggiati. Qui non abbiamo una banca degli organi o le attrezzature per la rigenerazione. Verranno anche un paio di medici, per prendersi cura di loro durante il viaggio. — Kikoisa esitò, poi distolse lo sguardo. — Non so davvero come esprimerle la…

— I ringraziamenti non sono necessari. Chiunque nella mia posizione avrebbe fatto lo stesso. — Questo non era necessariamente vero, ma Flinx non era abituato ad accettare il merito di una buona azione, anche quando gli spettava.

— Ragione in più per ringraziarla. — Il tenente si voltò e uscì dalla mensa a passo sostenuto, senza dubbio per portare le buone notizie alle autorità dell'installazione.

Flinx trangugiò metodicamente il resto della sua bibita e pensò.

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