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Se le due mogli avessero confrontato i videogrammi che lui aveva mandato, pensava Norton più divertito che preoccupato, in avvenire avrebbe avuto doppio lavoro da fare. Finora, infatti, si limitava a dettare un lungo videogramma e a farlo duplicare, aggiungendo poi qualche messaggio personale per ciascuna, prima di inviare le copie identiche sulla Terra e su Marte.

Naturalmente, era molto improbabile che la sua ipotesi si realizzasse perché, nonostante gli sconti per le famiglie degli spaziali, i viaggi interplanetari erano molto costosi. E poi che motivo avrebbero avuto di volersi conoscere di persona? Le sue famiglie erano in ottimi rapporti, e si scambiavano gli auguri nelle ricorrenze e negli anniversari. Comunque, tutto sommato, era meglio che le due donne non si fossero mai incontrate, né che s'incontrassero mai. Myrna era nata su Marte e non poteva sopportare la forza di gravità della Terra. E Caroline detestava i viaggi.

— Scusami se ho tardato di un giorno a trasmettere — disse Norton dopo aver finito di dettare gli indirizzi, — ma, che tu lo creda o no, sono stato fuori per trenta ore.

«Non aver paura, la situazione è sotto controllo, e tutto fila alla perfezione. Ci sono voluti quasi due giorni, ma finalmente siamo riusciti a trovare il modo di uscire dal compartimento stagno. Se avessimo capito come comportarci, ce la saremmo sbrigata in due ore. Ma non volendo correre rischi, abbiamo prima immesso delle telecamere e abbiamo esaminato, centimetro per centimetro, i portelli per essere sicuri che non si chiudessero alle spalle dopo il nostro ingresso.

«Ogni compartimento è costituito da un cilindro girevole con un'apertura laterale. Si entra in questa apertura, si imprime al cilindro una rotazione di ottanta gradi, e l'apertura viene a trovarsi in corrispondenza di un'altra, identica, da cui si entra in Rama. Fluttuando, naturalmente.

«I ramani hanno fatto le cose per bene. Ci sono tre compartimenti stagni cilindrici, uno dopo l'altro, immediatamente sotto la corazza esterna dello scafo e sotto l'imboccatura della scatola di pillole che funge da accesso. Non riesco a immaginare come sia possibile guastarli, salvo mettendoci un esplosivo. Nel caso che un compartimento non funzioni, ce ne sono altri due.

«E questo non è ancora niente! L'ultimo portello si apre su un corridoio dritto lungo circa mezzo chilometro. È pulito e in ordine perfetto, come del resto tutto quello che abbiamo visto finora. A intervalli di qualche metro ci sono piccoli fori, in cui probabilmente erano installate delle luci, ma che adesso sono spente, e ti confesso, fanno un po' paura. Ci sono anche due fessure parallele, larghe circa un centimetro, che corrono per tutta la lunghezza del tunnel. Pensiamo che fossero rotaie su cui correvano vagoncini adibiti al trasporto del materiale o delle persone. Se li avessimo trovati, ci saremmo risparmiati un bel po' di fatica… posto che fossimo riusciti a farli funzionare.

«Ho già detto che il tunnel è lungo mezzo chilometro: i nostri sismografi sonori hanno rivelato che questo è lo spessore dello scafo, così siamo finalmente arrivati all'interno. Alla fine del tunnel non siamo rimasti sorpresi nel trovare un altro compartimento cilindrico.

«E poi un altro, e un altro ancora. A quanto pare i ramani fanno tutte le cose a tre a tre. Adesso siamo nell'ultimo compartimento stagno in attesa che dalla Terra ci arrivi il permesso di passare nell'interno vero e proprio di Rama. Dista solo pochi metri da noi, e tirerò un bel sospiro quando la suspense sarà finita.

«Ti ricordi Jerry Kirchoff, il Comandante in seconda, che ha una biblioteca di libri veri così voluminosa, che non hanno potuto emigrare dalla Terra? Be', Jerry mi ha parlato di una situazione analoga a questa verificatasi al principio del ventunesimo… no, ventesimo secolo. Un archeologo scoprì la tomba di un re egiziano, la prima che non fosse stata saccheggiata dai predoni. Per scoprire l'ingresso, i suoi operai dovettero lavorare mesi e mesi, passando da un locale all'altro, finché non arrivarono all'ultimo muro. Poi aprirono una breccia nei mattoni e l'archeologo accese una lampada e guardò dentro. Davanti ai suoi occhi c'era una stanza piena zeppa di tesori, oro e gioielli di valore incommensurabile.

«Forse anche Rama è una tomba, questa ipotesi ci sembra sempre più probabile. Non abbiamo mai sentito, almeno finora, il minimo rumore, il minimo indizio di una qualsiasi attività.

«Be', domani ne sapremo di più.»

Norton sospese la trasmissione. Che altro poteva dire prima di passare ai messaggi personali separati per le due famiglie? Di solito non scendeva in particolari, ma quella era una circostanza a dir poco insolita. Poteva anche darsi che quello fosse l'ultimo videogramma che le sue famiglie avrebbero ricevuto da lui. Era doveroso da parte sua informarle minuziosamente.

Quando avrebbero visto le immagini e letto le sue parole, lui si sarebbe già trovato all'interno di Rama… Nella buona o nella cattiva sorte.

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