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Il missile si trovava a cinque milioni di chilometri quando il bagliore dei suoi razzi frenanti risultò chiaramente visibile al telescopio della Endeavour. Ormai il segreto era già stato svelato, e Norton, a malincuore, aveva ordinato per la seconda volta di evacuare Rama. Ma non aveva intenzione di decollare, se non in caso estremo.

Lo sgradito messaggio di Mercurio completò la manovra di rallentamento a soli cinquanta chilometri da Rama, che tenne sotto la sorveglianza delle sue telecamere. Oltre ad esse, erano chiaramente visibili parecchie piccole antenne e un grande paraboloide direzionale puntato verso Mercurio. Norton avrebbe voluto sapere quali informazioni partivano e quali arrivavano lungo quel canale.

Eppure gli hermiani non potevano apprendere niente che già non sapessero. Tutto quello che la Endeavour aveva scoperto era stato divulgato nell'intero sistema solare. Quel missile spaziale, che aveva superato tutti i record per arrivare fin lì, doveva servire unicamente a uno scopo ben preciso. E di quale scopo si trattasse l'avrebbero saputo fra poco, perché l'ambasciatore hermiano avrebbe parlato fra tre ore all'Assemblea Generale dei Pianeti Uniti.

Ufficialmente, il missile non esisteva. Non aveva nessun segno d'identificazione e non trasmetteva su nessuna frequenza standard. Era una gravissima infrazione alle leggi vigenti, ma la Guardia Spaziale non aveva ancora elevato una protesta formale. Tutti aspettavano, nervosi e impazienti, di vedere quale sarebbe stata la prossima mossa di Mercurio.

L'esistenza del missile era stata annunciata da tre giorni, e gli hermiani avevano mantenuto un ostinato silenzio in proposito. Evidentemente, il silenzio favoriva il loro progetto.

Alcuni psicologi sostenevano che era impossibile comprendere a fondo la mentalità di chi era nato e cresciuto su Mercurio. Esiliati per sempre dalla Terra, la cui gravità era tre volte superiore, gli hermiani potevano tutt'al più andare sulla Luna e guardare attraverso lo stretto abisso il pianeta dei loro antenati, a volte dei loro stessi genitori, ma che non avrebbero mai potuto visitare di persona. Era perciò inevitabile che si dimostrassero non attratti dalla Terra.

Fingevano di disprezzare la pioggia, i campi ondulati, i laghi e i mari, il cielo azzurro… insomma tutto quello che a loro era dato di conoscere solo per immagine. E poiché il loro pianeta era inaridito dal Sole al punto che la temperatura diurna saliva spesso a 600 gradi, ostentavano una durezza spavalda che però non reggeva a un'attenta indagine. Infatti erano portati a una naturale debolezza fisica, e riuscivano a sopravvivere solo in ambienti totalmente isolati dall'esterno. Anche se ne avesse potuto sopportare la forza di gravità, un hermiano non avrebbe retto al calore di una giornata equatoriale terrestre.

Però, nelle cose veramente importanti, erano dei duri. La pressione psicologica dell'astro incandescente così vicino, i problemi tecnici da risolvere per domare quel pianeta ribelle e strappargli tutto ciò che era necessario alla sopravvivenza, avevano avuto come risultato una civiltà spartana e, sotto molti punti di vista, ammirevole. Ci si poteva fidare a occhi chiusi degli hermiani, se promettevano una cosa avrebbero mantenuto a qualunque costo la promessa, anche se poi il conto si sarebbe rivelato salato. Ripetevano sovente che se il Sole avesse mai dato segno di voler diventare una nova, lo avrebbero contratto per metterlo sotto controllo… dopo un accordo sul prezzo. E i non hermiani dicevano che se un bambino dimostrava interesse per l'arte, la filosofia o la matematica astratta, lo rimandavano subito nelle fattorie idroponiche. Ma nessuno scherzava sul tema dei criminali e degli psicopatici: il delitto era uno dei lussi che Mercurio non si poteva permettere.


— Messaggio urgentissimo dalla Terra, Comandante — comunicò la plancia. — Vocale. Segue conferma scritta. Da parte del Comandante in capo. Pronto a riceverlo?

— Controllate e archiviate il testo. Pronto a ricevere il messaggio orale.

La voce dell'Ammiraglio Hendrix era calma e formale come se stesse impartendo qualche ordine di normale amministrazione, invece di trattare una questione unica nella storia dello spazio. Comunque, lui non si trovava a pochi chilometri dalla bomba.

— C in C al Comandante della Endeavour. Questo è un rapido sommario della situazione quale la vediamo attualmente. Sapete che l'Assemblea Generale si riunisce alle quattordici e ascolterete quanto verrà detto nel corso della seduta. È probabile che dobbiate tenervi pronto ad agire immediatamente, senza chiedere consiglio. Questo il motivo del mio messaggio.

«Abbiamo analizzato le foto che ci avete mandato. Il veicolo è una normale sonda spaziale modificata per altoimpulso e probabilmente funzionante a laser nello stadio iniziale. Dimensioni e massa corrispondono a quelli di una bomba nucleare da cinquecento a mille megaton. Gli hermiani si servono normalmente di cariche da cento megaton per gli scavi minerari, quindi non hanno avuto difficoltà a mettere insieme una testata nucleare di tale portata.

«Secondo i nostri esperti, inoltre, questa sarebbe la potenza minima richiesta per distruggere un oggetto come Rama. Se sarà fatta detonare nel punto più sottile dello scafo, cioè sotto il Mare Cilindrico, provocherà uno squarcio tale da disintegrarlo completamente, con l'ausilio del suo moto rotatorio.

«Nutriamo fondate speranze che se gli hermiani hanno intenzione di compiere un simile gesto, vi preavvertiranno in modo da darvi il tempo necessario per allontanarvi da Rama. Vi informiamo che i raggi gamma dell'esplosione potrebbero essere dannosi fino a mille chilometri.

«Ma questo non è il pericolo più grave. I frammenti di Rama, pesanti tonnellate, e dotati di moto rotatorio a una velocità di quasi mille chilometri all'ora, potrebbero distruggervi a distanza illimitata. Vi raccomandiamo perciò di procedere nel senso dell'asse, in quanto in quella direzione non vi saranno frammenti. Diecimila chilometri dovrebbero essere una buona distanza di sicurezza.

«Il messaggio non è cifrato in quanto non può essere intercettato: lo invio su frequenza multipla pseudoirregolare. La vostra risposta potrebbe non essere altrettanto sicura, perciò parlate con discrezione e ricorrete se necessario al codice. Vi chiamerò immediatamente appena conclusa la discussione all'Assemblea Generale. Messaggio concluso. C in C. — Chiudo.»

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