8

— Gaspard — proseguì la metà più alta e più magra dell’Editrice Razzi, quando ebbe recuperato il controllo di sé — senza dubbio voi siete l’idealista più fanatico che si sia mai cacciato in un sindacato conservatore. Atteniamoci ai fatti: i mulini-a-parole non sono robot, non sono vivi: parlare di assassinio è semplice poesia. Gli uomini costruirono i mulini-a-parole, gli uomini li diressero. Sì, gli uomini, e io fra loro, come ben sapete, controllavano le buie, infinite connessioni elettroniche nel loro interno, proprio come gli antichi scrittori dovevano dirigere le attività della loro mente inconscia… di solito in modo molto inefficiente.

— Be’, per lo meno quegli antichi autori avevano menti inconsce — disse Gaspard. — Non sono certo che noi le abbiamo. Certamente non abbiamo menti inconsce abbastanza ricche da servire come modelli ai nuovi mulini-a-parole e da riempire i loro banchi-memoria.

— Eppure, questo è un punto molto interessante — insistette blandamente Cullingham — ed è importante tenerlo presente, qualsiasi siano i mezzi su cui dovremo ripiegare per fronteggiare l’approssimarsi d’una carestia narrativa. Molta gente crede che i mulini-a-parole siano stati inventati e adottati dagli editori perché la mente d’un solo scrittore non poteva più contenere l’enorme quantitativo di materiale grezzo necessario per produrre una convincente opera narrativa, poiché il mondo e la società umana e le sue infinite specializzazioni erano diventati così complessi che una sola persona non poteva comprenderli. Sciocchezze! I mulini-a-parole furono adottati perché erano più efficienti dal punto di vista editoriale.

“Verso la fine del Ventesimo secolo, quasi tutta la narrativa era scritta da pochi, formidabili direttori editoriali, nel senso che fornivano i temi, le trame grezze, lo stile, i colpi di scena. Gli scrittori si limitavano a riempire questi schemi. Naturalmente, una macchina che poteva venire acquistata e tenuta in un determinato posto era incomparabilmente più efficiente di una scuderia di scrittori che galoppavano in giro, cambiando editori, organizzando sindacati e leghe, chiedendo diritti d’autore sempre più alti, procurandosi psicosi e macchine sportive e amichette costose e figli neurotici, facendosi venire crisi ogni tanto e addirittura tentando di infilare bizzarre concezioni personali nelle vicende perfezionate dai direttori editoriali.

“In realtà, i mulini-a-parole erano tanto più efficienti degli scrittori che questi ultimi potevano essere conservati come un innocuo motivo di richiamo… ma naturalmente a quell’epoca, ormai, i sindacati degli scrittori erano così potenti da rendere impossibile questo compromesso.

“Tutto questo serve a mettere in rilievo la questione principale : le due attività che riguardavano lo scrivere sono oggi l’inconscio, quotidiano lavoro di mescolatura e la direzione o programmazione ispirata. Queste due attività sono completamente distinte ed è meglio che vengano compiute da due persone o meccanismi distinti. In realtà il nome del genio direttivo, che oggi è chiamato programmatore invece che direttore editoriale, dovrebbe sempre apparire, per amore di giustizia, su ogni volumetto e su ogni nastro d’ascolto insieme a quelli dell’autore e del mulino-a-parole… Ma mi sto allontanando troppo dall’argomento che intendevo sottolineare, e cioè che la suprema forza direttiva è sempre rappresentata da un uomo”.

— Forse, signor Cullingham — disse controvoglia Gaspard. — E voi eravate un bravo programmatore, lo ammetto, se la programmazione è difficile e importante come voi sostenete… del che francamente io dubito. I programmi fondamentali non furono creati nello stesso tempo in cui furono costruiti i mulini-a-parole? — Cullingham scosse il capo, poi scrollò lievemente le spalle. — Comunque — continuò Gaspard — penso sempre che il Maestro Parolaio della Whittlesey scrisse una volta, senza bisogno di programmazione, tre romanzi seri e un romanzo di fantascienza che si vendettero magnificamente. Forse questa è stata una invenzione dell’ufficio pubblicità, direte voi, ma io crederò il contrario fino a che non ne avrò avuto le prove. — Il tono amaro ritornò nella sua voce. — Proprio come crederò che i miei colleghi sappiamo scrivere libri quando li avrò letti e sarò arrivato a pagina due. Hanno fatto la voce grossa per mesi interi, ma io aspetterò fino a che il succo comincerà veramente a scorrere e le parole cominceranno a fioccare.

— Scusate, Gaspard, — intervenne Flaxman — ma vi dispiacerebbe abbassare il tono sentimentale e alzare il tono concreto? Mi piacerebbe sapere qualcosa di più sullo sconquasso nel Viale. Cos’è successo alle proprietà della Razzi, per esempio?

Gaspard si raddrizzò con una smorfia.

— Ecco — disse, semplicemente — tutti i vostri mulini-a-parole sono rovinati… rovinati in modo che non è possibile ripararli. Tutto qui.

— Ts, ts — fece Flaxman, scuotendo il capo.

— Spaventoso — fece eco Cullingham.

Gaspard guardò prima l’uno poi l’altro dei due soci con profondo e confuso sospetto. I loro deboli sforzi per mostrarsi preoccupati riuscivano soltanto a dare loro l’aria di due grossi gatti satolli di panna rubata, che nascondessero sotto la pelliccia la mappa del passaggio segreto che portava al frigorifero del macellaio.

— Mi capite, voi due? — disse. — Ve lo dirò chiaro. I vostri tre mulini-a-parole sono stati distrutti… uno con una bomba, due con i lanciafiamme. — E spalancò gli occhi mentre ricordava la scena. — È stato un assassinio, signor Flaxman, uno spaventoso omicidio. Ricordate quello che noi chiamavamo Rocky? Rocky il Fraseggiatore? Era soltanto un vecchio Cervello Elettronico per Libri Rilegati della Harper, ricostruito nello 07 e nel 49, ma io non mi sono mai lasciato sfuggire uno dei suoi libri… ebbene, ho dovuto vedere il vecchio Rocky annerirsi, contorcersi e sfrigolare. E il nuovo amico della mia ragazza era quello che manovrava la canna del lanciafiamme!

— Ts, ts. Il nuovo amico della vostra ragazza — disse Flaxman, cercando di mostrarsi sollecito e, nello stesso tempo, di sogghignare. La sua compostezza e quella di Cullingham erano senza dubbio innaturali.

Gaspard annuì furioso.

— Il vostro grande Homer Hemingway, fra l’altro! — scattò cercando di provocare in qualche modo una reazione. — Ma Zane Gort gli ha scottato il fondo dei pantaloni.

Flaxman scosse il capo.

— Questo è un mondo malvagio — disse. — Gaspard voi siete un eroe. Finché tutti gli altri scrittori sono fuori causa, vi terremo, pagandovi il quindici per cento delle tariffe sindacali. Ma non mi piace che uno dei nostri robot abbia fatto del male a un umano. Ehi, Zane!… come robot indipendente dovrete pagare le spese, se vi sarà una causa contro l’Editrice Razzi. È nel vostro contratto.

— Homer Hemingway si era meritato ogni colpo che Zane gli ha dato — protestò Gaspard. — Quel sadico bruto ha usato il lanciafiamme contro la signorina Blushes.

Cullingham li guardò con aria interrogativa.

— La robicchia rosa che hanno portato qui Zane e Gaspard — spiegò Flaxman. — La nostra ispettrice, la nuova robicchia della censura governativa. — Scrollò il capo, sogghignando. — Così adesso, la verità nuda e cruda è che abbiamo una censoressa e nessun testo da censurare. Si può immaginare una ironia maggiore? È una dannata faccenda, questo sì. Credevo che conoscessi la signorina Blushes, Cully.

In quel momento una voce alta e dolce si levò dietro di loro, stridente ma sognante.

— Discutere l’espressione “verità nuda e cruda”. Cancellare “dannata”. Sostituire “conoscessi” con “fossi stato presentato a”. Oh, povera me, dove sono? Cosa mi succede?

La signorina Blushes si era levata a sedere e faceva scattare le chele. Zane Gort si stava inginocchiando accanto a lei e le passava teneramente un tampone umido sul fianco ustionato: la spiacevole alterazione del colore era quasi scomparsa. Poi Zane ripose il tampone in uno sportellino che aveva sul petto e sorresse con un braccio la robicchia.

— Dovete stare tranquilla — disse. — Tutto andrà per il meglio. Siete fra amici.

— Davvero? Come posso esserne sicura? — La robicchia si allontanò da Zane, si tastò e richiuse frettolosamente molti minuscoli sportelli. — Oh, che cosa mi avete fatto! Io ero qui distesa, così in mostra! Quegli umani mi hanno visto con tutte le mie prese scoperte!

— Era necessario — le assicurò Zane. — Avevate bisogno di elettricità e di altre attenzioni. Avete corso un serio pericolo. Adesso dovete riposare.

— Altre attenzioni, proprio! — strillò la signorina Blushes. — Cosa intendete con questo, offrire di me uno spettacolo scandaloso?

— Credetemi, signorina — si intromise Flaxman — noi siamo gentiluomini… non vi abbiamo guardata di straforo… anche se devo dire che siete una robicchia estremamente attraente: se i libri di Zane avessero copertine, vi chiederei di posare per esse.

— Sì, con le prese scoperte e i tappi dell’olio svitati, immagino! — disse rabbrividendo la signorina Blushes.

Загрузка...