Capitolo sedicesimo

Peter non intendeva permettere che la recente celebrità interferisse nelle sue cene settimanali con Sarkar al Sonny Gotlieb’s Restaurant. Quel martedì sera c’era tuttavia un argomento particolare che voleva esplorare con l’aiuto dell’amico, così quando furono a tavola cominciò, senza preamboli:

— Come fate per creare un’intelligenza artificiale? Tu lavori in questo campo; come procedi?

Sarkar ebbe un attimo di sorpresa. — Be’, ci sono molti modi. Se vogliamo un sistema per la programmazione finanziaria, consultiamo diversi programmatori finanziari e poniamo loro molte migliaia di domande. Poi trasformiamo le risposte in una serie di regole che possano essere espresse in codici per computer, con un linguaggio di programmazione. Ad esempio: se A corrisponde al vero e B anche, scegliere la soluzione C.

— Ma come usate lo scanner cerebrale che la mia ditta ha costruito per voi? Non eseguite ancora registrazioni encefaliche complete di singoli individui?

— Stiamo facendo buoni progressi in questa direzione. Abbiamo un prototipo chiamato RICKGREEN, ma non siamo pronti a renderlo pubblico. Tu conosci quel commediografo, Rick Green, no?

— Sicuro.

— Gli abbiamo fatto uno scan completo. Ne è risultato un sistema capace di raccontare barzellette divertenti come quelle che racconta il vero Rick. E dandogli accesso alla Canadian Press e ai notiziari UPI può perfino creare nuove battute di spirito.

— Okay, allora voi potete praticamente clonare una mente umana su un supporto di silicone…

— Aggiornati col ventunesimo secolo, Peter. Oggi si usa arsenicato di gallio, non silicone.

— Qualunque cosa sia.

— Ma quello che hai toccato è il lato più pregnante del problema: oggi siamo quasi al punto in cui possiamo registrare e poi clonare una particolare mente umana… peccato che una tecnica simile non esistesse quando era in vita Stephen Hawking. Ma sono molto poche le applicazioni in cui ci occorrono le conoscenze di una sola persona. Per realizzare la maggior parte dei sistemi esperti quello che serve sono le conoscenze combinate di molti professionisti. Fino a questo momento non c’è modo di combinare, diciamo, Rick Green e Jerry Seinfeld, o di costruire una rete neurale combinata Stephen Hawking/Mordecai Almi. Benché io abbia molta fiducia nelle future possibilità di questa tecnologia, sospetto che ci sarà richiesto soprattutto di duplicare le menti di autoritari politicanti o di grossi capitalisti convinti che gli eredi avranno bisogno di esser guidati dalla loro esperienza anche dopo la loro morte.

Peter annuì.

— D’altra parte — continuò Sarkar, — una registrazione cerebrale completa risulta troppo costosa e richiede un banco dati notevole. Quando abbiamo creato RICKGREEN, tutto ciò che ci interessava realmente era il suo senso dell’umorismo. Ma il sistema ci ha dato anche tutto il resto delle conoscenze di Rick, incluso il modo in cui aveva allevato i suoi figli, l’esperienza incredibilmente vasta nella costruzione di modellini di treni, che sono il suo hobby, e perfino le sue capacità culinarie, cosa che nessuno col cervello a posto vorrebbe emulare o consultare.

— Non potete praticare una selezione per isolare ed estrarre solo il suo senso dell’umorismo?

— Questo è difficile. Stiamo diventando bravi nel decodificare ciò che fanno le diverse reti neurali, ma nel cervello ci sono troppi collegamenti e sovrapposizioni. Quando abbiamo cercato di cancellare la parte che riguardava l’allevamento dei figli, abbiamo scoperto che il sistema non riusciva più a costruire battute di spirito sulla vita in famiglia.

— Ma potete eseguire un duplicato preciso di una particolare mente umana all’interno di un computer?

— È una tecnica ancora troppo nuova, Peter. Ma, oggi come oggi, sì, il duplicato sembra preciso.

— E potete, almeno fino a un certo punto, decodificare le funzioni delle varie interconnessioni neurali?

— Sì — disse Sarkar. — Ma come ti ripeto questo lo abbiamo tentato soltanto sul prototipo RICKGREEN… e quello è un modello limitato.

— E una volta che avete identificato una funzione, potete cancellarla dal simulacro dell’intero cervello?

— Se teniamo presente che cancellare una funzione mentale può alterare il funzionamento di altre che non sembrano correlate con essa, la risposta è sì. Secondo me siamo al punto di poter riuscire in un tentativo del genere.

— Va bene — disse Peter. — Lascia che ti proponga un esperimento. Diciamo di poter eseguire due registrazioni complete, due copie della mente di una stessa persona. In una di esse tu tagli via tutto ciò che è legato al corpo fisico: le reazioni ormonali, gli stimoli sessuali e cose del genere. Dalla seconda elimini invece ogni cosa correlata al decadimento del corpo, la paura della vecchiaia e della morte e simili.

Sarkar stava ripulendo il piatto dagli ultimi resti del pesce alla griglia. — E quale sarebbe lo scopo?

— Il primo simulacro potrebbe servire a dare una risposta alla domanda che tutti continuano a farmi: com’è la vita dopo la morte? Quale parte dell’identità umana può esistere, una volta separata dal corpo? Per contro, circa la faccia terrena dell’esistenza, immagino che potremmo ottenere risposte dal secondo simulacro… un essere che sa d’essere fisicamente immortale, come un individuo che si sia sottoposto al procedimento della Life Unlimited.

Sarkar smise di masticare. La sua mandibola rimase aperta, offrendo una poco estetica visione del boccone. — Questo… questo è incredibile — disse infine, a bocca piena. — Subhanallah, che idea.

— Voi potreste farlo?

Lui deglutì il cibo. — Forse — disse. — Escatologia elettronica. Che razza di concetto.

— Dovreste eseguire due registrazioni del contenuto cerebrale.

— Dovremmo fare una registrazione. Poi potremmo eseguire due copie.

— Una copia, vuoi dire.

— No, due — ripetè Sarkar. — Non puoi fare un esperimento senza almeno un esemplare di controllo; questo lo sai.

— Vero — annuì Peter, un po’ imbarazzato. — Comunque, su una copia potremmo fare le modifiche per simulare la vita incorporea dopo la morte. Chiamiamo questo simulacro… chiamiamolo col nome «Spirito.» Poi un’altra copia per simulare l’immortalità fisica.

— E il terzo simulacro lo lasceremmo senza modifiche — proseguì Sarkar. — Una versione di controllo che potremmo usare per i riscontri con la persona viva originale, per accertare che i simulacri mantengano integra la loro struttura nel tempo.

— Perfetto — disse lui.

— Ma tu sai bene, Peter, che questo non simulerebbe necessariamente la vera vita dopo la morte. È vita fuori dal corpo fisico… ma chi può dire se l’Onda dell’Anima porta con sé i nostri ricordi? Se non fosse così, tu capisci che essa non rappresenterebbe una reale continuazione della vita. Senza la nostra memoria, il nostro passato e ciò che siamo diventati, l’Onda dell’Anima non sarebbe qualcosa che noi potremmo definire una continuazione della nostra persona.

— Lo so — disse Peter. — Ma se l’anima è davvero ciò che la gente crede che sia, cioè la sola mente senza il corpo, allora questa simulazione potrebbe darci almeno un’idea di cosa sia un’anima. Così io potrei avere qualcosa di più significativo da rispondere, la prossima volta che qualcuno mi chiederà: «Dr. Hobson, com’è la vita dopo la morte?»

Sarkar annuì. — Ma perché la ricerca sull’immortalità fisica?

— Mesi fa ho assistito a una delle conferenze promozionali della Life Unlimited.

— Sul serio? Peter, stai per caso meditando di provarci anche tu?

— No, io… non lo so. È affascinante, in un certo senso.

— È una cosa stupida.

— Può darsi. Tuttavia con questo genere di ricerca potremmo prendere due piccioni con una fava.

— Forse — disse Sarkar. — Ma chi dovremmo simulare?

— Che ne dici di te? — domandò Peter.

Sarkar alzò una mano.- No, io no. L’ultima cosa che voglio è vivere per sempre. La vera felicità è possibile soltanto dopo la morte; io aspetto con ansia che questa gioia profonda sia scoperta dalla mia anima nel mondo oltre la vita. No, Peter, queste sono le tue domande. Perché non ti offri tu?

Lui si accarezzò il mento. — E va bene. Se tu sei d’accordo di dare inizio al progetto, io sono disposto sia a finanziarlo che a fungere da cavia. — Fece una pausa. — Questo esperimento potrebbe dare la risposta ad alcune grosse domande, Sarkar. Del resto, oggi noi sappiamo sia che l’immortalità fisica è possibile, sia che esiste una qualche forma di vita dopo la morte. Sarebbe un peccato scegliere l’una se poi venisse fuori che l’altra è molto meglio.

— La Scelta di Hobson — disse Sarkar. — Eh?

— Sicuramente conoscerai già questa frase. Anche il tuo cognome è Hobson, dopotutto.

— Mi sembra di averla già sentita, un paio di volte.

— Si riferisce a Thomas Hobson, un inglese del… uh, credo del diciassettesimo secolo, che aveva una scuderia pubblica. Affittava cavalli, ma imponeva a ogni cliente di scegliere sempre il cavallo più vicino alla porta o nessun cavallo. Una «Scelta di Hobson» è una scelta a cui non c’è nessuna vera alternativa.

— E con ciò, che vorresti dire?

— Dico che tu non hai una vera alternativa. Credi sul serio che, se anche vendessi tutti i tuoi beni per pagarti la più costosa nanotecnologia dell’immortalità, Allah non potrebbe chiamarti a sé appena vuole? Tu hai un destino, esattamente come ce l’ho io. Noi non abbiamo scelta. Quando toccherà a te andare alla scuderia, il cavallo più vicino alla porta sarà il solo che tu vorrai montare. Chiamala Scelta di Hobson, chiamala qadar Allah, o kismet, o qualunque parola vuoi usare… è sempre la predestinazione divina.

Peter scosse il capo. Lui e Sarkar parlavano raramente di religione, e stava cominciando a ricordare il perché. — Te la senti di dare inizio al nostro progetto?

— Sicuro. La mia parte è facile. Quello che dovrà trovarsi faccia a faccia con se stesso sei tu. Vedrai dall’esterno la tua personalità, il funzionamento intimo della tua mente, le interconnessioni che determinano i tuoi pensieri. Scegli davvero questo?

Peter ci pensò un momento. — Sì — disse. — È quello che voglio.

Sarkar sorrise. — La Scelta di Hobson — commentò. E fece segno al cameriere di portare il conto.

NET NEWS DIGEST

L’arcidiocesi di Houston, Texas, desidera ricordare a tutti che il prossimo mercoledì, 2 novembre, è il Giorno dei Morti, ovvero il giorno in cui ciascuno può offrire le sue preghiere per le anime che si trovano in Purgatorio. Dato l’interesse nato di recente intorno a questo argomento, una messa speciale sarà tenuta all’Astrodromo, mercoledì sera alle ore 20.


L’articolo di fondo nella prima pagina del numero di novembre di Il Nostro Corpo, rivista edita dal gruppo Donna Futura, con sede a Manchester, in Inghilterra, denuncia la scoperta della cosiddetta Onda dell’Anima nel feto come «un altro tentativo dello sciovinismo maschile di arrogarsi il controllo del corpo femminile.»


Il libro di Raymond Moody La Vita Dopo la Vita edito nel 1975, è stato di nuovo pubblicato una settimana fa da NetBooks, e subito il New York Times lo ha inserito al secondo posto nella classifica giornaliera dei best-seller, per la categoria Saggi di Divulgazione Scientifica.


Alla borsa di Wall Street, le azioni della Hobson Monitoring Limited (TSE:HML) hanno chiuso oggi a 57 e 1/8, mentre appena ieri avevano aperto a 46 e 3/8, dopo un volume di scambi di sole 35.100 azioni. Questo rappresenta un nuovo record per l’industria di attrezzature biomediche con sede a Toronto.


Oggi, davanti alla Morgentaler Abortion Clinic di Toronto, Ontario, ha avuto luogo una dimostrazione organizzata dai Difensori dei Non Nati. «L’aborto fatto prima dell’arrivo dell’Onda dell’Anima è sempre un peccato agli occhi di Dio» ha affermato la loro leader, Anthoula Sotirios. «Nelle prime nove settimane di gravidanza il feto è un tempio che si prepara a ricevere la scintilla divina.»

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