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Ricacciando nelle profondità della mente il senso di stanchezza che era salito ad afferrarlo, Clawly si alzò in piedi, per rivolgersi al Consiglio Mondiale. Fu meno facile sconfiggere la sensazione che aveva provocato l’ondata di stanchezza: l’illusione di essere un ciarlatano che cercava di convincere individui equilibrati e normali della verità di leggende che riguardavano il mondo del soprannaturale. Il suo sorriso era una delle sue più evidenti caratteristiche: amichevole, ma lievemente diabolico, sarcastico verso se stesso come verso gli altri. Dopo un attimo, il sorriso svanì dalle sue labbra.

Disse: — Ebbene, signori, avete ascoltato gli esperti. E ormai avete immaginato perché, fatta eccezione per Thorn, è stato chiesto loro di deporre separatamente. Inoltre, più o meno… — sorrise nuovamente — ormai avete immaginato la sconvolgente natura del pericolo che, secondo Thorn e me, minaccia il mondo. Sapete cosa vogliamo… i mezzi per continuare le nostre ricerche su scala più vasta e con maggiore rapidità, e cioè un sistema d’investigazioni discrete ed esaurienti operate su tutti i cittadini del nostro mondo. E così, non rimane altro che attendere il vostro verdetto. Ci sono alcuni particolari, comunque, che vorrei mettere in luce.

La Sala del Cielo della Croce d’Opale era immersa nel silenzio.

Si trattava di un locale immenso, e questa immensità non era diminuita dal fatto che il soffitto era in quel momento opacizzato. Il soffitto era una grande volta che iniziava dalla Carta Planetaria, che occupava la parete rivolta a meridione, e terminava nella Carta Spaziale che si trovava sulla parete rivolta a settentrione. Eppure i pochi uomini che vi erano radunati, e che occupavano poltrone disposte a ferro di cavallo al centro della sala, non sembravano affatto dirigenti politici nell’esercizio delle loro funzioni, ma semplici cittadini che avevano deciso di radunarsi, per motivi di praticità, in una sala da ballo. E la Sala del Cielo veniva concessa a qualsiasi altro gruppo di cittadini, oltre al Consiglio Mondiale. In effetti, nel corso della stessa serata, solo qualche ora prima, altre persone avevano danzato in quella sala, come testimoniavano i guanti e le sciarpe e le pantofole dimenticati qua e là, e i bicchieri lasciati a metà che si trovavano ovunque, con mille altre tracce dell’ondata di allegria che aveva invaso la sala.

Eppure sul volto di quelle poche persone che ora si trovavano radunate nella sala era possibile leggere una saggezza, una capacità di comprensione e una rapidità di decisione e di azione delle quali sarebbe stato difficile trovare l’uguale, in tempi più remoti, e in assemblee più o meno simili. E questo era un bene, pensò Clawly, perché voleva convincerli di una cosa che non poteva essere compresa da semplici amministratori… anzi, sarebbe stato molto difficile che, in epoche precedenti, lui e Clawly ottenessero un’udienza.

Osservò senza farsi scorgere i volti che lo circondavano, e fu sollevato nel notare che soltanto Conjerly e forse Tempelmar mostravano di accogliere con scetticismo la cosa. Firemoor, al contrario, dimostrava una fiducia completa e ansiosa, ma questo era prevedibile nel caso del capo del Settore Extraterrestre, che era facilmente influenzabile… ed era amico e ammiratore di Clawly. Firemoor era il solo a mostrare quell’espressione evidente di convinzione. Il presidente Shielding, la cui opinione contava più di tutte, appariva scettico, e nella sua espressione si poteva leggere anche un po’ di disapprovazione; ma, fortunatamente, era l’espressione abituale di quell’uomo robusto e deciso.

Gli altri, dalle evidenti espressioni di attesa, erano assorti e vigili. Con l’imprevista eccezione di Thorn, il quale sembrava completamente assente, perduto in chissà quale fantasticheria, nella quale era piombato subito dopo aver letto il proprio rapporto.

Un pubblico ancora incerto, decise Clawly. Avrebbe avuto un peso notevole ciò che lui stava per dire ora, e il modo in cui l’avrebbe detto.

Toccò una scatoletta. Istantaneamente, alcune decine di migliaia di minuscoli puntini di luce verde apparvero sulla Carta Planetaria.

Clawly disse:

— È la frequenza degli incubi di una notte assolutamente normale di cento anni fa, ottenuta da ricerche fatte su un campione a caso. Ogni puntino… un cattivo sogno. Tanto cattivo da fare destare colui che ha sognato, in preda allo spavento.

Toccò nuovamente la scatoletta. Il disegno luminoso mutò lievemente… a quanto pareva, si erano formati nuovi raggruppamenti… ma il numero totale dei puntini sembrò immutato.

— Lo stesso, cinquant’anni fa — disse. — Ora… quarant’anni fa. — E nuovamente non ci fu che una lieve alterazione nei raggruppamenti.

— E ora… trenta. — Questa volta, il numero complessivo dei puntini sembrò aumentare, seppure di poco.

Clawly fece una pausa. Disse:

— Vorrei ricordarvi, signori, che Thorn ha dimostrato in via definitiva che il risultato non può essere stato influenzato dal suo metodo di ricerca. Ha dimostrato la cosa al di là di qualsiasi obiezione, perché lui stesso ha formulato queste obiezioni, e le ha superate… Scelta dei soggetti, metodo d’indagine, eccetera.

Toccò nuovamente la scatoletta.

— Venticinque.

Questa volta, non ci furono discussioni. Il numero dei puntini era aumentato.

— Venti.

— Quindici.

— Dieci.

— Cinque.

Ogni volta, il numero complessivo dei puntini verdi aumentava, fino a che da tutte le zone continentali non emanò un’uniforme luce verde. Soltanto gli oceani mostravano zone verdi disseminate nei punti più impensati, là dove si trovavano imbarcazioni e sottomarini, e raggruppamenti di puntini verdi molto più evidenti là dove sorgevano dei pigliastelle costruiti sul fondo e che spuntavano dalle onde.

— E ora, signori, il presente.

La luce maligna si diffuse ancor di più, sembrò uscire dalla carta planetaria e sfiorare i volti dei membri del Consiglio. Il bagliore verde mise in evidenza il pallore di Clawly, e le pieghe della fatica che segnavano il suo volto. Continuò:

— Ecco, signori. Una notte di riposo nell’utopia. — Una breve pausa, e poi: — Naturalmente diventa ovvio il fatto che, se gli incubi sono così comuni, voi tutti e le persone che conoscete dovete averli subiti. Ciascuno di voi conosce la risposta a questo interrogativo. In quanto a me… le mie esperienze notturne forniscono ulteriore conferma, sia pure limitata, al lavoro di ricerca di Thorn.

Spense l’apparecchio. I volti dei membri del Consiglio, assolutamente inespressivi, si rivolsero nella sua direzione.

Clawly notò che la fievole linea di luce dell’alba si trovava a due ore di distanza dalla Croce d’Opale, sulla carta planetaria. Disse:

— Ricordo le prove a favore di questa teoria… la lenta ma costante diminuzione del periodo di sonno, l’aumento del sonno diurno e dell’attività sociale notturna, lo sviluppo senza precedenti dell’arte e della narrativa del terrore soprannaturale, e così via… per evidenziare maggiormente la seconda scoperta di Thorn: la somiglianza dei paesaggi notturni visti dai soggetti da lui presi in esame. La somiglianza è così sorprendente che, secondo me, dobbiamo chiederci perché non sia stata notata in precedenza, sebbene, naturalmente, Thorn all’inizio non vi pensasse neppure, e la maggior parte dei soggetti fosse poco incline a descrivere o addirittura a ricordare le visioni notturne. — Si guardò intorno. — Francamente, questa somiglianza è incredibile. Non credo che Thorn sia riuscito a dimostrarla completamente, nel suo rapporto dovreste visitare il suo ufficio, dare un’occhiata alle sue carte, alle relazioni dei sogni dei soggetti presi in esame, ai diagrammi da lui tracciati, per capire e accettare del tutto la cosa. Pensate: centinaia di soggetti, per considerare solo quelli studiati da Thorn, separati da centinaia di chilometri… e tutti hanno sognato e sognano… non lo stesso incubo, la qual cosa potrebbe venire spiegata conia telepatia o con qualche forma più sottile di suggestione di massa… ma incubi con lo stesso paesaggio, lo stesso sfondo, insomma. Come se ciascun soggetto osservasse da una finestra diversa una visione distorta del nostro mondo. Un mondo di sogno così reale che quando di recente ho domandato a Thorn di tracciarne una carta planetaria, lui non ha respinto la mia richiesta, non l’ha giudicata assurda.

L’assenza di qualsiasi fremito tra coloro che ascoltavano era più impressionante di qualsiasi reazione. Clawly notò che l’espressione cupa di Conjerly era diventata più evidente, e confinava quasi con l’ira. Sembrò sul punto di parlare, ma Tempelmar, con l’aria di chi fa un’affermazione non rilevante, lo precedette.

— Non credo che si possa prendere in considerazione la telepatia, come spiegazione — disse l’uomo alto e dagli occhi sonnolenti. — È ancora un campo puramente ipotetico… non sappiamo nulla di esso. E tra i soggetti presi in considerazione da Thorn potevano esserci dei contatti di cui lui stesso non è venuto a conoscenza. Possono essersi raccontati i loro incubi, creando così una specie di catena di suggestione.

— Non lo credo — rispose lentamente Clawly. — Ha preso delle precauzioni notevoli. Inoltre, questo non concorda con la reticenza dei soggetti a parlare dei propri incubi.

— Inoltre — continuò Tempelmar — non ci siamo ancora avvicinati di un passo alla causa nascosta del fenomeno. Potrebbe trattarsi di qualsiasi cosa… per esempio, di qualche effetto fisiologico imprevisto dell’energia subtronica, che è entrata nell’uso comune proprio trent’anni fa.

— Precisamente — disse Clawly — e per ora limitiamoci a lasciare così le cose… un aumento notevolissimo degli incubi, con paesaggi stranamente simili, il tutto dovuto a una causa sconosciuta… mentre io… — diede un’altra occhiata alla posizione della linea dell’alba — mentre io affronterò molto rapidamente questi argomenti, che personalmente considero il nocciolo del problema: l’apparizione dell’amnesia nascosta e il mancato riconoscimento illusorio. Per primo prendiamo in considerazione il mancato riconoscimento.

Sembrò che Conjerly fosse sul punto di interrompere, e nuovamente qualcosa lo fermò. Clawly ebbe l’impressione che si fosse trattato di un rapido gesto di Tempelmar.

Toccò la scatoletta. Alcune centinaia di puntini gialli apparvero sulla Carta Planetaria, per lo più raggruppati a tre o quattro per volta.

Disse: — Questa volta, ricordate, non possiamo risalire di cinquant’anni. Sono cose tanto recenti che perfino nel Rapporto sullo Stato Psicologico del Mondo dell’anno scorso non se ne faceva il minimo cenno. Come hanno stabilito gli esperti, siamo alle prese con un tipo di disturbo nervoso di natura completamente nuova. Perlomeno, non possiamo risalire a casi verificatisi prima di due anni or sono. E il periodo contemplato dalla proiezione è proprio questo: gli ultimi due anni.

Osservò la carta.

— Ogni puntino giallo rappresenta un caso di mancato riconoscimento illusorio. Un individuo altrimenti normale non riconosce un membro della famiglia, o un amico, e sostiene di fronte a tutti e a tutto che si tratta di uno straniero e di un impostore… un’accusa molto frequente, e assolutamente priva di basi, è questa: il posto del parente o dell’amico è stato preso da un gemello assolutamente identico. Questa illusione persiste, ed è accompagnata da disturbi di tale entità che il malato deve ricorrere alle cure di uno psichiatra… nei casi che conosciamo, che sono certamente soltanto una parte del totale. Con l’aiuto dello psichiatra, si arriva a una di queste due soluzioni: prima, l’illusione svanisce e il presunto estraneo è accettato come il vero parente o amico; seconda, l’illusione persiste, e avviene una separazione… quando si tratta di marito e moglie, si ha il divorzio. Qualunque sia la soluzione, il malato guarisce perfettamente.

“E ora… l’amnesia nascosta. Per un motivo che ben presto diverrà chiaro, per prima cosa dovete vedere la proiezione.”

I puntini gialli svanirono, e al loro posto apparve una quantità assai minore di puntini violetti, che però non formavano gruppi.

— Questa amnesia è definita “nascosta”, vi ricordo, perché la vittima compie uno sforzo ben preciso per celare il suo stato… spesso si nasconde per diversi giorni, sotto qualche pretesto, e studia ansiosamente tutto il materiale e i documenti relativi a se stesso sui quali riesce a mettere le mani. Senza dubbio, a volte lo scopo è raggiunto. Noi veniamo a conoscenza dei casi nei quali la vittima compie qualche grossolano errore… per esempio, sbagliare lavoro, confondere la moglie o il marito con altre persone, dimostrare un’ignoranza assoluta a proposito dell’ordinamento del mondo… e in questi casi la vittima è costretta ad andare da uno psichiatra. Quando infatti la persona affetta da questa particolare forma di amnesia si accorge che i propri sforzi sono stati del tutto vani, generalmente confessa il proprio stato, ma non sa offrire spiegazione alcuna sulle cause di esso, né una spiegazione convincente del tentativo fatto per nasconderlo. Dopo di questo, la guarigione avviene rapidamente.

Si guardò intorno.

— E ora, signori, un argomento che gli esperti non hanno ancora sfiorato, perché io l’ho impedito. L’ho impedito per fare in modo che si imprimesse nelle vostre menti con la maggiore forza possibile… si tratta della relazione tra l’amnesia nascosta e il mancato riconoscimento illusorio.

Si fermò, mentre la sua mano stava per toccare la scatoletta, e si rese conto che i suoi movimenti dovevano sembrare quelli di un cospiratore, malgrado lui cercasse di non dare questa impressione.

— Sto per effettuare le due proiezioni contemporaneamente. Là dove i casi di amnesia nascosta e di mancato riconoscimento illusorio coincidono… voglio dire, dove si trova un amnesiaco nascosto che provoca il mancato riconoscimento illusorio da parte di un’altra, o di altre, persone… coincideranno anche i puntini; e voi sapete cosa accade quando luci gialle e viola si fondono. Vi ricordo che nei normali casi di amnesia non si hanno mancati riconoscimenti illusori… famiglia e amici si rendono conto della perdita di memoria della vittima, ma non lo accusano di essere un estraneo.

La sua mano si mosse. A parte qualche sfumatura gialla, i puntini che apparvero sulla carta erano tutti bianchi.

— Colori complementari — disse piano Clawly — il giallo ha assorbito tutto il viola. In alcuni casi un puntino viola ha incontrato un gruppo di puntini gialli… casi nei quali più persone sono state soggette a un mancato riconoscimento illusorio nei riguardi dello stesso amnesiaco nascosto. Tranne qualche puntino giallo… che quasi certamente corrisponde a casi di amnesia nascosta nei quali lo scopo della vittima è stato perfettamente raggiunto… i mancati riconoscimenti e le amnesie nascoste si rivelano come due manifestazioni dello stesso fenomeno sconosciuto.

Fece una pausa. La tensione aumentò, nella Sala del Cielo. Clawly proseguì: — È questo fenomeno sconosciuto, signori, che io ritengo una minaccia alla sicurezza del mondo, e che richiede le ricerche più immediate e accurate. Le conseguenze sono ovvie, benché sbalorditive.

Lo stato di tensione rimase, ma Conjerly, lentamente, si alzò in piedi. Il suo corpo robusto, l’ampio torace e la testa calva, i suoi lineamenti impassibili, creavano uno stridente contrasto di fronte alla persona di Clawly, dal volto nervoso, mobile e ironico.

La voce di Conjerly giunse come una frustata, l’ira evidente in essa diede maggior peso all’autorità di quell’uomo.

— È passato molto tempo dall’Alba della Civiltà, signori. Quasi tutti ormai pensavano che non sarebbe più stato necessario combattere con l’antico nemico della civiltà, la superstizione. Ma sono costretto, purtroppo, a concludere il contrario, dopo avere ascoltato, questo signore, al quale abbiamo accordato il privilegio di una udienza, che bellamente avanza teorie di possessione demoniaca per spiegare casi di amnesia e di mancato riconoscimento. — Fissò Clawly. — A meno che io non vi abbia del tutto frainteso.

Clawly scosse decisamente il capo.

— No. Sono convinto… posso dirlo chiaramente… che menti straniere stanno impadronendosi delle menti dei nostri cittadini, che esse stanno infiltrandosi sulla Terra, cercando di stabilire tra noi una testa di ponte. In quanto alla loro identità, alla loro natura e alla loro origine… non posso dare una risposta, ma solo ricordare che gli studi di Thorn sui paesaggi dei sogni mostrano un mondo stranamente simile al nostro, e stranamente distorto. Ma la segretezza di cui circondano gli invasori porta a concludere che il loro scopo sia ostile… o, perlomeno, equivoco. E non ho bisogno di ricordarle che, nell’era dell’energia subtronica, la presenza di un gruppo ostile, anche ridottissimo, può costituire una minaccia per la stessa esistenza della Terra.

Conjerly strinse il pugno, e lo riaprì lentamente. Quando parlò, sembrò recitare un atto di fede.

— Il materialismo è la nostra base, signori… la ferma convinzione secondo la quale qualsiasi fenomeno deve avere un’esistenza reale e una causa reale. Questo ha reso possibile la nostra tecnologia, e una capacità di comprensione della natura completa e chiara. Io sono di larghe vedute. Come tutti, sono disposto ad ascoltare nuove teorie in qualsiasi momento, e con grande interesse. Ma quando queste teorie rappresentano il risveglio delle superstizioni più antiche e più arretrate, quando questo signore cerca di spaventarci servendosi di incubi e di storie di spiriti maligni che rubano corpi umani, quando in base a queste prove ci chiede di istituire una gigantesca caccia alle streghe, quando suscita il vecchio spettro dell’energia subtronica scatenata senza controllo, quando si fa accompagnare da un collega… — fissò Thorn — che considera seriamente l’idea di fare una mappa del mondo dei sogni… allora, signori, affermo che se cediamo a simili suggerimenti, sarà meglio gettare da parte ogni traccia di materialismo e di razionalismo, e domandare, per l’avvenire, e per salvaguardare l’umanità, il parere di indovini e veggenti.

A quest’ultima parola, Clawly sobbalzò, e si riprese immediatamente. Non osò guardarsi intorno, per vedere se qualcuno aveva notato la cosa.

L’ira raggiunse il suo apice, nella voce di Conjerly.

— Immagino, signore, che i vostri investigatori andranno in giro con l’aconito per smascherare i lupi mannari, e con l’aglio per scacciare i vampiri, e croci e acquasanta per esorcizzare i demoni!

— Non avranno nulla, all’infuori di menti aperte — rispose tranquillamente Clawly.

Conjerly respirò in modo rumoroso, e il suo volto arrossì lievemente; fece una pausa per radunare le forze, deciso a lanciare un nuovo attacco ancor più feroce. Ma proprio in quel momento Tempelmar si alzò a sua volta. In un modo che pareva involontario, il suo gomito toccò il fianco di Conjerly.

— Non c’è alcuna necessità di litigare — disse con aria cordiale Tempelmar — sebbene le ipotesi dei nostri ospiti suonino piuttosto strane alle orecchie di persone temprate alla scuola del materialismo realistico. Malgrado ciò, il nostro dovere consiste nel proteggere il mondo da qualsiasi pericolo reale, per quanto possa apparire improbabile o remoto. E così, considerando le prove, non possiamo trascurare con leggerezza la teoria del nostro ospite, secondo la quale menti straniere starebbero impadronendosi di quelle degli abitanti della Terra… perlomeno, finché non saremo in grado di avanzare altre ipotesi.

— Sono state già avanzate altre ipotesi, sono state prese in considerazione, e scartate — disse duramente Clawly.

— Certo — convenne Tempelmar, con un sorriso — ma nel campo della scienza, questo è un processo che non termina mai, vero?

Sedette. Subito fu imitato da Conjerly. Clawly si rese conto, con rabbia, di avere avuto la peggio nel breve scontro… e il tranquillo scetticismo di Tempelmar aveva prodotto più danno dell’opposizione violenta di Conjerly, sebbene entrambi avessero parlato in maniera efficace. Avvertì che da quei due si sprigionava un’ondata di ostilità personale che ebbe il potere di sconcertarlo e opprimerlo. Per un istante, gli sembrarono due stranieri, nel senso più ampio della parola.

Si accorse di essere troppo solo. Poté leggere d’un tratto lo scetticismo su tutti i volti che lo circondavano. Shielding era il peggiore… la sua espressione divenne quella di un uomo che improvvisamente si accorge del trucco di un prestidigitatore che si è fatto passare per un vero mago. E Thorn, che avrebbe dovuto fiancheggiarlo moralmente, che avrebbe dovuto offrirgli sostegno, era immerso in chissà quale strano sogno.

Si rese conto che perfino nella sua mente stava nascendo uno sgradevole dubbio sulla verità delle cose che aveva affermato.

Poi avvenne una cosa completamente inattesa, che contribuì enormemente alla sua sconfitta. Thorn si alzò e, senza mormorare neppure una parola di scusa, abbandonò la sala. Si muoveva un po’ rigidamente, come un sonnambulo. Molte persone lo seguirono con lo sguardo, con curiosità. Conjerly annuì. Tempelmar sorrise.

Clawly notò la cosa. Si rianimò. Disse: — Ebbene, signori?

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