CAPITOLO DECIMO

Jared si ritrasse da quelle sensazioni assurde, dagli schemi contraddittori dell’orientamento fisico. Era certo di trovarsi ancora steso nel corridoio vicino alla stalattite gocciolante. Eppure, era ugualmente sicuro di trovarsi anche in un altro luogo. Il «drip-drip» dell’acqua mutò tono, trasformandosi per un po’ in un fastidioso «tap-tap», per poi tornare al «drip-drip» precedente. La ruvida durezza della pietra che si stendeva sotto il suo corpo febbricitante, sembrava, a tratti, soffice come le fibre dei gusci di manna ammucchiati a formare un giaciglio.

Durante la fase successiva dell’alternarsi tra qui e là, il lontano «tap-tap-tap» richiamò decisamente la sua attenzione. E i secchi echi gli riportarono l’impressione di qualcuno — seduto su una sporgenza di roccia — che tamburellava distratto con le dita sulla pietra.

Per la Luce, com’era vecchio quell’uomo! Se non fosse stato per il movimento della sua mano, lo si sarebbe potuto facilmente scambiare per uno scheletro. La testa, tremolante per gli acciacchi della vecchiaia, sembrava un teschio scavato. E la barba, rada e malcurata, arrivava sino a terra, perdendosi in una sottigliezza inaudibile.

Tap-tap-tap… drip-drip…

Jared si ritrovò di nuovo nella galleria. E, simili a suoni diversi mescolati assieme, gli sparsi peli della barba si erano trasformati nell’umida stalattite.

Rilassati, Jared. È tutto sotto controllo, adesso.

Per poco la sorpresa non lo strappò dal sogno. — La Gentile Sopravvissuta!

Sarebbe più spontaneo, se mi chiamassi soltanto Leah.

Jared rifletté un attimo su quel nome; poi pensò recisamente: — Sto di nuovo sognando.

Per il momento… sì.

Un’altra voce ansiosa, priva di suono, si intromise: — Leah! Come sta?

Rinviene — rispose lei.

Lo sento. — Poi: — Jared?

Jared, tuttavia, era tornato nel corridoio… ma soltanto per un istante. Presto fu di nuovo sul soffice materasso di fibre di manna, in un Mondo minore in cui i vaghi contorni di una donna si chinavano su di lui e un uomo incredibilmente vecchio sedeva appoggiato alla parete lontana, tamburellando con le dita sulla roccia.

Jared — spiegò la donna, — l’altra voce era quella di Ethan.

— Ethan?

— Lo conoscevi come il Piccolo che Ascolta prima che gli cambiassimo nome. Era fuori a caccia, ma adesso sta tornando.

Jared rimase ancor più confuso.

Più per calmarlo che per altro, ne fu certo, la donna aggiunse: — Non avrei creduto che sapessi trovare la strada per arrivare qui, dopo tante gestazioni.

Il giovane fece per dire qualcosa, ma Leah l’interruppe: — Non parlare. Ho sentito tutto dalla tua mente… quello che stavate facendo nelle gallerie, come siete stati morsi dai ragni…

— Della! — gridò Jared, ricordando tutto all’improvviso.

— Guarirà. Sono arrivata in tempo.

A un tratto, si rese conto di essere sveglio, e che le ultime parole della Gentile Sopravvissuta erano state pronunciate realmente.

— Non Gentile Sopravvissuta, Jared… ma Leah.

Rimase esterrefatto dall’impressione uditiva che ebbe della donna. Fece scorrere le mani sul volto di lei, sulle spalle e lungo le braccia. Per la Luce… non era affatto vecchia!

Che cosa ti aspettavi… qualcuno come l’Uomo Eterno? — Leah gli inviò i suoi pensieri. — Dopo tutto, ero praticamente una bambina, quando venivo a parlarti con la mente.

Jared l’ascoltò con maggiore attenzione. Non gli aveva forse detto una volta che poteva raggiungere la sua mente solo quando dormiva?

— Soltanto quando tu dormi, se però sei molto lontano — gli spiegò Leah. — Quando sei così vicino non è necessario che tu sia addormentato.

Il giovane studiò gli echi che lei rifletteva. Era forse un poco più alta di Della. Ma le sue proporzioni, nonostante fosse più anziana di nove o dieci gestazioni, non soffrivano affatto nel paragone. Teneva gli occhi chiusi e aveva i capelli che le scendevano sino alle spalle, ai lati, e davanti, sulle sopracciglia.

Rivolgendo l’attenzione ai luoghi che lo circondavano, Jared ascoltò un piccolo Mondo squallido, disseminato di sorgenti calde, ciascuna delle quali era attorniata dai soliti cespugli di piante della manna. Un braccio di un fiumiciattolo usciva dalla parete, per rientrarvi subito dopo; un altro giaciglio si trovava lì vicino… forse con Della, addormentata. Tutte queste impressióni gli vennero fornite dagli echi prodotti dai colpetti del dito dell’uomo… forse l’Uomo Eterno?

— Proprio così — confermò Leah.

Il giovane si alzò, e non si sentì debole come avrebbe creduto; iniziò ad attraversare il mondo.

Leah lo avvertì: — Non lo disturbiamo, fin quando smette di tamburellare.

Jared tornò indietro e si fermò di fronte alla donna, rifiutandosi ancora di credere che si trovava davvero lì, nell’ambiente assurdo, irrazionale dei suoi sogni. — Come hai scoperto che ero nel corridoio?

— Ti ho udito mentre venivi. — Intuì la muta spiegazione che udire, in questo caso particolare, non stava a significare sentire suoni.

La donna gli mise con sollecitudine una mano sulla spalla. — E dai tuoi pensieri ho anche saputo che questa Della è una Veggente.

— Lei crede che lo sia anch’io.

— Sì, lo so. E ho paura. Non capisco quello che stai cercando di fare.

— Io…

— Oh, so quello che hai in mente. Ma non lo capisco lo stesso. Mi rendo soltanto conto che tu vuoi andare nel Mondo dei Veggenti per cercare il Buio.

— E la Luce. E Della è l’unico modo che ho per entrarci.

— Già, lo sento anch’io. Ma come fai a sapere quali sono i suoi piani? Non mi fido della ragazza, Jared.

— Forse perché non riesci a sentire quello che lei pensa.

— Forse è come dici tu. Può darsi che io sia così abituata ad ascoltare i pensieri, i sentimenti, le intenzioni, da trovarmi sperduta quando devo basarmi solo sulle impressioni esteriori.

— Non dirai a Della che sono diverso da lei?

— Se tu vuoi così. Le lasceremo credere ancora che sei l’unico Veggente di cui riesca a raggiungere la mente. Ma spero che tu sappia quello che stai facendo.

Il Piccolo che Ascolta arrivò come un uragano nel Mondo; sorprendentemente, le sue urla esuberanti di gioia non riuscirono a svegliare Della e vennero del tutto ignorate dall’Uomo Eterno che continuò a picchiettare con le dita come se nulla fosse avvenuto.

— Jared! Dove sei?

— Qui! — Anche Jared scoprì di essere molto eccitato nel rinnovare un’amicizia che non aveva nemmeno considerato reale.

— Non può sentirti… ricordi? — l’avvisò Leah.

— Ma sta correndo proprio verso di noi! — Rimase un po’ perplesso nell’avvertire l’odore di… grilli?… che emanava dal Piccolo che Ascolta.

— Ethan — lo corresse Leah. — E sono davvero grilli quelli che ha con sé. Ne tiene sempre una bisaccia piena. Il loro canto silenzioso gli fornisce echi altrettanto validi di quelli forniti a te dai tuoi scandagli.

Poi l’altro lo raggiunse e, abbracciandolo in una stretta da spezzare le ossa, lo fece girare intorno con la facilità con cui lui avrebbe fatto volteggiare un fascio di gambi di piante di manna.

Il piacere di Jared per l’inatteso ricongiungimento venne attutito dalla sorprendente scoperta delle terribili dimensioni di Ethan, dimensioni che gli incutevano un certo timore e soggezione. Forse era stato un bene che il Piccolo che Ascolta fosse stato scacciato dal Livello Superiore per le sue facoltà straordinarie, perché altrimenti sarebbe stato senza dubbio espulso in seguito per le sue proporzioni quasi disumane.

— Vecchio figlio di un pipistrello! — ridacchiò Ethan. — Lo sapevo che saresti venuto, prima o poi!

— Per la Luce, è bello… — cominciò Jared, ma si interruppe di colpo, quando delle dita brusche e tremanti gli sfiorarono leggermente le labbra.

— Lascialo fare — intervenne Leah. — È l’unica maniera che ha per capire quello che dici.

Trascorsero quasi un intero periodo discorrendo degli incontri della loro infanzia. E Jared dovette parlare loro dei Mondi dell’uomo, di quello che si provava a vivere in mezzo a tanta gente, degli ultimi trucchi dei Veggenti, di tutti i Diversi che erano comparsi recentemente.

Interruppero la loro chiacchierata una volta soltanto, per tirar su del cibo da una sorgente calda e portarne una porzione all’Uomo Eterno. Questo, tuttavia, non era ancora disposto a conversare, e ignorò la loro presenza.

Più tardi Jared disse, in risposta ad una domanda di Della: — Perché desidero tanto andare nel Mondo dei Veggenti? Perché ho la sensazione che sia il luogo giusto per cercare il Buio e la Luce.

Ethan scosse il capo. — Scordatene. Non pensarci più. Ora sei qui. Rimani con noi.

— No. È qualcosa che devo fare assolutamente.

— Per tutti i grandi pipistrelli volanti! — esclamò l’altro. — Non avevi mai avuto idee simili!

In quel momento, Jared, al limite estremo del suo ascolto, colse l’impressione di Della che si agitava sul suo giaciglio.

Le corse vicino e le si inginocchiò a fianco. Le toccò il viso e scoprì che era fresco e asciutto; il che significava che, dormendo, la febbre le era svanita.

— Dove siamo? — domandò la ragazza, con voce debole e fiacca. Jared cominciò a risponderle, ma non era nemmeno a metà della frase che Della era già ripiombata di nuovo in un sonno profondo e tranquillo.


Nel periodo seguente, Della compensò più che adeguatamente l’inattività del tempo trascorso in riposo forzato. Il fatto che fosse rimasta silenziosa e pensosa ad ascoltare Jared che le spiegava del mondo in cui si trovavano, e anche durante l’incontro con Leah ed Ethan, preludeva a qualche reazione da parte sua.

Più tardi, quando rimasero soli, inginocchiati accanto a una sorgente calda, intenti ad applicare nuove poltiglie di fango bollente sulle ferite prodotte dalle punture dei ragni, Jared scoprì il motivo della sua reticenza.

— Quand’è che sei stato qui, l’ultima volta? — gli domandò.

— Oh, tante gestazioni fa che io…

— Manna puzzolente! — Della si voltò di scatto dall’altra parte e il tamburellare dell’Uomo Eterno venne attutito dalla sua schiena fredda e rigida. — Devo dire che la tua Gentile Sopravvissuta è stata proprio una bella sorpresa.

— Sì, lei… — Poi comprese ciò che Della sottintendeva.

— Gentile Sopravvissuta… ci scommetto che era gentile!

— Non penserai che…

— Perché mi hai portato con te? Pensavi forse che quel goffo gigante potesse essere alla ricerca di una compagna per il Connubio?

Poi sospirò. — Oh, Jared, ti sei già dimenticato del Mondo dei Veggenti?

— Certo che no.

— Allora riprendiamo il nostro cammino.

— Tu non capisci. Non posso scapparmene via così. Leah ci ha salvato la vita. Sono nostri amici!

— Amici! — Della gli scagliò addosso quella parola con la rapidità e la rovente intensità di un colpo di frusta. — Tu ed i tuoi amici!

Con la testa orgogliosamente eretta, si allontanò a lunghi passi.

Jared fece per seguirla, ma si fermò di scatto quando si accorse che tutt’intorno a lui calava un improvviso silenzio.

L’Uomo Eterno aveva smesso di tamburellare sulla pietra! Era pronto a stare un po’ in compagnia!

Esitando senza capirne bene il motivo, Jared avanzò con cautela nel mondo. Leah ed Ethan, in fondo, erano ancora persone quasi normali, credibili. Ma l’Uomo Etemo giganteggiava come una creatura misteriosa e terrificante, un fantasma proveniente da un passato inconcepibile… qualcosa che non avrebbe mai potuto sperare di comprendere.

Orientandosi con i suoni rauchi ed asmatici che gli arrivavano dal davanti, si avvicinò al ripiano di roccia.

Questo è Jared. — La muta presentazione di Leah infranse il silenzio psichico. — È venuto finalmente a sentirci.

Jared? — La risposta dell’altro, portata debolmente sulla cresta dell’onda dei pensieri della donna, lasciava trapelare la perplessità dovuta alla dimenticanza.

— Sì, non ricordi?

L’Uomo Eterno riprese a tamburellare in tono interrogativo. Jared riuscì a intercettare l’impressione di un dito sottile che si infilava quasi per intero in una depressione della roccia, prima di produrre ogni «tap». Durante generazioni innumerevoli il suo picchiettare aveva scavato la pietra a quel punto!

— Non ti conosco. — La voce, un sospiro doloroso, era ruvida come il fianco di una roccia.

— Leah era solita… portarmi qui, molto tempo fa.

— Ah… il piccolo amico di Ethan! — Una mano tutt’ossa generò un secco fruscio mentre si muoveva tremante in avanti. Afferrò il polso di Jared con una stretta tenue quasi quanto quella dell’aria. L’Uomo Eterno tentò di sorridere, ma lo schema prodotto era terribilmente confuso dalla sua barba scomposta, dalle sue protuberanze scheletriche e dalla bocca deforme e senza denti.

— Quanto sei vecchio? — gli domandò Jared.

Nello stesso momento in cui faceva quella domanda, il giovane si rese conto che l’Uomo Eterno non sarebbe stato in grado di rispondergli. Vivendo da solo, prima della venuta di Leah e di Ethan, gli era mancato qualsiasi termine di confronto, come archi di vita o gestazioni, sul quale misurare il passare del tempo.

— Molto vecchio, troppo, figlio mio. E ho provato tanta solitudine. — La sua voce affaticata era un mormorio disperato contro il silenzio totale e desolante di quel mondo.

— Anche con Leah ed Ethan?

— Non sanno cosa significhi aver ascoltato morire tutte le persone amate, innumerevoli epoche fa; non sanno cosa significhi venire scacciati dalle bellezze del Mondo Originario…

Jared sobbalzò. — Vuoi dire che sei vissuto nel Mondo Originario? — lo interruppe.

— … e poi essere espulso ancora, dopo che i tuoi pronipoti e i loro discendenti della quarta generazione sono diventati Sopravvissuti anche loro.

— Sei vissuto sul serio nel Mondo Originario? — gli domandò di nuovo Jared.

— Ma non puoi far loro una colpa per essersi liberati di un Diverso che non voleva saperne di invecchiare. Come dicevi… se ho vissuto davvero nel Mondo Originario? Sì. Fino a poche generazioni dopo che perdemmo la Luce.

— Intendi dire che ci abitavi quando la Luce era ancora con l’uomo?

Come esumando memorie abbandonate e sepolte da lungo tempo, l’Uomo Eterno rispose infine: — Sì. Io… come dicevamo?… Noi vedevamo la Luce.

— Voi vedevate la Luce?

L’altro scoppiò a ridere… una risata rauca e sottile subito interrotta da un affannoso colpo di tosse. — Vedevamo — balbettò poi.

Vedere! Ecco di nuovo quella parola misteriosa… misteriosa e inafferrabile: una sfida oscura come le leggende da cui riaffiorava.

— Tu sentivi la Luce? — chiese Jared, articolando con precisione ogni parola.

— Io vedevo la Luce. La vedevo andare e scomparire. Su e giù. Ah, come ci divertivamo! Bambini che correvano con i volti splendenti, vivi e felici, con gli occhi luminosi e…

— L’hai sentita? — Jared urlava, adesso. — L’hai toccata? L’hai sentita?

— Chi?

— La Luce!

— No, no, figliolo. Io la vedevo.

Anche lui dunque, considerava la Luce una cosa impersonale! — E come era? A cosa somigliava? Parlamene, ti prego!

Ma l’altro tacque, abbandonandosi sul ripiano di pietra. Alla fine tirò un lungo respiro, rabbrividendo. — Buon Dio! Non lo so! È passato tanto di quel tempo che non riesco nemmeno a ricordare com’era la Luce!

Jared lo afferrò per le spalle e lo scosse brutalmente. — Prova! Prova!

— Non posso! — singhiozzò il vecchio.

— Aveva qualcosa a che fare con… con gli occhi?

Tap-tap-tap…

Il vecchio aveva ricominciato a tamburellare, seppellendo gli amari ricordi e gli spettrali pensieri sotto la pesante copertura rocciosa dell’abitudine e del distacco mentale.


Abbandonare il Mondo della Gentile Sopravvissuta era totalmente da escludere, adesso… adesso che la senile memoria dell’Uomo Eterno offriva la speranza di aprire nuovi corridoi nella sua ricerca della Luce. Tuttavia, non avrebbe potuto dire a Della la ragione per cui voleva prolungare la permanenza. Finse perciò di non essere fisicamente in grado di riprendere subito il viaggio.

In apparenza soddisfatta di questa spiegazione del rinvio del loro tentativo di raggiungere il Mondo dei Veggenti, Della accettò — pur se a malincuore — di attendere la sua completa guarigione.

E che la sua iniziale sfiducia nei confronti di Leah fosse stata una sensazione impulsiva e passeggera, divenne evidente col successivo diminuire della tensione tra le due donne. A un certo punto, arrivò anche a dire a Jared che avrebbe potuto benissimo sbagliarsi nella sua prima impressione di Leah ed Ethan. Be’, non era affatto come aveva immaginato in principio, confessò, riferendosi a Leah. Ed Ethan, nonostante il suo grave handicap, non era per nulla quel goffo e inelegante zoticone che lei aveva creduto all’inizio.

Con tatto, Leah evitò qualsiasi contatto mentale con Jared ed Ethan ogni qual volta si trovavano in presenza della ragazza. A un punto tale che Della finì quasi per dimenticare l’abilità della donna o per non darle il minimo peso.

Anche Leah dovette adattarsi alla situazione. Per quanto trattasse Della sempre con la massima ospitalità, Jared avvertiva continuamente la sua apprensione per non essere in grado di ascoltare la mente della ragazza.

Jared seguì con estremo interesse questi sviluppi mentre attendeva che l’Uomo Eterno abbandonasse la sua solitudine e cercasse compagnia ancora una volta. Per la Luce! Quante cose avrebbe potuto imparare da quell’uomo senz’età!

Nel corso del quinto periodo dopo il loro arrivo, Della si stava bagnando nel torrente assieme ad Ethan, e Jared stava affilando la punta delle sue lance su una pietra ruvida, quando lo raggiunsero i pensieri di Leah:

Dimentica il Mondo dei Veggenti, Jared, ti prego.

Sai che ho già deciso.

E allora dovrai cambiare la tua decisione. I corridoi sono pieni di mostri.

Come fai a saperlo? Mi hai detto che avevi paura di ascoltare le loro menti.

Ho ascoltato altre menti… nei due Livelli.

E cosa hai scoperto?

Terrore e panico, e strane impressioni che non riesco a comprendere. Ci sono mostri dappertutto. E tutta la gente sta scappando a nascondersi, tornando nei loro recessi, per poi fuggire di nuovo.

I mostri sono vicini a questo mondo?

Non credo… non ancora, ad ogni modo.

Ciò creava altre complicazioni, Jared se ne rendeva conto. Partire alla volta del Mondo dei Veggenti ora non era più una scelta da prendere con tutta calma e agio. Forse avrebbe dovuto anticipare la partenza e andarsene via al più presto possibile.

— No, Jared. Non andare… te ne prego!

E, nell’onda telepatica di Leah, gli parve di sentire qualcosa di più della disinteressata preoccupazione per il suo benessere. Alla base dei pensieri della donna si trovavano disperati spasmi di solitudine, allacciati alla paura di vedere il suo mondo semplice e dimenticato tornare nella terribile desolazione che l’aveva dominato fino all’arrivo dei due giovani.

Ma Jared aveva deciso ormai, e rimpiangeva soltanto di non avere la possibilità di fare un’altra chiacchierata con l’Uomo Eterno.

Proprio in quel momento, però, il tamburellio del vecchio sulla roccia si interruppe di colpo.

Jared, stavolta, si precipitò verso di lui, attraversando di corsa il mondo.

Mentre guadava il fiume, Della smise di bagnarsi per chiedergli: — Dove stai correndo?

— A sentire l’Uomo Eterno. Preparati. Poi partiremo.


Appollaiato sul cornicione di roccia, Jared domandò ansioso: — Possiamo parlare, adesso?

— Va via — grugnì in segno di protesta l’Uomo Eterno. — Tu mi fai soltanto ritornare in mente i ricordi. E io non voglio ricordare.

— Ma per la Radiazione! Io sto cercando la Luce! — lo pregò Jared. — E tu puoi aiutarmi. Ha qualcosa a che fare con… con gli occhi?

— Non… non saprei. Mi sembra di ricordare un luccichio e… non riesco a immaginare altro.

Un luccichio? Che cos’è?

— Qualcosa come un… come un suono molto forte, un sapore piccante, un colpo secco, forse…

Jared avvertì l’incertezza sul volto del vecchio. Era l’unico che avrebbe potuto spiegargli almeno che cosa stava cercando. Ma l’Uomo Eterno parlava soltanto per indovinelli ed enigmi che non erano più chiari delle oscure leggende.

Tentò di allontanare la sua frustrazione di fronte allo scheletro che annuiva con il capo. Proprio lì davanti a lui poteva esserci la risposta completa sulla maniera in cui la Luce rendeva beneficio all’uomo, sulla maniera in cui toccava contemporaneamente tutti gli oggetti, e portava impressioni istantanee e inconcepibilmente raffinate di tutte le cose. Se solo avesse potuto bucare quella cortina di oblio e dimenticanza!

Provò a colpire a caso in un’altra direzione: — E il Buio? Sai niente del Buio?

— Il Buio? — ripeté l’Uomo Eterno, facendo pesare su quella parola un accento di esitazione e di improvvisa paura. — Io… oh, mio Dio!

— Che succede?

L’uomo adesso tremava violentemente. Il suo volto rinsecchito era una grottesca maschera di terrore.

Jared non aveva mai sentito tanta paura in un uomo. Il battito del cuore dell’altro si era raddoppiato e le sue pulsazioni rassomigliavano allo sbattere d’ali di un pipistrello ferito. Ogni respiro, irregolare e leggero, sembrava dovesse essere l’ultimo. Il vecchio fece per alzarsi, ma ricadde sul cornicione, coprendosi la faccia con le mani.

— Oh, mio Dio! Il Buio! Il Buio orribile! Adesso ricordo. Il Buio è tutto attorno a noi!

Turbato, Jared arretrò.

Ma l’eremita l’afferrò per il polso e, con la forza della disperazione, lo tirò in avanti. Poi le sue grida angosciate echeggiarono attraverso il mondo e si diffusero nella galleria:

— Lo senti come ti opprime? Il Buio terribile, nero, maligno! Oh, Dio Santo, io non volevo ricordare! Ma tu mi hai costretto a farlo!

Jared ascoltò tutt’intorno con attenzione mista a timore. L’Uomo Eterno stava sentendo effettivamente il Buio, in quel momento? Oppure lo stava soltanto ricordando? Ma no, lui aveva detto che si trovava «tutto attorno a loro», vero?

A disagio, Jared si ritirò, lasciando il vecchio a lottare da solo con il suo terrore e a singhiozzare: — Non riesci a sentirlo? Non lo vedi? Dio, Dio, portami fuori di qui!

Ma Jared non sentiva null’altro che la fredda carezza dell’aria. E tuttavia aveva paura. Era come se avesse assorbito parte dello strano timore dell’Uomo Eterno.

Il Buio era qualcosa che si sentiva, o meglio, che si vedeva? Ma se si poteva vedere, ciò significava che si poteva fare con il Buio lo stesso che, secondo il Guardiano, si poteva fare con la Luce Onnipotente. Ma… che cosa?

Per un momento, Jared ebbe un disperato terrore di una minaccia indefinita che non era in grado né di sentire, né di udire, né di odorare. Era una sensazione strana, maligna, soprannaturale: un senso d’oppressione e di soffocamento, un silenzio che non era affatto mancanza di suoni ma qualcosa di diverso e simile nello stesso tempo.

Quando raggiunse Della, la ragazza era con Leah ed Ethan. Non dissero nulla. Era come se un alito dell’orrore incomprensibile avesse sfiorato anche loro.

Della aveva già impacchettato del cibo nella sua bisaccia e Leah, che sembrava ormai rassegnata ad accettare la sua decisione, gli aveva preparato le lance.

Il silenzio, grave e fastidioso, persistette mentre si avviavano verso l’uscita. Non si scambiarono nessun saluto.

Dopo aver percorso alcuni passi nel corridoio, Jared si voltò e promise: — Tornerò. — Lasciando sbattere casualmente le lance contro la parete della galleria, si fece un’impressione della strada che li attendeva e riprese il cammino.

Il mondo sobrio e piccolo della Gentile Sopravvissuta e del Piccolo che Ascolta e dell’incredibile Uomo Eterno scivolò di nuovo dolcemente nelle immateriali profondità della memoria. E Jared provò una pungente sensazione di perdita, mentre pensava che le rimembranze sono costituite della stessa sostanza di cui sono fatti i sogni, e che l’unica prova che avrebbe mai avuto dell’esistenza del mondo di Leah l’avrebbe trovata negli echi delle sue riflessioni.

Загрузка...