Quando ripresero il cammino, Pirrie rimase per un certo tempo accanto a John. Jane, a un cenno di Pirrie, si tenne a dieci passi dietro di loro. John, come prima aveva fatto Joe Ashton, prese la testa della colonna, composta ora di trentaquattro persone: dodici uomini, dodici donne, e dieci ragazzi. John aveva scelto i quattro uomini che dovevano stare con lui in testa alla colonna, e i cinque da mettere con Roger in coda. Pirrie avrebbe potuto muoversi a suo piacimento.
Mentre scendevano a valle, un poco discosti dagli altri, John disse: — È andato tutto per il meglio. Ma è stato un bel rischio.
Pirrie scosse la testa. — Sarebbe stato un rischio maggiore non ucciderlo. Molto maggiore. Anche se fossimo riusciti a convincerlo di cederle il comando, non avremmo mai potuto fidarci di lui.
— Era tanto importante che io conservassi il comando? — disse John. — Dopotutto, la cosa essenziale è raggiungere Blind Gill.
— È la cosa essenziale, vero, ma non dobbiamo dimenticare ciò che potrà accadere una volta arrivati.
— Una volta arrivati?
Pirrie sorrise. — La sua piccola valle sarà tranquilla e isolata, ma sarà anche difesa. In altre parole, si troverà in stato di assedio, e perciò esisterà qualcosa come una legge marziale, e qualcuno che la fa rispettare.
— Non ne vedo il motivo. Immagino che un comitato di persone elette dalla comunità sarebbe in grado di prendere le decisioni.
— Io invece sono convinto che i tempi dei comitati siano finiti.
Le parole di Pirrie intercettarono un pensiero che a John era balenato poco prima. E proprio per questo, rispose a Pirrie con una certa irritazione: — Allora, si torna ai tempi del feudalesimo? Questo significherebbe perdere fiducia nelle nostre capacità di affrontare la situazione in modo democratico. Non lo credo possibile.
— Lo pensa davvero, signor Custance? — Pirrie calcò leggermente sulla parola “signor” per far capire che, dopo l’uccisione di Joe Ashton, quell’espressione era diventata una specie di titolo. Tranne che per Ann, Roger e Olivia, John era diventato “il signor Custance”. Gli altri venivano tutti chiamati semplicemente per nome o per cognome. Era un piccolo particolare con un grosso significato. Chissà, pensò John, se Davey sarebbe diventato “signore” per diritto di successione? Il pensiero lo infastidì.
— Comunque — disse secco — se c’è una persona che dà gli ordini a quelli della valle, non può essere che mio fratello. La terra è sua, ed è lui il più adatto a stabilire come debba essere difesa.
Pirrie sollevò una mano in un gesto di ironica rassegnazione. — Tanti saluti al comitato — disse. — Questo è un altro motivo per cui dovrà restare lei al comando finché non raggiungeremo Blind Gill. Qualcun altro potrebbe essere meno incline ad accettare lo stato di fatto.
Scesero nella valle e passarono accanto ai segni di distruzione già visti dall’alto. I gruppi di scampati cercavano di evitarli: non avevano il coraggio di chiedere aiuto a una banda armata. Vicino a Sedbergh videro un gruppo, numeroso quanto il loro, che usciva dalla città. Le donne erano agghindate con gioielli costosi, e uno degli uomini aveva le braccia cariche di oggetti d’oro. Mentre John stava guardando, l’uomo ne buttò via uno, come se fosse troppo pesante, e uno dei suoi compagni lo raccolse per soppesarlo, poi lo scagliò lontano con una risata. Continuarono il cammino mantenendosi a una certa distanza dalla banda di John, e il pezzo d’oro rimase a brillare in mezzo al campo di terra bruciata.
Mentre salivano verso la valle del Lune sentirono delle grida acute che venivano da una fattoria isolata. I ragazzi e le donne ne rimasero scossi. C’erano due o tre uomini armati davanti alla porta della fattoria. John continuò la sua strada, e le grida si affievolirono in lontananza.
Le carrozzine dei Blennitt vennero abbandonate quando lasciarono la strada principale alla periferia di Sedbergh, e tutto il carico fu distribuito tra sei adulti, per i quali la marcia si fece chiaramente più faticosa, e quando John ordinò una sosta, all’inizio della brughiera, i sei non nascosero il sollievo. Non pioveva più, e le nuvole si erano ridotte a cirri alti nel cielo. Sopra le curve delle colline, a ovest, le nubi erano illuminate dai raggi del sole al tramonto.
— Attraverseremo la brughiera domani mattina — disse John. — Secondo i miei calcoli non dovremmo essere a più di quaranta chilometri dalla valle, ma continuare di notte non sarebbe facile. Spero di arrivare entro domani sera. Per questa notte, quello mi sembra un buon rifugio — disse, indicando una casa in rovina che sorgeva un poco più in alto. — Pirrie, per favore, prenda un paio di uomini e vada a controllare se è vuota.
Senza esitazioni Pirrie indicò Alf Parsons e Bill Riggs, e i due uomini accettarono senza discutere dopo aver avuto un cenno di conferma da John. I tre uomini si arrampicarono verso la casa. Quando furono a una ventina di metri, Pirrie fece loro cenno di mettersi al riparo in un fossato. Poi prese la mira e sparò un colpo a una delle finestre del piano superiore. Si sentì lo sparo e il lieve rumore dei vetri infranti. Poi, silenzio.
Dopo un minuto, Pirrie si alzò per avviarsi verso la casa. A parte il fucile che stringeva sotto il braccio, lo si sarebbe preso per una guardia forestale che faceva un giro di servizio. Raggiunse la porta e la spalancò con un calcio. Poi scomparve all’interno.
Ancora una volta John si rese conto di quale formidabile avversario sarebbe stato Pirrie se avesse avuto ambizioni di comando. Era entrato, da solo, in una casa che si poteva soltanto presumere vuota. Se aveva dei nervi, era difficile immaginare una situazione in cui fossero più tirati.
A una delle finestre del piano superiore comparve una faccia, quella di Pirrie, poi subito si ritirò. Aspettarono, e alla fine lo videro uscire. Percorse tranquillamente il sentiero, e i due uomini gli si misero al fianco per tornare verso il gruppo.
— Tutto a posto? — domandò John.
— Sì. Non ci sono neanche cadaveri da seppellire. I padroni di casa devono essersene andati prima che arrivassero gli sciacalli.
— L’hanno saccheggiata?
— Sì. Comunque non erano dei professionisti.
— Ci darà riparo per la notte — disse John. — I letti li lasceremo ai ragazzi. Gli altri si potranno arrangiare per terra.
Pirrie guardò attorno pensoso. — Trentaquattro. La casa non è molto grande. Jane e io sfideremo l’inclemenza del tempo. — Fece un cenno alla ragazza, e lei gli venne vicino. La faccia ingenua da contadina esprimeva solo rassegnazione. Pirrie la prese sottobraccio e le sorrise. — Sì, penso proprio che dormiremo all’aperto.
— Come volete — disse John. — Per questa notte non farete turni di guardia.
— Grazie, signor Custance — disse Pirrie.
John trovò al piano superiore una stanza con due letti piccoli, e chiamò Davey e Mary per vedere se ci stavano. C’era anche un bagno sul pianerottolo, con rubinetti ancora funzionanti, e lui mandò i due ragazzi a lavarsi. Quando furono usciti dalla stanza, si mise a sedere sul letto e guardò fuori dalla finestra verso la valle. Era una vista stupenda. Quelli che avevano vissuto lì dovevano aver amato quel panorama… un’indicazione, se ce ne fosse bisogno, che i tesori spirituali erano aleatori quanto quelli materiali.
I suoi pensieri furono interrotti dall’ingresso di Ann. Appariva stanca, e John le indicò l’altro letto.
— Riposati. Ho mandato i ragazzi a ripulirsi.
Lei attraversò invece la stanza e si mise a guardare dalla finestra.
— Tutte le donne mi fanno delle domande — disse. — Che carne dobbiamo usare per cena questa sera? Possiamo usare le patate sperando di trovarne altre domani? Conviene farle cuocere intere o sbucciate? Perché lo chiedono a me?
— E perché no?
— Se a te piace fare da padrone, non significa che io debba essere la padrona.
— Le hai lasciate a sbrigarsela da sole?
— Ho detto loro di chiedere a Olivia.
John sorrise. — Hai delegato le responsabilità, come fa una vera padrona.
Ann rimase un attimo in silenzio. Poi chiese: — Era proprio necessario unirci agli altri, e trasformare il nostro gruppo in un piccolo esercito?
John scosse la testa. — No. Non certo ai Blennitt… ma sei stata tu a volerli, non ricordi?
— Non li volevo affatto. Però era mostruoso abbandonare quei bambini. Poi non intendevo loro… io parlavo degli altri.
— Con i Blennitt, soltanto con i Blennitt, le nostre probabilità di riuscita sarebbero ulteriormente diminuite. Con gli altri abbiamo quasi la certezza di raggiungere la valle.
— Sotto la guida del generale Custance, con l’assistenza del suo sicario di fiducia Pirrie.
— Sottovaluti Pirrie, se pensi che sia soltanto un assassino.
— Non mi interessa quanto sia meraviglioso. È un assassino, e non mi piace.
— Anch’io lo sono. — Fissò la moglie. — E anche altri. Gente che non avrebbe mai pensato di diventarlo.
— Non c’è bisogno che mi ricordi cos’è successo. Pirrie però è diverso.
John si strinse nelle spalle. — Abbiamo bisogno di lui… fino al momento in cui avremo raggiunto Blind Gill.
— Non continuare a dirlo.
— Ma è vero.
— John, l’influenza che quell’uomo ha su di te è spaventosa. Ti ha trasformato in una specie di boss della malavita… e i ragazzi cominciano ad aver paura di te.
— Se qualcosa mi ha cambiato, è il genere di vita che dobbiamo vivere, non Pirrie. Io vi devo guidare verso la salvezza, tutti, e niente mi può fermare. Mi domando se ti rendi conto della fortuna che abbiamo avuto ad arrivare fin qui. Oggi pomeriggio, con la valle che sembrava un campo di battaglia… ma era solo una scaramuccia, paragonato a quello che sta succedendo a sud… siamo arrivati fin qui, e la via è libera. Ma non possiamo rilassarci finché non saremo a destinazione.
— E quando saremo a destinazione?
— Te l’ho già spiegato — disse con pazienza. — Potremo ricominciare a vivere una vita normale. Non crederai che a me piaccia tutto questo, vero?
— Non lo so. — Distolse lo sguardo da lui e riprese a guardare dalla finestra. — Sai dov’è Roger?
— Roger? Non saprei.
— Lui e Olivia hanno dovuto portare in spalla Steve, dal momento che tu eri occupato a comandare. Sono rimasti indietro. E quando sono arrivati per dormire, hanno trovato libero soltanto lo sgabuzzino.
— Perché non sono venuti a dirmelo?
— Non volevano disturbarti. Quando hai chiamato Davey, Spooks è rimasto ai piedi della scala. Non ha osato salire, e Davey non ha osato fartelo notare. Ecco cosa intendevo quando ho detto che i ragazzi ti temono.
John non rispose. Uscì dalla stanza. — Rodge! — chiamò. — Vieni su, vecchio mio. E anche Olivia e i ragazzi, naturalmente.
— Sei magnanimo, adesso — disse la voce di Ann alle sue spalle. — Ma non credo che servirà a qualcosa.
Lui rientrò nella stanza e prese Ann per le braccia. — Domani sera sarà tutto finito. Metterò ogni cosa nelle mani di David, e mi dedicherò soltanto a coltivare patate e barbabietole. Mi vedrai trasformarmi in uno stupido vecchio sbadigliante e sporco di terra… Va bene così?
— Se potessi crederti…
— Te lo giuro — disse, e la baciò.
Roger entrò con Steve e Spooks alle calcagna. — Olivia arriva subito, Johnny.
— Che diavolo ti è venuto in mente di ficcarti nello sgabuzzino? C’è un sacco di spazio in questa casa. Possiamo riunire i due letti e far dormire i ragazzi. A noi rimane un morbido pavimento. Ci sono parecchi tappeti nuovi nelle stanze… I nostri ospiti dovevano essere benestanti. Nell’armadio, poi, ho visto che ci sono delle coperte.
Mentre parlava, John si accorse che il suo tono era eccessivamente accalorato, innaturale, con la cordialità del superiore che vuole mettere a loro agio i dipendenti. Ma da tempo i rapporti tra lui e Roger erano cambiati, e nessuno di loro due poteva far niente per riportare la loro relazione sul vecchio piano di amicizia.
— Sei stato gentile, Johnny — disse Roger. — Lo sgabuzzino era bello, ma puzzava di scarafaggi. Ragazzi, preparatevi per andare a lavarvi.
Dal vano della finestra Ann disse: — Ecco che se ne vanno.
— Chi? — domandò John.
— Pirrie e Jane. Vanno a fare una passeggiata prima di cena, immagino.
Olivia era entrata nella stanza mentre Ann stava parlando. Aprì bocca per dire qualcosa, poi vide John e rimase zitta.
— Pirrie il dongiovanni — disse Roger. — Mica malaccio, per la sua età.
Ann si girò verso Olivia. — Sei tu che hai in custodia i coltelli — disse. — Vedi di darne a Jane uno molto affilato, quando rientra per cena. E dille di non avere fretta di restituirlo.
— No! — Il grido gli era sfuggito involontariamente, e subito John moderò la voce. — Abbiamo ancora bisogno di Pirrie. E la ragazza è contenta così. Ed è contenta di essere ancora al mondo.
— Adesso possiamo farcela da soli — disse Ann. — Domani sera tutto tornerà alla normalità. Vuoi Pirrie perché lo consideri indispensabile alla nostra salvezza, o perché hai cominciato ad apprezzarlo per quello che è?
— Te l’ho già detto — disse John in tono stanco — non voglio correre rischi. Forse domani sera non avremo più bisogno di Pirrie, ma non posso dire che mi sorrida l’idea di istigare la ragazza a tagliargli la gola.
— Potrebbe farlo di sua spontanea volontà — disse Roger.
— In questo caso — domandò Ann — cosa faresti, John? La condanneresti per alto tradimento?
— No. L’abbandonerei.
— Penso che avresti davvero il coraggio di farlo.
Olivia fece sentire la sua voce, per la prima volta da quando era entrata: — Pirrie ha ucciso Millicent.
— E non l’abbiamo abbandonato, vuoi dire? — John riprese a parlare in tono esasperato. — Non capite che le buone maniere e la giustizia non funzionano finché non ci sono mura per respingere la barbarie? Pirrie ci è più utile di quanto non lo siano tutti gli altri. Jane è un peso inutile, come i Blennitt. Potrà restare con noi finché riuscirà a badare a dove mette i piedi, non oltre.
— È un vero capo — disse Ann. — Notate il senso di dedizione, e soprattutto la certezza irremovibile che ciò che dice è giusto, perché lo dice lui.
— Hai qualche argomento da opporre?
— No. Non un argomento che tu riusciresti ad apprezzare.
— Rodge! — esclamò John appellandosi all’amico. — Tu capisci cosa voglio dire?
— Sì, ti capisco — disse Roger. Poi soggiunse, quasi in tono di scusa: — Ma capisco anche quello che dice Ann. Non ti faccio un rimprovero, Johnny. Ti sei assunto l’incarico di guidarci, e non puoi pensare ad altro. E Pirrie si è rivelato l’unico sul quale puoi contare.
John fu sul punto di replicare, ma vide le loro tre facce, e ricordò come erano sempre stati uniti. In passato… tanto tempo prima, quando si trovavano insieme nelle gite al mare, o attorno a un tavolo di bridge… Improvvisamente ricordò chi era lui, e chi erano loro: Ann, sua moglie, e Roger e Olivia, i suoi migliori amici.
Ebbe un attimo di esitazione. — Sì, credo di capirlo anch’io — disse. — Sentite, di Pirrie non m’importa un accidente.
— Io penso il contrario — fece Roger. — A te interessa superare gli ostacoli, e anche a lui. Non è solo questione di utilità pratica. Ripeto, non intendo criticarti. Io non avrei saputo essere all’altezza della situazione, perché non avrei avuto il fegato. Ma se ne fossi stato capace, avrei provato per Pirrie esattamente quello che provi tu.
Ci fu una breve pausa prima che John rispondesse. — Prima arriveremo alla valle, meglio sarà. Dev’essere bello ritornare normali.
Olivia lo guardò. I suoi occhi timidi lo scrutavano dalla tonda faccia bonaria. — Sei sicuro di volerlo, Johnny?
— Sicurissimo. Ma se avessimo un altro mese di fronte a noi, anziché un solo giorno, non lo sarei più tanto.
— Abbiamo fatto delle cose orribili — disse Ann. — Chi più, chi meno, forse, ma ne abbiamo fatte… se non altro per avere accettato le offerte di Pirrie. Mi domando se riusciremo mai a dimenticare.
— Il peggio è passato — disse John. — Non avremo altre difficoltà da superare.
Mary e Davey entrarono in camera correndo. Ridevano rumorosamente.
— Calma, voi due — disse John.
Non gli sembrava di aver parlato in modo diverso dal suo solito. In passato una simile ammonizione avrebbe avuto pochissimo effetto. Ora i ragazzi ammutolirono di colpo e rimasero a fissarlo. Anche Ann, Roger e Olivia lo guardarono.
John si chinò verso Davey. — Domani sera dovremmo essere dallo zio David. Sei contento?
— Sì, papà.
Il tono era di entusiasmo, ma velato di eccessivo rispetto.
Nelle prime ore del mattino John fu svegliato da uno sparo, e mentre balzava a sedere, ne sentì un secondo, da lontano. Allungò la mano verso la pistola e chiamò Roger.
— Cosa c’è? — domandò Ann.
— Niente, con tutta probabilità. Forse qualche vagabondo che sperava di rubare indisturbato. Tu e Olivia restate in questa stanza e badate ai ragazzi. Io scendo a vedere.
La sentinella avrebbe dovuto essere di pattuglia attorno alla casa, ma John trovò Joe Harris, la sentinella di turno, intenta a guardare da una finestra del pianterreno. Era un uomo magro dalla pelle scura, con una folta barba irsuta. I suoi occhi brillavano al raggio della luna che penetrava dalla finestra.
— Che succede? — domandò John.
— Li ho visti mentre mi trovavo all’esterno — disse Harris. — Venivano dalla strada di Sedbergh. Ho pensato che fosse meglio non disturbarli nel caso volessero proseguire il cammino senza fermarsi, così sono rientrato in casa e li ho tenuti d’occhio dalla finestra.
— Bene, e poi?
— Si sono diretti verso la casa. Quando ne sono stato certo, ho sparato un colpo a quello che stava davanti a tutti.
— L’hai colpito?
— No, non credo. Uno di loro ha risposto allo sparo, e poi si sono nascosti. Sono ancora là fuori, signor Custance.
— Quanti sono?
— Difficile dirlo, con questa luce. Potrebbero essere una dozzina… forse anche di più.
— Così tanti?
— Ecco perché ho sperato che se ne andassero per i fatti loro.
— Rodge! — chiamò.
— Eccomi. — Roger era fermo sulla porta. C’erano anche altri, in silenzio.
— Sono tutti alzati?
— Tre o quattro sono nell’atrio.
Dal buio venne la voce di Noah Blennitt. — Io e Arthur siamo qui, signor Custance.
John si rivolse a Roger. — Manda uno di sopra, alla finestra della camera posteriore. Che tenga gli occhi aperti. Non dobbiamo correre il rischio che aggirino la casa e ci attacchino da quella parte. Poi mettine due a ogni finestra delle camere che danno sulla facciata. Noah, lei si piazzi all’altra finestra del pianterreno. Vi do il tempo di prendere posizione, poi, al mio grido, sparate qualche colpo. Potrebbe bastare a spaventarli e convincerli a cambiare strada. Se restano, sparate non appena vi si presenta un bersaglio. Ci troviamo in una posizione più favorevole. Le donne e i ragazzi, ovviamente, stiano lontani dalle finestre.
Li sentì correre per la casa secondo le istruzioni di Roger. Dalla stanza accanto venne il pianto di una bambina, Bessie Blennitt. Aprì la porta e vide Bessie seduta su un piccolo letto improvvisato. La madre cercava di calmarla.
— Io la porterei nelle stanze sul retro — disse John. — Ci sarà meno rumore.
La sottomissione della donna lo sorprese. — Certo, signor Custance, subito. Vieni anche tu, Wilf. Adesso il signor Custance ci difenderà.
Si rivolse alle altre donne: — Anche voi fareste bene a ritirarvi nelle stanze posteriori.
Poi andò a inginocchiarsi accanto a Joe Harris. — Nessun movimento?
— Mi è sembrato di vedere qualcosa. Ma le ombre giocano strani scherzi.
Guardò dalla finestra. Non c’era traccia di nubi, e il cielo era pieno di stelle. Il caso giocava uno scherzo a entrambe le parti: la luce della luna dava ai difensori un considerevole vantaggio, ma, se ci fossero state le nubi, con tutta probabilità i rapinatori non avrebbero visto la casa, discosta e leggermente più in alto rispetto alla strada.
Gli parve di vedere un’ombra muoversi. Poi ne fu certo. Era a una quindicina di metri dalla casa. Gridò: — Ora!
Per quanto non avesse molte probabilità di colpire il bersaglio, con una pistola mirò all’ombra intravista, e sparò attraverso la finestra aperta. Gli spari che seguirono fecero un certo effetto, almeno sonoro. Un colpo, comunque, era andato a segno: un’ombra si sollevò e ricadde immediatamente a terra. John si riparò contro la parete in attesa della risposta al fuoco. Ci fu un solo sparo. Poi si sentì un mormorio di voci e il gemito dell’uomo colpito.
L’intensità del fuoco doveva essere stata una brutta sorpresa per gli aggressori, che probabilmente non si erano aspettati che una casa isolata fosse difesa in forze. John, mettendosi nei panni del capo avversario, pensò che, incontrando una difesa del genere, se la sarebbe squagliata con tutti i suoi uomini il più presto possibile. Però, sempre mantenendo quel punto di vista, c’erano altri ostacoli: la luna aiutava i difensori, e spandeva un chiarore sufficiente per trasformare gli attaccanti in buoni bersagli, nel caso in cui avessero tentato un’improvvisa ritirata. John scrutò il cielo in cerca di qualche nuvola. Se ci fosse stata la probabilità che a un certo punto la luna venisse coperta, era logico pensare che la ritirata sarebbe avvenuta in quel momento. Ma le stelle splendevano limpide dappertutto.
C’era da fare anche un’altra considerazione. Se i difensori fossero stati sopraffatti, gli attaccanti avrebbero fatto un grosso bottino di armi, e forse di munizioni. Valeva la pena di correre dei rischi per impadronirsi di armi. Tra l’altro era probabile che gli assalitori fossero in maggioranza, sia di uomini che di armi.
Si rese improvvisamente conto che la sua dimostrazione di forza poteva essere stata un errore tattico. Gli spari di due o tre fucili, anziché di sette, li avrebbe forse convinti a non rischiare oltre. Pirrie avrebbe potuto… Pirrie, ricordò, era da qualche parte a consumare le nozze!
I ragazzi dovevano essere tutti svegli, ma rimanevano in silenzio. Sentì qualcuno scendere le scale, poi udì la voce di Roger che lo chiamava. — Johnny!
— Sì? — rispose, senza staccare gli occhi dalla finestra.
— Cosa facciamo? Uno di loro è venuto allo scoperto: lo stendiamo, o aspettiamo che apra lui le danze?
Non voleva essere di nuovo il primo a far fuoco. Ormai gli altri conoscevano la loro forza. Riprendere a sparare sarebbe stato uno spreco di munizioni, senza la prospettiva di un risultato concreto.
— Aspetta. Diamo loro un po’ di tempo.
— Pensi che…
Nel chiarore della luna si levò un grido: — All’assalto! — John si riparò automaticamente nell’attimo in cui una scarica di proiettili colpì la casa provocando un crepitio di mattoni e di vetri infranti. Dal primo piano uno dei suoi uomini rispose al fuoco.
John chiamò Roger. — Va’ di sopra, e di’ agli uomini di sparare non appena vedono qualche bersaglio. Ma se quelli decidono improvvisamente di abbandonare l’assedio, lasciamoli andare.
Uno dei bambini cominciò a piangere. John si sentì tutt’altro che ottimista sulla possibilità che gli attaccanti levassero l’assedio. Probabilmente avevano fatto le sue stesse considerazioni, e avevano deciso che era più conveniente rischiare.
Mentre durava la tregua, parlò attraverso la finestra. — Non vogliamo noie. Se ve ne andate, sospenderemo il fuoco.
Aveva avuto la precauzione di tenersi al riparo dello stipite. Per tutta risposta due o tre colpi entrarono dalla finestra e andarono a colpire la parete opposta della stanza. Fuori, un uomo scoppiò a ridere, e lui sparò in direzione della risata. Seguì un breve scambio dì fucilate.
Guardando attentamente nella notte vide una figura sollevarsi tra le ombre. Sparò. Qualcosa volò nell’aria, colpì la parete della casa, e cadde a terra, non molto lontano dalla finestra presso cui si trovavano lui e Joe Harris. Gridò: — A terra, Joe!
L’esplosione schiantò i vetri che erano rimasti ancora intatti. Ma non fece altri danni. Dalla casa partì una raffica rabbiosa.
Bombe a mano, si disse con rabbia. Perché non ci aveva pensato prima? Buona parte dei fucili erano stati certamente presi nelle caserme, dove c’erano anche le bombe a mano. Forse gli uomini che li stavano assediando erano proprio dei militari. La loro stessa baldanza lo lasciava supporre.
Questo faceva diminuire le loro probabilità di salvezza. Qualche altro ordigno avrebbe mancato il bersaglio, come il primo, ma alla fine altri sarebbero entrati dalle finestre, mettendo a tacere le stanze a una a una. La situazione era improvvisamente cambiata. Era arrivato a pochi passi dalla valle, e si trovava di fronte alla morte quasi sicura per tutti.
Impartì rapidamente alcuni ordini a Joe Harris. — Va’ di sopra e di’ a tutti di continuare a sparare. Ma mirando a qualcosa, non a casaccio. Non appena vedono che qualcuno alza il braccio, lo prendano subito di mira. Se non riusciamo a impedire il lancio delle bombe a mano, per noi è finita.
— Agli ordini, signor Custance.
Non sembrava molto preoccupato. Forse gli mancava l’immaginazione necessaria per capire cosa significassero le bombe a mano, o forse nutriva una cieca fiducia nella capacità di John come capo. Pirrie aveva fatto un buon lavoro, sotto questo aspetto, lui però avrebbe preferito che adesso Pirrie fosse lì al suo fianco. Se qualcuno dei suoi uomini fosse riuscito a colpire un avversario, in quelle condizioni di luce, poteva considerarla una fortuna. Pirrie avrebbe saputo distinguere ogni ombra pericolosa con la massima facilità.
John fece fuoco a un’ombra in movimento. Al piano di sopra, altri spararono. Dall’esterno si levò un’intensa scarica concentrata contro una delle finestre del primo piano. Nello stesso tempo, dalla parte opposta del giardino si levò un braccio, e una seconda bomba a mano volò nell’aria. Colpì ancora una volta la parete della casa, ed esplose senza procurare danni. John sparò verso il punto in cui l’aveva vista lanciare. Seguì una rapida scarica di fucileria, interrotta all’improvviso da un grido di dolore. Qualcuno aveva colpito un secondo avversario.
Era incoraggiante, ma niente di più. Le loro probabilità di salvezza non aumentavano. John fece nuovamente fuoco, e si riparò in tempo per evitare il colpo che venne sparato contro la finestra. Gli attaccanti non si lasciavano certo scoraggiare da quei colpi centrati dai difensori.
Anche quando, dopo un ulteriore scambio di fucilate, vide un braccio sollevarsi e ricadere senza aver lanciato la bomba a mano, pensò a un caso fortunato, insufficiente a far rinascere una speranza. Dopo due secondi la granata esplose, e diede inizio a tutta una serie di scoppi: l’uomo colpito doveva essere carico di bombe. Si sentirono grida disordinate, e gemiti. John riprese a sparare, e i suoi compagni fecero altrettanto. Questa volta gli altri non risposero al fuoco.
Poco dopo, con suo grande stupore, vide le figure degli attaccanti abbandonare i nascondigli in cui si erano appostati, e fuggire verso la valle cercando di correre curvi il più possibile. Riprese a sparare, e nello stesso tempo cercò di contare il numero degli attaccanti. Potevano essere da dieci a venti, più quei due o tre rimasti sul terreno.
Tutti si affollarono nella stanza, donne e ragazzi compresi. Alla debole luce John riuscì a scorgere le loro facce, soddisfatte e felici. Parlavano tutti contemporaneamente, e John fu costretto ad alzare la voce per farsi sentire.
— Joe! Devi fare ancora mezz’ora di guardia. Da questo momento però saranno due le sentinelle. Con Joe farà il suo turno Noah. Jess farà il turno seguente assieme a Roger. Poi Andy e Alf. Io farò il mio turno con Will. Comunque, d’ora in poi, prima si dà l’allarme, poi si rimugina su quali intenzioni abbiano.
— Io speravo che proseguissero la loro strada — disse Joe Harris.
— Sì, capisco — fece John. — Ora tutti gli altri possono andare a dormire.
— Nessun segno di Pirrie e della sua donna? — domandò Alf Parsons.
— Jane… è là fuori… — balbettò Olivia.
— Li vedremo arrivare. E ora tornate a dormire.
— Se quella banda li scopre, per loro è finita — disse Parsons.
John andò alla finestra. — Pirrie! Jane! — chiamò. Dall’esterno non giunse nessuna risposta. La luna sembrava stendere un manto di ghiaccio sul terreno.
— Dobbiamo andare a cercarli? — chiese Parsons.
— No — rispose John. — Questa notte nessuno esce di casa. Non sappiamo se quelli se ne sono andati, o se si sono fermati nelle vicinanze in attesa di un’occasione migliore. E ora, a letto. Domani sarà una giornata lunga.
Si dispersero in silenzio, seppure con qualche riluttanza. John salì al piano di sopra con Roger, dietro Ann, Olivia e i ragazzi. Entrò in bagno, e Roger rimase ad aspettarlo sul pianerottolo.
— Temevo che stavolta fosse quella buona… — disse Roger.
— Per le bombe a mano?
— Già. Siamo stati fortunati.
— Io non riesco a capire. Abbiamo avuto la fortuna di uccidere l’uomo che teneva le bombe a mano, e questo deve averli scossi parecchio. Ma mi sorprende che abbiano immediatamente rinunciato all’impresa. È strano.
Roger sbadigliò. — Be’, l’hanno fatto. Che ne pensi di Pirrie e di Jane?
— Che erano così lontani da non sentire gli spari, o che sono stati sorpresi e uccisi. Quei tipi non sparavano male. All’aperto, Pirrie e Jane erano senza protezione.
— Tanto lontani da non sentire gli spari! — disse Roger ridendo. — Sui sentieri dell’amore.
— Se Pirrie avesse sentito la sparatoria, sarebbe tornato.
— C’è un’altra possibilità — suggerì Roger. — Jane potrebbe essersi nascosta un coltello sotto la gonna senza che nessuno le dicesse niente. Queste idee vengono, alle donne.
— E dove sarebbe Jane, allora?
— Potrebbe essersi imbattuta nei nostri amici. O forse ha pensato che non avrebbe più goduto di molte simpatie se fosse venuta a raccontarci di aver ucciso il marito la notte di nozze.
— Ha sufficiente buon senso per capire che da sola non avrebbe possibilità di salvezza.
— Le donne sono strane creature — disse Roger. — Novantanove volte su cento fanno delle cose sensate senza esitare. La centesima fanno una cosa assurda con lo stesso identico entusiasmo.
— Mi sembri allegro, stanotte — osservò John.
— E chi non lo sarebbe, dopo una vittoria come la nostra? La seconda bomba a mano ha urtato il muro a pochi centimetri dalla mia finestra.
— E non proveresti il minimo dispiacere se Pirrie fosse stato ucciso, o da Jane o da quelli delle bombe.
— Nessun dolore particolare. Per niente, anzi. Te l’ho già detto, io non ho motivi per essere attaccato a Pirrie. Io non devo guidare il gruppo.
— È per questo che mi definisci… attaccato a Pirrie?
— Non ci sono molti Pirrie in circolazione. È la perla nell’ostrica: dura e brillante, ma, per quanto riguarda l’ostrica, una malattia.
— E l’ostrica? — domandò John con ironia. — È forse il mondo che noi conosciamo?
— L’analogia è troppo complicata. E sono anche stanco. Comunque, sai quello che penso di Pirrie. In situazioni particolari, non ha prezzo. Ma prego Iddio di non dover vivere in questa situazione per sempre.
— Prima era un pacifico cittadino. Non ci sono ragioni per credere che non possa tornare quello di una volta.
— Non si può rimettere una perla nell’ostrica. Non mi va l’idea di vivere nella valle con Pirrie al fianco, pronto a darmi una gomitata per ricordarmi la sua presenza.
— Nella valle comanderà David, se qualcuno dovrà comandare. Non io, né Pirrie. Questo lo sai.
— Non ho mai conosciuto tuo fratello — disse Roger — e so molto poco di lui. Però lui non è stato costretto a guidare la sua famiglia e gli amici attraverso un mondo che si sfascia appena lo tocchi.
— Non significa niente.
— Credi? — Roger tornò a sbadigliare. — Be’, sarai stanco, va’ a dormire. Io è inutile che mi corichi, per mezz’ora prima del mio turno. Guarderò soltanto se i ragazzi si sono addormentati.
Si fermarono sulla soglia della camera da letto. Ann e Olivia si erano sdraiate per terra su delle coperte stese sotto la finestra. Ann sollevò la testa, ma non disse niente. Un raggio di luna illuminava il letto matrimoniale ricavato unendo i due letti singoli. Mary si era rannicchiata contro la parete. Davey e Steve dormivano al centro, uno accanto all’altro. Spooks, con una faccia stranamente adulta senza occhiali, era coricato dalla parte opposta. Anche lui era sveglio, e teneva gli occhi fissi al soffitto.
— Non pensare che non sia grato a Pirrie per tutte le volte che ci ha tolto dai guai — disse Roger. — Però sono contento di aver scoperto che possiamo anche fare a meno di lui.
Nel nuovo sistema di vita le ore di sonno erano distribuite tra le nove di sera e le quattro del mattino. I ragazzi, quando era possibile, andavano a letto un’ora prima e dormivano fino al momento in cui era pronta la colazione. Cominciò a schiarire durante l’ultimo turno di guardia, quello di John e Will Secombe, e i due uomini si allontanarono dalla casa per esaminare il campo di battaglia. A circa quindici metri dalla casa videro il corpo di un uomo con la testa fracassata da un colpo di fucile. Dimostrava venticinque anni e indossava l’uniforme dell’esercito; al petto si era appuntato un grosso gioiello. Se quelle pietre erano diamanti, come avevano l’aria di essere, quella spilla doveva valere una fortuna.
C’erano ancora dei brandelli di divisa sul corpo del secondo cadavere. Lo spettacolo, qui, era più raccapricciante. Evidentemente l’uomo aveva le bombe a mano appese alla cintura, e quella che gli era sfuggita dalle dita le aveva fatte scoppiare. Sarebbe stato molto difficile identificarlo. John chiamò Secombe, e insieme trascinarono lontano i cadaveri, nascondendoli sotto uno strato di agrifoglio.
Secombe era un biondo dalla pelle chiara. Doveva avere circa trentacinque anni, ma sembrava molto più giovane. Diede un calcio a una gamba rimasta scoperta, poi si guardò le mani con disgusto.
— Vai a lavarti — disse John. — Farò io la guardia. Comunque fra poco è l’ora della sveglia.
— Grazie, signor Custance. Non ho mai visto nessuno conciato in quel modo, neanche durante la guerra.
Quando fu solo, John fece un altro giro d’ispezione. L’uomo con le bombe a mano aveva avuto anche un fucile. Ma era contorto e inutilizzabile. Non c’erano altre armi in giro. Quella appartenuta all’altro cadavere doveva essere stata raccolta dagli attaccanti durante la ritirata.
Non trovò altro, tranne due o tre caricatori vuoti, e un certo numero di bossoli. Si guardò attorno in cerca di qualche segno di Pirrie o di Jane, ma non vide niente. Nella luce dell’alba la valle si stendeva lontano senza il minimo segno di vita. Il cielo era ancora sereno e prometteva una bella giornata.
Pensò di chiamare ancora una volta, poi decise che sarebbe stato inutile. Secombe uscì di casa, e John guardò l’orologio. — Bene. Puoi dare la sveglia.
La colazione era quasi pronta, e al piano di sopra i ragazzi si stavano preparando vociando. A un tratto John sentì Roger esclamare: — Mio Dio!
Erano nella stanza da dove John aveva diretto le operazioni della notte. John seguì lo sguardo di Roger che guardava dalla finestra. Sul sentiero stava avanzando Pirrie, con il fucile sotto il braccio. Jane lo seguiva a qualche passo.
— Pirrie! — esclamò John. — Che cosa diavolo è andato a fare in giro?
Pirrie sorrise. — Non le sembra una domanda indiscreta? — Indicò il giardino. — Avete già fatto pulizia, vedo.
— Allora ha sentito.
— Sarebbe stato difficile il contrario. Sono riusciti a lanciare qualche bomba a mano dentro la casa?
John scosse la testa.
— Lo immaginavo.
— Se ne sono andati quando cominciavamo a temere il peggio. Non riesco ancora a capire il perché.
— Probabilmente il fuoco incrociato li ha colti alla sprovvista — disse Pirrie.
— Fuoco incrociato?
Pirrie indicò a destra della casa, dove il terreno si alzava ripido.
— Vuol dire… che sparava da lassù?
— Naturalmente — disse Pirrie.
— Naturalmente — ripeté John. — Questo spiega molte cose. Mi chiedevo chi di noi fosse stato tanto abile da colpire gli avversali al buio, e uccidendoli, non solo ferendoli. — Fissò Pirrie. — Quindi ha sentito quando l’ho chiamata, dopo che hanno abbandonato il campo. Perché non mi ha risposto?
Pirrie sorrise. — Ero occupato.
Procedettero senza incidenti per tutto il giorno, anche se un po’ a rilento, per lo più attraverso la brughiera, ma a tratti furono costretti ad abbandonare la strada per superare alture spoglie e sassose, o per seguire il corso di uno dei tanti fiumi che si infilavano nelle valli. Il sole salì alle loro spalle nel cielo senza nubi, e prima di mezzogiorno la temperatura divenne infuocata. John ordinò la sosta per la colazione con un certo anticipo, poi disse alle donne di far riposare i ragazzi sotto un gruppo di sicomori.
— Non vuoi forzare la marcia? — domandò Roger. John scosse la testa. — Siamo quasi arrivati. Raggiungeremo la valle prima di sera, se è questo che vuoi sapere. I ragazzi sono sfiniti.
— Anch’io — disse Roger. Si sdraiò per terra, e incrociò le braccia sotto la testa. — Pirrie invece è sempre pieno di energie.
Pirrie stava spiegando qualcosa a Jane indicando la pianura che si stendeva a sud.
— Ormai non gli pianterà più un coltello nel cuore — soggiunse Roger. — Un’altra Sabina che ha fatto ritorno a casa. Mi domando come verranno fuori i piccoli Pirrie.
— Millicent non aveva bambini.
— Forse per colpa di Pirrie, ma molto più probabilmente per colpa di Millicent. Era il tipo di donna che non sopporta il peso dei figli. Le avrebbero limitato la libertà.
— Millicent sembra ormai molto lontana — disse John.
— La relatività del tempo. Quanto ne è passato dal giorno in cui ti ho trovato sulla gru? Sembrano passati sei mesi.
Nella brughiera non avevano incontrato nessuno per tutto il giorno, ma quando scesero dalle montagne per attraversare la pianura a nord di Kendal, videro le tracce ormai familiari del passaggio di quell’animale da preda che era l’uomo. Case che bruciavano, e qualche grido lontano, che poteva essere tanto di dolore quanto di esultanza selvaggia. La vista e i rumori della morte. Poi sentirono qualcos’altro: il lezzo agrodolce della carne in putrefazione.
Ma la marcia non fu interrotta, e presto ricominciarono a salire le colline che li separavano dal loro rifugio. Nel cielo si sentiva il canto di qualche allodola, e una gazza corse davanti a loro per qualche metro. A un certo punto videro un cervo. Era a circa trecento metri; Pirrie si inginocchiò per prendere accuratamente la mira, ma l’animale scattò dietro un gruppo di rocce prima che lui potesse sparare. Anche da quella distanza avevano notato quanto l’animale fosse magro. John si domandò di cosa si nutrisse. Forse di muschio e di altre piante simili.
Verso le cinque raggiunsero le rive del Lepe. Scorreva con la pacifica violenza di sempre. In quel punto il fiume scendeva tra pareti di roccia, così che neppure l’assenza di erba lo rendeva diverso dai loro ricordi.
Ann andò accanto a John. Era più calma e più serena di quanto non lo fosse mai stata dal giorno della partenza da Londra.
— A casa! Finalmente.
— Fra tre chilometri — disse John. — Ma vedremo l’imbocco della valle fra due chilometri. Conosco questo tratto di fiume alla perfezione. Più avanti c’è un punto in cui si può arrivare al centro camminando su delle pietre che affiorano. Là io e Dave eravamo soliti andare a pesca.
— Ci sono pesci nel Lepe? Non lo sapevo.
John scosse la testa. — Non ne abbiamo mai presi dentro la valle. Ma qui ci sono le trote. — Sorrise. — Potremo mandare delle spedizioni munite di reti. Darà un po’ di varietà alla nostra dieta.
— Sì. Amore, ora comincio a credere che tutto andrà per il meglio, e che torneremo a essere felici e umani.
— Certo. Non ne ho mai dubitato.
— Ecco la palizzata di Dave — disse John. — Sembra solida.
Erano arrivati in vista dell’ingresso di Blind Gill. La strada piegava fino a unirsi al fiume, e l’alta palizzata correva dalle sue rive fino alla parete a strapiombo sul lato opposto. Al centro, la palizzata aveva una parte scorrevole che si poteva aprire come un cancello.
Pirrie si mise accanto a John. Anche lui ammirò il bastione difensivo.
— Un ottimo lavoro. Quando saremo dall’altra…
Una raffica di mitra lo interruppe. Per un attimo John rimase immobile in piedi al centro della strada. Poi urlò, più confuso che spaventato: — Dave!
Una seconda raffica, e questa volta John si lanciò di corsa per andare vicino a Davey e a Mary. Agli altri gridò: — Gettatevi nel fossato! — Vide Ann che vi trascinava Davey e Spooks, mentre Mary era già sul fondo. Fece gli ultimi passi e si accucciò accanto a loro.
— Che cosa succede, papà? — disse Mary.
— Da dove sparano? — chiese Ann.
Indicò la palizzata. — Di là. Siete tutti al riparo?… Chi è quello sulla strada? Pirrie!
Il corpo minuto di Pirrie giaceva disteso al centro della carreggiata. Sotto di lui si allargava una chiazza di sangue.
Ann afferrò John per un braccio nell’attimo in cui stava per alzarsi.
— No! Rimani dove sei. Pensa ai ragazzi… A me.
— Devo tirarlo via di là — disse John. — Non avranno il coraggio di spararmi.
Ann continuò a trattenerlo. Cominciò a piangere, poi supplicò Mary di aiutarla, e Mary afferrò il padre per la giacca. Mentre cercava di liberarsi, John vide qualcuno uscire dal fossato e andare di corsa verso Pirrie. Era una donna.
John cessò di lottare, sbalordito. — Jane! — mormorò.
La ragazza afferrò Pirrie per le spalle e lo sollevò. Non guardò nemmeno verso la palizzata dove c’era la mitragliatrice. Si fece passare un braccio di Pirrie attorno alle spalle, e un po’ sollevandolo, un po’ trascinandolo, riuscì a portarlo fino al fossato. Lo fece scivolare accanto a John, poi si mise a sedere e appoggiò la testa di Pirrie sulle proprie ginocchia.
— È… morto? — domandò Ann.
Aveva del sangue poco sopra una tempia. John l’asciugò, e vide una ferita superficiale. Una pallottola l’aveva colpito di striscio, ma con forza sufficiente da farlo cadere. C’era un’altra escoriazione sull’altro lato della testa. Probabilmente se l’era fatta cadendo a terra, e forse il colpo l’aveva fatto svenire.
— Sopravviverà — disse John. Jane alzò la testa; aveva gli occhi pieni di lacrime. — Di’ a Olivia di passarci delle bende — aggiunse John. — E del cotone.
Ann spostò gli occhi da Pirrie alla palizzata. — Ma perché ci hanno sparato? Cos’è successo?
— È stato un equivoco — disse John. — Soltanto un equivoco. Chiariremo tutto facilmente.